Cosa si intende quando si definisce un musulmano come “moderato”, in antitesi con il termine di “radicale” o “fondamentalista” o addirittura “estremista”.
Il Primo Ministro Turco Erdogan ha stigmatizzato la definizione di islàm “moderato” come un insulto alla sua religione, in quanto a suo dire, esiste un unico islàm. Purtroppo l’islàm non è una religione, ma una ideologia politico-sociale su base religiosa che include nella religione anche la legge (sharia) cui la società è obbligata ad uniformarsi. E’ una ideologia che non accetta la divisione tra religione e politica, in quanto lo stato laico si legittima solo se impone la sharia, ma perde di legittimità se non l’adotta e non la applica; è una ideologia per la quale non esiste una morale naturale, ma la morale dipende da quanto è permesso dalla sharia (lecito) e quanto è vietato (illecito) e infine (e molto più grave) è una ideologia per la quale non vale la regola aurea (Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Matteo 7:12 – Muhammad è il Messaggero di Allah e quanti sono con lui sono duri con i miscredenti e compassionevoli fra loro. Corano 48:29), una ideologia razzista, per la quale gli uomini non sono fratelli, non sono uguali, ma divisi in due classi, una superiore, i credenti, e una inferiore, i non credenti (Corano 48:29, 3:110); gli apostati addirittura devono essere puniti, spesso con la morte (Corano 3:90. 4:89, 4:137, 16:106, Bukhari 4,52,260 e 9,84,57 [“مَن بَدَّلَ دينهُ فاُقْتُلوه” = “chi abbandona la sua fede, uccidetelo”]).
L’OIC svolge con successo all’ONU la sua battaglia contro la libertà di parola, mascherandola come battaglia contro la diffamazione della religione, dimenticandosi di dire che per il diritto islamico la diffamazione non è dire il falso a proposito di qualcuno, ma semplicemente divulgare notizie vere che qualcuno ha interesse a mantenere riservate! Ha istituito un osservatorio contro l’islamofobia e svolge una propaganda antisemita al cui confronto quella dei nazisti impallidisce. L’OIC che riunisce tutti gli stati islamici accreditati all’ONU ha sponsorizzato e fatto approvare la Dichiarazione del Cairo sui Diritti dell’Uomo nell’islàm (che si può leggere in Italiano sul mio sito!!). Se questa dichiarazione è “moderata”, che cosa bisogna affermare per essere considerati fondamentalisti? Chi sono i musulmani moderati? I popoli i cui rappresentanti hanno firmato al Dichiarazione del Cairo? Cerchiamo di essere seri e prima di parlare di islàm moderato, andiamo a leggere cosa ha firmato la TOTALITA’ degli stati islamici.
Il re Saudita che finge di sponsorizzare il “Dialogo” si è ben guardato di organizzare l’incontro ecumenico, non dico alla Mecca o a Medina, ma neppure a Ryad o a Gedda, per non contaminare con la presenza di infedeli il sacro suolo del paese dei due luoghi santi, e ha finanziato l’importante incontro a Madrid, per nascondere ai delegati delle altre religione quanto esse siano abusate nella santa terra dell’islàm, o forse per ricordare che la Spagna, terra musulmana per 800 anni appartiene ancora all’islàm e all’islàm dovrà prima o poi ritornare (ma non vorrei fare un processo alle intenzioni). Tutti i paesi islamici si sono scandalizzati per il recente referendum svizzero sul divieto di costruire minareti, in particolare l’Arabia Saudita, ma nessuno si scandalizza per il fatto che in Arabia saudita è vietato non solo costruire chiese, ma anche importare Vangeli e Bibbie per uso personale.
Proprio non riesco a capire cosa sia e dove si trovi questo fantomatico islàm moderato e quale sia il suo peso nel miliardo e mezzo di musulmani: voglio ricordare cosa mi rispose l’ex Ambasciatore Scialoja, esponente della Lega Mondiale Islamica in Italia, dopo una conferenza sull’islàm, da lui tenuta a Firenze; alla mia richiesta se avrebbe ripetuto la sua conferenza, totalmente condivisibile, in una qualsiasi moschea di Peshawar, rispose testualmente: ”Ma non sono mica matto!”. Allora, dove si annida questo fantomatico islàm moderato? Solo nelle conferenze del “Dialogo” inter-religioso? Né vale la multiculturalista affermazione politicamente corretta che tutte le religioni monoteiste sono violente (libro di Giosuè, jihad, crociate, inquisizione, caccia alle streghe ecc.); il discorso si farebbe lungo, ma l’affermazione è falsa, come chiaramente esposto in questo bell’articolo.
