Anestesia (quasi) totale

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Non tira una bella aria se, col pretesto di difendere la privacy, si limita la libertà di stampa, si fanno leggi che vietano la pubblicazione di atti pubblici e si mandano in galera i giornalisti che li pubblicano. Se, imbavagliando l’informazione, si mina uno dei pilastri d’una democrazia liberale, l’einaudiano “conoscere per deliberare”.
E soprattutto, non tira una bella aria se tutto questo cade nella (quasi) indifferenza generale, dove non si riescono più a distinguere gli ignoranti, i complici e i rassegnati. Se ciò che in altri Paesi richiederebbe i carri armati, da noi scivola via come acqua fresca.

Di quel che è successo ieri mattina al Caterraduno in piazza Roma, ci sarebbe tanto da dire.
Ho notato la totale assenza dei giornalisti, cioè la categoria direttamente coinvolta. È un po’ come se, per legge, si vietasse il bisturi ai chirurghi e nessuno di loro trovasse da ridire.
Ho visto gli occhi curiosi ma distaccati della gente in piazza, che ci guardava come si guardano i pesci in un acquario.
Ho sentito l’atteggiamento di sufficienza di qualche “contestatore di professione”. Non serve protestare per queste cose generiche, fumose, che non stanno né in cielo né in terra, dicono le anime belle che ne sanno sempre una più di te: bisogna farsi sentire per cose concrete, per le strade, le case, la roba che tocca direttamente le gente. E per farsi sentire tocca urlare più degli altri.

Ma non è questo che m’interessa.
Voglio parlare di noi, quattro gatti in silenzio, con un bavaglio e un cartello al collo, arrampicati sotto il sole tra il Monco e le impalcature del Caterraduno. Voglio parlare di Luciano, Serena, Laura, Roberto, Anna, Andrea, Simone, Elena, Lorenzo. Voglio parlare di Alberto che, a diciannove anni, la domenica mattina avrebbe avuto tante buone ragioni per dormire e invece era lì con noi; di Stefania incinta all’ottavo mese, che di buone ragioni per non stare ore in piedi sotto la canicola ne avrebbe avute anche di più.
Voglio parlare di loro, perché sono la prova vivente che, in questo incredibile Paese, su qualcuno ancora l’anestetico non ha avuto effetto.

120 pensieri riguardo “Anestesia (quasi) totale”

  1. Caro Andrea, la privacy da proteggere non è un “pretesto”, è una neccessità e anche un obbligo in una società che voglia definirsi “civile”. Ma forse finché uno non prova sulla propria pelle le conseguenze della violazione indebita della propria privacy gli è facile gridare al “regime”. Ecco, facciamo un esempio. La magistratura mette sotto intercettazione il telefono di un tizio – indagato per non meglio specificate nefandezze – con cui tu hai dei rapporti di lavoro. Come si fa a volte fra maschietti adulti e vaccinati i cui rapporti di lavoro si spacciano per rapporti d’amicizia, nelle telefonate fra voi due ogni tanto c’è qualcosa che a tua moglie non farebbe piacere sentire. Ebbene, un bel  – si fa per dire:-) – giorno, complice il maresciallo sbobinatore, un passacarte della Procura o chissà chi cavolo d’altro, un giornalista di merda pubblica tutto quanto sopra sul suo giornale altrettanto di merda. E tua moglie chiede il divorzio. Ti piacerebbe? Non credo proprio. E allora, quale alternativa proponi, forse che al posto del Giornalista Paladino Della Libertà…di scrivere cazzate, in galera ci debba andare l’intero manipolo degli intercettatori, sbobinatori e passacarte della Procura, Procuratore Capo compreso, per aver consentito la fuga di notizie assolutamente irrilevanti per la Giustizia, ma rilevantissime per la TUA VITA FAMILIARE ormai rovinata?

  2. Non diciamo puttanate please.
    Basta vietare la pubblicazione dei nomi di persone non attinenti all’inchiesta con degli omissis.
    Basta vietare la pubblicazione delle intercettazioni non attinenti alle indagini.
    Qui in realtà si vieta alle forze di polizia di intercettare tout court……
    Esempio: per i reati di mafia le intercettazioni sono ammesse.
    Ma per arrivare al reato di mafia prima ci sono altri reati come l’estorsione o le minacce, reati per i quali, secondo il parlamentare europeo De Magistris, le intercettazioni non sono ammesse.
    Quindi?
    Esempio, lo scandalo della Clinica lombarda non sarebbe mai stato scoperto senza le intercettazioni.
    Come non accorgersi della volontà di questo governo e soprattutto di questo presidente del consiglio di pararsi il culo…..
    Il cittadino informato è più difficile da addomesticare e quindi è sufficente non informarlo….

