Delusione

Sto raccogliendo alcuni dati relativi ad un’opera pubblica realizzata diversi anni fa qui a Senigallia. Accerto che al vertice dell’impresa di costruzioni che l’ha realizzata c’è un mio compagno di scuola. Abbiamo studiato assieme, nella stessa classe, durante gli ultimi due anni dell’istituto tecnico per geometri.

Lo chiamo al telefono di casa, la sera, dopo cena. Purtroppo è un momento inopportuno: lui sta di fronte alla televisione e guarda una partita di calcio. Ha la voce impastata; mi dice di richiamarlo in ditta, la settimana successiva. Lunedì mattina telefono: è fuori sede. Richiamo il giorno seguente e vengo annunciato dalla segretaria. Poche parole per chiedergli, come già preavvertito, che avrei bisogno di un incontro. Lo raggiungerei solo per pochi minuti in quanto mi servono alcuni chiarimenti generici sui particolari costruttivi dell’opera.

Mi dice subito che non ha niente da dirmi!

Insisto: “Mi interessa qualche notizia generica. Stai tranquillo che non scenderemo nei particolari”. E lui: “Cosa vuoi che ricordi sono passati dieci anni !

Insisto ancora: “A me servono solo elementi per inquadrare l’opera; sai è costata parecchi miliardi di vecchie lire, e mi sembra strano che sia del tutto inutilizzata. Vorrei scriverci un articolo, anzi l’ho già scritto, ma mi piacerebbe evitare imprecisioni, magari proprio sugli aspetti tecnici”.

La risposta dell’amico manager: “No guarda, non se ne fa niente. L’opera è stata collaudata ed io non voglio dire nulla”.

Rapidamente cerco d’immedesimarmi nella prudenza del navigato uomo d’affari, anche con qualche esperienza politica. Penso che tema le chiacchiere, se non uno scandalo. Scrivere qualcosa potrebbe voler dire riaprire un capitolo dimenticato, anzi mai esplorato.

Quindi rilancio ancora: “Senti – gli dico – se me lo chiedi posso assicurarti fin d’ora il più totale anonimato e che in nessun caso farò cenno del nostro incontro”.

Ecco la sua ultima risposta: “No, te l’ho detto, non se ne fa niente”.

Finisce così la telefonata. Ho capito bene, non accetta nemmeno di scambiare due parole, con un vecchio compagno di scuola!

A questo punto la documentazione che ho raccolto diviene molto più stimolante di quanto lo era fino a poco tempo fa, prima della telefonata con il “big” di questa nota impresa.

Le carte affastellate sul mio tavolo devono essere pubblicate entro poco tempo, al massimo un paio di giorni. Non è detto infatti che qualcuno dei nostri lettori, magari con qualche dritta opportuna, qualche argomentato commento, non ci aiuti a comprendere i piccoli grandi misteri che alimentano la ritrosia, certo motivata, di un vecchio compagno di scuola.

Ritrosia che per me equivale, al momento, almeno ad una grande ed inaspettata delusione sull’uomo. Resta ignoto e non ne pubblicherò il nome.

7 pensieri riguardo “Delusione”

  1. Si è un quiz, più o meno. Oppure nelle mie intenzioni una imitazione dello stile con cui si promuovono alcune campagne pubblicitarie quando preannunciano una certa prossima”uscita”.
    Oggi o domani stamperò la pagina, evidenziando bene come visitarla. Quindi porteròdi persona il foglio alla segretaria dell’<>, affinchè ne sia edotto.
    Infine, cari amici, pubblicherò la nota (che ho già scritto).

  2. Calma ragazzi!
    Per il “reportage da Israele” sto riordinando le ideee ed il materiale. Poi, a puntate, se non sarò noioso, offrirò vari spunti(Gaspa ed altri sono ben preparati in materia!).
    Quanto alla ” strategia pubblicitaria ” non vorrei esagerare. Il pezzo scritto per ora spero venga buono dopo per riflettere e discutere assieme su come procedono, purtroppo, gran parte delle opere pubbliche. Dovrebbe servire anche per denunciare ulteriormente questo malcostume della nostra gente. Taluni non ci fanno più caso, ma la nostra società “sguazza” allegramente tra menefreghismo, omertà, reticenza oppure soltanto sciocca difesa dello status quo. Non vado oltre per non essere frainteso e…passare magari da aspirante scudiero della CEI!

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