L’Ente del vicino è sempre più inutile

Peggio di quelli che si candidano alle elezioni provinciali credendo di far poi la battaglia (come?) per l’abolizione delle Province, o di quei candidati alla presidenza che promettono la creazione di nuovi assessorati per rendere l’istituzione più vicina ai cittadini, c’è solo chi si scaglia contro gli sprechi della politica degli altri, dimenticando di dare un’occhiatina agli sprechi di casa propria.

Palmiro Ucchielli sui costi della politica

Sul Messaggero, Corriere Adriatico e Resto del Carlino dello scorso 13 giugno, Palmiro Ucchielli, presidente della Provincia di Pesaro-Urbino nonché presidente dell’UPI Marche [l’Unione delle Province Italiane è l’Ente inutile che riunisce altri Enti inutili (le Province), praticamente un’inutilità al quadrato, NdR] rivolge un appello a tutti i segretari di partito e ai presidenti delle Province italiane, per discutere insieme di costi, ruoli e compiti della politica e della pubblica amministrazione.
Meraviglioso: chi è il problema (o parte del problema) ci spiega che c’è un problema.

Dopo di che, uno s’aspetterebbe che Ucchielli ne tirasse le conseguenze e, per dare il buon esempio, si dimettesse immediatamente dalla Provincia per iniziare, il giorno dopo, una campagna per l’abolizione. O perlomeno, che dicesse una parola sulle storture dell’Ente che presiede.
Macché. Leggendo oltre, si scopre che il problema non sono le Province, «organi intermedi dall’area vasta, a cui le norme nazionali e regionali hanno confermato la centralità».
Capito? Il problema non sono (anche) le Province.
«Ciò su cui dovremmo concentrare l’attenzione – incalza Ucchielli – è piuttosto il problema reale dei costi della politica […], e la necessità di ridare credibilità e autorevolezza alla politica e alle istituzioni: gli sprechi, i privilegi e le sacche di malgoverno vanno ricercati laddove si trovano».
E dove si trovano? «Nel numero di partiti, dei parlamentari, dei ministri e dei sottosegretari, nelle Regioni, nelle Authority, nelle Aato, nei Consorzi di bonifica, nelle Agenzie».
Ecco: ovunque, tranne che nelle Province.

Bravo Ucchielli, complimenti! Ti candidiamo al premio “presbite dell’anno”.

9 pensieri riguardo “L’Ente del vicino è sempre più inutile”

  1. Dopo settimane in cui non si parla d’altro la conclusione, mutuando un’espressione di Gianni Minoli, non può essere altra che: la politica è malaaaaata!
    Una cosa però che mi sento di dire è che questa “malattia” non la possiamo risolvere con l’estraniazione dalla vita politica ma, anzi, con una maggior partecipazione. L’unico, a mio avviso, risultato dell’astenersi è un crescente atteggiamento di rifiuto della politica, la frequente tendenza a non esercitare il proprio diritto-dovere, come un dispetto motivato dalle sensazioni di sfiducia, dalla difficoltà a credere a nuove promesse e dalla tendenza a cercare di risolvere le proprie problematiche quotidiane in una dimensione più piccola, più quotidiana e vissuta come più controllabile del cambiamento sociale. E non la possiamo certo risolvere continuando ad affidarci alle stesse persone. Tantopiù dopo l’uscita di questo “Ucchielli-pensiero”! O dopo annunciati aumenti di assessorati per portare la politica vicina ai cittadini. Logico ora che alla luce dei proclami… perielettivi degli eletti mi trovi a difendere la posizione di chi, a prescindere dalla provenienza, s’era candidato promettendo di fare poi battaglia per l’abolizione della Provincia.
    Nella logica della partecipazione, e volando un pò alto, concludo con un invito a recarci al tavolo per la raccolta di firme per i tre referendum abrogativi della legge elettorale.
    Coi primi due quesiti si chiede l’abrogazione della parte della legge elettorale che prevede la possibilità per i partiti di unirsi in coalizioni sia alla Camera che al Senato.
    In questo modo il premio di maggioranza nei due rami del Parlamento sarebbe assegnato alla lista più votata e non più alla coalizione, come è accaduto alle ultime elezioni. Inoltre si applicherebbero le soglie di sbarramento attualmente previste per le singole liste (4% alla Camera e 8% al Senato) e non più quelle di gran lunga inferiori previste per le liste coalizzate.
    Il terzo referendum chiede l’abrogazione delle candidature multiple, cioè la possibilità di candidarsi ed essere eletto in più circoscrizioni e, con la rinuncia ad un collegio piuttosto che ad un altro, favorire l’ascesa del deputato favorito e la “castrazione” di quello scomodo.
    Il tavolo (politicamente trasversale e che non grava sulla spesa pubblica), per il Comitato di Senigallia, sarà presente nei pomeriggi di sabato e domenica (fino a fine luglio) in Piazza Roma (www.referendumelettorale.org).