  3. Quello che dice Shehi non è poi improbabile, anzi.
    Nei processi penali si pone questo problema, di quando consentire la pubblicità delle notizie e in che misura; questo perchè troppo spesso sono fuoriuscite notizie che non avevano mezza rilevanza penale e relative a persone assolutamente non indagate.
    Da questo punto di vista punire chi pubblica quelle notizie non è giusto, ma sacrosanto.
    Questi problemi si pongono da molto tempo, ben prima di quando questo governo ha pensato di creare questa norma (e anche prima del disegno di legge del governo Prodi in materia).
    Siccome i diritti costituzionali vanno bilanciati tra loro, tutelare il diritto alla riservatezza (che troppo spesso viene violato) mi sembra giusto.
    Quello che dici Quilly, non è corretto: sostieni che sarebbe sufficiente utilizzare degli omissis per coprire i nomi degli indagati; il problema è che dal contesto delle intercettazioni, a volte si capisce benissimo chi siano le persone intercettate, quindi non è sufficiente levare di mezzo il loro nome per tutelarle sufficientemente.
    Per quanto riguarda invece l’uso delle intercettazioni come strumento d’indagine, come hai detto queste restano per i reati più gravi; per gli altri reati a me sembra che se ci si mette ad intercettare in tutta libertà è probabile che tra le tante intercettazioni emergano alcuni reati; il problema è che così facendo, si alimenta un sistema, chiamiamolo inquisitorio, in cui si rischia di essere sempre, e tutti quanti, sotto inchiesta.
    Forse questo provvedimento non è dei migliori possibili, ma qualche lato positivo lo ha; del resto la situazione attuale non andava bene.

  4. Non facciamo il gioco delle tre carte alla Stazione Centrale di Napoli, please!
    Io mi sono pronunciato ESCLUSIVAMENTE sulle lamentele di Andrea al riguardo della galera per i giornalisti che pubblicano quello che non si dovrebbe pubblicare e non ho fatto una valutazione onnicomprensiva della legge in questione. Pertanto, gradirei che i “cacciaputtanate” si limitassero a “classificare” solo quello che ho scritto, non quello che non ho scritto. Grazie. 

  5. Garantisti quando sotto inchiesta ci sono loro, giustizialisti quando sotto inchiesta ci sono i poveri diavoli…..Siamo il Popolo della Libertà facciamo un po’ come cazzo ci pare…
    Depenalizzano il falso in bilancio e istituiscono le Ronde fasciste……una botta al cerchio e una alla botte.
    Tuteliamo i nostri affaracci ma per solleticare i bassi istinti del popolo bue urliamo a gran voce “immigrati a casa loro e stupratori in galera”….i maneggioni e gli affaristi, bancarottisti e corrotti invece al sole caldo di un isola del Pacifico..

  6. Ho scambiato alcune impressioni su questa normativa (che tanto accende gli animi di qualcuno in particolare) con l’Autore di questo post, l’amico Andrea. Capisco che ci sia anche un fatto anagrafico alla base di un infervoramento, di una notevole vis polemica però temo che la lettura della legge sia piuttosto partigiana e basata sul sentito dire piuttosto che su una sostanziale conoscenza della materia.
    Il sottoscritto, che ha dalla sua almeno il vantaggio dell’età e quindi delle cose viste e vissute, non la pensa come “Andrea Travaglio”, ma piuttosto come l’ex deputato comunista ed ex direttore dell’Unità, Peppino Caldarola. Cosa dice Caldarola? Riporto in sintesi, per quel che ho letto e sentito alla radio. Cioè che “il metodo della pesca a strascico”, quello del “buco della serratura” è l’esatto contrario del “metodo Falcone”. Metodo ossequioso delle regole fondamentali del diritto che significava indagini rigorose e lavoro di gruppo.
    Per convincermi che sto prendendo un abbaglio non citerò, come ho fatto con Andrea, il pensiero di Piero Ostellino (che per me è più convincente di quello del giovane collega dello staff di Popinga!), ma ho chiesto a lui, e rinnovo l’istanza ai più attenti lettori, di darmi qualche esempio di come è disciplinata la materia intercettazioni in paesi di democrazia occidentale. Un confronto sarebbe interessante per tutti.

