Caro Luca, non facciamo gli sciacalli ma nemmeno i furbi

Caro Luca,
non ho trovato nulla di strano né di vergognoso nell’articolo del Giornale sulle intercettazioni a carico di Carlo Giuliani. Ho invece trovato alquanto parziale il tuo giudizio e – consentimelo – non del tutto in buona fede.
Proverò a spiegarne le ragioni.

La pubblicazione di intercettazioni telefoniche – anche relative a procedimenti archiviati o, al contrario, non ancora conclusi – è la norma nel giornalismo italiano. Lo fa tutti i giorni, ad esempio, Marco Travaglio su Repubblica, che leggo sempre con interesse.
Allora, perché dovrei trovare giusto leggere le intercettazioni di un Dell’Utri o di un Mangano, funzionali a sottolineare la presunta contiguità del Berlusca con ambienti mafiosi, e invece disgustoso leggere le intercettazioni di un Carlo Giuliani che litiga coi genitori, magari per dipingere il ragazzo come un “poco di buono”?

La mia critica al Giornale, semmai, non è nel metodo ma nel merito. Non è la pubblicazione in sé che trovo sbagliata, ma semmai ciò che attraverso le intercettazioni si pretenderebbe di dimostrare: che la vita di Carlo Giuliani, anche prima del G8, era quella di un “poco di buono”. A me non interessa conoscere i particolari dell’esistenza di una persona per poi dimostrare chissà che. Ed è qui che il Giornale sbaglia.

Ma è in malafede anche chi non vuol riconoscere che non già l’intera vita di Carlo, ma ciò che egli fece quel pomeriggio a Genova sono atti di violenza.
Giovedì mattina 20 luglio, su LA7, c’era ospite Heidi Giuliani. Alla domanda del giornalista Luca Telese se suo figlio fosse un violento, rispose: «assolutamente no, anzi!».

Ecco, magari non era geneticamente un violento, e d’altra parte come fai a non credere al giudizio di una madre?
Però mi piacerebbe che qualcuno riconoscesse che Carlo Giuliani quel giorno aveva in mano un estintore, e sicuramente lo avrebbe lanciato, non credo per fare del bene.
Mi piacerebbe sentir dire da qualcuno che Carlo Giuliani non fu la vittima innocente della violenza dello Stato, ma magari un combattente violento rimasto vittima di altra violenza.
Non sarebbe questo un modo più dignitoso di onorare la memoria di Carlo, oltreché la verità?

6 pensieri riguardo “Caro Luca, non facciamo gli sciacalli ma nemmeno i furbi”

  1. Ciao Andrea Scaloni (se ti chiami così),
    è proprio per questo che è necessario un processo pubblico,dove venga ricercata la verità e siano sentite tutte le campane.
    Il processo pubblico serve appunto per accertare se Carlo Giuliani era un violento come dici tu e la polizia si sia legittimamente difesa usando la pistola.
    Potrebbe però emergere che la polizia ha commesso un grave crimine.
    Visto che Carlo secondo te era un violento voi dovreste avere un grande interesse a che venga fatto il processo perchè sia chiaro e dimostrato a tutti quanto fosse violento e quanto la polizia si sia difesa in maniera legittima da un violento.
    Lo stato si è sempre rifiutato in maniera categorica di fare quel processo mentre i parenti di Giuliani hanno sempre combattuto per farlo.
    Come mai?
    Non è che poi vengono dimostrate cose un po’ scomode a te e allo stato?
    Perchè tutto ciò che avevano da dire e dimostrare i parenti di Giuliani in merito alla sua morte il giudice per l’udienza preliminare non lo ha preso in considerazione stabilendo che si trattava di legittima difesa e ha insabbiato così qualsiasi cosa?
    Ciao.
    Martino Papesso.
    Che venga fatto al più presto quel processo.

  2. Caro Martino,
    non ho usato l’aggettivo violento in senso dispregiativo: è indubbio che chi tiene in mano un estintore pronto a lanciarlo sia un violento. Se Carlo Giuliani fosse stato un non-violento avrebbe avuto in mano qualcos’altro (ad es. un manifesto, un bavaglio, un fiore) ma non un estintore.
    Quindi l’atteggiamento violento di quel tipo di manifestanti al G8 di Genova è nei fatti.
    Cosa ben diversa è giustificare il comportamento della Polizia. Su questo, sono d’accordo con te che una commissione parlamentare d’inchiesta (il processo per i fatti della Diaz si è fatto e parziali responsabilità sono emerse) sul G8 di Genova sia necessaria.

  3. A dire il vero sulle questioni relative al G8 di Genova si è pronunciata anche la Corte europea per i diritti dell’uomo ritenendo l’operato della polizia legittima difesa e quindi respingendo il ricorso presentato.

  4. Caro Andrea,
    leggo che sei certo del fatto che colui che tiene in mano un estintore ed è pronto a lanciarlo sia un violento.
    Analizza perchè lo fa.
    Costui ha visto la pistola minacciosamente puntata da tempo e vuole disarmare colui che grida “bastardi comunisti vi ammazzo tutti”.
    Osservo però che non prendi minimamente in considerazione il comportamento di colui che non solo ti punta contro la pistola ma ti spara.
    Su di lui non ti pronunci circa il fatto che sia un violento.
    Anche nei confronti di colui che con la sua jeep sapendo che sei a terra magari moribondo e ti travolge RIPETUTAMENTE nonostante anche le grida di un passante (il quale grida di fare attenzione)non ti pronunci.
    E nei confronti di colui che vedendoti moribondo con il sangue che zampilla ti finisce con colpi di pietra frantumandoti la testa per portare fuori pista il maggior numero di persone possibile perchè se no farebbe tanti di quegli anni di carcere che nemmeno ci immaginiamo ,ti pronunci?
    Dici che i fatti dicono che vi sono certi manifestanti violenti al g8.
    I veri violenti hanno fatto figurare i manifestanti come dei violenti(secondo un piano premeditato e preparato a lungo) per poi sfogare tutta la loro violenza contro di loro appoggiati dal forte consenso popolare che si è creato.
    P.S.
    Non mi piace per niente il comunismo ,comprendete che io non voglio appoggiare una idea politica rispetto ad una altra e per questo scrivo queste cose.

  5. Tra l’altro tenete sempre presente quanto dichiarato in un’intervista al Quotidiano Nazionale il 23 ottobre 2008 Cossiga:

    “Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno […] Gli universitari? Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città…
    Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì”

    http://blog.donatellaporetti.it/?p=322

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