Contromano

In bici contromano

Contromano, contro legge, contro logica, contro la sicurezza. E contro se stessi, almeno per i ciclisti che sono il punto debole, soccombente, in caso d’incidente.

C’è da tempo, ma in questi ultimi mesi il fenomeno ha raggiunto aspetti parossistici, l’abitudine per moltissimi ciclisti di non rispettare i segnali stradali. Dicono che ciò accada un po’ per trascuratezza, un po’ per “necessità”. Perché no, aggiungerei, un po’ anche per quel subdolo motivo psicologico che fa sentire il ciclista, che cavalca un mezzo più povero rispetto all’automobilista, quasi autorizzato a fare quel che vuole, ad ignorare le “regole di convivenza”. Forse crede che essendo il più debole, alla sua sicurezza ci penseranno gli altri. Si magari quelli che girano in città con una Ferrari da 200 mila euro!

Anche il mio caro e stimato amico, Carlo B., è stato investito. Gli è andata bene; l’auto procedeva pianissimo e lui, che pure non è più un ragazzino, cadendo a terra non s’è fatto quasi nulla. Così hanno accertato al Pronto Soccorso dell’Ospedale. Però poi, raccontandomelo, ha cercato delle giustificazioni, e mi ha anche sollecitato per cercare qualche cavillo per rivendicare comunque la ragione dalla sua parte. In fondo lui era in bicicletta!

Un nostro concittadino ha rischiato di “mettere sotto”, prendendosi comunque un gran paura, una signora in bicicletta. Gli è spuntata, contromano, da una strada a senso unico. Poi ha scritto al Sindaco, invitandolo ad attivare una seria vigilanza da parte dei Vigili Urbani scrivendo anche che “la circolazione al di fuori di ogni regola dei ciclisti comporta gravi rischi per i medesimi e costituisce un’insidia anche per gli automobilisti più accorti e prudenti“. Il Sindaco Mangialardi ha risposto, bontà sua, che “condivido con lei l’idea che il rispetto del codice della strada e dei comportamenti corretti debba essere tenuto da tutti coloro che utilizzano la sede stradale…
Ora la mia domanda è questa, se posso farne al Sindaco una a posteriori: “Se Lei ha verificato che una certa strada può (o deve, come affermerà Quilly!) essere percorsa in violazione della segnaletica esistente sul posto, perché mai non ha provveduto a modificare, ad adeguare le disposizioni come la legge richiede?

E’ di poco tempo fa la spassosa intervista a Quilly, il noto poeta e blogger senigalliese, che – quale esponente del Movimento Lento Ciclabile Senigalliese – ha rilasciato delle dichiarazioni sull’argomento. Non ha avuto nessun ritegno, ma non è stato nemmeno spiritoso ed ironico, come in genere riesce di fare benissimo. Ha letteralmente affermato che, secondo lui, un ciclista ha il diritto di infrangere il Codice delle Strada in quanto “ci sono degli esempi lampanti di come un ciclista non può sottostare a dei sensi unici.”
Nella migliore delle ipotesi potrebbe essere la prova che vive in un altro mondo. Invece c’è solo da augurargli, se mai torni da queste parti, che non abbia a ritrovarsi sopra il cofano di un veicolo o sotto le ruote di un qualsiasi maledetto mezzo meccanico!

Si da il caso poi che ci sia stata anche una intervista, pochi giorni dopo, al nostro Sindaco Maurizio Mangialardi. Costui, nello sforzo continuo di essere “il Sindaco di tutti”, ha voluto coprire anche il fronte degli elettori-ciclisti-disobbedienti. Come? Facendo intendere che in qualche caso è stato anche lui dei loro, che ha commesso infrazioni, pedalando contromano, in dispregio del Codice della Strada. Dicono però che da buon politico si sia prima accertato, come avviene tra i suoi illustri colleghi, che comunque “il reato era prescritto”!

La mia valutazione nel caso appunto delle biciclette (ma in genere il modello vale per tutte le norme, le regole, le leggi) è che se esiste una disposizione questa va rispettata. Se la norma è contro la logica, il buonsenso, gli oggettivi interessi della collettività esiste il preciso dovere di fare quanto possibile per modificarla. Non crediate che occorra esser deputati o senatori della Repubblica per incidere su una legge. Ci sono persone che sia per argomenti importanti che per questioni in apparenza di piccolo conto, si sono impegnate a lungo, e con tanta determinazione, per ottenere le dovute modifiche. Poi ce l’hanno fatta! Ci sono anche persone, ma questo non si può chiederlo a tutti, che per segnalare adeguatamente il caso attuano la disobbedienza civile. In questo caso si va incontro alle sanzioni con serenità, in piena coscienza, facendo in modo che sia visibile a tutti, eclatante e macroscopico il carattere irrazionale della norma. Questa è la “regola” in un paese democratico. Se i ciclisti devono essere liberi da ogni disciplina chi deve e può proceda. A condizione che le modifiche rendano più agevole e sicura la vita di tutti.
Altrimenti le regole ci sono e vanno fatte rispettare.

88 pensieri riguardo “Contromano”

  1. Grazie Gianluigi! Grazie davvero! Ogni giorno mi capita di incontrare ciclisti che non rispettano le regole, con qualcuno ho avuto anche dei diverbi. Quello che mi amareggia di più è che molti di loro (non tutti per fortuna) pensano di avere sempre ragione. Un giorno ho avuto una discussione con una signora che voleva attraversare le strisce pedonali a cavallo della sua bicicletta, le ho fatto notare che se fosse stato possibile attraversarle senza scendere le avrebbero chiamate strisce ciclo-pedonali, bene mi sono presa un bel vaff….! E’ ovvio che una città come Senigallia si presti a muoversi in bicicletta e questo non può che far bene a tutti ma le regole sono regole e vanno rispettate anche quando non si condividono! Mi piacerebbe scoprire se e quante multe siano state fatte dalla polizia municipale!