  7. Questa di GianLuigi è già un obiezione più corposa.
    La pesca a strascico la trovo sbagliata, ma qui si vuol mettere i bastoni tra le ruote alla magistratura Gianluigi e alla stampa.
    Io so che negli Stati Uniti e in Germani fanno più intercettazioni di noi e in Germania per esempio il gestore telefonico è obbligato a farle gratuitamente mentre in Italia si fanno pagare…..

  8. Quello che ho scritto nel precedente commento è quello che ha scritto Gianluigi; il concetto è quello della pesca a strascico.
    Quilly se metti commenti come quello al numero 8, in cui spari tante cakkiate solo per alimentare una polemica, penso sia inutile parlare; se invece ci atteniamo al tema e lo approfondiamo forse qualcosa vien fuori.
    Non è la prima volta che leggo post come questo, in cui effettivamente si ripete ciò che si è sentito da qualcuno, Travaglio piuttosto che un altro gironalista, senza il minimo stralcio di approfondimento; si prende per oro colato quanto scritto e a chi cerca di approfondire, magari contestando quei dati perchè sbagliati, si risponde con la solita manfrina, tipo il commento numero 8.
    Spalare merda su tutto, sempre e comunque, non serve a nulla e dimostra, se va bene, una scarsa voglia di approfondimento dei temi che si toccano.

  9. Gabriele, pesca a strascico de che?
    Le intercettazioni non sono mai state à la carte: fino ad oggi s’è potuto intercettare solo con “gravi indizi di reato”. Adesso si cerca di ammetterle solo con “gravi indizi di colpevolezza”, ma se si è ragionevolmente sicuri d’aver trovato il colpevole a che serve intercettare?

  10. —–Io so che negli Stati Uniti e in Germani fanno più intercettazioni di noi…quilly—-

    Si potrebbe gentilmente mettere un link alla fonte di cotanto strabiliante sapere, please?
    P.S. Accetto anche anche “Liberazione”, “Manifesto” o “Pravda” del tempo della buonanima di Breznev:-), purché disponibili in rete (solo che nell’eventuale caso della “Pravda” avrei bisogno di un interprete, visto che non conosco il russo, ma pazienza, mi arrangerò…).

  11. Caro quilly, mi meraviglio di te che dai retta al primo cazzaro televisivo che apre bocca e je dà fiato senza citare le fonti. Bene, prima che io ti cazzi a dovere:-) ti dò un’ultima chance per fare autocritica bolscevica:-) nei confronti del Grande Satana Intercettatore:-): fai una ricerchina su Google con le parole chiave “intercettazioni+telefoniche+usa” e poi magari ne riparliamo con cognizione di causa.

  12. Caro LorenzoMan, il tema del post erano le intercettazioni telefoniche chieste dal PM e AUTORIZZATE DALLA MAGISTRATURA e non quelle messe in atto da Pio Pompa & Co o sbaglio?
    Prova ancora con Google e vedrai che troverai anche le cifre….

  13. Non conosco a fondo la legge, ma vi dico (se vi interessa, sennò non leggete :)) come la penso: credo che chi indaga abbia il diritto/dovere di usare tutti gli strumenti a disposizione, comprese le intercettazioni. Credo che abbiano lo stesso diritto/dovere di mantenere il più assoluto riserbo su ogni forma di indagine. Il cittadino dovrebbe preoccuparsi della buona riuscita delle indagini ed essere informato del fatto che “ad indagine conclusa, tizio è stato accusato del tale reato”. Poi il processo e la condanna o l’assoluzione, a cui darei il medesimo risalto (mediatico).
    A chi ha subito una condanna viene preclusa la carriera politica, come ad un imprenditore viene preclusa una gara d’appalto: non trovo corretto che chi infrange la legge possa permettersi di scriverne.
    La pubblicazione dei testi delle intercettazioni, specialmente prima dell’esito di un processo, o la loro “recitazione” nei talk show sono per i voyeur della carta stampata. Peronalmente non mi interessano, mi interessa il fine: rendere innocuo un delinquente. Forse chiedo troppo…

  14. Chiedo scusa per gli errori (ci sono, fidatevi) e preciso che parlo di intercettazioni consentite su indizi di reato.

