La fine delle libertà. Verso un nuovo totalitarismo?

Con quest’opera coraggiosa e a tratti paradossale, Gore Vidal vuole portare il lettore ad aprire gli occhi su una delle tendenze più inquietanti del governo degli Stati Uniti: quella di limitare e calpestare, con sempre maggior frequenza e intensità, i diritti e le libertà civili dei suoi cittadini.

Un percorso, quello dell’autore, che si snoda con i suoi articoli tra alcune vicende connesse al nuovo trend governativo. Tra queste, il massacro da parte degli agenti dell’FBI di 82 persone (tra cui 25 bambini) appartenenti alla setta dei Davidiani a Waco. Questo misfatto spinse poi Timothy McVeigh a far esplodere un camion-bomba contro l’edificio federale di Oklahoma City, provocando la morte di 168 persone.

In nome della lotta al terrorismo e alla droga, i Dieci Emendamenti stilati dai padri della nazione (poi confluiti in un documento che diverrà noto come Bill of Rights) si sono assottigliati sempre di più, facendo perdere agli americani la “copertura costituzionale” che li dovrebbe proteggere dal potere dello Stato. Le conseguenze sono difficili da immaginare. Avverte infatti Vidal: «Una volta alienato, un “diritto inalienabile” può essere perso per sempre, nel qual caso noi non saremmo più, nemmeno lontanamente, l’ultima e migliore speranza della terra ma solo uno squallido stato imperiale la cui maggiore preoccupazione è tenere a bada i suoi cittadini e il cui stile di morte, non di vita, viene imitato da tutti».

L’autore ha qui fornito spunti interessanti e particolari che non sono di dominio pubblico, seppure apparentemente perda, a volte, il fil rouge del suo tema. Rimane comunque esempio di uno stile che si può riscontrare ormai solo in giornalisti di vecchio stampo, contraddistinto da provocazioni e amare ironie.

Gore Vidal è nato a West Point nel 1925. E’ autore di numerosi saggi e romanzi, nonché giornalista di nota fama.