  2. Bel pezzo Gianluigi; le uscite di Quilly e del sindaco le avevo trovate di un’ipocrisia notevole.
    Che a Senigallia le piste ciclabili (dove ci sono) facciano schifo è palese, ma questo non vale certo a giustificare il comportamenti del 99 % dei ciclisti, ovvero di coloro che violano tranquillamente (anche davanti a VV. UU.) il codice della strada.
    Vorrei capire il nesso tra la mancanza di idonei percorsi ciclabili a Senigallia e il fatto che tutti i ciclisti passino col rosso… forse Quilly in qualità di rappresentante di un movimento di ciclisti può spiegarcelo.

  3. Che palle Gianluigi!
    Possibile che devi fare sempre il moralista? Eppoi da strapazzo.
    Guarda che all’inferno ci vai lo stesso, ammesso che ci sia quest’inferno del cavolo.
    Guarda che una trasgressione ogni tanto fa bene, certo quelle al codice della strada possono essere pericolose come tante altre… ma le prediche rompono.
    CIAO
    baci e abbracci

  4. Beh, ipocrisia non lo trovo un termine appropriato. Anzi, sono stati, Quilly soprattutto, anche troppo schietti. Io, personalmente, non mi sono riconusciuto in quello che ha dichiarato il mio amico Simone, forse più in quello che ha detto il Sindaco: si, se mi capita faccio dei tratti in controsenso in bicicletta, ma mi guardo bene dal pensare che sia un mio diritto. Non pretendo precedenze, non pretendo che le auto che escono dai passi privati si accorgano del mio arrivo (men che meno mi diano la precedenza), se incrocio un veicolo che proviene dal senso “giusto”, se necessario accosto e faccio passare. Non passo con il rosso, mi fermo agli stop e scendo se voglio la precedenza sulle strisce. Sicuramente commetto i miei errori, ma cerco di metterci del sano buon senso. Merce rara di questi tempi.

  5. Evidentemente qualcuno non conosce il significato della parola IPOCRISIA.
    IPOCRITA: Persona che afferma una determinata idea e poi si comporta in maniera contraddittoria ad essa.
    Bene chiedo a Gabriele di indicare un mio comportamento ipocrita relativo a tutta la faccenda.
    Riguardo al “diritto” a percorrere la strada in controsenso è chiaro che la mia è una provocazione.
    Nessuno ha il “diritto” di infrangere una regola, ma occorre una certa tolleranza per permettere di rendere agevole il ricorso al mezzo bicicletta.
    La mia idea collima in pieno come quasi sempre con quella di Lorenzo.
    Non mi pare di aver detto nell’intervista che percorro il controsenso e pretendo che gli altri si accorgano di me.
    Percorro il controsenso per necessità, per non fare un assurdo giro dell’oca, stando attenti ai veicoli, alle precedenze, alle macchine che provengono dal giusto senso e accostando se necessario.
    Noi ciclisti che percorriamo i sensi unici sappiamo di essere nel torto, o perlomeno io so di esserlo, ma purtroppo non abbiamo scelta credetemi.
    Io prendo la bicicletta tutti i giorni specie da quando ho cambiato lavoro e giro per la città con molta prudenza ma credetemi, tutti giorni rischio, se non la vita, di farmi molto male.
    Peccato che su Popinga non abbia mai trovato foto di macchine che stringono i ciclisti sul marciapiede o di Suv parcheggiati in piena pista ciclabile o dei video di quel che succede alle rotatorie del Cityper con bolidi che in zona 30 sfrecciano sempre a velocità mai inferiore agli 80.
    Togliete dalla mia chiacchierata con Michele la parola diritto e metteteci la parola “necessità” che è di certo più nelle mie corde.
    E ora che avete sparato un po’ a zero sui ciclisti e sulla loro indisciplina che, ammetto, spesso è veramente intollerabile mi aspetto da Popinga un bell’articolo su quanto muoversi a piedi e in bicicletta possa rendere più vivibile una città come Senigallia.
    Se passa l’idea che il “cattivo” della strada è il ciclista e quindi bisogna sanzionare ogni suo sgarro con atroce severità presto non cammineremo più sui marciapiedi ma sui tetti delle macchine.
    Anche su quelle di molti dei commentatori di questo articolo che sinceramente non ho mai visto con il culo sopra una sella….ma forse è solo una coincidenza.

  6. Io il culo sulla sella ce lo metto anche troppo (5000 Km/anno con la bici da corsa, più altri 1000-2000 con quella “normale”).
    Dico che i ciclisti con la bici da corsa sono indisciplinati perché marciano affiancati in 2 o in 3, e questo è un grosso pericolo per sé e per gli altri. Il fatto che vadano a 30-40 Km/h lo vedo più un pericolo per sé, in caso di cadute che fanno molto male.
    Però i più indisciplinati sono i ciclisti “cittadini”, che si muovono lentamente ma nell’ambiente urbano risultano poco visibili o visibili all’ultimo momento.
    Sarà una banalità, ma il codice della strada vale anche per i ciclisti. Su questo Gianluigi ha assolutamente ragione.
    La soluzione sarebbe quella di ridurre al minimo la “convivenza” tra automobili e biciclette, facendo più piste ciclabili e più zone vietate alle auto. E soprattutto, politiche che scoraggino l’uso dell’auto.
    Per l’intanto, anch’io sposo il buon senso di Lorenzo. Fermo restando che multe sono sacrosante sia alle auto che vanno a 80 dove ci sono i 30, sia alle bici in senso vietato.

  7. Anche agli ecociciclisti piacciono la comodità un “pelino” rischiose del contromano, dei semafori rossi, delle strisce ciclopedonali, etc…… specie quando non trovano contrasto sanzionatorio, anzi si sentono così paladini dell’ambiente per cui a loro la violazione di “fastidiose” regole è concessa.
    A corollario dei vs. foto-documenti, segnalo altre 2 situazioni in cui compare la prepotenza stupida di certi pedalatori e l’ignavia (è prevedibile che non ci siano state multe)dei vigili:
    1)sull’ex-ponte girevole del porto (segnale di velocipedi condotti a mano) ci passo (500 volte negli ultimi anni) a piedi, ma la gran parte dei ciclisti pretende di non scendere neanche se in senso opposto vengono passeggini-bimbi o carrozzine-disabili. Mai ci ho visto un vigile presente!
    2)Tutta via Andrea Costa è a senso unico sud-nord, alcuni giorni fa ho contato in 10 minuti 12 bici contromano, la prima è stata una mamma (incosciente) con una bimba nel seggiolino posteriore e il maschietto al seguito con la biciclettina!

