Per un tuffo a Marathon

Marco Mazzufferi è un giovane pilota d’aereo con una già lunga esperienza internazionale.
Pubblichiamo l’avvincente reportage del viaggio “cross-country” che ha compiuto qualche anno fa dal Texas alla Florida (e ritorno), attraverso l’Arkansas, la Louisiana, il Mississippi e l’Alabama. Due i protagonisti: oltre a Marco, il suo Cessna C152. Insieme, artefici di un’attraversata di quattro giorni nei cieli d’America.

L’articolo e’ apparso per la prima volta su Aviazione Sportiva nel luglio 2000. Buona lettura. Leggi tutto “Per un tuffo a Marathon”

Scontri di civiltà : Iran vs USA

Sfogliando l’ultimo numero della rivista Newsweek mi sono imbattuto in un articolo firmato da tale Amir Taheri dal titolo: A Clash of Civilisations.

Il titolo mi ha subito incuriosito e leggendo l’articolo ho notato che Taheri ha menzionato proprio il libro di Samuel Huntington, “The Clash of Civilisations and the Remaking of a New World Order” che io avevo a mia volta citato nella discussione con ellie

La tesi principale dell’opera di Huntington è che, dopo la caduta del comunismo, i principali motivi dei conflitti nel mondo non saranno più ideologici o economici, ma, in presenza di profonde divisioni dell’umanità, di “natura culturale”, tra appartenenti a diverse civiltà. Secondo il politologo, il prossimo grande conflitto sarà quello tra le civiltà cristiana e islamica.

Huntington divide infatti il mondo odierno in otto grandi civiltà differenti: occidentale, ortodossa, islamica, africana, cinese, indù, giapponese e latino-americana. Queste civiltà sono in competizione tra loro anche se alcune riescono ad integrarsi maggiormente, mentre altre sono inconciliabilmente divise.

Il testo è stato pubblicato nel gennaio del 1998, quindi ben prima dell’undici settembre 2001 e, seppur criticato da molti, risulta essere abbastanza profetico riguardo alla realtà odierna.

Taheri, analizzando i dati di vendita dell’opera, ha notato che essa ha avuto molto successo proprio in Iran dove ben 1000 copie sono state acquistate e ritirate da un camion dell’esercito appartenente allo “Islamic Revolutionary Guard Corps”, gruppo di cui fa parte anche il neo-eletto presidente Ahmadinejad.

Da queste premesse, l’articolista trae le conclusione che nel futuro sarà inevitabile uno sconto tra Iran e Stati Uniti per le seguenti ragioni:

1) L’Iran è determinato a rimodellare il medio-oriente a sua immagine in uno scontro deliberato con l’immagine americana. Il potere reale in Iran è infatti nelle mani delle “Guardie della Rivoluzione”, che, mentre noi occidentali ammiravamo la “moderazione” dell’ex presidente Kathami, erano già all’opera da tempo per ramificare la loro rete politico-affaristico-militare. In Iran non c’è stata dunque una vera lotta tra moderati e integralisti, ma nelle ultime elezioni è solamente venuto alla ribalta il vero potere con il volto di Ahmadinejad, già sindaco di Teheran.

2) L’Iran ha l’obiettivo di creare un mondo multipolare in cui esso detenga la leadership del mondo islamico.

3) La guerra di George Bush al terrorismo islamico non ha fatto altro che avvantaggiare i mullah, perchè ha di fatto messo fuori gioco tutti i loro peggiori avversari: i Talebani afghani e Saddam Hussein. Inoltre la politica statunitense ha minato la fedeltà dei suoi storici alleti nel mondo islamico, l’Arabia Saudita e l’Egitto.

4) L’Iran può fare la voce grossa perchè le difficoltà incontrate dagli americani in Iraq e Afghanistan fanno ritenere che questi dovranno presto abbandonare la regione.

5) La crescita enorme del prezzo del petrolio ha garantito al nuovo governo iraniano la possibilità di finanziare sia le ricerche belliche, in particolare nel campo del nucleare, sia importanti riforme economoche e sociali.

Questo articolo rappresenta, a mio modesto parere, un classico del giornalismo partigiano. Non conosco la biografia di Amid Taheri, ma dal nome si potrebbe ritenere di origine iraniana. Potrebbe dunque essere uno dei tanti rifugiati politici che lavorano in America per rovesciare i governi dei loro paesi. In particolare le sue tesi non mi convincono per i seguenti motivi:

1) Demonizzare l’avversario sembra strumentale alle proprie esigenze: gli americani, e tutti gli europei, hanno fatto apertamente il tifo per il moderato Kathani prima delle scorse elezioni e ora si vuole insinuare che anch’egli sia intimamente legato con l’integralismo? Un pò di coerenza non farebbe male in certi casi.

2) L’Iran, dal mio punto di vista, non ha alcuna possibilità di divenire la guida del mondo islamico perchè rappresenta solamente gli Sciiti che sono una fetta largamente minoritaria dei musulmani (circa il 10% del totale). Inoltre i rapporti tra Sciiti e Sunniti sono tutt’altro che idilliaci come dimostrato ampiamente dalla situazione irachena.

3) La guerra di Bush in Iraq ed in Afghanistan ha certamente indebolito i rivali storici dei Mullah iraniani, ma ha, allo stesso tempo, mostrato che gli Stati Uniti non stanno certo con le mani in mano e sono pronti ad intervenire dovunque vengano minacciati i loro interessi e la loro sicurezza.

4) Le difficoltà incontrate dagli americani soprattutto in Iraq, sono state superate in maniera soddisfacente e, se veramente si dovesse avviare il processo democratico, si dovrebbe parlare solamente di una loro grande vittoria.

5) Certamente l’Iran vive una fase di grande progresso economico, ma, in caso di conflitto con l’Occidente, l’economia avrebbe molto più da perdere che non da guadagnare.

In definitiva questo articolo mi sembra molto propagandistico e con la volontà di creare un nuovo mostro da combattere. Chissà che l’amministrazione americana non voglia ancora ripetere l’eperienza fatta con l’Iraq quando, per alimentare la fobia del “mostro”, ci rifilò le più grosse panzane, tra cui quella delle armi di distruzione di massa, facendole passare a ripetizione sui mass-media per ottenere il consenso popolare?

Vedremo.