L’altro risorgimento, ovvero l’11 settembre della Chiesa, raccontato da Lucio Martino.
Finalmente cominciano a riemergere quei fatti, quei dati, quei nomi, quelle notizie che l’agiografia risorgimentale aveva accuratamente omesso, se non del tutto cancellato.
Un bravo giornalista marchigiano, un amico di tempi lontani, Lucio Martino, ha scritto di recente su questo argomento. E’ stato dato alle stampe un bel volume di 160 pagg. con allegata anche una eccellente riproduzione della carta che raffigura il “piano” della battaglia di Castelfidardo – e della “presa di Ancona” – del settembre 1860. Il lavoro è uscito nel giugno 2010 per i tipi delle edizioni Eidon, collana “Terra”; costa 19 euro.
Il sottotitolo rende subito e bene l’idea di cosa troveremo poi scritto: “Intrighi, brogli e crimini per l’annessione di Umbria e Marche”. Si, perché questa non è la storia che conosciamo tutti, quella delle scuole medie, la versione ufficiale tramandata dai vincitori, ma lo sforzo per capire e raccontare come “la vittoria del re Regno Sardo” non sia stata in tutto e per tutto un “valoroso fatto d’arme”.
La rigorosa documentazione di questo libro ci aiuta a comprendere come possano esserci state tante lacune nella storia che fino ad oggi abbiamo ripetutamente conosciuto. Dapprima la sproporzione numerica essendo i soldati di Cialdini oltre 70 mila, mentre i pontifici, un’accozzaglia impreparata di cadetti e seminaristi, non raggiungevano nemmeno 10 mila unità. Una guerra “sporca”, con la prima battaglia combattuta quando ancora non era stata consegnata la dichiarazione di guerra. Una guerra con la presenza di agenti provocatori e di infiltrati, fino alla plausibile ipotesi che il generale Pimodan, comandante delle truppe papaline morto in battaglia, sia stato colpito alla schiena. Centrato non da “fuoco amico”, bensì da un “agente segreto”, che fu poi adeguatamente ricompensato.
Cosi anche per la battaglia di Ancona in cui furono impiegati i micidiali “cannoni rigati”. Queste nuove armi avevano una gittata di oltre due chilometri, mentre la città era difesa da vetuste bocche da fuoco, non solo in esiguo numero (ben 400 erano i cannoni dell’ammiraglio Persano, giunto con una flotta di 12 navi), ma le armi di difesa erano anche piuttosto ridicole raggiungendo una gittata di soli 250 metri.
Se Lucio Martino scrive che vengono nascosti i misfatti, anche e più palesi violazioni dei trattati internazionali, da parte del “re galantuomo” lo fa in quanto è stato in grado di documentare puntualmente i misfatti di quell’esercito. Pensare che noi abbiamo sempre creduto che fosse invece ad fulgido esempio di gloria militare, un modello di condotta esemplare per i “fratelli italiani”.
Leggere il libro, questo è il primo passo. Prima o dopo sarà piacevole anche ascoltare il dibattito della serata di presentazione ( 24 febbraio 2011 ) a Palazzo Mastai.
Grazie quindi a Lucio Martino per la sua ricerca storica, con deciso taglio giornalistico, stile questo che ha fatto delle pagine di questo libro una lettura senz’altro più accattivante.
Un grazie anche a Sergio Fraboni che ha introdotto la serata svolgendo un inquadramento storico, ed infine al presidente del “Circolo di Iniziativa Culturale” Franco Porcelli che ha reso materialmente possibile l’incontro.
Come spesso capita anche stavolta offriamo ai nostri lettori la possibilità di riascoltare tutto, agevolmente con il podcast che si scarica qui.
Caro Gianluigi, ho apprezzato molto il preciso resoconto della serata e gli interventi registrati tant’è che li ho pubblicati sulla mia pagina di Facebook. Complimenti e grazie.
Lucio
Caro Archimandrita, è uscito in questi giorni “Gli Irlandesi contro i Savoia . The Irish against the Savoys”, mio libro in due lingue sulla storia del Battaglione di San Patrizio che difese Pio IX: lo vogliamo presentare a Senigallia? Intanto auguroni di buone feste.
P.s. ovviamente al primo incontro ti farò dono del libro che verrà distribuito anche in Irlanda