    L’Ucchielli-pensiero, oltre al saggio commento propostoci da Andrea Scaloni, non credo meriti altro; spero solo se ne conservi un ricordo per le prossime scelte in cabina di voto (per chi ci andrà).

    La solita cortesia

  2. La politica è malaaaaata!

    Questo purtroppo è un dato di fatto!

    Una cosa però che mi sento di dire è che questa “malattia” non la possiamo risolvere con l’estraniazione dalla vita politica ma, anzi, con una maggior partecipazione.

    Beh, una astensione mirata non significa estraniarsi dalla politica!
    Non votare per un ente che si ritiene inutile, anzi dannoso, e per cui non si capisce a cosa servano delle istituzioni democratiche, visto che svolge un ruolo prettamente tecnico, mi sembra una forma di protesta lecita.

    Per quel che riguarda la partecipazione, mi sembra che ci stiamo dando da fare con questo blog e se si riuscisse a fare veramente un incontro per discutere questi temi, sarebbe un bel successo.

    Si parla tanto di politica “dal basso”, mi sembra che noi la stiamo facendo, senza avere legami partitici e dicendo semplicemente quello che pensiamo!

    Nella logica della partecipazione, e volando un pò alto, concludo con un invito a recarci al tavolo per la raccolta di firme per i tre referendum abrogativi della legge elettorale.

    Bene, sono contento di sapere che oggi volete abrogare quello che ieri, stando al governo, avete generato con tanta scaltrezza.

    Non so se ti ricordi, ma il Calderolum l’hanno votato Berlusconi, Fini, Casini e Bossi, non altri!

    Coi primi due quesiti si chiede l’abrogazione della parte della legge elettorale che prevede la possibilità per i partiti di unirsi in coalizioni sia alla Camera che al Senato.
    In questo modo il premio di maggioranza nei due rami del Parlamento sarebbe assegnato alla lista più votata e non più alla coalizione, come è accaduto alle ultime elezioni. Inoltre si applicherebbero le soglie di sbarramento attualmente previste per le singole liste (4% alla Camera e 8% al Senato) e non più quelle di gran lunga inferiori previste per le liste coalizzate.

    Bene, ma io farei anche un referendum per abolire il Senato, o perlomeno per modificare questo bicameralismo perfetto che è solo un spreco di tempo e denaro.

    Il terzo referendum chiede l’abrogazione delle candidature multiple, cioè la possibilità di candidarsi ed essere eletto in più circoscrizioni e, con la rinuncia ad un collegio piuttosto che ad un altro, favorire l’ascesa del deputato favorito e la “castrazione” di quello scomodo.

    Bene, peccato che questo sistema l’avete pensato proprio voi della CdL.
    Comunque ogni ripensamento è ben visto in questi casi anche se sembra proprio una mossa tattica: quando pensate di perdere, bloccate le liste per fare eleggere solo quelli più fidati, quando pensate di vincere volete sloccarle che tanto c’è posto per tutti…

    L’Ucchielli-pensiero, oltre al saggio commento propostoci da Andrea Scaloni, non credo meriti altro; spero solo se ne conservi un ricordo per le prossime scelte in cabina di voto (per chi ci andrà).

    Mah, quando sentirò uno del Polo affermare di voler abolire le province e di voler ridurre la spesa della politica potrò cambiare idea.

    Leggendo il libro di Rizzo e Stella (la Casta), non mi sembra che la destra sia molto diversa dalla sinistra quando si parla di mangiare soldi e spartirsi poltrone!

    Speriamo comunque che questi referendum si facciano e che questa volta non ci siano inviti all’astensionismo “tattico” come per quelli sulla fecondazione assistita.

    Io a questi quesiti voterò assolutamente SI, come avevo votato SI anche all’ultima riforma costituzionale proposta dal Polo ( http://scaloni.it/popinga/referendum_votero_si/ ) e che alcuni partiti della stessa destra hanno fatto di tutto per affossare!

  3. Brevemente: circa l’astensione mirata resto convinto che scegliere candidati che la pensino davvero come noi e non in base alla bandiera che sventolano sia più utile che preferire la battigia all’urna. L’astensione può essere impugnata a sostegno di qualsiasi teoria ed è troppo facile richiamarsi al partito del non-voto.
    Il Senato poteva essere modificato ma, anche col tuo rammarico vedo, non è stato possibile farlo.
    Permettiamo poi a ministri della Repubblica di dire il giorno prima che drogarsi non fa male e paventare, l’indomani, un presidio di Carabinieri nelle scuole e critichiamo una marcia indietro su un argomento tra l’altro condiviso?
    Chiarite queste cose (nella speranza che la raccolta firme possa portare a qualche risultato) ognuno potrà riprendere la sua strada che auspico la più chiara e bipolare possibile.
    Immutata cordialità

