(segue…) Siamo di nuovo in volo puntando verso le pendici dei Pirenei, dove Montflorite ci attende.
L’aeroporto è su un altopiano, a pochi chilometri dalla città. Qui è previsto il ricongiungimento delle “truppe di terra” con gli arditi avionauti.
Dopo alcune ore le “truppe di terra” oltrepassano trionfalmente i cancelli dell’aeroporto.
L’aerodromo è semideserto; ma le poche persone presenti ci fanno tutte la medesima domanda: “Siete qui per la festa?“. Impieghiamo un po’ per capire che non si trattava di una festa privata, ma bensì della festa di San Lorenzo, il patrono, che – credeteci o no – è tenuto in gran considerazione da tutti i veri spagnoli.
Leghiamo l’aereo saldamente al suolo. Saltiamo in macchina e ci dirigiamo verso il paese. Troviamo l’unico albergo libero con una stanza doppia… siamo in sei e la stanza sarebbe piccola anche per due sole persone. Ci adattiamo però!
La festa di San Lorenzo non è una normale festa di paese, direi che assomiglia di più ad una “guerra”. Vi partecipano tante persone in divisa; dappertutto vi sono bombe caricate a vino ed acqua ed orde di gente, sembrano scaricare le repressioni dell’anno passato sui propri vicini di casa, parenti, amici o sconosciuti.
Dura ben sette giorni e si svolge “non stop”, 24h.
E’ Guerra
Alle 8.30 la gente è già sulle strade, tutti vestiti di bianco candido con fazzoletto verde al collo. Bevono sangria e vino rosso, poi tutti si incamminano verso la piazza centrale. Carlo e Guido hanno subito comperato due divise bianche, con tanto di fazzoletto, e sono decisi a vivere la festa di San Lorenzo fino in fondo.
Non sanno però cosa li attende!
Camminando verso la piazza la folla comincia ad infittirsi, ed alcuni svuotano il loro bicchiere di vino rosso sulla divisa bianca dei loro amici o talvolta anche di ignari passanti.
I “bomberos“, ossia i pompieri spagnoli, sono in posizione nella piazza centrale, hanno un enorme camion con idrante pronto a sparare acqua ad una pressione inverosimile.
L’eccitazione della folla è in crescendo tutti si accalcano verso la piazza…
In pochi minuti è guerra, tutti contro tutti! I “soldati” in bianco e verde scaricano vino gli uni sugli altri, si tirano le magliette e si squarciano le divise. Sbrindellati ed intrisi di vino rosso, i “soldati” vengono colpiti da ondate di acqua proveniente dal cannone dei “bomberos”.
Finite le munizioni parte il corteo che, come un fiume di anime urlanti seguite da torrenti di acqua e vino, trascinando la più varia immondizia si allontana dalla piazza. Ogni tanto si arresta per inveire sugli abitanti rinchiusi negli edifici circostanti, i quali a loro volta scaricano secchi d’acqua da finestre balconi per colpire i passanti.
Nel pomeriggio si calmano un poco; di fronte ai bar si beve tutto purché sia alcolico, con decisa preferenza per il vino rosso. A tratti, nei punti di maggior affollamento, degli irrigatori da orto spruzzano acqua e raffreddano gli spiriti bollenti dei tanti festaioli ormai definitivamente ubriachi.
C’è attività fino la sera, e si continua di notte sparando anche petardi, non saprei se per svegliare gli ubriachi o ancora per festeggiare San Lorenzo.
Raggiungiamo l’albergo a tarda notte, con sei persone e solo due letti, non è facile crearsi una nicchia per dormire; per di più i petardi e gli schiamazzi degli ubriachi non conciliano il sonno.
Alle prime ore della mattina una potentissima batteria di petardi fa tremare la città. Poi calma e pace assoluta.
Verso le 8.30 la gente ritorna in strada e si ricomincia da capo.
Tutto questo immaginatelo per sette giorni di seguito!
Nel messaggio per i Padri Fondatori rimasti in Patria si legge:
Alle ore 21,19 dell’alba della nuova era, gli intrepidi avionauti adriatici e le falangi di terra congiunte in romana simbiosi sulle pendici di monflorite marciano (magnano) per le strade di Huesca in un tripudio di folla che romanamente saluta al loro passaggio. Stop
Gli adriatici al completo salutano i padri fondatori rivolgendo lo sguardo alla costa atlantica.
2 pensieri riguardo “Montflorite, Huesca”