  15. —-Chiedo scusa per gli errori (ci sono, fidatevi)….LorenzoMan—–

    Beh, se ti riferisci a quel “peronalmente”, più che di errore io parlerei di lapsus freudiano:-)

  16. —–Il link l ‘ho trovato ma non me lo inserisce…..quilly—–
    A fare copia-incolla dell’indirizzo http dalla barra di controllo in alto, no, eh…… Ho detto io che a  ‘sto punto la CIA ci aveva messo lo zampino sul tuo PC…:-)

  17. A scanso di equivoci (mi è venuta in mente una celebre battuta di Berlusconi su Bossi a proposito del “peronismo”), nel mio commento 18 non mi riferivo certo alla famosa marca di birra, bensì a una certa corrente politica sudamericana non molto liberale e garantista.

  18. Se riesci mettilo, sennò prova a riscriverlo. Ma al di là dei dati, fornite una vostra idea “peronale” su come vorreste fossero gestite in Italia le indagini.

  19. Sempre con la speranza di dare concretezza al dibattito visto che una delle preoccupazioni è rivolta alla libertà di stampa mi limito a fare questa richiesta.
    Chi può far uscire i testi delle intercettazioni, quelli che non andrebbero pubblicati, coperti da segreto istruttorio, etc. se non i magistrati e qualche loro stretto collaboratore?
    Saranno puniti? Purtroppo è il caso di ricordare che anche in questo caso sono i magistrati che giudicano i loro colleghi. Anche loro sono uomini come gli altri. Non anticipo nulla, vorrei solo ricordare come sono finite le richieste di danni per diffamazione quando erano a favore di magistrati, esempio Caselli, e come invece quelle a favore di “cristiani” qualsiasi?

  20. INTERCETTAZIONI ALL’AMERIKANA
    Copincollo dal sito: http://www.privacy.it/foschi20010528.html ,( anche se i dati sono un po’ vecchiotti non credo che in questi ultimi 10 anni il trend sia di molto cambiato).
    Intercettazioni telefoniche, una “moda” italiana

    di
    Filippo Foschi
     

    Un piccolissimo “picco” due anni fa (in tutto, 1.350 autorizzazioni) poi il ritorno ai numeri registrati, più o meno, nel ’96 e nel ’97. Con sole 1.190 intercettazioni autorizzate dalle Corti di giustizia statali e federali degli Stati Uniti nel corso del 2000, il bilancio americano delle registrazioni a fini di prova conferma inequivocabilmente come oltreoceano le intercettazioni non siano di moda. A differenza di quanto accade in Italia.Come spiega l’ultimo rapporto annuale dell’ufficio amministrativo centrale delle Corti Usa, il numero complessivo delle intercettazioni – siano esse via cavo, orali o elettroniche – disposte l’anno passato da magistrati americani è calato di 150 unità. Inferiori di numero, ma più “efficaci”, come dimostrano i 3.411 arresti conseguenza diretta delle intercettazioni, seguiti da una percentuale maggiore di condanne rispetto al ’99, quando gli arresti erano stati 4.372.
    Da sempre, la classifica dei motivi che portano i giudici ad autorizzare l’ascolto vede in testa violazioni delle leggi antiracket e antidroga (nel 75% dei casi), seguite dagli omicidi e dal gioco d’azzardo. In coda, nel Duemila come negli anni precedenti, rapine e furti con scasso, incendi e traffico di esplosivi, estorsioni. Tra i più disponibili a permettere le intercettazioni sono risultati i giudici statali (711), con una particolare concentrazione a New York (349) e negli Stati della California e del New Jersey (rispettivamente 88 e 45). Infine, l’intercettazione più comune, informa sempre il rapporto, è risultata quella telefonica (cordless, cellulare, fisso), utilizzata nell’81% dei casi (927 autorizzazioni).
    I dati Usa colpiscono per la sproporzione con il totale della popolazione – poco più di mille autorizzazioni a fronte di oltre 260 milioni di abitanti – ma, nel caso delle intercettazioni, anche per la distanza con le statistiche italiane, dove peraltro mancano dati aggiornati. L’ultimo dato disponibile (e ufficiale) risale al 1996, quando i decreti di intercettazione disposti dalle Corti italiane erano 44.176 (23.637 in più rispetto al ’95). Il dato indica un netto trend di crescita, cui mancano, però, conferme successive…

    (Ndr: ripreso da Il Sole-24 Ore di lunedì 28 Maggio 2001)

  21. Mi pare che nessuno abbia citato (o sottolineato a dovere) il fatto che, per quanto ne so io, la nuova legge impedisce la pubblicazione di tutti gli atti dell’ indagine (anche quelli *pubblici*, cioe` accessibili agli avvocati difensori) fino all’ inizio del dibattimento processuale. Quindi qui si parla di intercettazioni legali e pubbliche, che pero` non possono essere pubblicate: un concetto quantomeno bizzarro. Correggetemi se sbaglio.

