In memoria dell’amico gufo

Gufo al mareE’ stato fucilato da ignoti la mattina del primo giorno di caccia. Era davvero un bel gufo, temevo che fosse uno dei due componenti la coppia che vive da anni su questo territorio. Però raccogliendo le penne cadute a terra abbiamo avuto la ragionevole certezza, discutendone con uno dei più esperti guardiacaccia, che si trattasse di un giovane d’annata. Degli altri gufi (la coppia degli adulti e tre figli), al momento, nessuna notizia: non avendoli più visti da un mese c’è solo da sperare che non abbiano fatto la stessa finaccia toccata al loro compagno e siano fuggiti altrove.

Il gufo “fucilato” è rimasto incastrato tra i rami di un pino, probabilmente nel punto esatto dove è stato raggiunto dal piombo. E’ rimasto lassù in alto forse perché ferito e non morto all’istante.  Nelle contrazioni che hanno preceduto gli istanti del trapasso, ha tentato di tenersi in equilibrio, di vincere l’ultima battaglia contro chi, stupidamente, lo voleva morto. E’ morto esattamente su quello stesso pino domestico in cui noi lo andavamo a cercare: il gufo è un uccello molto abitudinario e tende ad occupare per settimane, per mesi gli stessi alberi ed i medesimi rami. Resta appollaiato su grossi rami, in genere vicino al tronco, perfettamente mimetizzato per forma e colore. Qui riposa durante tutto il giorno, mentre sappiamo che la notte è la sua “giornata di lavoro”. Il gufo è un rapace notturno e quindi durante la notte al buio, in perfetto silenzio, caccia topi ed altri mammiferi, piccoli uccelli, coleotteri e grossi insetti recando gran beneficio all’ambiente.

Gufo vivo nel folto della chioma di un Pino (Pinus pinea) - settembre 2007Gufo morto sospeso tra i rami di un Pino (Pinus pinea) - settembre 2008
Gufi sospesi tra i rami di un Pino (Pinus pinea): a destra quello morto

I gufi restano nello stesso posto, in attesa dell’involo serale. Questo avviene nel silenzio più assoluto, quando la notte è sul punto di spegnere tutti i colori del tramonto. E’ facile immaginare che a quest’ora lo stomaco richieda, con urgenza, la cattura di almeno una preda e quindi inizia la perlustrazione. Per tutto l’anno escluso il periodo della cova (marzo -aprile) la coppia di gufi, spesso allargata ai loro figli,  è stata un incontro abituale per la nostra famiglia. Spesso anche il soggetto che si propone agli amici che vogliono conoscere aspetti piacevoli ed al contempo complessi dei cicli naturali a contatto di cui viviamo quasi senza accorgercene.

Durante il giorno i gufi, sempre comunque vigili, si lasciano avvicinare e non scappano fino a  quando vengono palesemente disturbati. Mostrano di seguire con attenzione quanto avviene attorno a loro. Ruotando i grandi occhi che sono di un giallo intenso: così non perdono mai il controllo degli uomini o degli animali che transitano nei paraggi. I gufi sono nidificanti qui a Senigallia da moltissimi anni e dimostrano buona dimestichezza: nel caso descritto vivono a pochi metri dalla mia abitazione e da altre case. Addirittura i suoi nidiacei, sempre affamati  e pigolanti segnalano la loro posizione ai genitori con un inconfondibile fischio insistente e ripetuto. Nelle sere di fine primavera ed inizio estate arrivano a posarsi vicinissimi alle case, fin sulle ringhiere dei balconi.

L’habitat della zona, qui sulle colline attorno alla città di Senigallia, è ideale per questo rapace. Quindi attendiamo per l’anno prossimo  che si ricostituisca quell’equilibrio scioccamente spezzato una mattina di settembre.

Amici gufi vi aspettiamo.

La foto iniziale è stata scattata la mattina del 10 ottobre. Chiamato da Italo Rossini, detto Ciarnin, che – come solito in questa stagione – era intento a pescare sul molo di levante. Aveva visto posarsi un gufo, forse un giovane in migrazione. Lo sfondo pertanto è d’eccezione!

22 pensieri riguardo “In memoria dell’amico gufo”

  1. … 🙁
    Concordo con Accurimbono.
    Che peccato, Gianluigi… me li ricordo i gufi a casa vostra una sera d’estate, un paio di anni fa, era la sera del compleanno di Livia, in quel periodo incinta di Nicola. Quando scese la sera udimmo il fischio dei piccoli gufi affamati e tra le ombre scorgemmo i genitori spostarsi da un ramo all’altro dei pini. Speriamo ritornino.

  2. Propongo un’esame della vista obbligatorio per tutti i cacciatori e/o di cambiare il fucile con una bella macchina fotografica, in modo di lasciar vivere in pace questi bellissimi esemplari.