  4. Francesco fammi spezzare una lancia in favore di an… Fini alcune sere fa a Ballarò ha proposto di abolire le province; perlomeno ne ha parlato in forma di proposta da condividere con la sinistra… ora se vuoi votare an vedi te 🙂
    No scherzi a parte e per par condicio, concordo che questa legge elettorale sia un errore e facendo autocritica dico che va modificata; la colpa ebbene si è del vecchio governo (a cosa serve nasconderlo?)
    Le parole di Ucchielli mi hanno fatto sorridere; ha ragione Andrea Scaloni dicendo che già le province sono inutili, pensa poi l’unione delle province italiane coi vari distaccamenti regionali di cui Ucchielli fa parte.
    Capisco che dire a qualcuno di rinunciare a qualcosa che ha finalmente raggiunto sia difficile; quello che mi da fastidio è vedere come ormai la politica sia diventata tutela delle ragioni e degli interessi dei partiti e non sia più tutela dei cittadini, che i partiti dovrebbero rappresentare.
    E su questo potremmo parlare da oggi sino al 2010 o forse più!
    Astenersi? Non astenersi?
    Io sono dell’idea che il potere vada somministrato a piccole dosi; sono ancor più dell’idea che vada somministrato a persone diverse e non sempre alle stesse; anzi oggi direi che deve essere somministrato a partiti diversi e non sempre agli stessi visto che oggi i partiti dominano e le persone sono dominate.
    Ecco perchè cambiare anche nelle regioni storicamente dominate dalla stessa parte farebbe bene, altrimenti i signori politici si sentono inamovibili (praticamente lo sono!), tanto il risultato alle elezioni è scontato.
    E’ una cosa che non mi stancherò mai di dire… insomma da noi un po’ di riposo a questa sinistra farebbe bene ma è un discorso bipartisan: sono sicuro che lo stesso discorso vale al contrario, cioè nelle regioni tradizionalmente di destra un ricambio fa bene comunque.
    Allora se ci lamentiamo della politica dei partiti, perchè tutti continuiamo a dare sostegno a questo o quel partito e non guardiamo le persone?
    Se poi si continua a votare per partito preso e non ci si rimbocca le maniche (come vogliamo fare noi che parleremo tutti assieme attorno ad un tavolo) non vedo possibilità di cambiamento.
    Però sono ottimista, perchè credo nelle persone e credo che siamo al limite ormai.
    Saluti

  5. …Credo che siamo al limite ormai.
    Speriamo di non dover fare la fine dell’Argentina prima che tutti se ne rendano conto!!!
    Ma permettimi di essere pessimista: in Italia si è soliti reagire solo dopo una catastrofe, mai che si guardi un pò avanti come fanno tutti gli altri paesi sviluppati!
    Non è servito neanche il terremoto del 1992 per migliorare la classe dirigente!
    Fino a Mani Pulite tutti hanno fatto i loro porchi affari, poi è arrivato il “Pool” milanese che ha fatto un mezzo golpe spazzando via una intera classe politica.
    Dopo 15 anni cosa è cambiato? Nulla.
    Berlusconi fa le leggi per autoassolversi, D’Alema sogna i colpi di Ricucci, Fassino esulta agli acquisti di Unipol e Consorte, il Re è tornato per andare a mignotte e intascare soldi dalle macchinette…
    Tomasi di Lampedusa direbbe: cambiare tutto per non cambiare nulla!
    Che fiducia si può avere in questa classe politica, che speranza abbiamo di poter vivere in un paese normale?
    Non vorrei sembrare qualunquista, ma non è bello passare la vita a votare per il “male minore”!

  6. No, non è bello votare per il male minore, ma oggi sembra l’unica soluzione, almeno per tamponare la ferita in vista di un intervento chirurgico.
    Forse c’è un altro modo, quello di rimboccarci le maniche e cominciare a fare qualcosa (dentro i seggi e fuori).
    Cominciamo a mettere dei paletti a questi politici da 4 soldi (che di soldi ne hanno ben più di 4).
    Cominciamo a parlare dei temi che ci interessano proprio come faremo in merito alla provincia a alla presidente Casagrande, se questo sarà l’esito (io lo spero) diciamo chiaro e tondo: basta con le province.
    Poi diciamolo ai nostri rappresentanti in parlamento, io nel mio piccolo mi impegno per farlo.
    Se non ci adoperiamo noi, questi da soli non cambiano; non c’è mani pulite che tenga.
    Ciao

    p.s. fiducia in loro? io non ne ho un minimo, specie per i furbetti vari che vanno a scuola di recitazione e dizione e poi alle spalle e per telefono (son pure coglioni perchè le intercettazioni esistono da decenni) parlano di banche ecc ecc.
    Il riferimento è bipartisan come sempre.

  7. Tanto per curiosità qualcuno saprebbe farmi il conto di quanti trombati in altre elezioni (regionali nazionali ecc.)sono presenti nel ente provincia di Ancona?

  8. Guarda penso c’è ne siano tanti… a me risulta che la presidente Casagrande non sia riuscita ad entrare in regione e così è in provincia… si insomma se fosse stata in regione non si sarebbe potuta candidare alla presidenza della provincia.
    Ma il discorso non va limitato solo ad una singola persona.

  9. Pingback: Popinga

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