A questo punto scatta l’infamante accusa di “islamofobia”, che respingo decisamente, considerandola un insulto gratuito, che non accetto da nessuno. Se sbaglio, mi si mostri l’errore, ma nessuno lo fa. Continuo a chiedere chi è un musulmano moderato, e nessuno è capace di definirlo, né mi posso accontentare di definire moderato ogni musulmano che non compie attentati dinamitardi o che non sgozza una figlia scostumata. In verità ce ne è stato uno, Mahmoud Taha, che ha avuto il coraggio di scrivere come doveva essere correttamente interpretato l’islàm, peccato che sia stato giustiziato come apostata nel 1985 (non nel medio evo!!) e il suo movimento disperso; anche la setta islamica “eretica” degli ahmadiy predica un islam tollerante e moderato, ma è bandita da molti stati islamici e perseguitata ovunque tranne che in occidente, lo stesso vale per la setta eretica islamica dei baha’i, illegale in Iran, dove è nata, e il cui fondatore è sepolto in un imponente mausoleo ad …Haifa in Israele.
Il discorso potrebbe continuare ma è meglio fermarsi qui. Come conclusione, a mio parere, il dialogo con l’islàm non è solo inutile, è anche dannoso: se è condotto onestamente non porta a nulla. L’unico modo per avere progressi è piegarsi alla normalità islamica (il fondamentalismo; gli islamici moderati sono una minoranza insignificante oppure fingono, applicando la dottrina della taqiyya) e sottostare alla condizione prevista dalla sharia per i popoli del libro, la dhimma o protezione, elargita dal padrone musulmano all’infedele sottomesso divenuto servo, previo pagamento di un “pizzo mafioso”, la jizya (Corano 9:29). La protezione si perde se non si paga puntualmente il pizzo o se non si obbedisce secondo i desideri del padrone. A questa protezione dico: No grazie! e il Dialogo se lo facciano da soli! Vi sembra moderazione questa?
Ma chi è quel musulmano che ardisce affermare in pubblico che il Versetto Coranico 9:29 è da cancellare, implicitamente affermando che i 1400 anni di storia islamica si dovrebbero più correttamente definire come “imperialismo islamico”? Mahmud Taha lo ha fatto ed è stato giustiziato.
non mi piace molto che non si possano costruire minareti in svizzera con un referendum, perchè, se ho capito bene, sembra usare lo stesso strumento che usano anche “loro”, da noi quei cosi non ci stanno per motivi urbanistico-estetici (diciamo così) come non ci starebbero bene i grattacieli petronas o le piramidi maya (e pure certe chiese so bruttine bene) un motivo in più per riscoprire la ns terra ed arginare di brutto i cementatori e gli architetti in cerca della loro opera suprema. Se poi volessero fa le loro moschee dentro un palazzo ordinario, non c’è problema, pregassero e quel che gli pare ma se fanno un reato contro la persona ecc. in prigione come per tutti (+ o -) come han fatto con i genitori di quella ragazza rapita a Fano
Mantellini, ma non si è stancato di scrivere sempre le solite cose trite e ritrite?
Dopo aver stabilito che gli islamici sono esseri inferiori e che l’islam è una robaccia, tragga qualche conclusione, altrimenti ci annoiamo.
Come ci dovremmo comportare in Italia? Togliamo la libertà religiosa ai musulmani? Li chiudiamo in campi di concentramento e rieducazione?Dichiariamo guerra a tutti i paesi islamici? Neghiamo alla Turchia l’ingresso in Europa?
Lei dice che il dialogo non solo è inutile, ma anche dannoso, quindi l’unica soluzione è la guerra aperta, la crociata per annientare l’imperialismo islamico.
Non le resta che seguire le orme di Bernardo da Chiaravalle e chiamare alla guerra santa tutti i sovrani cristiani!
Buona fortuna!
Sai, Gaspa, sul fatto che ci annoieremo non ho alcun dubbio…
@ almeno per Gaspa ci tengo a precisare quanto segue. Sono stato io a chiedere a Mantellini di poter pubblicare questo suo scritto. In origine null’altro era che un’articolata risposta ad uno specifico quesito che gli avevo sottoposto.
Altro mi passa per la mente; magari sarà oggetto di ulteriore precisazione.
