… saranno necessari per farci capire
che l’Iraq è una zona di guerra?
A quante altre giornate di lutto dovremo assistere,
prima di comprendere l’insensatezza della nostra presenza?
Quante altre bugie saranno necessarie,
per convincerci che stiamo facendo una missione di pace?
Citando Bob Dylan:
Yes, ‘n how many deaths will it takes till we know
that too many people have died?
The answer, my friend, is blowin’ in the wind.
The answer is blowin’ in the wind.
VIA DALL’IRAQ SUBITO!
Se le truppe…
SE in Iraq le truppe italiane sono utili, perché aiutano la ricostruzione e lo sviluppo (politico, economico, dei diritti…), allora, per tutto questo, non vale la pena sopportare qualche sacrificio? La domanda è legittima, e secondo me la risposta è SI, vale la pena, se la posta in gioco è tanto importante.
Il punto, però, è sapere SE la missione serve a questo alto e condivisibile scopo. In pochi, su giornali e TV, in tutti questi mesi, si sono prodigati a spiegare cosa fanno i nostri soldati, a tentare di farci capire l’importanza della missione, la sua concreta e quotidiana utilità, nonché il consenso che gli iracheni le riservano. E quindi qualche dubbio legittimamente nasce.
Spero almeno che chi dice "VIA DALL’IRAQ SUBITO!" sappia bene quello che ancora io non ho capito, e cioè che le truppe italiane non aiutano gli iracheni, e, cosa altrettanto importante, si preoccupi che, dopo averlo lasciato, l’Iraq non torni a stare peggio di adesso.
Se…
[quote] SE in Iraq le truppe italiane sono utili, perché aiutano la ricostruzione e lo sviluppo (politico, economico, dei diritti…), allora, per tutto questo, non vale la pena sopportare qualche sacrificio? La domanda è legittima, e secondo me la risposta è SI, vale la pena, se la posta in gioco è tanto importante.[/quote]
Questo "se" non significa nulla per me. In Iraq è chiaro che si sta svolgendo una guerra in cui gli italiani non c’entrano in alcun modo.
Gli americani hanno invaso l’Iraq e, come previsto dai trattati internazionali, essendo delle truppe di occupazione, hanno il DOVERE di garantire l’ordine pubblico e la salute delle popolazioni occupate.
Il problema è cosa facciamo noi italiani: prima ci hanno detto che dovevamo fare una missione di pace per aiutare la ricostruzione e questo ci è sembrato vero fino a quando si è verificata la strage di Nassirya.
In quel momento abbiamo capito che una parte della popolazione ci considera degli invasori alla stregua degli americani e per questo siamo degli obiettivi militari da colpire.
E’ una strana situazione quella in cui noi ci consideriamo delle truppe di pace, mentre una parte della popolazione ci considera delle truppe occupanti. Dunque la prima strage di Nassirya non ci ha insegnato nulla? Certo il nostro governo aveva sempre parlato di missione di pace, tanto che anche i militari ne erano stati convinti al punto da posizionare il nostro Quartier Generale in pieno centro cittadino e senza nessuna protezione (al contrario degli americani che avevano eretto muri di cemento intorno a tutte le loro basi). Risultato 19 morti; ieri altri 3… Qualcuno mi può spiegare perchè questi ragazzi devono continuare a morire?
Tu parli di "qualche sacrifcio"? Beh, ti ricordo che qua si parla di vite umane, di ragazzi che partono per una "missione di pace" e ritornano dentro bare con sopra il tricolore.
Per questo motivo fondamentale, con regole di ingaggio contraddittorie, armi, uomini e mezzi insufficienti (3000 uomini per controllare 1,5 milioni di abitanti, di cui molti in possesso di armi) rischiamo solo di fare da bersagli senza svolgere alcun compito utile.
Tra l’altro il fatto che oggi, in Iraq, le truppe occupanti stiano addestrando delle milizie territorialmente ed etnicamente omogenee (brigata Falluja, brigata Nassirya, ecc…), mi sembra solo il preludio allo scoppio di una guerra civile quando verrà meno il controllo americano.
[quote]Spero almeno che chi dice "VIA DALL’IRAQ SUBITO!" sappia bene quello che ancora io non ho capito, e cioè che le truppe italiane non aiutano gli iracheni, e, cosa altrettanto importante, si preoccupi che, dopo averlo lasciato, l’Iraq non torni a stare peggio di adesso.[/quote]
Il fatto che IO dica VIA DALL’IRAQ SUBITO signifca che l’Italia non ha alcun motivo di rimanere in Iraq e nessun interesse nazionale da difendere. L’Iraq è una zona di guerra e noi non abbiamo partecipato all’occupazione e dunque non abbiamo nessun dovere verso le popolazioni. Chi si è assunto la responsabilità del conflitto deve assumersi in pieno anche quella della pacificazione e, nel caso non vi riesca, deve chidere aiuto all’ONU, che tramite i caschi blu, magari di paesi musulmani, ha le forze e la giurisdizione per intervenire.
[quote] Il punto, però, è sapere SE la missione serve a questo alto e condivisibile scopo. In pochi, su giornali e TV, in tutti questi mesi, si sono prodigati a spiegare cosa fanno i nostri soldati, a tentare di farci capire l’importanza della missione, la sua concreta e quotidiana utilità, nonché il consenso che gli iracheni le riservano. E quindi qualche dubbio legittimamente nasce.[/quote]
Se uno ha voglia di informarsi, di fonti ne trova. Di fatto l’unica funzione che stanno svolgendo oggi gli italiani è l’addestramento del membri del futuro esercito e della futura polizia. Per pattugliare il territorio e di proteggere i civili non abbiamo i mezzi nè la volontà (da dopo la I Nassirya). Per quel che riguarda la ricostruzione, la GPA ha speso, nei vari anni di occpuazione nella provincia di Nassirya, solamente 15 milioni di dollari. Mi sembra una cifra veramente esigua, soprattutto se raffrontata ai diversi milioni di dollari che ci costa giornalmente l’occupazione militare.
Ripeto dunque le mie tesi:
1- L’Iraq è senza dubbio una zona di guerra.
2- La nostra non è una missione di pace, o almeno così la pensano quelli che ci prendono come bersagli.
Si badi bene che non sono quattro estremisti quelli che ci sparano addosso: le milizie sciite di Al Sadr hanno tenuto in scacco per mesi l’esercito americano e hanno attaccato ripetutamente anche gli italiani (ricordo almeno due battaglie sui ponti di Nassirya e un assedio all’edificio della GPA).
Non riesco a capire (ma forse sono troppo stupido) perchè si debba fare da bersagli in un contesto in cui noi agiamo come in uno stato di pace e i nostri nemici come in uno di guerra…
3- L’Italia non ha alcun diritto, dovere o interesse a far permanere i propri soldati in Iraq, quindi non vedo il motivo per cui si debba prolungare ancora la nostra presenza.
4- Ho votato Prodi anche perchè proponeva il ritiro delle truppe italiane dall’Iraq e questi nuovi morti non fanno altro che rafforzare la mia convinzione.