  8. Andrea ti sei mai chiesto perchè sono poco visibili? Perchè sono costretti tra strada e marciapiede o tra macchine parcheggiate e carreggiata costretti a camminare in uno spazio di venti centimetri di larghezza come moderni funamboli….
    La vostra idea di regole da seguire e di codici da rispettare è in valore assoluto giusta, ma a volte è necessario applicare un altra regola di questi tempi quasi mai applicata: la regola del buon senso…..

  9. Benissimo il “moralista da strapazzo” risponde subito a questo vero “ruggito del coniglio”. Non solo con “baci e abbracci”, ma per mettere in dubbio quanto affermato, cioè che “una trasgressione ogni tanto fa bene “. Infatti è bene si sappia che questo signore, con diverse primavere sulle spalle, fa finta (notate la prosa) di essere un ragazzaccio spericolato. No, è l’unico ciclista senigalliese che ho visto con i miei occhi scendere da cavallo del suo velocipede per attraversare Ponte Garibaldi, da Sud a Nord. Il mio rammarico è purtroppo di non averlo filmato. Altrimenti avrei potuto dimostrare che circolare in bici, come fa lui, è bello…anche senza trasgressioni, senza violare il codice e senza mettere in pericolo la propria incolumità.
    Forse anche perché il sig. Carlo Rig, in gioventù, è stato l’editore di un opuscolo storico dal titolo, che è un programma:” Sempre giovani in bicicletta”!

  10. Per dire a Quilly che le regole del C.d.S. hanno un senso, mi sembra, in quanto si propongono di rendere più confortevole la circolazione e sopratutto di evitare incidenti.
    Nel caso in questione è abbastanza chiaro che il soccombente sarebbe il ciclista, mentre l’automobilista, conscio di essere comunque alla guida di un mezzo pericoloso, non potrebbe risparmiarsi il rimorso per non aver comunque evitato l’incidente.
    Fossimo in una giungla si potrebbe invocare anche la selezione naturale, ma non mi pare sia possibile in questo caso.
    Per quello che tu non hai trovato su Popinga credo possa anticiparti che il Direttore sarebbe ben lieto di ospitare una tua inchiesta-denuncia sui bolidi, sui SUV e su tutte le altre porcate degli automobilisti, qui nella nostra città.
    Infine non condivido che secondo te i commentatori, per essere titolati a farlo, debbano dimostrare di aver messo “il culo sulla sella”. Se si quando, per quanto tempo e perché?
    Auguri per la sopravvivenza…

  11. Gigi, non mi toccare nonno Carlo, eh? A proposito di biciclette, anche io devo ammettere che quando vado in bici, io con la mia e Claudio con la sua, cerco sempre di fare le piste ciclabili, dove ci sono, però certe volte faccio dei controsensi proprio per evitare strade troppo trafficate e pericolose per lui. Sono consapevole che è rischioso anche questo, ma meno di quanto lo sarebbe se passassi nelle strade previste dalla circolazione, ti assicuro. Poi è un discorso di attenzione, di prudenza e di esempio, con i bambini. Io dieci anni fa precisi, in bici, sono stata investita da uno scooter mentre pedalavo regolarmente a destra e roba che ci rimango secca su quell’asfalto, ma questa è un’altra storia. Come vedi, non mi do per vinta e qualche contromano, nonostante tutto, lo faccio.
    E se la genetica non può mentire, anche figlia e nipote “sempre giovani in bicicletta”!
    Un saluto a tutta la tribù della collina
    Cecilia

  12. @Luciano: quando ero ragazzino, se provavi ad attraversare la passerella girevole in sella alla bici, usciva il signore dal suo casottino e ti urlava dietro fino a che eri in vista. Sono 41 anni che mi domando come mai nessuno è stato capace di allagarla, quella passerella. Comunque sono dell’idea che non sia un punto pericoloso e che se si rimane in sella alla bici si occupa meno spazio, agevolando il passaggio di chi viene dal lato opposto.
    Via A. Costa la faccio contromano (con le modalità descritte nel mio commento precedente) perchè l’alternativa per me è la Statale e dopo che qualche camion ti sfiora a 70 Km all’ora, ti garantisco che preferisco un rischio calcolato che mi vedo arrivare davanti piuttosto che uno da dietro. Un accorgimento è quello di non arrivare in fondo, ma svoltare nella stradina che porta all’ex concessionario Alfa Romeo e di scendere prima di imboccare il sottopasso che porta al mare.
    Forse più pericolose le auto che dalla Statale, venendo in direzione sud-nord, svoltano verso via A. Costa facendo la discesina che porta al sottopasso: nessuno sembra sapere che è vietato.
    Io credo che tutti siamo pedoni, ciclisti ed automobilisti e che tutti finiamo per infrangere qualche piccola regola, con un rischio limitato e di cui si è consapevoli. Un parcheggio di fortuna non può essere equiparato a passare col rosso, cosa che, tra l’altro, sembra essere stranamente tollerata ai pedoni.

  13. L’ipocrisia l’ho vista essenzialmente in 2 cose: hai detto che la viabilità ciclabile a Senigallia è pericolosa e mal progettata (cosa sensata) ma “non te la sei sentito” di dare la colpa a chi ha amministrato… evidentemente la colpa sarà del destino, non di chi ha nel tempo “curato” lo sviluppo della città.
    L’altro aspetto, che mi pare sottolineino anche Andrea e Gianluigi, riguarda il fatto di ritenere normale, anzi buon senso sgarrare e fare qualche tratto contromano per evitare il giro dell’oca: lo capisco benissimo, ma non riesco a ritenerlo un diritto, nè riesco a ritenere di poter sostituire al codice della strada quello che tu chiami buon senso, perchè quello che tale è per te o per me per un altro potrebbe essere una cazzata.
    Il culo sulla bici ce l’ho messo tante volte, e pensa che devo attraversare quella meraviglia di percorso ciclabile davanti all’uscita dell’autostrada!

