Vedi Napoli e muori

Quello che succede in questi giorni a Napoli, o forse dovrei dire in questi anni, è sotto gli occhi di tutti, non solo di tutti gli italiani ma di tutto il mondo.
Cerco di mettere giù solo un paio di riflessioni e di non fare polemiche inutili, anche se questa volta avrei una voglia matta di far polemiche perché di spunti questa vicenda me ne offre molti. Quello che mi interessa ora è criticare senza polemizzare.

Criticare un paese che si rende ridicolo davanti agli occhi del mondo (a guardare le immagini dei tg non sembra di stare in Italia ma in qualche paese del cd. terzo mondo).

Criticare un paese che per la sua incapacità, o forse per la sua volontà che va in altre direzioni, non riesce a tutelare la salute dei propri cittadini, facendoli ammalare più di quanto già purtroppo avviene, di malattie che non dovrebbero esistere.

Criticare un paese che si lamenta sempre, dal cittadino al presidente del consiglio, ma che poi non si rimbocca le maniche per dare la benché minima risposta ai problemi che lui stesso ha creato.

Criticare quei signori che nonostante questi disastri dicono che, pur avendo sbagliato, restano al loro posto.

Criticare quei cittadini che ora protestano ma che hanno scelto per 14 anni le stesse persone, e non si sono mai preoccupati di tutelare quello che rischiano di non avere più, il loro ambiente e la loro salute.

Criticare chi gioca a rimpallare le proprie responsabilità.

Criticare quindi un paese, perché se siamo arrivati a questo punto la colpa è di tutti, cittadini e politici, che a ben guardare sono la stessa cosa.

Che stai facendo Italia? Dove è finito il grande paese del quale dobbiamo poterci vantare? Mi viene il sospetto che forse non sia mai esistito, se non nella nostra immaginazione o nelle nostre patetiche scuse.

5 pensieri riguardo “Vedi Napoli e muori”

  1. Guarda, secondo me il problema sono proprio le persone, tutto il resto è secondario, sia i politici, sia la camorra.

    Viviamo in un paese miope, in cui ci si accorge dei problemi solo quando questi sono già scoppiati, in cui non c’è un minimo di progettualità futura, in cui si vive sempre alla giornata.

    Al Sud, in più, c’è sempre una strana connivenza tra illegalità, criminalità e società “civile”.

    In definitiva è impossibile combattere le mafie senza l’aiuto delle popolazioni interessate: potremmo mandare esercito, marina e aviazione, ma se permane questa connivenza strisciante, questa omertà, questo senso di preferire i vari padrini alle istituzioni dello Stato, che è visto solo come vacca grassa da mungere, i problemi non si risolveranno mai!

    Guarda il caso della spazzatura: 15 anni fa in Campania c’erano migliaia di discariche private in cui veniva gettato di tutto e da tutte le parti d’Italia senza alcun riguardo per le popolazioni e per l’ambiente.

    Qualcuno ha mai protestato? A me sembra di no, perché evidentemente c’erano degli interessi della camorra.

    Io non voglio negare le colpe di Bassolino, che si è rivelato quantomeno un cattivo amministratore, ma oggi queste levate di scudi contro le discariche mi sembrano veramente ridicole, visti i precedenti!

    Il fatto poi che per costruire un inceneritore, al Nord occorrano 12 mesi, mentre in Campania decine di anni, non depone certo a favore di queste popolazioni che hanno vissuto attaccate alla mammella dello Stato senza mai riuscire a rendersi efficienti e autonome.

    Il problema vero del Sud è questo, non si può sempre nascondere la realtà per paura di essere definiti dei razzisti o cose del genere.

    Se guardiamo alla Germania del dopo Muro, si può vedere che sussistevano evidenti disparità tra i tedeschi dell’Ovest, una delle nazioni più ricche al mondo, e quelli dell’Est, depressi da decenni di dittatura comunista.
    Ebbene hanno fatto più progressi i tedeschi in 20 anni che gli italiani del Sud in quasi 150 anni di unità nazionale.
    La questione meridionale era di attualità già dopo l’Unità d’Italia, era di attualità dopo la II guerra mondiale, oggi è ancora di attualità.

    La vergogna dei rifiuti è solo una delle tante espressioni di questo pluricentenario problema che non si risolverà certo pompando altri soldi in una vasca piena di buchi.

    Insomma l’unico modo, per avere maggiore efficienza della macchina burocratica di queste regioni, sarebbe quello di introdurre un vero federalismo fiscale che dia più responsabilità agli amministratori, altrimenti a pagare saranno le popolazioni che li eleggono!

