(segue…) In mezz’ora di volo siamo a San Sebastian. L’aeroporto è così vicino al confine francese che per fare il circuito sinistro bisogna contattare l’ATC francese, mentre a destra basta la torre di San Sebastian.
Una volta a terra assicuriamo il SD ai ganci al suolo e lasciamo l’aeroporto con l’autobus verso il centro.
Troviamo sistemazione per la notte poco fuori, ma poi visitiamo la città.
Sapevo che esistesse l’ETA in queste regioni, ma che tutt’oggi, in Europa, i separatisti baschi cerchino l’indipendenza dalla Spagna mi sembra comunque un po’ strano.
Osserviamo le foto dei “martiri” (i separatisti imprigionati) in moltissimi bar e locali pubblici; per tanti questo sentimento di appartenenza è tutt’altra cosa dall’identità spagnola!
Siamo seduti sulla scalinata di una chiesa quando, dopo pochi minuti, ci accorgiamo che dei ragazzi non lontani da noi si alzano e vanno verso la strada. Così come loro altre decine di persone prendono la stessa direzione ed in un lampo formano un corteo. In coda al corteo tutti indossano passamontagna, alcuni scrivono sui muri con delle bombolette spray (“Gora ETA”), altri spingono i cassonetti dell’immondizia fino in mezzo la strada, e versandovi della benzina di colpo li incendiano sul posto.
Tutto in un attimo: prima ancora che ci rendessimo conto di quanto fosse successo il corteo si era dissolto!
Però nel giro di pochi minuti la polizia, in tenuta antisommossa, interviene. Setaccia le strade alla ricerca di qualche manifestante ritardatario, mentre i pompieri cercano di spegnere il fuoco dei cassonetti oramai già carbonizzati.
Il corteo, dissolto, si deve essere riformato altrove, almeno a giudicare dalle sirene della polizia. Dopo poche ore una parte del centro cittadino viene chiuso al traffico; i manifestanti bloccati si sbizzarriscono lanciando fuochi artificiali contro le forze dell’ordine.
Alcuni curiosi osservano, ma la maggior parte della gente sembra essere assolutamente abituata a spettacoli del genere!
Un po’ di “tapas”, qualche “caña”, niente cena anche oggi! Poi, come se la guerriglia dei separatisti con i loro fuochi artificiali e cassonetti carbonizzati non fosse stata sufficiente, la città offre uno spettacolo pirotecnico sulla baia. Migliaia di persone sono accorse per l’evento.
Rimaniamo in zona per un paio di giorni e grazie all’auto ci possiamo muovere con facilità, lungo la costa atlantica.
Vitoria
Decolliamo da San Sebastian per Vitoria. Decidiamo di seguire la costa allontanandoci verso ovest, prima di addentrarci nell’entroterra spagnolo quando l’Atlantico resterà alle nostre spalle.
A Vitoria ci attendono i “Barrondo” una famiglia fuori dal comune; sono amici di Carlo e ci guidano nelle visite turistiche ,ospitandoci per la notte nella loro bellissima casa, fuori città.
Nonostante l’eccezionale ospitalità dei Barrondo dobbiamo lasciare Vitoria: urge continuare il viaggio verso le terre più ad ovest di tutta Europa.
Da Vitoria voliamo a Burgus, poi a Leon. L’auto di supporto a terra si rivela utilissima e cediamo anche alla tentazione di un po’ di formazione auto-aereo. Questo è possibile anche perché nelle pianure al nord della Spagna gli spazi sono grandi, i controllori di volo molto rilassati e le strade secondarie sono tracciate diritte, attraverso enormi campi.
Stabilito il contatto radio con le truppe di terra, passiamo con lo sguardo le varie strade dove potremmo riconoscere la sagoma dell’Espace.
Individuiamo un puntino rosso e scendiamo di quota per meglio identificare il mezzo.
Un passaggio veloce al traverso a pochi metri dal tetto del veicolo in movimento consente l’identificazione positiva. Virata di 270° e ci posizioniamo in coda alle “truppe terrestri”. Rallentiamo ed estraiamo anche i flaps per stabilizzarci al fianco dell’automezzo in corsa.
Sorpassiamo lentamente e ridiamo motore, destinazione Leon!
Un’altra serata a cañas e tapas; poi l’indomani si farà rotta di nuovo verso l’Atlantico. (continua…)
1 Commento
1. Popinga&hellip (1 Marzo 2008, 9:31 pm) :
[…] (segue…) Tra noi e l’atlantico svettano i “Picos De Europa”. Sulla carta dovremmo avere circa 45 minuti di volo, ma la benzina scarseggia e non è possibile rifornire a Leon! Verifichiamo attentamente che autonomia residua dovremmo avere con la benzina rimasta nei serbatoi, 1 ora e 30 minuti stimati… Ciò significa che una volta raggiunta Asturias non abbiamo altra scelta che atterrare; tornare indietro fino a Leon potrebbe voler dire: finire il carburante in finale; e comunque gli altri possibili alternati sono tutti più lontani. […]
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