Il Museo della Radio e delle Telecomunicazioni di Ancona

Le mie invenzioni sono per salvare l’umanità, non per distruggerla (Guglielmo Marconi)

37 strumenti di misura, 5 amplificatori, 11 accordatori, 25 generatori di segnali, 24 ricetrasmettitori, 33 ricetrasmettitori d’epoca più un numero impressionante di minuterie e continue nuove acquisizioni: questi i numeri di quello che doveva essere il Museo della Radio e delle Telecomunicazioni del Comune di Ancona.

Nel 2001 l’Amministrazione Comunale di Ancona accettava la donazione di Duilio Borsini che veniva regolarizzata con rogito notarile nel 2002 (dove il sottoscritto appare come esperto per la valutazione anche economica).
Nello stesso anno iniziava la catalogazione scientifica dei pezzi a cura del Servizio Tecnico alla Cultura della Regione Marche.

Questa iniziativa, unica nel suo genere in Italia e sicuramente nelle Marche proposta da un Comune (il Museo Storico delle Poste e Telecomunicazioni di Roma è dell’omonimo Ministero, il Museo marconiano di Pontecchio Marconi è della Fondazione Guglielmo Marconi, la Collezione Cremona pur esposta a cura del Comune di Colleferro è privata, il Museo della Radio e della Televisione di Torino è della RAI, esistono a Tuglie (LE) e a Macerata Feltria (PU) piccoli Musei comunali della Radio ecc.) è stata resa possibile grazie alla munificenza e alla appassionata ultradecennale raccolta di pezzi fatta da Duilio Borsini.

Le Marche e la radio: forse non tutti sanno che senza Temistocle Calzecchi Onesti di Lapedona e il suo coherer (coesore), Marconi non avrebbe potuto inventare la radio, Giuseppe Gianfranceschi di Arcevia è lo scienziato gesuita che aiutò Marconi ad allestire la prima stazione radio del Vaticano sotto Pio XI. I 52 Musei delle Marche tecnico scientifici e specializzati e scuole come il Montani di Fermo e l’ITIS di Torrette ed altre caratterizzano la tradizione scientifica di una regione che non a caso possiede oggi 500 aziende (di cui una quarantina di grandi dimensioni) nel campo dell’elettronica che comprendono oltre ai settori più conosciuti dell’illuminazione, elettrodomestici,strumenti musicali,anche l’elettronica industriale(microprocessori,schede,componentistica…).

La collezione Borsini può essere il primo nucleo (con donazioni già annunciate da parte di altri collezionisti privati) di, per dirla con Umberto Eco, un Museo che non sia “tomba” ma “sala parto”: i 200 pezzi e strumenti degli anni 40, 50 (alcune radio erano sugli aerei che bombardarono Ancona durante l’ultima guerra) saranno integrati con apparecchiature civili (già previsto il comodato di alcuni significativi modelli dal Museo della RAI TV di Torino,collaborazioni con la Fondazione Guglielmo Marconi di Bologna ,con il Museo Storico P.T. di Roma ecc), che saranno poi “animate” cioè accese e funzionanti per svolgere una funzione didattica anche per le scuole che farà diventare il Museo un “centro di documentazione continua e progressiva” (con televisione, computers, strumentazione per esperimenti, audiovisivi interattivi, ricostruzione di apparati marconiani funzionanti…).

Non si può leggere il 900 senza conoscere l’apporto fondamentale dato ( e che darà) la radio (e tutti i mass-media suoi derivati) “all’educazione dell’opinione pubblica, alla sperimentazione scientifica al reclutamento indiretto di forze nuove per domani”.

Sono in itinere, o già effettuate , collaborazioni con la sezione di Ancona dell’Associazione Radioamatori Italiani, la Rai Radio Televisione Italiana sede di Ancona, il Ministero delle Comunicazioni Ispettorato territoriale Marche-Umbria, l’Assessorato alla Cultura della Regione Marche oltre ovviamente all’Assessorato alla Cultura del Comune di Ancona e quello al Commercio (dove sono ancora depositati i pezzi ), l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Ancona, l’Università Politecnica delle Marche.

Sono ormai quindi diversi anni che la collezione ( completa di espositori e bacheche…) giace nei depositi ( per altro riscaldati) di Via Podesti.

