Il palcoscenico del Partito della Libertà a Senigallia mi ricorda quello di Zelig.
Arriva uno, fa il suo numero, si prende i suoi cinque minuti di notorietà, poi torna da dov’è venuto, o perché lo trombano o perché si rende conto lui stesso di non far ridere abbastanza.
Da quando il Sire ha fondato il partito sul predellino della mercedes in piazza San Babila, a salire sul palcoscenico ci provano un po’ tutti. Se va bene, strappano ai vecchi notabili di FI e AN uno strapuntino in qualche comitato direttivo; se va male, un po’ di visibilità non guasta.
Stanno così emergendo le tante anime del PdL, un partito multiforme che fa della democrazia interna la propria bandiera.
Diamo uno sguardo a quel che offre il panorama senigalliese.
- Il PdL ufficiale, di Giulio Fibbi. Ne fanno parte Fibbi e pochi intimi: la scrivania e le sedie del suo ufficio, il cellulare, il computer e la pianta grassa nell’angolo.
- Enrico Rimini & Maurizio Perini, le nuove leve, i leader di “Parole in Libertà”, la corrente giovane del PdL. Quando preparano i comunicati uno scrive e l’altro suggerisce, come Benigni e Troisi in “Non ci resta che piangere”. Confrontata con quel che scrivono loro, la lettera a Savonarola è una poesia di Ungaretti. Sono convinti che il vocabolario e la grammatica della lingua italiana siano pubblicazioni clandestine comuniste.
- L’Area “Liberal”, i cui riferimenti culturali sono il beato Papa Pio IX e la gloriosa tradizione del Repubblicanesimo democratico.
Quindi se siete repubblicani ma anche papalini, repubblichini ma anche partigiani, se vi piace Le Pen ma anche Fidel Castro, Obama ma anche Bush, se siete federalisti ma anche centralisti, di Forza Nuova ma anche di Lotta Continua, socialisti ma anche conservatori, atei ma anche cattolici, maschi ma anche femmine, allora nell’Area “Liberal” vi sentirete a casa vostra. - Claudio Cavallari, decano dei giornalisti senigalliesi, presidente-fondatore (e unico membro) del “Circolo della Libertà”, nonché capo indiscusso (e unico membro) della corrente “Forza Macintosh”.
La musa ispiratrice di Cavallari è Michela Vittoria Brambilla, che gli appare in sogno dettandogli la linea politica. Quando questo succede, di solito Cavallari ha mangiato pesante la sera prima. - Alessandro Cicconi Massi, della corrente militarista “Una Ronda sul Mare”, paladino della sicurezza. Se passa la sua proposta, quest’estate sul lungomare avremo i carri armati al posto dei risciò, alla reception degli alberghi ci saranno sergenti in mimetica e il bar Tatiana diventerà una caserma.
- Barack Obama, l’outsider, prossimo candidato sindaco. Ha già conquistato tanti elettori di centrodestra con lo slogan: “come sindaco, Mangialardi sarà giovane e bello, però io sono anche abbronzato”.
- Al Caffè Centrale c’è il gruppo “Eolo e le storie tese”: Massacesi voce e chitarra, alle tastiere Bittoni, Cameruccio alla batteria e Girolimetti alla tromba, mentre Crivellini ha da tempo intrapreso la carriera solista. Di recente, il gruppo è diventato una corrente del PdL. Nonostante le apparenze, è una corrente pericolosa: occhio a non stare sotto vento se siete all’aperto; al chiuso tenetevi vicini alla finestra.
- Niccolò Rossi & Donatella Berardinelli, del movimento “Salviamo la Striscia di Gaza”, apparentemente filo-palestinese (e quindi automaticamente antisemita, secondo un certo criterio).
- Floriano Schiavoni, soprannominato “La doppietta della Libertà”. Noto cacciatore di cinghiali, s’è fatto fotografare con un magnifico esemplare di quasi due quintali. Sul comodino, di fianco al fucile non tiene la testa del cinghiale ma una foto del ministro Gelmini.
- E per finire, il gruppo più numeroso, quello con la proposta politica più chiara: due coccodrilli e un orangotango, due piccoli serpenti, un’aquila reale, il gatto, il topo, l’elefante… Non manca più nessuno, solo non si vedono i due leocorni…
Mr. R.S. quanto da Lei ostinatamente scritto al commento 50 conferma ancor più quanto esponevo in quello precedente.
Per le fughe successive di diversi amici, nessuno dei quali da tempo più si riferisce a Lei in materia di Islam, mi basta ricordare a braccio una fila di nomi abituali come Gaspa, Gabriele, Daniele, Andrea, Quilly, Paolo, Dario, etc.
Sia lungimirante e cortese se ci riesce!
—–Mr. R.S. quanto da Lei ostinatamente scritto al commento 50 conferma ancor più quanto esponevo in quello precedente.Gianluigi Mazzufferi—–
Ma com’è autoreferenziale lei!
—–Per le fughe successive di diversi amici, nessuno dei quali da tempo più si riferisce a Lei in materia di Islam, mi basta ricordare a braccio una fila di nomi abituali come Gaspa, Gabriele, Daniele, Andrea, Quilly, Paolo, Dario, etc.—-
Come potrà facilmente verificare, non ho mai avuto il piacere di discutere sull’islam (e neanche sull’Islam) con Daniele, Andrea, Quilly e Dario. Gentile ex assessore, se lei compilava i bilanci del suo assessorato come fa con quelli dei suoi amici che “fuggono” da me, allora capisco perché la sua carriera si è interrotta.
—-Sia lungimirante e cortese se ci riesce!—–
Beh, se da un po’ nessun islamologo alle vongole vomita qui le sue deliranti castronerie islamofobe, vuol dire che un pochino lungimirante lo sono stato: in quanto a “cortesia”, non posso certo competere con lei, Egregio Estensore Del “Manuale Dello Scriver Cortese Per Educande”, ma tenterò di fare del mio meglio.