@GL: abbiamo ampliamente capito le analisi di Mantellini. Va bene che repetita iuvant, ma il nostro esimio studioso dell’islam dovrebbe trarre delle conclusioni dalle sue analisi.
Dice che il dialogo coi musulmani “non solo è inutile, ma dannoso”, quindi dovremmo combattere tutti i musulmani, poiché non esistono per definizione “musulmani moderati”.
Se il musulmano è eversivo solamente perché “aderente all’islam”, bisognerebbe creare il reato di islamicità ed arrestare tutti i fedeli di maometto.
Se la convivenza coi musulmani è impossibile, bisognerebbe rimandarli tutti nei loro paesi di origine.
Dovremmo sospendere ogni scambio economico coi paesi in cui vige la sharia e magari anche con quelli laici da 90 anni come la Turchia.
Le conclusioni delle analisi di Mantellini portano a questo?
Io la penso diversamente; secondo me il dialogo va comunque portato avanti, perché mi sembra sbagliato rispondere all’integralismo con un integralismo uguale e contrario.
Certo non ho le fette di salame sugli occhi e le criticità nell’islam le vedo pure io.
Ma non metto sullo stesso piano paesi come Turchia, fedele alleato dell’Occidente già ai tempi della guerra fredda e membro della NATO, ed altri come l’Iran od il Sudan.
Non metto sullo stesso piano chi propaga l’insegnamento terrorista e guerrafondaio di alcuni imam, con gente tranquilla come il blogger Malih e tanti altri che conosco personalmente.
Se ci sono islamici eversivi, vanno combattuti esattamente come abbiamo combattuto gli italiani eversivi, ovvero le brigate rosse, nere, ecc…
Quello che si chiede agli islamici residenti in Italia è di rispettare la legge e la costituzione, esattamente come ai cittadini di tutte le altre religioni.
Se non lo fanno debbono essere perseguiti come previsto dalle leggi.
Nei rapporti internazionali dovrebbe valere lo stesso criterio e non capisco per quale motivo non siano state prese delle misure di ritorsione nei confronti dell’Iran.
Ma non capisco l’ostracismo di molti verso la Turchia, un paese laico da quasi un secolo, nostro alleato militare e che sarebbe tragico isolare.
E’ chiaro infatti che, se l’Europa volta le spalle alla Turchia, la manda inevitabilmente nell’abbraccio dei paesi islamici fondamentalisti.
Questo gli americani lo hanno capito tanto bene da fare pressione verso i paesi europei al fine di accettare la Turchia nella comunità.
In definitiva la posizione di Mantellini è chiara, ce l’ha ormai ribadita un milione di volte, e forse il dibattito dovrebbe avanzare.
“Quello che si chiede agli islamici residenti in Italia è di rispettare la legge e la costituzione, esattamente come ai cittadini di tutte le altre religioni.
Se non lo fanno debbono essere perseguiti come previsto dalle leggi.”
giusto
peccato che gli islamici, in quanto tali, non soùi ritengono obbligati ad obbedire leggi che non siano “conformi al corano”
La invito a leggere la dichiarazione dei diritti dell’uomo del cairo… (quella in salsa islamica) e la confronti con quella universale. (non si confonda con la convenzione)
Del resto l’islam stesso è in netto contrasto con il nostro ordinamento giuridico.
Sul resto mi trovo costretto a concordare, in particolar modo quando scrive “…l’Europa volta le spalle alla Turchia, la manda inevitabilmente nell’abbraccio dei paesi islamici fondamentalisti.”
Risposta a 2. Gaspa (16 febbraio 2010, 12:37 am) :
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Caro Gaspa, mi spiace annoiarti: purtroppo cerchi nei miei scritti soluzioni, mentre io descrivo fatti ed espongo problemi.
Le citazioni di Erdogan sono fatti
Le citazioni del Corano sono fatti
La politica dell’OIC e la sua Dichiarazione del Cairo sono fatti
Le azioni del Re Saudita e il divieto nel suo regno di ogni religione escluso l’islàm sono fatti
L’impiccagione di Mahmud Taha è un fatto
E poi ho fatto qualche domanda:
se questo è l’islàm, dove sono i musulmani moderati? quanti sono? come li possiamo riconoscere? dato che sarebbero questi gli interlocutori di cui abbiamo bisogno per un dialogo credibile.