Quante possibilità perse: collaborazioni con Musei locali di storia per quanto riguarda le radio degli anni 40, apertura di laboratori con Istituti superiori come l’ITIS di Torrette con la strumentazione nuova presente in collezione , visite dei turisti dal porto ecc.

Negli anni scorsi l’Amministrazione comunale non solo non ha fatto domanda per contributi europei specifici per Musei tecnico-scientifici ma non ha neanche firmato la convenzione con l’Associazione radioamatori di Ancona da lei stessa proposta per la gestione del Museo con cifre irrisorie (1.500 € l’anno).

Nuovi contatti sono stati presi con la nuova Amministrazione, speriamo che il tempo della lotta contro i mulini a vento sia terminato.

4 pensieri riguardo “Il Museo della Radio e delle Telecomunicazioni di Ancona”

  1. Arrivando a Bologna quando passo per Sasso Marconi e vedo a sinistra il Villone giallo ove Marconi fece anche i suoi esperimenti con l’aiuto dell’amico terriero-col fucile sparava in cielo e chiedeva poi le reazioni come il sapere quanto era l’onda e nel tempo – esperimenti oggi logici allora invece tentativi per studiare anche le onde sonore – le reazioni e tentativi per lo studio del tragitto aereo prima di arrivare allo studio dell’iter nel cielo mi perdo nei pensieri lontani che lo scienziato deve aver provato e non riesco a toccare la irrealtà che deve aver sentito senza immaginare a dove sarebbe arrivato il suo pensiero e di conseguenza
    la invenzione che il mondo nemmeno in fantasia poteva sognare-
    E molto altro oltre ad Elettra che anni fa fungeva da corrimano entro il Castello di S.Giusto in Trieste-corrimano che era stato l’albero maestro del Veliero da cui accese le luci
    dell’altro mondo-
    radio onde sonore pensieri che a tutto dovevano portare – in pace logicamente-
    e come un lampo ogni volta che ci passo infiniti pensieri mi vengono e durano nel tempo senza che io sappia il traguardo ed il colore del cielo ove passavano i suoi pensieri-
    la voce la ricordo -incisa – e nulla è stato al suo passare-
    non sapevo che giù da noi ci fosse il museo e più di un ricordo che porta allo scienziato.
    Grazie Marco per avermi dato un attimo di lontano forse slegato pensiero – una pausa in questa giornata assolata.
    dario.

  2. E’ sempre un piacere, uno stimolo particolare la lettura dei commenti del nostro amico Dario. Poi sull’argomento “radio”, onde evitare che si finisca a parlare solo di oscillatori, diodi, resistenze e condensatori…un poeta ci sta proprio bene. Grazie Dario.
    Però ci tengo a precisare, per te e per tutti i lettori, che ad Ancona il museo ancora non c’è.
    Ci sono le collezioni, c’è gente pronta a lavorare, c’è la sede, c’è tutto, ma ancor oggi chi deve realizzarlo non lo ha formalizzato.
    Ecco perchè è importante lo scritto di Sergio Molinelli, i6 ONE. Secondo me dovrebbe servire a risvegliare i dormienti ed a condurre all’approdo il progetto.
    Chi legge ci dia una mano, secondo la fantasia e le possibilità che ha. TNX

  3. Quando la passione, la voglia di fare e l’entusiasmo incontrano sulla loro strada amministratori, dirigenti e funzionari che alla parola CULTURA associano solamente “il fare passerella della politica” eccone i risultati.
    Personalmente li chiamo danni.
    Il Teatro delle Muse, con il suo deficit, ce lo insegna…
    Sono arrabbiatissimo.
    Gianfranco

  4. Manca qualcosa
    Goanluigi nevvero
    manca la giusta informazione
    indispensabile

    E chi non sa o ben capisce è il meno

    Manca qualcosa che è troppo:
    i pensieri
    i dubbi
    le solitudini
    dei bisognosi

    A loro
    ai tanti dimenticati quale sentimento
    doveroso aiuto daremo e quando?

    Passeranno ‘ste gare e dopo la corsa finita qualcuno che non immagino provvederà a posare nella borsa della spesa il dovuto

    Tu mi capisci
    senti
    sai che intendo

    Gianluigi caro
    siamo davvero rimasti così pochi?

    Un abbraccio come puoi accettare,
    dal tuo amico dario.

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