Titanic /2

(segue…) La trilogia del Titanic si era già aperta, come dicevamo, con “L’abbigliamento di un fuochista” (riferimenti letterari ad “America” di Kafka, dove è proprio il fuochista il primo personaggio del Titanic che viene raccontato), un vero e proprio canto popolare nel quale De Gregori ha un controcanto d’eccezione: Giovanna Marini (che della musica popolare è maestra).

La trilogia si chiude invece (a parte la coda di “Tutti salvi” di tre anni dopo) con “I muscoli del Capitano“, canzone con evidenti riferimenti linguistici al futurismo ed ai suoi valori; in questa canzone, come scrive Giommaria Monti, l’allegoria della nave assume i contorni della grandezza linguistica che il futurismo è stato capace di dare alle tragedie della guerra:

La nave è fulmine, torpedine, miccia / scintillante bellezza, fosforo, fantasia / molecole d’acciaio, pistone, rabbia / guerra lampo e poesia


I muscoli del Capitano” è probabilmente la canzone della trilogia che De Gregori esegue più frequentemente dal vivo: spesso, introducendola nei concerti, il Principe racconta di un Capitano Smith che guida tranquillo la sua nave e che, talmente sicuro dell’indistruttibilità del suo gioiello della tecnica, “non s’era portato dietro neanche il binocolo“: figuriamoci se avrebbe potuto dare retta ad un mozzo che, guardando dal ponte, lo avvertiva che in mezzo al mare c’era una “donna bianca“, così enorme e così affascinante da non capire nemmeno che si trattava di un iceberg che stava andando addosso alla nave!

Queste tre canzoni sono sufficienti, secondo alcuni critici, a definire “Titanic” un “concept-album”; tuttavia in “Titanic” ci sono tante altre bellissime canzoni, che nulla hanno a che vedere con la vicenda della nave: “Centocinquanta stelle” (che parla della guerra che potrebbe esserci, quella delle bombe H e delle bombe intelligenti, che “ammazzano le persone ma risparmiano gli scoiattoli“), “San Lorenzo” (che parla invece della guerra che c’è stata, e, in particolare, di un episodio della Seconda Guerra mondiale: il 19 luglio del 1943 un bombardamento alleato sulla stazione Tiburtina, in mano ai tedeschi, vìola il patto di “Roma città aperta”), “Caterina” (canzone dedicata a Caterina Bueno, con la quale De Gregori aveva esordito dal vivo, e canzone nella quale De Gregori per la prima volta usa nei suoi dischi l’armonica a bocca per un assolo, alimentando così sempre più la fama del Dylan italiano che ormai lo accompagna da anni)…

Oltre alla trilogia, però, “Titanic” è anche e soprattutto l’album di “La leva calcistica della classe ‘68“, uno dei brani di De Gregori più riusciti ed amati, sia dal cantautore stesso, sia dagli estimatori delle sue opere: è la parabola del ragazzino e delle sue paure di fronte alle responsabilità, come quella di tirare un calcio di rigore, anche se “solo” in un campetto da calcio in “terra e polvere”, in mezzo ai “palazzi in costruzione”.

C’è molto Pasolini, in questa canzone, sia nella brevissima ma efficacissima introduzione iniziale:

Sole sul tetto dei palazzi in costruzione / sole che batte sul campo di pallone / e terra e polvere che tira vento / e poi magari piove

sia nel resto della canzone (il ragazzino che ha paura, il ragazzino che crescerà, il pallone…); e, come in Pasolini, c’è soprattutto la forza morale del coraggio

Nino non aver paura / di sbagliare un calcio di rigore / non è mica da questi particolari / che si giudica un giocatore / un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia

(continua…)

6 pensieri riguardo “Titanic /2”

  1. Complimenti per questi articoli e per gli ottimi spunti di riflessione!!!!
    Per un “fan” di De Gregori (e dei cantautori italiani alla De Andrè, per intenderci) si tratta di letture veramente piacevoli!
    David

  2. Allora qualcuno che li legge c’è per davvero…! 😉 Confesso, come del resto già scritto nel primo intervento, che quasi tutto quello che riporto non è… “farina del mio sacco”, ma è un copia-incolla, un taglia-cuci (ho cercato comunque di farlo meglio possibile, collegando i vari pezzi e cercando di dar loro un senso anche estrapolati dai testi in cui, originariamente, si trovavano…) di alcuni passi sui testi di De Gregori che mi sono letto, ed in particolare quello (fatto veramente bene!) di Giommaria Monti. Fa comunque molto piacere che qualcuno apprezzi, grazie! Sono stato, e lo sarò ancora per una settimana o due, un po’ più impegnato ed… incasinato del solito, perciò dopo Titanic mi sono preso una pausa…; il progetto non è però affondato col transatlantico e spero possa riprendere il viaggio quanto prima… Saluti a tutti, a presto. Roberto. P.S.: a parte il lavoro e la preparazione per la maratona di New York, i maggiori impegni di queste ultime settimane derivano dall’essere arrivati, con l’under 13 di Ostra di pallavolo che alleno, alle finali provinciali, che saranno ad Ostra non questo week-end ma il prossimo (sab. 24 o domenica 25): già è un grandissimo risultato esserci arrivati (giocheremo contro Jesi, giovanili della Monte Schiavo che gioca in serie A…, e Falconara, che rimane sempre “la” scuola di pallavolo della provincia di Ancona…), ma… chissà che non possa arrivare ancora qualcosa in più…???!!! Fatemi un “in bocca al lupo” ed augurateci “buona fortuna”: ne avremo bisogno…! 😉