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Veniamo alle tue critiche:
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Dopo aver stabilito che gli islamici sono esseri inferiori e che l’islam è una robaccia
dove l’avrei detto? Io ho scritto in un altro pezzo che i musulmani sono le prime vittime della loro religione che, secondo me è immorale, almeno come interpretata dalla maggioranza dell’islàm tradizionale. Mi arrogo il diritto di giudicare le religioni. Secondo me la religione del dio Moloch a cui i Fenici sacrificavano i loro figli è una religione immorale, ma è una mia opinione basata sul fatto del sacrificio dei figli. L’islam è una religione dalla dubbia moralità, o meglio, dalla doppia morale, come ho dimostrato nel mio articolo: [b][url=http://www.webalice.it/pvmantel/articoli/morale_islamica.html]Angeli o diavoli? Le contraddizioni dell’islàm[/url][/b]
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Togliamo la libertà religiosa ai musulmani?
Assolutamente no, ma bisogna intendersi sui termini, senza confusioni. La moschea non è una chiesa, un minareto non è un campanile, un imam non è un prete, la zaqat non è beneficenza e la sharia non è religione ma un sistema legale completo incompatibile con il sistema legale occidentale. Secondo me l’islàm tradizionale come inteso dall’OIC, dai Fratelli Musulmani e dalle Organizzazioni associate tipo i CAIR Americano e come praticato dalla maggioranza dei musulmani sunniti nel mondo, specialmente quelli immigrati in Occidente non è una religione. Tra le varie definizioni, una possibile è “islàm politico”. Non sono io a vietare la costruzione di chiese, a vietare il proselitismo e a distruggere Bibbie e Vangeli. Sono gli stati musulmani, ispirati o finanziati dall’Arabia Saudita e dal suo islàm wahhabita.
Forse non conosci la poesia turca: vorrei citarti alcuni versi del poeta Turco Ziyā Gökal citati dal moderato presidente del Consiglio Turco Recep Tayyip Erdoğan in un discorso quando era Sindaco di Istambul;
“Le moschee sono le nostre caserme,
le cupole i nostri elmi,
i minareti le nostre baionette
e i credenti i nostri soldati…”
http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/2270642.stm
Purtroppo Recep Tayyip Erdoğan non è un poeta e quindi questa sua successiva citazione, non ha alcun afflato lirico, pur tuttavia è interessante:
“[url=http://www.ilpaese.ch/default.asp?titolo=Torniamo+a+parlare+di+minareti&sezione=Opinione&articoloid=4860]La democrazia è soltanto il treno sul quale saliamo fino a quando saremo arrivati all’obiettivo[/url]”
Se questo è il campione della Turchia moderata filo-occidentale, Dio ce ne scampi!
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Li chiudiamo in campi di concentramento e rieducazione?
NO, ma almeno cerchiamo di ridurre l’immigrazione selvaggia e illegale dai paesi islamici, espellendo irregolari e delinquenti.
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Dichiariamo guerra a tutti i paesi islamici?
NO, solo a quelli che la dichiarano a noi (ma senza aspettare che ci mandino prima una bomba atomica!)
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Neghiamo alla Turchia l’ingresso in Europa?
CERTAMENTE SI
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Lei dice che il dialogo non solo è inutile, ma anche dannoso.
Lo dico e lo ripeto. A parte il fatto che loro pretendono e noi, con la scusa del dialogo, concediamo, per dialogare bisogna essere in due e parlare lo stesso linguaggio: non possiamo accordarci su pace e tolleranza quando occidentali e islamici intendono cose diverse. Io non sono un negoziatore, ma rabbrividisco quando vedo i nostri politici Occidentali, Obama in testa, ignorare totalmente questi semplici principi, che non mi stanco di segnalare anche se Gaspa si annoia. Probabilmente si annoia anche a leggere la Dichiarazione del Cairo, ma non l’ho scritta io, l’ha scritta una commissione islamica presieduta da un Turco “moderato” e firmata da tutti gli stati dell’OIC. Questo è un fatto
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quindi l’unica soluzione è la guerra aperta, la crociata per annientare l’imperialismo islamico.
Non lo so, ma non credo che a Vienna avrebbero potuto cavarsela con una bella conferenza e un bel dialogo con gli Ottomani di fronte ai loro cannoni venduti al Sultano dalla Cattolica Francia (mi pare). Se il dialogo servisse a cancellare l’imperialismo islamico, ben venga, ma la mia impressione è che fino ad ora il dialogo sia servito solo a pagare ai musulmani una immensa jizya per paura che ci chiudano i rubinetti del petrolio e per la speranza che siano buoni e non organizzino troppi attentati a casa nostra. Se queste sono le basi della trattativa, la trattativa è dannosa, se non fossero queste, probabilmente parleremmo in un’aula deserta.