  3. Ma possibile che non si riesca ad abolire la caccia?
    La lobby dei cacciatori è troppo potente e l’unico modo per contrastarla è evidenziare le nefandezze che combina.
    Spero che articoli di questo genere raggiungano il maggior numero di persone possibili per sensibilizzarle

  4. Da non cacciatore, devo spezzare una lancia a favore dei cacciatori.

    I veri cacciatori non sparano ai gufi, amano e rispettano la natura e conoscono benissimo i limiti della loro attività (almeno quelli che ho conosciuto personalmente).

    Quelli che sparano ai gufi, od alle specie protette sono semplicemente dei bracconieri, dei fuorilegge ed in ultima analisi, degli idioti.

  5. Io qui Gianluigi, con il mio commento, ci faccio un pò la parte del pirla. Ma lo faccio per portare un piccolo contributo circa l’ imbecillità dell’ uomo, come documento di una caccia ormai superata ed un pò come “autoflagellazione” per il reato commesso.
    Da ragazzino, lasciamo perdere quanti anni fa, abitavo allora in Ancona vicino alla vecchia “Cittadella” contornata dalle vecchie mura della fortezza, piene di feritoie e crepe. Li nidificavano civette e gufi, perchè i pertugi erano profondi e freschi. Noi ragazzi, ricordo andavamo a caccia di questi poveri volatili, per la facilità di prenderli, per la bellezza delle loro piume, per dimostrare le nostra abilità e solo dopo ho compreso per dimostrare soprattutto la nostra imbecillità. Ma allora ancora non c’ era lo spirito ecologista di oggi.
    Ricordo, dicevo, che li cacciavamo armati di una lunga scala, con un’ altrettanta lunga canna con su legata all’ estremità, una candela. Accendevamo la candela, introducevamo la canna nelle feritoie e quando avevamo trovato la tana occupata, sentivamo l’ animale che soffiava per spegnere la fiammella, allora ritraevamo lentamente la canna di pari passo con l’ avanzare della bestiola che continuava a soffiare per spegnere la fiammella. Giunto sull’ orifizio, con l’ altra mano protetta da un guanto o da un cappello di feltro, raccoglievamo il frutto del nostro misfatto.
    C’ è da dire che però non li uccidevamo, ma dopo una appariscente “passerella” nel quartiere, lasciavamo libero il volatile, in quanto ritenuto non commestibile.
    Qualcuno, figlio di cacciatori, però lo tratteneva ancora per andarci a caccia di allodole….così dicevano, perchè servivano da richiamo, in quanto si riteneva che esse venivano a specchiarsi sugli occhi della civetta o del gufo. Ma penso debba essersi trattato solo di una diceria, che ti prego di archiviare come tale.
    Come vedi tutti abbiamo i nostri scheletri negli armadi….!!

  6. Mio padre era cacciatore e lo sono altri membri della mia famiglia. Quando era legale mio padre aveva gufi e civette da tenere come richiami. A me la caccia non piace, ma non sono contro. Trovo più crudele l’allevamento. Comunque vivendo in una famiglia di cacciatori ho imparato che le regole si rispettano, che non si spara alle speci protette e che se sei un cacciatore vero conosci gli animali e non puoi sbagliare.
    Tutto questo per dire che il gufo non lo ha ucciso un cacciatore, ma una testa di cazzo.

  7. Caro Gigi, i cacciatori, perlomeno alcuni di essi, ma sono ancora tanti, credono di poter disporre della fauna come se fosse cosa loro.Eppure la lotta alla caccia fatta ai nostri tempi…considerando che la caccia poteva essere “caccia come!” ovvero nel rispetto della “natura” e delle regole scritte, non ha dato i risultati da noi sperati. Oggi i cacciatori hanno campo libero, non c’è più un ben che minimo confronto e il controllo del territorio in termini di controllo venatorio è una barzelletta. E’ un vero peccato che certi cacciatori non siano isolati e additati dagli stessi colleghi cacciatori.

  8. Non credo proprio che sia stato uno sbaglio, li conosco i cacciatori e a parte uno o due che ritengo in gamba so come la pensano ed agiscono.
    Anche mio padre era cacciatore e smise, dicendo queste parole: “smetto per protesta perchè hanno cominciato a sparare a tutto quello che si muove e non solo”.
    Sono molto rattristato da questo fatto perchè il gufo è il mio “notturno” preferito. Per fortuna quelli che sono qui a San Lorenzo hanno trovato il loro dormitorio all’interno del paese e nessuno gli spara.
    Abbasso la caccia e i cacciatori.

  9. ciao!…io abito in campagna e purtroppo anche qui c’è la caccia e non sai cosa farei a quelle “persone”(se si possono definire tali) che si divertono a compiere atti tanto crudeli!…ho anche 8 gatti e ogni volta che si apre la stagione della caccia vado del tutto in crisi!…li vedo arrivare la domenica e girarmi intorno a casa in cerca di sangue da spargere,senza rispettare alcuna legge(per le quali non si potrebbero avvicinare più di 100 metri a casa mia) vengono fino alla stacionata che delimita il mio giardino e permettono ai loro cani di entrare nel mio giardino in preda a un raptus omicida!quei cani mi hanno già TRUCIDATO 2 gatti che io ho salvato dalla strada,curato e amato con tutto il cuore!…e quando,distrutta,ho affrontato queli assassini che sono stati a guardare mentre i loro cani mi uccidevano i gatti questi mi hanno risposto che se avessi fatto troppo casino mi avrebbero bruciato la casa!…io li ho denunciati lo stesso ma mi hanno detto che non servirà a nulla!…io non so più che fare!…perchè nessuno tutela queste povere bestiole???

