Siamo alla follia? Se non alla follia, un esperto del settore vedrebbe di certo larghe note di patologia. Sì, queste trasudano dagli interventi che abbiamo tutti i giorni sotto i nostri occhi. Da mesi si parla e si “straparla”; passino le chiacchiere, anche se fatte spesso vicino ad orecchi indiscreti. Noi però ci riferiamo a scritti, non a qualche sospiro “dal sen sfuggito”. Il tutto è accaduto prima e dopo lo svolgimento del concorso per il primariato di chirurgia del nosocomio senigalliese.
Questo nostro commento sul web omette per precisa scelta una qualsiasi analisi sugli interventi ad opera dei politici, apparsi sui media prima e durante lo svolgimento del concorso. Chiunque li abbia scorsi, e ne conservi memoria, sa quanto materiale sarebbe da censurare. In breve, che queste uscite siano state riprovevoli (per usare un unico aggettivo, ma uno solo!) è opinione dei più, e non solo tra gli addetti ai lavori.
A concorso concluso e vincitore proclamato, il dott. Angelo Cavicchi, abbiamo letto una inqualificabile missiva a firma del dott. Mauro Bavosi. Anche qui per la gravità dei contenuti c’è solo da sperare che chi di dovere non ometta di prendere i provvedimenti del caso. E’ di ieri poi la presa di posizione di cinque medici, l’intera équipe della chirurgia. Costoro, invece che rimboccarsi le maniche ed attendere come di dovere l’arrivo del nuovo primario, hanno pensato di accoglierlo con un vero e proprio “fuoco di sbarramento”.
Noi crediamo che un chirurgo, un uomo con la formazione e con l’esperienza del vincitore di questo concorso, non si lasci intimidire dagli ultimi botti di capodanno. Invece crediamo che i pazienti, quindi tutti i cittadini di Senigallia e dell’intero bacino ospedaliero, siano davvero intimoriti per questo clima di scontro, di sfiducia, d’arroganza. E noi lo siamo con loro.
Sabato scorso, la mattina, nella sala d’aspetto dell’ambulatorio oncologico, c’era, come sempre, molta gente. Una signora raccontava così, ad alta voce, il suo caso:
Si, adesso la diagnosi è certa, dovrei operarmi. Ho deciso però di ricoverarmi a Jesi. Non perché non abbia fiducia dei chirurghi che già conosco, ma solo perché, essendo stata di persona in ospedale, li ho sentiti litigare. Sa, meglio un luogo tranquillo, un personale sereno e premuroso, piuttosto che un ambiente come questo. Qui la tensione è alle stelle!
La grancassa ha cominciato a suonare anche prima della nomina, e ora tutti (sindacati, medici, politici) si stracciano le vesti per la nomina di Cavicchi al posto di Bavosi.
È chiaro: il posto di primario doveva essere di Bavosi, a prescindere. Qualunque altra scelta sarebbe stata accolta allo stesso modo.
Ma chi mi garantisce che, in quel caso, i criteri di trasparenza sarebbero stati rispettati?
Se si voleva Bavosi a furor di popolo, era inutile fare la selezione. Se si fa la selezione, secondo certi criteri, possono anche saltar fuori le sorprese.
Più che altro, mi dispiace per Cavicchi, che troverà ad accoglierlo non un reparto ma un nido di vipere.