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Non le resta che seguire le orme di Bernardo da Chiaravalle e chiamare alla guerra santa tutti i sovrani cristiani!
Meglio questo che fare la fine dei Copti in Egitto e dei Maroniti in Libano, dei Cattolici nel Curdistan Iracheno (gli altri o sono “servi” o sono “stati” estinti). Si è tanto parlato di shoa, ma perché parlare dei genocidi degli Armeni è ancora reato nella “moderata” Turchia che si vuole accogliere a braccia aperte in una smidollata Europa?
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Quindi, per dialogare bisogna stabilire chi sono i musulmani moderati e dialogare con loro- Se i musulmani moderati non ci sono (e io temo che questa sia la realtà) bisogna decidere con chi parlare, ma specialmente su cosa dialogare, sapendo bene cosa pretendere e a cosa rinunciare per una convivenza pacifica internazionale e per una integrazione fraterna sul piano della politica interna. Ma soprattutto, bisogna conoscere come pensa e cosa pensa la controparte.
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E’ quello che cerco di spiegare io, anche se forse nel farlo sono noioso! Il fatto è che dell’islàm si sa molto poco e quel poco è spesso anche sbagliato.
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Purtroppo, non facendo il politico, non ho soluzioni da offrire, piuttosto, tu cosa proponi?
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Io qualche proposta l’avrei, ma sarebbe solo una mia opinione, quindi, anche per non annoiarti ulteriormente, vorrei sentire prima le tue proposte, ma basate sulla realtà, non su sogni o pii desideri
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Un caro saluto
Paolo Mantellini
A me non interessa se il corano sia o meno compatibile con la nostra costituzione. Le responsabilità sono personali e se un islamico rispetta la legge a me non dà nessun fastidio.
Se un musulmano, o un cristiano-ebreo-testimone di Geova-buddistha-ufista, non rispetta la legge deve essere punito secondo quello che prevedono i codici civili e penali.
Le leggi speciali, razziali, religiose et similia le lascio volentieri ai regimi dittatoriali di qualsivoglia colore.
E’ un concetto abbastanza semplice e non richiede una laurea in giurisprudenza, pretendere da tutti i cittadini il rispetto delle leggi tra cui quella fondamentale, ovvero la Costituzione, che prevede pure la libertà religiosa.
In concreto: se l’islam permette la poligamia mentre la legge italiana la punisce, un musulmano deve attenersi alla legge italiana, oppure può scegliere di recarsi in un altro paese di suo maggiore gradimento o di fare visita alle italiche galere.
E’ tanto complicato?
Mi chiedo quale sia la posizione dei “moderati” sulle mutilazioni genitali femminili.
Infatti leggo ora dal rapporto Unicef che sono stati fatti ” modesti passi avanti“.
Si dice poi che “in Senegal la pratica è diminuita del 65% grazie al coinvolgimento di alcune comunità che hanno deciso di rinunciarvi, ciò non toglie che, secondo l’Oms, ogni anno 3 milioni di ragazze e giovani donne vengano sottoposte a mutilazione e che nel mondo vivano 100-140 milioni di donne vittime di quest’usanza. In Paesi come Egitto, Mali e Somalia essa riguarda il 90% della popolazione femminile e, sempre secondo le rilevazioni dell’Oms, nel 2005 si estendeva soprattutto dal Corno d’Africa all’Africa occidentale. Altre regioni problematiche sono ancora Jemen e Tanzania, in piccola parte la Giordania, la striscia di Gaza e alcune zone curde dell’Iraq, oltre a singole comunità in India, Indonesia e Malaysia.“
“Se un musulmano, o un cristiano-ebreo-testimone di Geova-buddistha-ufista, non rispetta la legge deve essere punito secondo quello che prevedono i codici civili e penali.”
giusto e sacrosanto
e la libertà di prfessare una religione incontra un limite costituzionalmente previsto: le leggi, l’ordine pubblico e la morale.
