Un vecchietto piccolo piccolo con le gambe storte, i calzoni sdruciti e un cappellaccio in testa: questo era Bruschin.
Amico di tanti bambini che facevano corona attorno alla carretta, un po’ sgangherata, allora piena di tanti prodotti che facevano gola ai piccoli e ai grandi.
Ma perché lo chiamavano Bruschin?
Perché, nella sua modestia, bruscava tutto quello che gli capitava per mano: le semente, la fava, i ceci, i panetti di granoturco, le castagne che ne dava 10 per 2 soldi, mentre i lupini stavano a bagno con l’acqua salata per ammorbidirli.
Un piccolo supermercato su una piccola carretta, un mini commercio che lo rendeva molto soddisfatto, avendo così guadagnato il modesto pasto giornaliero.
E così contento ritornava a casa per preparare la merce per domani, con un saluto bonario se ne andava felice e contento ciao ciao a tutti.
Lidia Cavalletti
Altro piccolo grande uomo del museo delle cere di mia madre!