  22. fonte medialaw, comparazioni ed approfondimenti in materia di normativa italiana sulle intercettazioni: http://www.medialaw.it/gli-speciali-di-medialaw/il-ddl-alfano-sulle-intercettazioni-panoramica-e-approfondimenti.html

    sul blog esseremagistrati, mese di febbraio, alcuni dibattiti sulle intercettazioni: http://esseremagistrati.blogspot.com/2009_02_01_archive.html

    commento sulla limitazione delle intercettazioni, dalla stampa inglese:http://italiadallestero.info/archives/2421

    Nessuno dei link sopra mi sembra particolarmente incline ad apprezzare il ddl alfano, perchè ritengono non solo che non  serva a migliorare la normativa vigente a tutela del segreto d’ufficio e della privacy, ma anche che renda di fatto totalmente inutilizzabili le intercettazioni. Inoltre, il ddl travalica la difesa della privacy (ed il diritto di querela, se ci si ritiene ingiustamente diffamati) e si porta su posizioni anticostituzionali (vs art. 21) perchè limita il diritto di stampa e di opinione. Come faceva notare Lorenzo, ora non si potranno più pubblicare (nè riportare o commentare) atti “pubblici”. E allora cosa significa pubblico? Mah…
    Non sono un giurista, quindi probabilmente sbaglio. Ma cerco di informarmi anche se tra le varie fonti, per inclinazione personale, preferisco dare più credito ad uno come Travaglio (all’estero premiato come miglior giornalista) piuttosto che ad uno come Alfano (che ha già violato la costituzione una volta, rendendo 4 persone più uguali degli altri davanti alla legge).
    Inoltre, a livello squisitamente soggettivo, in rif al punto 2: se la moglie di tizio scoprisse, leggendo la pubblicazione di un’intercettazione, aspetti del marito per lei talmente insopportabili da chiedere il divorzio, chi sarebbe il vero responsabile del fallimento del matrimonio? Il magistrato, il giornalista, o il marito?

  23. Si dice che in ITALIA si fanno 100 mila intercettazioni all’anno, mentre in FRANCIA 20.000, in GRAN BRETAGNA 5.500, in OLANDA 3.700, in SVIZZERA 2.300, in USA 1.705, quindi non c’e’ proporzione con il numero di abitanti.
    100.000 e’ il numero dei decreti con i quali i gip autorizzano le intercettazioni chieste dai pm. Tuttavia esso non equivale al numero delle persone sottoposte ad intercettazione, ma comprende il numero dei rinnovi (ogni decreto va rinnovato ogni 15-20 giorni, ove l’indagine prosegua) e cresce per il fatto che i decreti sono uno per ciascuna delle utenze relative alla stessa persona.
    Sui dati esteri – anche ove fossero corretti – si nota anche negli altri Paesi il numero di intercettazioni non e’ funzione della popolazione (ad es la Svizzera ha 7,5 milioni di abitanti, gli USA 250 milioni) e che pochi Paesi occidentali hanno una criminalita’ mafiosa sviluppata come l’Italia.
    Inoltre va considerato che questo e’ il dato relativo alle intercettazioni disposte dalla magistratura, ma in molti Paesi esteri ci sono altri soggetti pubblici che possono disporle in un numero che resta sconosciuto.
    In Gran Bretagna le piu’ varie autorita’ impostano operazioni di ascolto delle conversazioni su circa 1000 persone ogni giorno (quindi ben 360.000 intercettazioni all’anno, piu’ del triplo che in Italia).
    Negli USA alla fine del 2006 l’FBI ha compilato un rapporto da cui emerge che i suoi uffici hanno intercettato oltre 27 milioni di conversazioni (in verita’ ‘sessioni di ascolto’) fra utenze di sospetti terroristi. Va considerato che l’agenzia di intelligence USA aveva ottenuto solo 2176 autorizzazioni dal giudice nello stesso anno, dato, quest’ultimo, che fa a pugni sia con il numero di conversazioni ascoltate, sia con il numero totale di 1.700 intercettazioni attribuite agli USA da alcuni giornali italiani (forse hanno dimenticato qualche zero).
    Inoltre c’e’ il programma di ascolto di Bush per gli Americani che hanno rapporti con l’estero, con lista di controllati top secret trattandosi di sicurezza nazionale, e ci sono stati vari abusi della CIA.