  10. leggendo la notizia del gufo morto ho provato un grande dolore e non sono riuscita a trattenere le lacrime…succede così ogni volta che mi arriva notizia di animali uccisi o feriti, animali costretti a soffrire a causa della bestialità umana.Non servono commenti per cambiare la mentalità umana o per meglio dire la mentalità di un certo tipo di umani, per fortuna non siamo tutti uguali…ma per quel genere di umanità violenta, insensibile al dolore degli altri esseri viventi io invoco un cataclisma naturale che lasci tutti con il culo per terra….non importa se nella mischia ci capito anch’io, l’importante è che madre natura dia una bella lezione all’animale uomo, l’unico che dovrebbe soccombere dalla faccia del pianeta terra, è lui e solo lui che rende la Terra un inferno. Se le antiche profezie di cui tanto si parla sono vere… bhe!!forse ci siamo…..io non ho paura, e voi sterminatori di esseri innocenti?….Mi scuso con la gente di buona volotà per il mio sfogo apocalittico ma in questo momento di rabbia non mi vengono pensieri migliori…..

  11. Gentile Vilma
    Da quanto vedo in fondo al post la notizia della prematura dipartita del gufo – per il quale, detto a scanso d’equivoci, dispiace anche a me – risale al 1 novembre 2008. A ‘sto punto – direbbe Lubrano – la domanda nasce spontanea: quanto tempo ci vuole a casa sua per elaborare un lutto di gufo, insomma elaborarlo almeno tanto da smettere di augurarsi per questo un cataclisma planetario? Cataclisma che, oltre a lasciare “col culo per terra” nosotros umani, forse tanto bene anche ai suoi amati animali non farebbe, non crede (per non parlare della fondata probabilità che gli umani “col culo per terra”, in mancanza d’altro darebbero una spietata caccia agli animali superstiti per cibarsene)? Insomma, cara signora, con tutto il rispetto, mi sembra che lei “ragioni” un po’ come il marito della storiella che diceva “per fare un dispetto a mia moglie mi taglio i c……ni”:-)

  12. Dai Shehi, la signora ha solo espresso uno stato d’animo; magari ci fossero più persone che amano gli animali in questo modo; con me la signora sfonda una porta aperta perchè ho un amore innato per gli animali.
    E poi se non ricordo male sto parlando con un veterinario no?
    Saluti

  13. Si, Gabriele, stai parlando con un medico veterinario che ama gli animali (le due cose, però, non credo siano indissolubilmente legate, altrimenti tutti i ginecologi dovrebbero amare la …..:-) ). Il quale, però, ci tiene ad essere distinto dagli animalisti cosiddetti “talebani”. Questi ultimi spesso e volentieri tanti grattacapi procurano alla categoria dei veterinari, a cominciare dall’assurda pretesa di avere cure gratuite – però di altissimo livello – per i propri amati, come se i veterinari fossero dei missionari laici e non dei professionisti che devono guadagnarsi la pagnotta per sé e per la propria famiglia.

  14. Non conosco la signora Vilma ma penso non sia un’animalista talebana; anche a me gli animalisti esasperati stanno sulle scatole (come quelli che vanno a liberare gli animali dai recinti), perchè un conto è voler bene agli animali, altro è manifestare forme di esibizionismo mascherate da intenti animalisti.
    Nella mia famiglia le cure per gli animali le abbiamo sempre pagate senza nemmeno pensarci troppo; i nostri animali son sempre stati considerati membri della famiglia.
    E allora se non facciamo storie per le tariffe assurde di alcuni medici non avrebbe senso farle per quelle dei veterinari.
    Saluti

  15. —-Non conosco la signora Vilma ma penso non sia un’animalista talebana…Gabriele—-

    Mmmmmm…però, a leggere dal suo commento n.18 la frase “…io invoco un cataclisma naturale che lasci tutti con il culo per terra….non importa se nella mischia ci capito anch’io, l’importante è che madre natura dia una bella lezione all’animale uomo, l’unico che dovrebbe soccombere dalla faccia del pianeta terra..” qualche lievissimo:-) dubbio non ti viene?

    P.S. Quella di invocare l’estinzione violenta della specie umana è uno degli slogan più (ab)usati dagli animalisti talebani. A una cara collega che in un forum per veterinari lanciò una simile invocazione risposi “Cara collega, nell’ambito della da te auspicata estinzione violenta della specie umana perché non cominci subito a dare il buon esempio personale?”:-). Non la prese molto bene (per usare un eufemismo) ed è comprensibile: i talebani di tutte le “parrocchie” difettano fortemente del senso dell’umorismo….

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