“Le leggi speciali, razziali, religiose et similia le lascio volentieri ai regimi dittatoriali di qualsivoglia colore”
concettualmente lei ha ragione e non potrei non cncordare se non fosse che i musulmani,al pari degli altri culti, invocano delle intese con lo stato proprio per poter professare liberamente la propria religione. Le intese, però, sono possibili solo con chi ha un potere di rappresentanza e se i precetti religiosi non contrastinonorme imperative di ordine pubblico o la morale. Lei giustamente indic l’esempio poligamico
ma stiamo deviando: il problema è se esista o meno un islam moderato. Io affermo che esista solo l’islam e che l’islamico ortodosso, ovvero quello che si attene alle regole coraniche, non possa definirsi “moderato”
Gaspa ha perfettamente ragione; in tema di mutilazioni genitali femminili nel nostro codice penale è stata aggiunta una norma ad hoc che le punisce.
peccato che le mutilazioni genitali femminili, la cd infibulazione, non siano prescritte dal corano essendo una usanza africana….
gabriele seguita a parlar di cose che non conosce…
Anche tu non scherzi! Hai mai sentito parlare di Sunna? e la Sharia cosa sarebbe? Il Corano e la Sunna danno le direttive e l’accordo (ijma) dei saggi stabilisce la legge con fatwe (decisioni legali) giustificate da Corano e Sunna. Quindi tante cose che non sono nel Corano sono regole assolute, come per esempio il cerimoniale della preghiera. Prima di parlare, vai a studiare, così potremo chiamarti semplicemente “termina”.
Un caro saluto
pvmantel
e mi sapresti dire dove fra queste fonti, è indicato l’obbligo (ho scritto obbligo di infibulare? te lo chiedo perchè apri bocca e je dai fiato
Per il cosiddetto sig. “terminalpirla” che al commento di poco precedente (14) se la prende, sbagliando, con l’amico Mantellini. Quanto scritto a proposito di infibulazione l’ho riportato io al n° 9.
Premetto che non sono un esperto, come sembra essere lei, e quindi sarò lieto di leggere argomentate controdeduzioni, ma ho recuperato con facilità, sul mio PC, una precedente analoga risposta (che penso di aver dato l’anno scorso ad commentatore dai tratti similari ai suoi!). Il testo,che debbo in gran parte alla cultura ed alla specifica preparazione del nostro Paolo Mantellini, lo riporto di seguito e dice cosi”:
… la ormai consolidata opinione, credo in tutto il mondo occidentale, che queste mutilazioni siano vere “violazioni dei diritti umani”.
Non tutti i musulmani conoscono a fondo la loro religione e non seguono sempre le regole previste dalla giurisprudenza islamica, nota come sharia. La fregatura è che quasi tutto è scritto in arabo e non è facile per noi poveri Kuffar (infedeli) orientarci nel labirinto della legislazione islamica scritta in arabo.
Ho acquisito di recente la traduzione Inglese di un celebre breviario di legislazione islamica, edito nel 1999 (abbastanza recente, anche se del secolo scorso!:-) con l’approvazione certificata dell’Università Islamica Al Azhar del Cairo. Si tratta del classico Manuale di Legge Islamica Sacra di Naqib al Misri: “Reliance of the traveller” (in Arabo: Âumdat as-salik, o, se vuoi esagerare per lo stronzo:
عُمْدَة السّالِك وَعُدَّة النَّاسِك
Ebbene, a proposito della purificazione del corpo, a pagina 59, sezione e4.3 si dice testualmente (la traduzione Italiana è mia):
La circoncisione è obbligatoria. (O: sia per gli uomini che per le donne. Per gli uomini consiste nella rimozione del prepuzio dal pene, e per le donne la rimozione del prepuzio (Arabo = bazr) del clitoride (n: non il clitoride stesso, come affermano erroneamente alcuni). (A: la scuola Hanbalita afferma che la circoncisione delle donne non è obbligatoria ma è solo “sunna” [tradizione islamica], mentre la scuola Hanafita la considera solo una semplice cortesia per il marito).
Referenze: precisazioni di
O: Shaykh Omar Barakat
n: precisazione del traduttore Nuh Ha Mim Keller
A: Shaykh al Wakil Durubi
Il manuale è di scuola Shafi’ita, ecco perché sono state aggiunte le note riguardanti le altre due scuole che differiscono leggermente. Non si cita la scuola Malikita che quindi concorda con quella Shafi’ita.
Ovviamente vi sono anche comportamenti similari in altre religioni ed in altri popoli.
Questo non toglie,a mio avviso, che siano tutte riprovevoli.