  14. Nessuno riesce a ritenerlo un diritto, Gabriele, e tutti vorremmo poter transitare in bicicletta liberamente, sicuramente e nel rispetto di un codice che, al pari della viabilità, sembra decisamente propendere per la tutela dell’auto piuttosto che della bici o del pedone.
    Il pessimo stato delle piste ciclabili è colpa dell’Amministrazione Comunale, e su questo c’è poco da dire. Ma la loro cattiva collocazione è dovuta al fatto che non ce n’era bisogno fino a qualche anno fa e la città è cresciuta senza. Andarle a piazzare a …”coda di gatto” qua e là adesso non può che dare dei pessimi risultati.
    Ma trovo molto più triste il fatto che sia necessaria la “ghettizzazione” di pedoni e ciclisti in “aree apposite”, per far spazio a chi ingombra ed inquina di più.
    Forse si dovrebbe cominciare a pensare di fare il contrario.

  15. Molto semplice caro Gabriele…la città è stata progettata senza lungimiranza in anni in cui gli attuali amministratori non erano ancora nati……era proprio così difficile da capire?
    Ammetti di aver usato a sproposito il termine IPOCRITA e ci starebbero bene anche delle scuse che so non arriveranno.
    Tantomeno è IPOCRITA aver asserito che E’ UN DIRITTO pedalare contromano…
    Sarebbe ipocrita se dicessi che è sbagliato pedalare contromano e poi percorressi tutte le vie alla rovescia.
    Purtroppo caro Gabriele le parole hanno un senso e un etimologia che è probabilmente nella stragrande maggioranza dei casi a te sconosciuta.
    Ecco quindi che peschi nel tuo lessico la prima parola che ti viene in mente e la usi a sproposito.
    Ci stava meglio IMBECILLE o CRETINO, ma non IPOCRITA.

  16. “Crede che si debba tollerare il comportamento dei ciclisti che invadono spazi riservati ai pedoni, come ad esempio Corso II Giugno?
    Questa è una cosa che faccio spesso, ma mi rendo conto che è sbagliato.”
    Parole tue…
    Conosco perfettamente l’etimologia delle parole e ribadisco che un ragionamento come questo qua sopra lo trovo ipocrita: dici che una cosa è sbagliata ma la fai!
    Ho criticato le tue parole, il tuo ragionamento, non te come persona, cosa che non farei mai, nonostante in passato sia capitato spesso che tu (ma non solo) ti rivolgessi a me con poco rispetto (e forse lo fai ancora quando mi accusi di essere ignorante).

  17. Commento O.T.:
    Capisco siano dei rafforzativi (di cui spesso, a dire il vero, non si sente il bisogno), ma credo che se tutti e due evitaste certi termini (ipocrita, culo sopra una sella, ecc) potremmo discutere semplicemente di un problema, senza perderci in altro. E, qualora volessimo perderci, ci sono tanti modi per far notare un termine usato in modo inopportuno: brevi ed altrettanto efficaci.
    Vi reputo due amici e persone in gamba, non fateci fare lo sforzo di dover scremare i vostri commenti da inutili schermaglie per leggere i vostri contributi sull’oggetto del post.
    Scusate, se mi stavate sulle balle non perdevo tempo a scrivere questa predica, quindi prendetela come gesto d’amicizia… 😉

  18. Lorenzo ha sempre quella dose di buon senso che serve 🙂
    Quello che voglio far notare, se ancora non fosse chiaro, è che un conto è criticare un ragionamento o un comportamento, altro è criticare la persona, cosa di cui io non posso essere accusato mentre altri forse dovrebbero ripensare ai toni usati in passato.
    Scusate per l’ot.

  19. Mi sarei aspettato, specie da “ragazzi in gamba”, qualche idea o suggerimento per i nostri amministratori, per tentare di venir fuori da questo problema.
    Sicurezza per me vuol dire ancora rispetto della legge. Se la legge è sbagliata la si cambi.
    Posso solo aggiungere che mi viene il mal di stomaco, ogni volta dopo un qualsiasi incidente, quando leggo la inevitabile e fatidica frase: ” La magistratura ha aperto una inchiesta”.
    Mai che lo faccia prima, sempre dopo, col morto!

  20. Allora abbiate il “buon senso” di far togliere ai compagnucci amministratori il segnale di velocipedi condotti a mano sul girevole, così sapremo che si deve dare la precedenza ai ciclisti, onde evitare i colpi dei loro manubri-pedali e aspettare a passare con le carrozzine.

    In via A.Costa come in tanti sensi unici si può scendere dalla bici e passare “in sicurezza” sui marciapiedi disegnati sull’asfalto, invece d’affontare la lotteria della statale, in cui le auto parcheggiate invadono i marciapiedi e parte della sede stradale. Anche in questo caso i vigili sono stati cecati dall’amm. com.
    Da tutto questo “dibattere” , mi si conferma: gli ecociclisti si sentono così paladini dell’ambiente per cui a loro la violazione di “fastidiose” regole è concessa.

  21. I premiati d’oro!

    A Paradisi e a tutti i maggiorenti-premiatori senigalliesi provo a chiedere:

    A) E’ vero come raccontano le malelingue interne-esterne alla caserma che il luogotenente Imparato sapeva a malapena accendere il computer presente sulla sua scrivania?
    Vecchia e nobile squola per le investigazioni!?
    B) E’ vero come raccontano le malelingue interne-esterne alla media Marchetti che il dirigente Cavallari, non si è curato d’imporre-insegnare ai suoi cicloalunni che con il semaforo rosso (quello vicino alla scuola) non si passa?
    Vecchia e nobile squola per l’educazione civica?

    s.n.d.

