La mostra: tra la gente e sulla stampa

Non tutti la presero male come il parroco di Montignano. Anzi subito dopo, sul registro dei visitatori, troviamo annotato un piacevole commento di un ospite fiorentino. Anche se l’avessero scritto perché anche questi signori avevano visto le “mani callose” del prete-muratore e quindi per bilanciare i pareri, è comunque piacevole rileggerlo:

La mostra era stata pubblicizzata con l’invito già riprodotto. Questo era stato scritto con il preciso intento di dare qualche spunto sommario “sui contenuti e sulle finalità dell’iniziativa”. Era un invito destinato ai soci ed ai simpatizzanti e quindi ne tirammo soltanto un paio di cento copie. Avevamo però raggiunto i corrispondenti delle testate dei quotidiani che allora avevano la cronaca della città: Il Corriere Adriatico ed Il Resto del Carlino. C’era poi un settimanale di diffusione poco più che cittadina, il giornale storico della Curia, cioè La voce Misena. Leggi tutto “La mostra: tra la gente e sulla stampa”

Come allestimmo la mostra

Ai tempi Senigallia non offriva molte soluzioni logistiche. Di fatto l’unica possibile, comunque di grande pregio, era la sede del Palazzetto Comunale Baviera.
Sempre “ai tempi”, le iniziative non erano poi moltissime e fu facile avere la disponibilità delle sale, e dei relativi pannelli, per esporre le immagini dal 6 al 20 giugno 1971.
Allora non c’erano nemmeno quei piccoli ma utilissimi sussidi tecnologici odierni; per ottenere delle didascalie che fossero facilmente leggibili da parte dei visitatori avevamo approfittato di una macchina molto particolare, in uso presso l’Azienda Autonoma di Soggiorno. Questa disponeva di grossi caratteri, con dimensioni doppie o forse triple rispetto a quelle di una normale macchina da scrivere. Quindi, così facendo, avevamo evitato alla neonata associazione oneri aggiuntivi per la tipografia; qui ci rivolgemmo soltanto per la stampa degli inviti e dei manifesti.

Le didascalie, scritte e corrette più volte, erano frutto della penna quanto mai incisiva di Renzo Paci. Furono corrette più volte – dicevo – in quanto, se avessimo mantenuto la prima stesura, in diversi casi avremmo rischiato davvero qualche querela. Malgrado l’attenta opera di revisione, però, diversi concittadini, quelli direttamente interessati ai soggetti fotografati, quando visitarono la mostra, non trattennero la loro insoddisfazione. Dei diversi ricordi ne ripesco due, quelli attinenti appunto le immagini che ora pubblichiamo. Leggi tutto “Come allestimmo la mostra”

Intervista all’Onorevole

Il processo sommario è roba da giacobini. E in tempi d’antipolitica, si fa presto a condannare un rappresentante delle istituzioni, rovinandone vita e reputazione. Così, prima di giudicare, abbiamo voluto capirci di più ed intervistare l’Onorevole Pierluigi Andalusi, tesoriere del Partito dell’Alternativa (PdA), recentemente investito da accuse di appropriazione indebita di soldi del finanziamento pubblico al suo partito.

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Popinga: … E pensare, onorevole Andalusi, che già nel ’78 si tentò di abrogare il finanziamento pubblico con un referendum…

Andalusi: Era solo demagogia. Non era giusto abrogare il finanziamento pubblico, perché senza finanziamento pubblico i partiti avrebbero rubato.

P: A me pare che i partiti rubassero anche con il finanziamento pubblico: Tangentopoli le dice niente?

A: Quello era il sistema, così facevan tutti. Lo disse bene Craxi in Parlamento, nella celebre chiamata in correità.

P: Ah, capisco, si rubava per non sentirsi emarginati. Un po’ come quando, da adolescenti, ci si fa lo spinello di gruppo e chi rifiuta passa da asociale. Ma, ammesso e non concesso che rubassero tutti, è sicuro che se tutti sono ladri allora nessuno è ladro? Leggi tutto “Intervista all’Onorevole”