    Per risolvere le altre questioni, la soluzione è meno immediata e richiede la volontà delle suddette popolazioni di affrancarsi dalla criminalità, dall’illegalità diffusa e di progredire come una vera società civile!

  2. Ovviamente concordo con te.
    Ciò che mi rattrista è il senso di vergogna che noi italiani, per colpa di queste situazioni, dobbiamo provare all’estero; se è vero che da noi questo è un problema campano e di Napoli, o più vastamente del sud Italia, all’estero questa divisione non esiste e quindi il problema è indistintamente di tutti (come avviene da sempre per l’equazione italiani mafiosi, che certamente non riguarda i cittadini ad es marchigiani).
    Anche io sono d’accordo nel dire che la questione meridionale non si risolverà mai e spesso, come dicevi, si rischia di essere definiti razzisti perchè, in fondo, siamo tutti italiani.
    Queesti ragionementi a me non vanno. Ognuno si prenda le sue responsabilità e in primis sono i cittadini a doversi assumere le loro.
    Dove c’è un cattivo politico c’è un cattivo cittadino che lo elegge e magari si limitasse a questo; ci si lamenta delle raccomandazioni e dei raccomandati, ma i raccomandati sono cittadini che vanno dal politico di turno a chiedere spinte e spintarelle.
    Insomma stiamo facendo del male al nostro paese in maniera irrimediabile e, temo, molti di noi nemmeno se ne rendono conto.
    Quello che manca veramente in questo paese è l’onestà, sia dei cittadini che dei politici o della classe dirigente.
    I politici sono solamente cittadini disonesti ma un po’ più furbi.
    Mi dispiace generalizzare così ma la realtà è questa.

  3. Qualcuno ha scritto in questi giorni che quella dei rifiuti è “la guerra dei 14 anni”: da tanto tempo dura infatti la cosiddetta emergenza. Non c’è da credere però che prima filasse tutto liscio! Dal mio punto di vista, se si vuole anche con una qualche vecchia esperienza diretta in materia, potrei dilungarmi in analisi e commenti. No!
    Faccio solo un accenno ad un aspetto che mi sembra sottaciuto, anzi forse volutamente ignorato. La responsabilità dei sindaci, o meglio le loro responsabilità penali. Si, perché proprio nel nostro paese l’ordinamento giudiziario prevede l’obbligatorietà dell’azione penale. Però sindaci ed amministratori locali (province e Regione) anche laddove le evidenze sono sotto gli occhi di tutti, sembrano degli angioletti immacolati.
    A Sderot, cittadina israeliana che si trova prossima al confine (e che quindi riceve ogni giorno la solita, incontrollata, tristissima pioggia di razzi “kassam” ) il sindaco ha avuto un comportamento che mi porta a riflettere sugli amministratori campani. Il sindaco si è dimesso in quanto ha dichiarato che non è in grado di proteggere i suoi cittadini dal rischio dei razzi. Perché nessun italico amministratore, tra i tanti che lasciano affogare i cittadini tra rifiuti e immondizie, ha avuto la dignità di fare altrettanto?

  4. Condivido pienamente; il fatto che i vari amministratori locali siano ancora al loro posto è l’immagine di un paese dove ormai il fatto che le cose non funzionino è diventato fisiologico.
    Giustamente nel mio breve scritto ho dimenticato di citare le colpe della magistratura che, a quanto pare, sembra anch’essa non aver fatto il suo dovere in questi anni.
    Giustamente la signora Jervolino dovrebbe andarsene perchè, se non sbaglio, la raccolta differenziata è funzione la cui organizzazione spetta ai comuni.
    Comunque sia le dimissioni (e nel caso di Bassolino anche la restituzione di quanto ingiustamente percepito come indennità per il ruolo di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, cifre che si aggirano più o meno sulle centinaia di migliaia di euro) sono un atto sicuramente dovuto, non perchè a chiederle sia il centro destra (all’inverso sarebbe valido lo stesso discorso) ma perchè in un paese civile chi ha una responsabilità, lieve o gravissima come in questo caso, dovrebbe lasciare il posto ad altri e, secondo la mia modesta opinione, dopo errori così gravi uscire definitivamente dalla gestione della cosa pubblica.
    In fondo è quello che avviene in tutte le altre democrazie mature.

  5. In altri paesi “seri” la Jervolino e Bassolino si sarebbero dimessi per molto meno.

    In Italia purtroppo la politica e le poltrone non sono viste come un servizio alla comunità ma come l’obbiettivo ultimo di una vita.

    Dunque nessuno si dimette mai e questo non è certamente un bene.

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