Per una più approfondita documentazione comunque consiglio questo link: http://www.stopfgmc.org/
“La circoncisione è obbligatoria. (O: sia per gli uomini che per le donne. Per gli uomini consiste nella rimozione del prepuzio dal pene, e per le donne la rimozione del prepuzio (Arabo = bazr) del clitoride (n: non il clitoride stesso, come affermano erroneamente alcuni). (A: la scuola Hanbalita afferma che la circoncisione delle donne non è obbligatoria ma è solo “sunna” [tradizione islamica], mentre la scuola Hanafita la considera solo una semplice cortesia per il marito)”
E’ simpatico dialogare con chi da dello stronzo rivolgendosi all’intelrlocutore invece che allo specchio (vds riga 15)
ma quanto mi sembra di capire, mi corregga il Sig. mazzuferi, obbligatoria è solo la circoncisione maschile che tutti conosciamo anche per altri culti ed è comunque nota come pratica medica e che non comporta una vera e propria “mutilazione”. Anzi la dotta citazione dimostra solo che l’infibulazione appunto non sia obbligatoria ovvero quanto appunto diceva il terminapirla.
A mio avviso, i governi italiani che si sono succeduti negli anni, non sono stati in grado di contenere l’emigrazione, ora ci troviamo centinaia di migliaia di persone indesiderate. Purtoppo siamo a casa nostra, ma spesso comandano loro. Ora siamo noi, a casa nostra, a dover cercare un dialogo con loro, per paura, e probabilmente giustificata di qualche attentato, o semplicemente per non essre schiacciati dalla loro religione. A mio avviso ben vengano coloro che intendano rispettare le leggi italiane, gli altri devono essere cacciati, perchè abbiamo già tanta delinquenza in casa, e di lavoro ce n’è poco anche per noi.
Ammetto senza imbarazzo che non so rispondere a chi è così preparato anche sulla circoncisione e sull’infibulazione, come appunto il nostro interlocutore che si cela sotto il nomignolo di Ali Baba. Beato lui che è così profondo, quindi capace di dissipare dubbi e incertezze.
Invece dal mio punto di vista, specie su questioni che affronto da poco e senza una cultura di base, mi sembra più che legittimo porre solo qualche domanda.
Quindi passando dall’anatomia dei genitali maschili e femminili a tutt’altre questioni, come il significato sociale della pena detentiva, mi piacerebbe avere qualche lume sulla ratio su questa notizia che ho letto con un lancio dell’Adnkronos, di circa un mese fa: ” Imparare a memoria i versi del Corano potrebbe diventare presto, per i detenuti libici, un modo per riconquistare la liberta’. E’ quanto scrive il sito del quotidiano arabo ‘al-Manara‘, secondo il quale una proposta in tal senso e’ stata presentata al Consiglio supremo degli organi giudiziari. “
significato sociale della pena detentiva? la pena, quando non ha funzionato come deterrente, dovrebbe funzionare tanto come “prevenzione” nella misura in cui si tutela la società da certi individui, allontanandoli (come avete fatto qui con l’albanello ritvan) sia come quale recupero/riabilitazione.
Il buon gheddafi – o chi per lui – probabilmente ha ritenuto che lo studio del corano in carcere costituisca una sorta di riabilitazione. Devo ammettere che ha una sua logica.
Mi spiace invece sia il tono che la spocchia con cui vi rivolgete ai vostri interlocutori anche quando, come nel caso di specie, scrivono cose non dissimili dalle vostre. I depoisitari della verità rivelata non sono ai miei occhi dissimili dagli estremisti religiosi.
nel caso di specie avevo solo scritto che l’esempio della circoncisione era il meno indicato per indicare una determinata tesi (incompatibilità dell’ilsam con l’ordinamento giuridico italiano) che fra l’altro CONDIVIDEVO; C’erano altri esempi piu’ calzanti e quello scelto offriva il fianco ai sostenitori della piena compatibilità (E. Said, ad esempio).
ne è saeguito un pippardone dal quale tuttavia non è emerso se, per l’islam, si debba oltre a circoncidere le teste mazzufferiane (e con questo pareggiamo lo “stronzo” a riga 15) od anche le donne. (e qui mi fermo, non volendo rilanciare).
Se vuole il buon mazzufferi, potrò inviargli un elenco, piu’ calzante, di incompatibilità fra islam ed ordinamento giuridico, norma per norma 🙂
potrò altresì fornirlo di una tabella sinottica con le piu’ evidenti differenze fra la dichiarazione del cairo e quella a noi piu’ nota e cara.