  22. Ho scritto ora al Sindaco per chiedere cosa farà.
    Ecco il testo:
    Signor Sindaco,
    nella nostra città siamo sempre più di fronte ad un fenomeno che a me sembra preoccupante: la possibilità di trovare dei ciclisti laddove non dovrebbero esserci, almeno a norma di Codice della Strada.
    Queste situazioni comportano il rischio che qualcuno abbia incidenti con le auto, nel qual caso è chiaro chi sarà purtroppo il soggetto soccombente.
    Pertanto ho scritto di recente un post di denuncia di questa situazione generalizzata e sono lieto di invitarLa a leggerlo aprendo questo link: http://scaloni.it/popinga/contromano/
    Il motivo di questa mia lettera sta tutto nella opportunità che Lei ed i suoi collaboratori siano così attenti e cortesi da escogitare qualche soluzione finalizzata alla sicurezza dei nostri concittadini, certamente sempre nel pieno rispetto delle regole stabilite per legge.

    Resto in attesa di leggere un Suo cortese riscontro ed invio i migliori saluti

    Senigallia, 16/09/2010
    Gianluigi Mazzufferi

  23. …per non parlare di tutte quelle migliaia bici parcheggiate, in estate, illegittimamente sul marciapiede.
    Ma si, molto meglio trasformarle in migliaia di auto assolutamente ligie al codice della strada.
    Per la cronaca non sono un ecociclista e non sopporto estremismi ed etichette.
    Ma devo avere un gran culo se, durante le 41 estati della mia vita in cui ho attraversato la famigerata passerella, non mi sono mai scontrato con nessuno.

  24. Il problema è che le piste ciclabili costruite negli ultimi dieci anni sono una schifezza, anzi non ci si è proprio curati di farle salvo metterci su una pezza inventando i marciapiedi ciclopedonali: nella zona del centro commerciale il molino, non era forse possibile progettare una viabilità ciclabile migliore? Stiamo parlando di lavori fatti in tempi piuttosto recenti, non degli anni 60!
    Il problema è che ci si è svegliati tardi.
    Proposta: strappare all’amministrazione l’impegno a NON costruire più marciapiedi ciclopedonali, ma a “cimentarsi” in vere piste ciclabili; sarebbe già un bel passo avanti.

  25. Gabriele, per favore, abbiamo capito che questa amministrazione non ti piace.
    Che la viabilità di Senigallia fa schifo (lo penso anch’io).
    Che la situazione in molti quartieri è molto difficile.
    Però per favore dicci COSA VORRESTI FARE IN CONCRETO?
    Piste ciclabili dove?
    A parte il Molino parlo del Centro Città e del Piano Regolatore o dello Stradone Misa-Zona Ospedale dacci proposte concrete e idee su dove fare piste ciclabili o zone pedonali.
    Se le tue proposte saranno sensate le sosterremo senza se e senza ma….
    Però basta sparare nel mucchio ti prego…

  26. A parte il fatto che non sono io a dover individuare come e dove creare piste ciclabili, non ne avrei nemmeno le competenze tecniche, una piccolissima proposta già l’ho fatta.: stop ai marciapiedi ciclopedonali.
    Al molino ormai i danni son stati fatti, son sicuro che qualcosa di meglio si sarebbe potuto fare ma ormai è tardi.
    Centro città? Io sono per la pedonalizzazione dell’intero centro storico.
    Ciò detto, le risposte ai problemi, comunque, dovrebbero spettare a chi governa, non a semplici cittadini che non hannno le opportune e necessarie conoscenze tecniche per affrontare simili problemi.
    Non sparo nel mucchio Quilly, ma se uno governa e non risolve un problema, con chi me la devo prendere? Se in Italia le tasse sono alte me la piglio con Berlusconi, se vicino casa mia è stata fatta una viabilità indecente con chi debbo incazzarmi?

  27. “A parte il fatto che non sono io a dover individuare come e dove creare piste ciclabili”……certo criticare è molto facile, governare molto più difficile, specie una città morfologicamente e strutturalmente difficile come Senigallia.
    Ovvio che sono favorevole alla pedonalizzazione dell’intero centro storico.
    Sappiate però che la pedonalizzazione di un area così ampia creerebbe delle sacche di traffico incredibile nelle cosidette “aree interstiziali” ovvero la periferia immediata…
    A quel punto accontenteresti chi abita o fruisce del centro e faresti vivere ancor più nei disagi coloro che abitano immediatamente fuori le mura….
    La soluzione a tutto è facile solo nei commenti di Popinga (specie se sempre e faziosamente univoci nel criticare l’attuale amministrazione) o in quelli di Viveresenigallia, ma quando si prendono decisioni che riguardano la vita della gente è tutto molto più complicato.,…

  28. Quilly, volevi parlare di proposte concrete ma la butti sempre sul piano personale (faziosamente ecc.) cosa che io non faccio mai.
    Credimi, prima di accusare gli altri pensa a come ti sei comportato tu quando, ad esempio, hai criticato il 99 per cento delle scelte cittadine e il giorno dopo le elezioni sei salito sul carro del vincitore!!!
    Quello che penso delle piste ciclabili l’ho detto, parlare del resto con queste accuse continue e ridicole lo trovo inutile, anche perchè ti reputo una persona che non ha bisogno di buttarla sul piano personale.
    Ciao

  29. Anch’io ho avuto la medesima sensazione di Gabriele, forse indotta da quanto scrive Quilly (“La soluzione a tutto è facile solo nei commenti di Popinga (specie se sempre e faziosamente univoci nel criticare l’attuale amministrazione) o in quelli di Viveresenigallia, ma quando si prendono decisioni che riguardano la vita della gente è tutto molto più complicato.”)
    Eppure Quilly non è Fede che scende in campo a testa bassa per difendere il “cavaliere”.
    C’è chi ha scelto di fare l’amministratore e chi è restato invece cittadino qualsiasi, utente consumatore e magari…anche brontolone.
    I problemi ci sono o no? Nessuno sogna e tanto meno pretende che si risolvano con un colpo di bacchetta magica, ma che l’oggetto della mia segnalazione sia attuale ed abbastanza coinvolgente a me sembra innegabile.
    Non vedo soluzioni di fantasia, affidate al buon senso dei ciclisti ed alla responsabilità degli automobilisti. Sono per il rispetto della legge. Mettere un segnale stradale tanto per parare gli strali di possibili responsabilità, quando poi ci sarà un incidente, e non farlo rispettare a me sembra un comportamento deprecabile.
    Che sia meglio mettere fuori circolazione le auto invece delle biciclette a me sembra una scelta plausibile…però le regole servono anche per le due ruote. Sempre per esperienza diretta, a carico di un caro amico, posso dire che essendosi questi scontrato in bicicletta con un altro ciclista il caro G.T. ha avuto conseguenze piuttosto pesanti. Per consolarsi si potrebbe dire: sempre meglio che finire sotto le ruote di un SUV!

