Ho coinvolto altri due amici in una vacanza low-cost, dopo una proposta lanciata per scherzo in pizzeria; un amico comune, per lavoro, avrebbe trascorso la fine di agosto in Lituania, nella capitale Vilnius, e quindi ci invitava a raggiungerlo là. In realtà abbiamo poi deciso di visitare gli altri due paesi Baltici, e in particolare Lettonia ed Estonia, per motivi essenzialmente logistici, dal 27 agosto al 4 settembre. Il periodo complessivo di soggiorno è stato di nove giorni, dei quali due di trasferimento andata da e ritorno a Bologna, uno di trasferimento interno tra i due paesi e gli altri tre per una visita completa.
La capitale della Lettonia, Riga, e dell’Estonia, Tallinn, sono state le mete effettive del nostro viaggio, tre giorni completi per paese; in effetti, grazie al bel tempo che ci ha assistito quasi sempre, siamo riusciti a vedere molto di quello che Riga ha da offrire, il magnifico centro medievale di Tallinn, e abbiamo compiuto alcune escursioni giornaliere sul baltico.
Questi paesi sono entrati nella Comunità Europea (dall’Italia basta la carta di identità per l’ingresso), ma non hanno ancora adottato la monetà comunitaria, quindi siamo diventati espertissimi nei calcoli e nelle conversioni a mente, anche tra una valuta e l’altra; in particolare, in Lettonia c’è il Lats (pl. Lati; 1 Lats = 1,4 €, abbreviato in LTS), mentre la Corona Estone in Estonia (15 Corone Estoni = 1 €, abbreviato in EEK). Per l’alloggio la scelta è caduta su ostelli che abbiamo precedentemente contattato via Internet, e scelto per locazione e convenienza economica. Riga, la città che è stato il nostro punto di arrivo e partenza, stupisce per la maniera in cui appare se la giornata è tetra e piovosa, o solare e luminosa: questa città può cambiare il suo volto a seconda di queste circostanze.
Casa delle Teste Nere e, a destra, una via della Città Vecchia di Riga
Per due giorni abbiamo percorso le strade della città vecchia (Vecriga), visitando ogni angolo, chiesa, monumento e anche qualche museo, tra i quali ad esempio il Museo dell’Occupazione, che racconta con semplicità e drammaticità i periodi storici che hanno visto i popoli baltici dominati dai russi, dai tedeschi e dai russi ancora, fino a ieri. La dominazione sovietica è il motivo principale per cui al giorno d’oggi i russi sono considerati cittadini di serie B e trattati a parte rispetto alla popolazione nativa. Altri musei interessanti sono quelli nella chiesa di S. Pietro, luterana, in cui sono raccolti numerosi dipinti e oggetti commissionati dalle corporazioni che nei tempi antichi – fin dal medioevo – erano le istituzioni più forti nella città, e quello nella Casa delle Teste Nere, che, sede di una delle gilde, è stata recentemente ricostruita dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Un braccio della Daugava, il fiume di Riga, e, a destra, Jurmala, la spiaggia di Riga sul Baltico
Una delle cose che mi hanno colpito maggiormente è il fatto che sono presenti chiese cattoliche, luterane e ortodosse, segni lasciati da tutti quelli che sono passati di qua un tempo.
Dopo due giorni a Riga, non si poteva provare il brivido di un viaggio con le ferrovie lettoni, fino a Jùrmala, la prima di questa serie di cittadine che si affacciano sul Baltico e costituiscono la spiaggia di Riga. Ovunque, difficilmente si potrà trovare un personale più scorbutico e indisponente di quello agli sportelli degli uffici turistici lettoni.
A Tallinn, in Estonia, ci ha accolto invece con un tempo grigio e un clima molto umido; un’atmosfera generale molto più finlandese, rispetto a quella Lettone. Nonostante questo, anche qui abbiamo dato il nostro meglio e per prima cosa ci siamo dedicati all’esplorazione della città vecchia, distribuita tra la collina di Toompea (sulla quale risiede la grande Chiesa Ortodossa di Aleksander Nevskij), e la parte pianeggiante sottostante. Le guglie rosse delle torri che si snodano lungo le mura sono scintillanti nelle giornate di sole, e ammirate dall’alto del campanile della Olafkirke (Oleviste in estone), la Chiesa della Gilda di Olaf, sembrano proprio circoscrivere e isolare la città dalla modernità circostante, dai palazzi d’acciaio e vetro e dalle strade lastricate d’asfalto. Comunque, anche valutando i prezzi e i negozi, non c’è niente di più economico rispetto a quello che è il nostro standard, e tutto sembra organizzato in questa città (che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità, così come le parti più antiche di Riga e Vilnius) in funzione dei turisti; molto diversa è infatti l’aspetto dell’abitato nella periferia, dove, durante le nostre peregrinazioni, ci siamo imbattuti in un mercatino locale molto caratteristico.
A sinistra, panoramica della Città Vecchia di Tallinn. A destra, cattedrale ortodossa a Toompea
Degna di menzione è l’avventura che abbiamo trascorso a Naissar, un’isola a circa 30 Km a nord del porto turistico di Pirita (Piritta, come lo pronunciano gli abitanti del luogo, famosa per i ruderi di una grande abbazia benedettina), in cui ci siamo imbattuti in un autentico nubifragio; l’isoletta è un paradiso naturalistico, ed è inusuale imbattersi in un paesaggio simile, perché ci sono pini e foreste alpine che si stagliano davanti a un panorama marino. Naissar è attraversata da una ferrovia ormai in disuso, e gli edifici e le baracche che emergono dal verde sono resti fatiscenti e diroccati delle attività industriali sovietiche: alloggi per truppe e ufficiali, capannoni di assemblaggio per materiale bellico, convogli abbandonati, involucri d’acciaio vuoti di mine testimoniano un passato non troppo lontano e un forte desiderio di dimenticare. Il traghetto del ritorno ci ha visto scalzi e bagnati fino alle ginocchia, dal momento che non eravamo pronti ad affrontare un simile rovescio del tempo.
Indimenticabili i nostri pasti a base di pietanze locali (mai una visita a ristoranti italiani!), nei ristoranti tipici estoni e lettoni; in Lettonia soprattutto è stato possibile mangiare con poca spesa grazie alla catena di ristoranti self service della Lido, mentre in Estonia uno dei cibi più diffusi è l’involtino ‘nordico’ noto come ‘wrap-mix’, e le torte di gelatina e frutta sono tra le leccornie più buone che abbia mai mangiato.
Nel complesso, un’esperienza unica, da completare con la visita al terzo paese rimasto escluso da questo giro, la Lituania.
Un saluto ai miei compagni di avventura, Marco, che non si è fermato davanti a niente, e a Simone, i cui dubbi esistenziali gli hanno impedito di spiccare il volo.
Banco dolciumi al supermercato Stockmann di Tallinn. A destra, veduta dell’isola di Naissar