  3. Caro Roberto, ho letto a lungo le cose che hai scritto su De Gregori. Molte, ovviamente, le ho riconosciute. Come hai correttamete detto nel post di prima, hai utilizzato il lavoro che ho fatto due anni fa (Dell’amore e di altre canzoni), che mi ha molto divertito scrivere. Quando l’ho pubblicato era appena uscito Mix, quindi non ci sono i capitoli su Pezzi, Calypsos, Per brevità chiamato artista (e il live Left & right). Chissà, magari ti giro alcune considerazioni su questi dischi.
    un saluto e grazie per l ebelle parole che hai detto sul libro

  4. Titanic è un album stupendo, e il tuo articolo lo descrive molto bene.

    mi sento comunque in dovere di ricordare che:
    – De Gregori non ama affatto così tanto la leva calcistica del 68(cito testualmente:”La leva calcistica…”: è una canzone che in qualche modo io reputo falsa. L’ho scritta pensando: adesso faccio questa bella parabola del ragazzino del ’68, era molto costruita. Oggi non la suono più neanche ai concerti. Ne vuole un’altra? Un’altra canzone con cui ho quasi gli stessi problemi è “La Donna Cannone”. E’ una canzone ingombrante.)

    -Karl protagonista di Amerika, non viaggia a bordo del Titanic, il fuochista di de gregori è l’emblema del disperato, dell’emigrante per fame, una canzone popolare a tutti gli effetti.

    Scusami se son stata troppo puntigliosa, il tuo articolo è comunque molto bello, complimenti ancora.
    Ciao

  5. Scopro con piacere che ancora una volta Marco aveva ragione: non solo c’è qualcuno che legge anche questi articoli di musica (in un blog che si occupa soprattutto di attualità e politica…!), ma addirittura a leggere questi articoli sono persone che, indubbiamente, su De Gregori ne sanno ben più di me…!

    Mi ha fatto particolarmente piacere ricevere il commento di Giommaria Monti (in persona…! E’ l’autore di “Francesco De Gregori – Dell’amore e di altre canzoni”, appassionanate e gradevolissimo libro sul cantautore, libro dal quale molte delle righe che ho scritto sono tratte): intanto lo ringrazio per il commento e… sarebbe un graditissimo regalo se volesse intervenire nel blog con del materiale sugli album che non erano ancora usciti quando aveva pubblicato il Suo libro!
    Sono sicuro che Marco (“il” o almeno “uno dei” fondatori del blog) non solo sarebbe d’accordo, ma sarebbe entusiasta della cosa…!

    Mi ha fatto molto piacere anche ricevere il commento di “Renoir”, che ringrazio per le osservazioni e le precisazioni (“Scusami se son stata troppo puntigliosa”: scherzi…?! Anzi, grazie per l’attenzione con cui leggi i post…!); sul secondo punto, mi scuso per l’imprecisione (errore mio, pardòn!), sul primo punto sapevo di quella dichiarazione di De Gregori (se non sbaglio ancora, sempre tratta dal libro di Giommaria Monti), ma sapevo anche (mi sfugge la fonte, però…! Forse un’intervista alla radio…?) che nel frattempo Francesco De Gregori aveva… “riabilitato” quella sua splendida canzone che è “La leva calcistica”, tanto che negli ultimi 4-5 concerti cui ho assistito è sempre (o al massimo quasi sempre) tornato a suonarla; ad ogni modo, precisazione doverosa e puntuale, oltre che corretta…!

    Ancora un ringraziamento ed un caro saluto ad entrambi: ogni Vostro commento, ad integrazione o correzione anche di quanto scritto finora (temo che il viaggio tra gli album di De Gregori non possa riprendere prima dell’autunno…), è e sarà sempre quanto mai gradito!

    Roberto.

  6. Complimenti per questi articoli!
    Aiutano a riflettere su quanto sia poetico De Gregori.
    Lo ammiro molto e come lui anche altri cantautori italiani (ad esempio De Andrè).
    Peccato che ora i giovani preferiscano “musica” house e simili, che di musica non hanno proprio un bel niente.
    Io ho 18 anni e vado controcorrente, per fortuna!

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