  30. Ho criticato molto della politica della Giunta Angeloni, ma su parecchio sono stato daccordo.
    E su molte cose che ho criticato “non faziosamente” sono tornato sui miei passi quando mi sono reso conto che avevano probabilmente ragione loro..
    Ho votato per il sindaco attuale e non sono salito su nessun carro.
    Semplicemente ho voluto dar fiducia ad una parte dell’attuale maggioranza di cui mi fido e tra le file della quale ho molti amici.
    E poi piuttosto che votare la tua coalizione di riferimento Gabriele avrei votato volentieri per Bokassa o Pol Pot…(ecco ora ho fatto una battuta giusto per tornare il giullare di sempre, del resto chi ha un destino da giullare non può commentare cose serie a quanto pare).
    Sinceramente non ho voluto dare il voto a chi critica a prescindere e in vita mia ho sempre votato Pd e quindi non credo di poter essere assolutamente tacciato di Voltagabbanismo…..

  31. Se Quilly (non solo lui s’intende!) riconosce che il problema evidenziato esiste (e comporta rischi seri soprattutto per i ciclisti) chiedo troppo se dico che spero di leggere qualche indicazioni di massima per una soluzione?

  32. Le piste ciclabili sono state fatte per ottenere riconoscimenti come la bandiera blu. Ci sono ed è innegabile che Senigallia disponga di tot chilometri di piste ciclabili. La maggior parte di queste sono state “rimediate”, convivono con i marciapiedi, non sono ben segnalate e nemmeno protette dal traffico automobilistico. Se volete vi descriverò minuziosamente il percorso della mia famiglia da casa alla spiaggia, per farvi meglio comprendere il problema, ma so già che lo conoscete tutti benissimo. Purtroppo ho visto pochi paesi con piste ciclabili migliori delle nostre e nessuno è in grado di dare loro una certà continuità, limitandosi ad una serie di tratti ciclabili. Le strade cittadine non sono state concepite per “differenziare” l’utenza, semplicemente perchè non ce n’era bisogno fino a qualche anno fa. Soluzioni, da questo punto di vista, non ne vedo. L’unica cosa che si può (e si deve) fare è disincentivare l’uso dell’auto e trasferire parte del traffico, soprattutto pesante, fuori dal centro (non solo “storico”). Disincentivare non significa proibire, perchè do ragione a Quilly sulle conseguenze possibili dell’eventuale chiusura al traffico del centro storico e delle “sacche” che si formerebbero.
    Sono favorevole in linea di massima (aspetto la verifica dei fatti) alla complanare come “diluente” del traffico soprattutto pesante, ma penso si debba ideare, diffondere, pubblicizzare e rendere una consuetine un servizio pubblico, magari di minibus elettrici e parcheggi scambiatori in occasione di eventi particolari. L’auto in alcuni casi è indispensabile ed è sbagliato demonizzarla sempre e comunque. Ma la bici o il servizio pubblico dovrebbero diventare la scelta ovvia e naturale in tutti gli altri casi.

  33. Quilly scrive bene:
    “Ma occorre una certa tolleranza per permettere di rendere agevole il ricorso al mezzo bicicletta”

    Attraversare il centro storico nord – sud o est ovest non avete mai provato o pensato?

    Attraversamento nord – sud
    Via Cavallotti o stradone Misa? e poi ponte zavatti e viale 4 novembre?
    Oppure lungo portici poi statale!
    Via Cavallotti
    Davanti al duomo il pavè è impraticabile, le auto nel restringimento di carreggiata sfrecciano, sei costretto a stringere i pugni sul manubrio per non sbandare viste le buche che ci sono.
    Ponte zavatti
    No comment.
    Viale 4 novembre
    No comment.
    Statale e viale leopardi
    No comment.
    Ci arrivate da soli che attraversare Senigallia o per compere o per lavoro come faccio io per oltre 400 volte l’anno la cosa non agevola per niente la bicicletta. (ospedale – portone)

    Dare la possibilità ai ciclisti di fare percorsi alternativi, che non sia il giro completo di Senigallia. Nel mio tragitto di andata e ritorno (l’orario e sempre quello) capisco quando devo passare da un’altra parte, ma questo cambiamento di percorso implica un percorso dove sono COSTRETTO AD ANDARE CONTROMANO!
    Alla sera (verso le 21) invece di passare davanti al duomo (buia e pericolosa) o per lo stradone Misa (tra l’altro i marciapiedi sono alti che il pedale tocca piu volte il bordo) vado contromano per Via Testaferrata perché il pavè è da poco rifatto ed è per nulla trafficata a quell’ora, invece di fare il corso 2 giugno, ma venerdi sera che pioveva avrei dovuto fare il giro di Senigallia per arrivare a casa? Quanti di voi lo avrebbero fatto? Quanti di voi avrebbero preso l’auto per fare 2,406 metri invece dei 1.304 metri ?
    Siamo una delle città con piu sforamenti per le polveri sottili, una città che vive piu sull’auto che in casa. Pensiamo soprattutto ai nostri ragazzi e inculcarli a lasciare l’auto di piu in garage.
    Per la cronaca, ho un’auto di 11 anni con 46.016 km.
    Ringraziatemi che vi faccio respirare meglio.