Salute.-
Spiace prendere atto, almeno per il tono e dall’uso di un “certo linguaggio” (v. commento 19), come sia per me inopportuno continuare la discussione con questo anonimo sig. Ali Babà. STOP
Per Gianluigi: non sapevo la notizia proveniente dalla Libia ed è molto interessante.
Comunque, per quanto riguarda la funzione della pena o più in generale della sanzione, ci sarebbero molte cose da dire.
Diverse sono le funzioni che la pena ha: di prevenzione generale, speciale, positiva e negativa.
Da un punto di vista generale la pena ha, come è intuitivo, una funzione di prevenzione rispetto alla commissione dei reati.
Se poi si scende nello specifico, la pena non ha più quella che un tempo veniva indicata come funzione “retributiva” (vale a dire paghi per ciò che hai fatto) ma ha, prevalentemente e per quanto riguarda il nostro ordinamento, funzione rieducativa, cioè tende alla rieducazione sociale del condannato.
Una delle funzioni più importanti della sanzione è, da un punto di vista della sociologia giuridica, quella di ristabilire un precetto che è stato violato, ribadirne l’obbligatorietà.
La miglior norma è quella che non viene violata, in quanto è una norma perfettamente efficace.
Non so che concezione della pena abbiano in Libia, comunque le considerazioni sulla funzione (o per meglio dire sulle varie funzioni) della pena sono universali quindi se ne può dedurre che abbia un intento rieducativo, almeno nella mente di chi l’ha concepita.
La sola differenza è che da noi, almeno astrattamente, la funzione rieducativa deve appunto rieducare un soggetto per il suo reinserimento nella società, in modo da renderlo una persona in grado di vivere evitando di turbare l’ordine sociale; in Libia, a quanto pare, la rieducazione tende a formare la persona secondo i precetti religiosi.
A me sembra un modo autoritario per formare le persone, tipico dei regimi dittatoriali.
Aggiungo al tuo commento, Gabriele, dopo l’ultima parola “dittatoriali” e teocratici.
Il che dovrebbe far riflettere in quanto qualsiasi Stato dovrebbe rispettare le opinioni religiose, qualunque esse siano (o non siano), dei suoi cittadini.
Ma Gianluigi, il fatto che la Libia o l’Iran non rispettino la libertà religiosa dei propri cittadini significa solo che sono degli stati dittatoriali.
Tu dici “teocratici” ed io convengo sulla definizione, ma anche le dittature comuniste, naziste e fasciste non ammettevano la libertà di culto.
Il problema sta nel come affrontare queste dittature senza derogare alla nostra democrazia. Io penso sia giusto adottare sanzioni contro determinati paesi, mentre non sia giusto fare gli integralisti al contrario. Non è giusto infatti, nel nome della reciprocità o di qualsiasi altro concetto, limitare la libertà religiosa in Italia poiché questa non è garantita in altri paesi non democratici.
Dobbiamo inoltre capire se siamo più interessati ai diritti umani o alle relazioni economiche.
A me sembra che si dia molta più importanza agli scambi commerciali, altrimenti non si spiegherebbero gli accordi con dittature come Cina, Iran o le comparsate di Berlusconi in Libia con il suo amicone Gheddafi.
La nostra forza è la libertà, che per fortuna è un male davvero incurabile! Anzi è ancor più pericoloso in quanto gravemente infettivo.
Purtroppo laddove alla dittatura politica s’aggiunge la componente teocratica, caro Gaspa, i guai si complicano maggiormente. Suppongo che sia così in quanto s’allungano i tempi fisiologici di reazione. Forse perchè tante di queste anomalie tendono ad infiltarsi nell’intimo delle coscienze.
Penso che il connubio dittatura-religione sia quanto di più terribile possa esserci.
La maggior parte delle dittature, storicamente parlando, hanno fatto leva su bisogni estremi del momento e da lì hanno attinto la loro forza e, inevitabilmente, col tempo hanno mostrato la loro follia basata sul nulla.
La religione è connaturata alla persona, è un’esigenza umana, che vale ad ogni latitudine e in ogni era.
Far leva sulla religione per imporre una dittatura è allora tanto più pericoloso quanto più le persone sono attaccate a quel credo.
Immagino che una persona chiusa in un carcere (libico tra l’altro) possa trovare la sua ragion d’essere nella religione, tanto più se questa gli viene servita su un piatto d’oro.