“Eravamo vivi”

Ferruccio Ferroni prigioniero in Germania

Ferruccio Ferroni è sempre stato molto schivo nel parlare dell’argomento guerra e prigionia. A me era capitato però, diverse volte, l’occasione di qualche breve e discreto racconto. Di solito durante le nostre chiacchierate, in cui si discuteva prevalentemente di fotografia, dove capitava qualche digressione sui temi aeronautici che sono sempre stati di grande interesse per lui. Di qui l’aggancio, con la fine della sua carriera militare, quando comandò un reparto di paracadutisti.

Qualche anno fa mi aveva fatto cenno, durante le solite piacevoli chiacchierate, che s’incontrava con Americo Alessandrini per raccontare quegli anni durissimi della sua vita. Il fine era di farne un libro, libro che ora ho nelle mie mani. Centotrenta pagine lette a tempo di record, mettendo subito in second’ordine tutti gli altri che attendono d’essere ultimati, accumulati sulla pila dei volumi comunque iniziati.

Per la ricorrenza del 4 agosto, data importante per la città di Senigallia in quanto coincide con l’arrivo delle truppe alleate (polacche per la precisione) e quindi con la fine della II^ guerra mondiale, l’Amministrazione Comunale ha provveduto alla pubblicazione ed alla distribuzione. Questo libro per di più inaugura una collana editoriale, che si chiama “Identità e Memoria”. Le finalità sono state illustrate dal Sindaco Luana Angeloni in occasione della presentazione al pubblico, nella sala del Consiglio Comunale di Senigallia, alla presenza dell’autore, del curatore e di molti cittadini.

Sarei tentato di esporre diverse considerazioni, tutte molto positive, sull’opera che si articola in nove capitoli e quattro appendici. Conoscendo le grandi qualità d’animo e di carattere dell’avvocato Ferroni si riesce cogliere ancora di più la durezza delle sofferenze patite. Sia da lui che da quanti hanno avuto in quei frangenti esperienze disumane e devastanti, di cui va detto che è difficile solo evocare anche il ricordo. Se le ricordassi temo che mi farebbe velo l’amicizia, ma è indubbio che un uomo garbato nei modi, sensibile ed attento nel percepire anche l’ambiente circostante, un personaggio dai gusti colti e raffinati, che ha vissuto ogni frangente con una grande dignità, abbia provato più di altri queste sofferenze. Si pensi che incidevano anche sullo spirito sommandosi a quelle terribili patite dal pur robusto fisico di un ventenne.

Quindi non sottolineo questo, ma voglio indicare il serio e documentato lavoro svolto dal curatore, il professor Americo Alessandrini. Questi non solo ha provveduto, con risultati encomiabili (che sono sotto gli occhi di tutti) a raccogliere il racconto di Ferruccio Ferroni, ma ha realizzato, seguendo anche i consigli avuti, le quattro utili, essenziali “appendici”. In tutto il testo sono numerose le note scritte con indubbia precisione che contribuiscono certo a portare la pubblicazione di questo primo volume della collana ad un eccellente livello.

I miei auguri quindi per la collana “Identità e Memoria” che inizia con questo bel volume e un caldo consiglio a tutti i concittadini senigalliesi. Leggete “per coltivare la religione civile della memoria” come scrive molto opportunamente Americo Alessandrini all’inizio della breve, ma comunque chiarissima introduzione.

Ferruccio Ferroni con Americo Alessandrini, “Eravami vivi”Ferruccio Ferroni
ERAVAMO VIVI… memorie 1942-1945

“Identità e Memoria”
Comune di Senigallia 2007

132 pp
pubblicazione fuori commercio

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