  34. da una notizia di oggi, 25 settembre, sul Corriere Adriatico leggiamo:
    ” Sono sempre piu’ numerosi i casi di ciclisti contromano o che attraversano pedalando le strisce pedonali. La rubrica del sindaco è tempestata di lamentele riguardo la guida spericolata dei ciclisti.

    “Ho chiesto al comandante dei vigili urbani di prendere gli opportuni provvedimenti per rendere più incisiva e costante, da parte degli agenti di Polizia municipale, l’opera di educazione stradale anche nei confronti dei ciclisti – commenta il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi -, sia per quanto riguarda il rispetto dei sensi di marcia che per quanto riguarda il rispetto delle aree e delle strade riservate ai pedoni. I ciclisti, come tutti gli altri utenti della strada, debbano attenersi al rispetto dei segnali e delle regole del codice della strada e che quindi anche il traffico di biciclette va regolato”.

  35. Nella rubrica “Lettere al Sindaco” forse qualcuno avrà già letto che cè una risposta alla mia lettera di cui al commento 24 del 16 settembre scorso.
    Riporto il testo di seguito:

    Gentile signor Mazzufferi,
    avrà certamente letto le numerose risposte che ho inviato ad altri cittadini che hanno sottolineato, come lei ha fatto, la necessità che anche i ciclisti, come tutti gli altri utenti della strada, debbono attenersi al rispetto dei segnali e delle regole del codice della strada. Ha ragione quando afferma che anche il traffico di biciclette va regolato ed è per questo che io stesso avevo posto la questione all’attenzione del Comandante della Polizia Municipale. In questi anni molto si è lavorato per garantire la sicurezza di pedoni e ciclisti e riservare loro percorsi protetti, realizzando piste ciclopedonali che collegano il centro città con il lungomare e i quartieri residenziali: per questo ritengo sia necessario che anche loro rispettino segnali, divieti e sensi di marcia, utilizzando nel modo appropriato i percorsi loro riservati. Tanto più perché il mancato rispetto della segnaletica può causare pericoli per loro stessi e per tutti coloro che si trovano a transitare nella zona. Ho consigliato agli uffici competenti di utilizzare i pannelli informativi a messaggio variabile per suggerire comportamenti prudenti e utili alla sicurezza di sè stessi e degli altri, come ad esempio quello di accendere i fanali durante le ore notturne o di percorrere il proprio percorso seguendo con attenzione il giusto senso di marcia. Informo infine anche lei del fatto che ho chiesto al Comandante di disporre affinché vengano presi gli opportuni provvedimenti per rendere più incisiva e costante, da parte degli agenti di Polizia Municipale, l’opera di educazione stradale anche nei confronti dei ciclisti, sia per quanto riguarda il rispetto dei sensi di marcia che per quanto riguarda il rispetto delle aree e delle strade riservate ai pedoni.
    Cordiali saluti.
    Il Sindaco
    Maurizio Mangialardi

  36. Visto che hai citato il C.Adriatico scrivile tutte le notizie che riguardano questa situazione!
    cerca con google
    ricerca avanzata nelle ultime 24 ore
    auto investe ciclista
    o
    ciclista investe pedone
    Il senso civile deve riguardare un po tutti non solo una categoria!
    by

  37. Letta la risposta del sindaco, questa volta mi trovo d’accordo con le sue parole.
    Mettendo da parte la conformazione della viabilità ciclabile di Senigallia, c’è tutta una serie di comportamenti che con questa non hanno nulla a che fare ma che denotano inciviltà e, soprattutto, scarso senso del pericolo da parte di molti ciclisti, la correzione dei quali non allungherebbe i percorsi e non renderebbe più gravosi gli spostamenti in bici.
    Esempi semplicissimi sono l’uso dei fanali, cosa che ad andar bene fa un ciclista su dieci, il fermarsi al semaforo rosso, il non andare contromano quando una strada ha il doppio senso di marcia (altra cosa frequentissima).
    A questi comportamenti, che vedo nella maggior parte dei ciclisti cittadini, non c’è alcuna spiegazione che regga.

  38. Basta, visto che ci è più intransigente la vince, allora faccio anche io l’intransigente.
    W le bici per il Corso! E in tutte le strade del centro e fuori!!!!
    Pedoni e ciclisti sono elementi deboli della strada, ed hanno uguali diritti e doveri: un ciclista deve guardare dove va e come si muove, ma anche i pedoni devono fare lo stesso, e molti se lo scordano o se ne fregano.
    Per poi lamentarsi, ipocriti.
    Ma se un ciclista imbecille va veloce perchè tutti gli altri (il 99%) devono pagarne lo scotto?
    Io voglio sentirmi libero, da pedone e da ciclista, di andare dove mi pare.
    Si, anche contromano, purchè con giudizio: tantopiù che se non metto giudizio finisco sotto una macchina, e sono c@zz@cci miei meritati.
    E’ questo che manca alla gente, il buonsenso e il giudizio: ma non lo si inculca con delle altre inutili e pesanti leggi.
    In ogni caso se bloccheranno il passaggio delle bici per il Corso ci andrò lo stesso, farò resistenza passiva ad una legge inutile, assurda e discriminatoria.

  39. Il ruggito di Daniele Sole mi fa una certa impressione. Vuole sentirsi libero! Benissimo (era ora), ma non può mettere nei guai chi malauguratamente lo dovesse investire. Non vale certo come liberatoria prima del fattaccio la dichiarazione vergata qui sopra. Che poi, a suo giudizio, la legge sia “inutile, assurda e discriminatoria” mi sembra un’affermazione tutta da dimostrare. Anche perchè, per quanto a me risulti, queste regole basilari di circolazione su strada sono pressochè condivise dappertutto. Se esiste è gradita ogni documentazione che attesti il contrario.

