Quest’ultimo libro di Magdi Allam (disponibile anche in formato elettronico) lo ha ricevuto in regalo mia figlia, durante estate. Subito dopo averlo letto ed apprezzato me lo ha passato. Vi propongo alcuni spunti che hanno suscitato in me questo volume.
Magdi Allam è molto noto anche nella nostra città. E’ venuto, in occasione della “Piazza delle Parole” per presentare il suo “Kamikaze made in Europe” (Mondadori, 2004).
Leggendo “Io amo l’Italia. Ma gli italiani la amano?” mi sono fatto una opinione decisamente positiva su quest’ultimo libro. Ve però detto che alcune parti mi sono sembrate molto documentarie, forse eccessivamente analitiche. Ciò considerando che chi legge è interessato più allo svolgimento dei fatti che alla raccolta delle prove materiali degli episodi denunciati. E’ però buona cosa, un volta fatta la scelta degli argomenti, che l’Autore riporti sempre tutti i riscontri con la precisione e la cura dell’archivista.
Perché Magdi Allam agisca in questo modo lo si comprende approfondendo un po’ la storia della sua vita: da anni vive sotto rigida scorta! A questo si aggiunge il fatto, come lui stesso denuncia (su Internet ci sono centinaia di riscontri) che è oggetto di attacchi di ogni genere. Addirittura siti web falsificati, come se fossero suoi! La vita quotidiana di Allam è caratterizzata da ripetute di minacce, molte delle quali, ritenute del tutto attendibili, hanno poi trovato i riscontri del caso. Come se non bastasse sono arrivate anche faziose interrogazioni parlamentari (come quella del Sen. Malabarba) che non aiutano certo il giornalista-scrittore.
Sono state le considerazioni sopra esposte ad indurmi a scrivere queste righe (quindi non una vera e propria recensione). Per di più, di recente, siamo stati informati circa la terribile situazione che vive il deputato olandese Geert Wilders. Ricordate forse che il suo nome era in prima posizione sul quel foglio che, il folle assassino di Theo Van Googh, aveva lasciato sul corpo della vittima, con ben specificato l’elenco degli “assassinandi”. Il primo era Geert Wilders, fondatore di un partito politico da sempre contrario all’entrata della Turchia nell’Unione Europea. Costui vive ancora in Olanda, si, ma sempre sotto rigida scorta, condannato addirittura a dormire in una caserma. Pensare che è un deputato in carica.
Un’altra figura molto nota, di perseguitata dall’islam integralista, è Ayaan Hirsi Ali, deputata olandese di origine somala, più volte minacciata di morte. Dopo essersi dimessa dal parlamento olandese a seguito di una complicata vicenda (che l’ha vista al centro di feroci polemiche, culminate con le dimissioni del Primo Ministro) vive ora negli Stati Uniti dove si è trasferita nel maggio scorso. E’ l’autrice di “Non Sottomessa” (Einaudi, Stile Libero, 2005), altro bel libro sul quale si legge una lucida e ponderosa “introduzione”, firmata da Adriano Sofri. Queste pagine sono una ottima occasione per comprendere bene quanto sia difficile, alle volte – diciamolo – davvero impossibile, la ricerca di “un islam moderato”. Sappiamo che questo Islam esiste, ma che sopravvive al lumicino, anche per la colpevole assenza di un qualsiasi nostro impegno a proposito. Magdi Allam ce lo ricorda più volte. Va detto che in Italia molto spesso qualcosa si è mossa solo per merito degli interventi di Emma Bonino. Uno per tutti: quello forse più famoso, a proposito dell’intellettuale egiziano Saad Eddin Ibrahim.
Tornado al libro di Allam vorrei evidenziare alcuni fatti narrati o qualche concetto che mi è rimasto maggiormente impresso. Ad esempio le accuse al Ministro dell’Interno dell’epoca, Giuseppe Pisano e perché no le parole di solidarietà per Allam, scritte da Piero Ostellino (dopo le mai smentite minacce della Libia), che possiamo ritrovare leggendo l’editoriale sul Corriere delle Sera del 6 marzo 2006.
Infine credo che Magdi Allam difenda noi ed il nostro futuro: è un uomo che per le sue idee, argomentate sempre con ostinazione, anche a rischio della vita, fa si che non si scivoli – noi tutti pericolosamente – verso una torpida assuefazione. Qualche volta chiediamoci cosa facciamo di concreto, tutti i giorni per proteggere dalle “leggi” dell’Islam radicale, dalla “sharia” non solo i nostri concittadini, ma quanti e nel mondo sono esposti a queste pratiche incivili? Purtroppo anche nel nostro mondo ci sono persone che ritengono giuste norme assurde, palesemente in contrasto con i diritti fondamentali dell’uomo. Abbiamo intellettuali e politici che si dicono convinti, se così vogliono le norme di quella “religione”, che vadano tollerate. Addirittura accettano che chi la pensa in maniera differente dalle versioni dell’ortodossia clericale debba tacere. Il peggio non finisce mai: chiudono gli occhi di fronte alle persecuzioni ed ignorano scenari allucinanti come l’attuale, continuo genocidio del Darfur. Quasi sempre tutto ciò avviene senza che noi ci chiediamo il perché.
Ecco quindi che la testimonianza letteraria di Magdi Allam, in questo libro “coraggioso” diviene anche una importante riflessione per “i valori della vita”. Qui si capisce come sia indispensabile rifuggire da “qualsiasi compromesso con chi li calpesta o li ritiene meno importanti dell’affermazione di una fede, di una ideologia o di una nazione”.