    In alcuni Paesi puo’ disporre intercettazioni anche l’autorita’ della Borsa, e di tutte queste indagini raramente resta traccia o comunque non ne vengono diffusi i dati numerici complessivi.
    Inoltre andrebbe confrontata anche la durata di un decreto di intercettazione negli altri Paesi (ad es, laddove un solo decreto durasse per l’intera indagine, mentre in Italia va rinnovato in media ogni due settimane, su 10 mesi di indagini avremmo in Italia 20 volte il numero di decreti di intercettazione che all’estero, e cosi’ lievitando).

  24. Non penso che questa sinistra possa dar lezioni di alcun tipo: di fatto in parlamento è impegnata a contare quante minorenni si ciula il Silvio…

    Discorso intercettazioni: il DL è complesso e come al solito – come già successo anche per quello sulla scuola – la sinistra è brava a semplificare e generalizzare.

    Parlate con i vostri politici e ditegli che invece di occuparsi della vita privata di Berlusconi, ci sono argomenti più importanti da seguire. L’unica cosa che sa far bene – la sinistra – è NON fare politica! Che ritorni a farla: ne avremo da guadagnare tutti, compreso il DL sulle intercettazioni.

    Conclusioni: l’argomento intercettazioni è delicato, ma gli inquirenti e gionalisti se ne fregano della privacy delle persone. QUindi: io non cambierei niente, solo che manderei in galera chi “passa” e chi pubblica. Questo non centra niente col diritto di cronaca…

  25. —…..a livello squisitamente soggettivo, in rif al punto 2: se la moglie di tizio scoprisse, leggendo la pubblicazione di un’intercettazione, aspetti del marito per lei talmente insopportabili da chiedere il divorzio, chi sarebbe il vero responsabile del fallimento del matrimonio? Il magistrato, il giornalista, o il marito? Serola——

    La risposta è lapalissiana per chi confida nella saggezza popolare italica – a cui mi appello indegnamente dal basso del mio gommone:-) – che così recita per l’occasione “Occhio non vede cuore non duole” e “Fra moglie e marito non mettere il dito”.

  26. —….la nuova legge impedisce la pubblicazione di tutti gli atti dell’ indagine (anche quelli *pubblici*, cioe` accessibili agli avvocati difensori) fino all’ inizio del dibattimento processuale. Quindi qui si parla di intercettazioni legali e pubbliche, che pero` non possono essere pubblicate: un concetto quantomeno bizzarro. Correggetemi se sbaglio. Lorenzo Franceschini——

    Sicuramente sbagli a definire “pubblici” atti LEGALMENTE accessibili – come tu stesso ammetti – ai soli avvocati difensori, i quali non sono un “pubblico” ma una parte in causa. Ma non ti preoccupare, fratello, errare humanum est…

  27. Caro “kit carson”,  concordo in tutto col tuo commento n.31.  Tranne che per un particolare, quando tu scrivi “manderei in galera chi “passa” e chi pubblica”. Guarda che la galera per chi “passa” c’era già anche prima e si chiamava – mi pare, che non sono un leguleio – “violazione di segreto d’ufficio” o qualcosa di simile. Il problema era che non s’è mai potuto beccare il “passator cortese”, perché solo il giornalista che aveva usufruito dei suoi squallidi servizi lo poteva indicare e questo non è mai successo, per ovvii motivi. Ecco perché la minaccia della galera per il giornalista sembra essere l’unico rimedio per stroncare l’infame andazzo.

