E’ stato fucilato da ignoti la mattina del primo giorno di caccia. Era davvero un bel gufo, temevo che fosse uno dei due componenti la coppia che vive da anni su questo territorio. Però raccogliendo le penne cadute a terra abbiamo avuto la ragionevole certezza, discutendone con uno dei più esperti guardiacaccia, che si trattasse di un giovane d’annata. Degli altri gufi (la coppia degli adulti e tre figli), al momento, nessuna notizia: non avendoli più visti da un mese c’è solo da sperare che non abbiano fatto la stessa finaccia toccata al loro compagno e siano fuggiti altrove.
Il gufo “fucilato” è rimasto incastrato tra i rami di un pino, probabilmente nel punto esatto dove è stato raggiunto dal piombo. E’ rimasto lassù in alto forse perché ferito e non morto all’istante. Nelle contrazioni che hanno preceduto gli istanti del trapasso, ha tentato di tenersi in equilibrio, di vincere l’ultima battaglia contro chi, stupidamente, lo voleva morto. E’ morto esattamente su quello stesso pino domestico in cui noi lo andavamo a cercare: il gufo è un uccello molto abitudinario e tende ad occupare per settimane, per mesi gli stessi alberi ed i medesimi rami. Resta appollaiato su grossi rami, in genere vicino al tronco, perfettamente mimetizzato per forma e colore. Qui riposa durante tutto il giorno, mentre sappiamo che la notte è la sua “giornata di lavoro”. Il gufo è un rapace notturno e quindi durante la notte al buio, in perfetto silenzio, caccia topi ed altri mammiferi, piccoli uccelli, coleotteri e grossi insetti recando gran beneficio all’ambiente. Leggi tutto “In memoria dell’amico gufo”