  40. DOCUMENTO QUADRO ECF (European Cyclist Federation) SULLA SICUREZZA STRADALE pagina 9

    MARCIA CONTRO SENSO IN BICICLETTA SULLE STRADE A SENSO UNICO

    Una misura semplice da attuare ma al contempo molto pratica per aumentare la sicurezza stradale è di consentire la marcia in entrambi i sensi di marcia in bicicletta sulle strade a senso unico, in quanto migliora la visibilità tra ciclisti e utenti del trasporto motorizzato. Consentire ai ciclisti di percorrere tratti più brevi è anche un modo utile per incoraggiare le persone ad usare la bicicletta come forma conveniente di mobilità urbana oggi più favorevole ai veicoli motorizzati. Tutte le misure che incoraggiano l’uso della bicicletta si sommano all’effetto “Sicurezza nei numeri” (precendentemente trattato). In Belgio questa opzione è diventata legge a meno che il profilo stradale non sia troppo stretto.

  41. Il nostro Quilly, che apprezzo come poeta, è un po’ meno credibile quale portavoce dei ciclisti.
    La sua citazione, da un documento della European Cyclist Federation, è il parere, magari anche condivisibile, di una “associazione di categoria”. Quindi rappresenta una visione di parte che va contemperata anche con le esigenze di altri cittadini, visto che viviamo assieme a gente che non la pensa sempre come noi emolto spesso ha esigenze di tutt’altro genere.
    L’esempio del Belgio, che apprendo ora, potrebbe senz’altro essere interessante, ma caro Quilly, come tu scrivi ” questa opzione è diventata legge “. Benissimo allora non ti sembra il momento di promuovere con la tua associazione e, magari anche con i tuoi referenti politici, una modifica del CdS in tal senso?
    Come in molti altri casi anche per questo problema dei ciclisti la SICUREZZA è legata a doppio filo alla questione della LEGALITA’.
    Non la pensi così, oppure prendo un granchio?

  42. Sono d’accordo con Daniele quando dice che le regole valgono o devono valere anche per i pedoni (e non penso qualcuno lo metta in dubbio), quello che non capisco è come mai nessuno risponde a quelle semplicissime domande che ho posto.
    Cosa c’entra con il fatto che la viabilità ciclabile a Senigallia fa schifo il passare al semaforo col rosso?
    Cosa c’entra andare contromano in una strada a doppio senso?
    Cosa c’entra il non usare i fanali di notte?
    Questo, purtroppo, non è il caso del ciclista isolato ma rappresenta la norma, almeno a Senigallia.
    La lettura che ne do io e penso di non essere distante dalla realtà è che chi va in bici pensa di poter fare ciò che vuole, magari in buona fede ma pensa questo.
    Forse tutti i discorsi sui disagi e sulle difficoltà di andare in giro in bici (reali) sarebbero più credibili se quelle 3 o 4 regole che ho citato venissero rispettate.

  43. Premetto che non sono di Senigallia, perciò la situazione la vivo o da automobilista o da pedone quando passeggio.
    In ambedue i casi, i comportamenti scorretti (logico, se uno rispetta il codice non c’è ragione di inalberarsi) dei ciclisti sono più che altro fastidiosi e non nascondo che a volte a qualcuno passerei sopra con l’auto. Ma la cosa che più mi da fastidio è quando sono a piedi, magari per il corso o sul marciapiedi lungomare e tocca scansarsi per non farsi investire.
    Riconosco però che se anche io avessi una bici, in certi casi mi comporterei come i ciclisti pasdaran che ho letto più su.
    Se posso, da non senigalliese, avrei un’idea su come migliorare la viabilità, dato che per me che vengo da fuori, ogni giorno al mare è un’odissea.
    Se all’altezza del Molino si attrezzasse un sistema di minibus, magari elettrici come detto in precedenza, e in contemporanea si costruisse un parcheggio a pagamento, con tariffe popolari, tipo quello degli archi ad Ancona, che nella tariffa include anche il biglietto giornaliero per l’autobus, sicuramente il traffico cittadino sarebbe alleviato da meno macchine di abitanti dell’entroterra. E’ chiaro che poi il servizio deve essere efficiente e i minibus funzionanti e rispettosi degli orari, oltre ad essere supportato da politiche per disincentivare l’entrata in città con l’auto.

  44. Con Francesco, che ringrazio, finalmente qualche proposta concreta.
    Piacevole anche la definizione di “ciclisti pasdaran” anche se di tanti automobilisti e motociclisti si potrebbe dire non so quanto di più!

  45. Caro Gianluigi alcune precisazioni:
    1)Non sono portavoce dei ciclisti, mi ci hanno fatto diventare solo perchè ho ribadito più volte che la bicicletta è il mio mezzo di trasporto preferito per le brevi percorrenze, sia per un discorso MOTORIO, sia per un discorso di SOCIALITA’, sia per un discorso di TEMPO, sia per un discorso di OCCUPAZIONE DI SPAZI.
    2)Noh ho una MIA associazione (il Movimento Lento Ciclabile non lo è e non ha referenti) ho solo una mia opinione.
    3)La EcF è ovviamente un organismo di parte, appurato questo bisogna solo giudicare se le proposte fatte sono o meno condivisibili, non dai ciclisti, ma dalla totalità degli utenti della strada.
    La modifica del CDS non è cosa facile e non penso possa essere promossa a livello comunale ma credo debba essere attivata a livello nazionale come minimo.
    Il ciclista, il pedone, l’anziano, il disabile sono soggetti deboli nella mobilità cittadina e sono anche una sparuta minoranza che deve purtroppo sopravvivere nella giungla del traffico. Ma credetemi, il vero pericolo delle nostre strade non sono i ciclisti ne quelli disciplinati ne quelli indisciplinati.
    Il pericolo vero per la nostra salute, per il nostro spazio, per la socialità e per la vivibilità delle nostre città è l’ABUSO della macchina nella mobilità cittadina. Non l’uso attenzione, ma l’abuso stolto e indiscriminato di questo mezzo di trasporto indispensabile se usato correttamente ma profondamente distruttivo se ABusato come vedo fare ogni giorno, da gente che abita in Via Capanna e va a lavorare all’ex-Gil in macchina, o che abita in via dei Garofani e porta la bambina a scuola alla Rodari a cento metri da casa in macchina…o va alla messa al Portone da via dei Gerani in Macchina e la parcheggia sul sagrato….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.