  28. Si, era già previsto prima ma mi sembra fosse punito in modo ridicolo e alla fine dei giochi non lo era.
    Noto con piacere che in molti dei commenti vedo termini di stretta derivazione processuale; indagini preliminari, dibattimento, ecc.
    Siccome le questioni sono abbastanza complesse anche per i processualpenalisti, starei attento ai giudizi affrettati.
    Per me impedire la pubblicazione di un atto se si è in fase di indagine (quella che sta prima del dibattimento) è giusto, anzi giustissimo; questo perchè da un’indagine non necessariamente deriva un rinvio a giudizio, ma potrebbe arrivare una richiesta di archiviazione (come nel caso dei voli di Stato di Berlusconi, in cui i p.m. hanno chiesto appunto l’archiviazione, ma intanto la gogna mediatica ha fatto il suo dovere, grazie anche a chi non vede l’ora di sputare un po’ di veleno, sempre e comunque).
    Per quanto riguarda il caso eventuale della moglie e del marito, ti pare normale che ci si possa ingerire nella vita personale dei cittadini (cosa c’è di più personale di un matrimonio?) fino a tal punto?
    Rispondo al commento di Andrea (n 10): quello che dici può essere perfettamente ribaltato al contrario: se non si ha una certezza sufficiente e si intercetta per avere quella certezza, si rischia di andare a cercare i reati col lanternino, tanto prima o poi qualcuno salta fuori; di certo un simile sistema non è affatto garantista.
    Poi bisogna ricordare che questi termini (evidenti indizi, gravi indizi) sono le famose clausole elastiche, di cui va (o andrebbe) fatto un buon uso da parte dei giudici; se va a finire che ne abusano è inevitabile intervenire per cercare di stringere i margini di manovra eccessivi che alcuni magistrati si sono presi.
    Chiudo dicendo, con una nota più generale, che in Italia, per quanto ho capito io, se i processi durano una vita, la colpa è in parte del legislatore che non mette mano ad una riforma seria ed organica, ma la parte maggiore di colpa è dei giudici, degli avvocati (e dei cittadini nel processo civile), perchè alimentano questo sistema dai tempi infiniti; quindi iniziamo a prendercela coi diretti responsabili.

  29. Passi per Ritvan, che di gomma ha già il gommone. Lascio perdere pure Kit Cazzon, che purtroppo non ci arriva e non per colpa sua.
    Ma discutere con te, Gabriele, è come sbattere contro un muro di gomma. Lascio perdere e vado al mare.

  30. —-Lascio perdere e vado al mare. Andrea Scaloni—-

    In questo caso ti serve il mio gommone o ne hai già uno tuo?:-)

  31. Dal basso del mio gommone – e in attesa che il buon Andrea si decida a chiedermelo in affitto per le sue meritate vacanze al mare:-) – concordo col commento 35 di Gabriele.

  32. Andrea per caso giochi a beach al mare? Volendo possiamo organizzare una partita… hai visto mai che almeno così ci capiamo?

  33. Il mio amico Andrea, che ha scritto il post, ha un comportamento tipico di fronte alle obiezioni: quello di “andare al mare”. Invece potrebbe affrontare al meglio, con i talenti che ha, l’argomento da lui stesso sollevato.
    Cerco di spiegarmi ed insisto: un giovane intelligente e brillante come lui, che conosce, parla e scrive diverse lingue, quale difficoltà troverebbe nello svolgere una seria e documentata ricerca in materia, da pubblicare poi su Popinga? Ad esempio potrebbe indagare non solo sul web, come già gli hanno suggerito, ma con una richiesta d’informazioni presso le rappresentanze diplomatiche per accertare quanto prescrive in materia l’ordinamento di tre o quattro dei più avanzati ordinamenti giudiziari? Basterebbero solo alcune delle più grandi democrazie occidentali. Diciamo l’Inghilterra, la Francia, gli USA, magari anche la Spagna o la Finlandia e con quest’ultima si troverebbe quasi di casa per il suo lavoro!
    Che poi in un altro commento ci illumini sui meriti di “Travaglio (all’estero premiato come miglior giornalista)”, a me sembra indicazione piuttosto generica circa il luogo ed il tipo di premio. Anzi non mi è difficile dire che i suoi pareri sono in genere piuttosto forcaioli, almeno quelli che ho letto.
    Come contraltare vorrei citare Piero Ostellino che all’estero non so se sia stato premiato, ma che fuori dei confini nazionali è vissuto a lungo ed a ha lavorato. Ostellino, intervistato da Paolo Colonnello sull’argomento intercettazioni (vedi La Stampa del 13 scorso ) mi è parso di grande equilibrio e quindi lo considero maggiormente affidabile del più giovane e schierato collega.
    Ostellino, editorialista ed anche ex direttore del Corriere della Sera ha detto:“..se c’è una legge che limita queste esagerazioni, questi spifferi usciti dalle procure per anticipare le sentenze e linciare gli indagati, ben venga”. Poi ha aggiunto:” Questa brutta abitudine di fare i processi sui giornali doveva finire perché il risultato è che si è finito di fare del linciaggio, prima che i tribunali emettessero delle sentenze”.

  34. Gianluigi, lasciamo perdere Travaglio, la Finlandia, la Bielorussia, l’Estonia e tutte le repubbliche baltiche.
    La ricerca l’ho fatta e ho pubblicato il link al DDL approvato dalla Camera dei Deputati. Ognuno può leggerlo e farsi un opinione.

  35. Dalla immediata e piccata non risposta di Andrea ho l’impressione di aver toccato i tasti giusti per far crescere il dibattito.
    Altrimenti ragionando come lui d’ora in poi basterebbe leggere, e studiare con attenzione, soltanto quanto appare su questo link, cioè: La Gazzetta Ufficiale!

  36. Concordo con i commenti 40 e 42 di Gianluigi (così magari la smette un giorno di dire che mi ha mandato qui sul gommone la famigerata Sigurimi per rompergli le scatole:-) ).

  37. Dopo aver lisciato per bene il pelo a GM:-), in modo tale da impedirgli di tirar fuori – spero – il suo vecchio pallino del “fuori tema” nei miei confronti:-) segnalo questa interessante risposta del mio “idolo” Sergio Romano sul Corsera di oggi a proposito di un tema affine, ovvero la separazione delle carriere dei magistrati: http://www.corriere.it/romano/

  38. Visto che Andrea potrebbe già essere “andato al mare” parleremo un’altra volta, in un’altra occasione, della pur indispensabile riforma della separazione delle carriere qui sopra citata dal nostro affezionato commentatore.
    Per tornare a bomba, scrivendo degli altri paesi, gli USA ad esempio, mi è sembrato che ci sia stata una certa confusione tra i dati relativi alle intercettazioni con finalità collegate alle indagini giudiziarie e quelle relative alla sicurezza nazionale. Una cosa sono gli attacchi dei terroristi, un’altra le accuse dei procuratori!
    Altro aspetto mi è sembrato quello della durata che si limiterà a sessanta giorni e che ha fatto gridare allo scandalo. Non ho mai sentito nessuno gridare allo scandalo, eppure la legge già limita la durata delle indagini, per i tanti casi aperti a  rotazione e di fatto mai chiusi. O di cui mai si è saputa la conclusione.  Ad esempio ci dica Andrea se quel famoso procuratore di Torino, che mi sembra si chiami Guariniello, quanti imbroglioni e truffatori  ha messo a tutt’oggi nel sacco.

  39. Quando i sinistrorsi come te – caro il mio Scaloni – si vedono contraddetti, scatta l’offesa: io caro mio ci arrivo e pure bene… il mito dell’intelletualismo di sinistra è morto e sepolto: la sinistra in Italia da ancora la caccia ai fantasmi e parla di lotta di classe…

    Sta di fatto che non vi vota quasi più nessuno…

    A proposito, visto che di intellettuali come te ce n’è bisogno: perchè non ti candidi alle prossime amministrative?

  40. Questo modo di trattare gli argomenti è sbagliato; si lancia la provocazione e poi non si è disposti a discutere e a parlare con chi, magari partendo dai dati alla mano, contesta quelle tesi.
    Se si vuole fare la solita polemica ok, ma a me non interessa fare discussioni da bar.

  41. Caro il mio Kit Cazzon, mi piacerebbe sapere a chi ti riferisci quando parli di “sinistrorsi”. L’unica roba seria che hai detto è che la sinistra non la vota quasi più nessuno. E fanno bene, aggiungo io.
    Il resto è la solita quintalata di puttanate che spargi a piene mani.
    Non so se di “intellettuali” come me ce n’è bisogno. So per certo che se l’Italia è a questo punto di vergogna, il merito è degli “intellettuali” come te.

  42. Ecco, bravo Gabriele.
    I “dati alla mano” sono il testo dell DDL intercettazioni, allegato all’articolo. Le “discussioni da bar” sono tutto il resto, compresi i tuoi interventi.
    Per quel che mi riguarda, fine delle trasmissioni.

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