Se è così rinuncio (per ora)

“Se non posso lascio il posto” - Maurizio BevilacquaMi occupo ancora del caso della “chirurgia a Senigallia”: ricordate la richiesta di accesso agli atti? Come già apparso su Popinga mi hanno comunicato ieri mattina, con questa lettera, il loro no.
Per farla sembra abbiano interpellato anche un legale. Per dire no. Un no al 100%.
Per l’esattezza su due atti, da me non richiesti, però hanno detto si:

1) un si per “consentire l’accesso al bando“. Bello sforzo cari signori! Lo scrivete anche voi, nella medesima risposta; scrivete cioè che l’avviso è “un atto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale“. Da quando occorre il vostro assenso per consultare la Gazzetta Ufficiale? Volete prendermi per i fondelli?

2) un altro si per “consentire l’accesso alla determina di nomina“, la quale determina, lo dite voi stessi, “trattasi di atto affisso all’Albo di Zona“. Quindi basta prenderne visione. Aiutoooo, chiamate il dottore; non vorrei che per lo sforzo fatto vi venga un’ernia!?

Ma arriviamo al succo, alla sostanza della vicenda. Qui si risponde così: “non consentire l’accesso a tutti gli altri atti“. Bene amici miei, i burocrati si sono “chiusi a riccio” ed hanno blindato ex-post le procedure della selezione. Alla faccia di un diritto “riconosciuto a chiunque vi abbia interesse“, alla faccia della “trasparenza dell’attività amministrativa” e sempre, come recita la legge, per “favorirne lo svolgimento imparziale “.

Sono cittadino italiano, risiedo a Senigallia, e potrei anche capitare sotto i ferri del chirurgo, come anche voi, proprio qui in questo nosocomio. Al momento di firmare la cartella clinica dovrò forse chiedere di poter prendere visione del curriculum vitae del chirurgo e di quelli della sua équipe?

La mia richiesta del 7 gennaio era finalizzata a rendere pubblici atti importanti, che certo si sono svolti nella piena legalità, su cui però è stato sparso, inopportunamente, tanto guano. Noi della redazione di Popinga, che comunque sulla vicenda stiamo raccogliendo non solo opinioni, ma anche dati concreti, intendevamo così tranquillizzare quanti hanno vissuto con disagio la triste vicenda delle polemiche e delle pretestuose dichiarazioni sulla selezione.

Sono stati mesi molto lunghi questi da poco passati. Il nostro sito, con questi documenti, avrebbe così garantito a tutti l’accesso a quei dati essenziali, a quel minimo d’informazione basilare che è il vero “diritto di cronaca“. Però, signori dell’amministrazione della Zona Territoriale 4, oggi ci sbarrate le porte. Considerate che la chiusura non è tanto nei nostri confronti, in quanto avremmo pubblicato il materiale sul web, ma verso nostri concittadini che ne avrebbero liberamente fruito.

Pensare che avreste potuto e dovuto farlo voi stessi, aprendo gli uffici come se fossero una casa di vetro. Sembra che non l’abbiate nemmeno pensato! Quindi rinuncio alla parte più burocratica (ed anche più noiosa per noi!); da me non avrete nessuna richiesta “entro il termine perentorio di dieci giorni“. Però un qualche suggerimento ve lo offrirò con il prossimo “post”.

4 pensieri riguardo “Se è così rinuncio (per ora)”

  1. Non capisco perchè tanta reticenza. Incollo il testo integrale dell’intervento del Ministro della salute Livia Turco, forse potrebbe far riflettere i signori Bevilacqua e Valentini.

    Nomine manager sanitari e primari, la proposta del Ministro Livia Turco

    In merito al dibattito in corso sulle modalità di nomina di manager e primari in sanità, il Ministro della Salute Livia Turco ha proposto il 21 gennaio un immediato confronto per approvare subito nuovi criteri e nuove regole. Ecco il testo della sua dichiarazione.

    “La questione dei manager sanitari e dei primari nominati più per la tessera che per la loro bravura non è nuova. La sensazione, pur essendo personalmente convinta che il fenomeno non si possa generalizzare più di tanto, è quella di un sistema a lottizzazione spinta.
    E’ veramente così? Come ho detto penso di no. Prima di tutto perché non si può equiparare di per sé a lottizzazione il fatto che siano le Regioni a nominare i direttori generali di Asl e Ospedali. Come si può infatti immaginare di scindere la responsabilità politica di tutelare la salute dei cittadini, che è compito delle Regioni, dal potere loro affidato di nomina di questi manager ai quali spetterà l’attuazione delle politiche di programmazione e di indirizzo sanitario stabilite dalla Giunta?
    E poi sgombriamo il campo dal miraggio delle “regole perfette” per nomine al di sopra di ogni sospetto. Semplicemente non esistono.

    Il nodo sta piuttosto nello stabilire dove inizia e dove deve necessariamente finire l’arbitrio della politica nella selezione di manager e primari. Intanto chiariamo che si tratta di due profili distinti. Sul primo, quello dei direttori generali, è indubbio che la politica deve continuare, come abbiamo visto, ad avere un ruolo fondamentale, pur se vincolato da criteri limpidi nella selezione dei manager. Per i medici e gli altri dirigenti apicali della sanità il discorso è completamente diverso. Qui la politica non deve entrare in alcun modo nella partita delle nomine. Non può infatti che essere il direttore generale, in piena autonomia e in qualità di primo responsabile dell’azienda sanitaria, a scegliere i suoi migliori collaboratori. Chiarito ciò, il problema è per l’appunto quello di come far sì che il percorso di nomina sia il più possibile impermeabile ad “inquinamenti” di sorta.

    Ed è qui che si deve introdurre il discorso sulle regole. Per aiutare a far prevalere il merito e non la fedeltà, la competenza e non il legame di cordata.
    Per questo voglio lanciare una proposta rivolta in primo luogo alle Regioni e ai partiti, ma anche ai sindacati e alle professioni, affinché tutti facciano la loro parte nel presidiare il merito e la competenza prima di ogni altro interesse. Il 16 novembre scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il mio ddl per la “qualità e la sicurezza del Ssn” dove sono previste nuove procedure, sia per la scelta dei direttori generali che per la nomina delle figure mediche e sanitarie apicali. Nel primo caso ho previsto che la nomina dei manager sanitari, da parte della Giunta regionale, avvenga previa bando pubblico per notificare con congruo anticipo che c’è quell’incarico a cui concorrere. I candidati saranno selezionati da una Commissione di esperti che sottoporrà alla Regione una terna dei migliori profili sui quali effettuare la scelta. La trasparenza della procedura è assicurata dalla pubblicazione su internet di tutto il percorso decisionale con tanto di curriculum e valutazioni. Inoltre l’intero procedimento è sottoposto al vaglio di un ente esterno alla Regione, individuato nell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.

    Anche per i primari si cambia. Oggi la selezione dei candidati si limita alla verifica di una generica idoneità a ricoprire l’incarico. Con il risultato che, molto spesso, la gran parte, se non la totalità, dei concorrenti risulta idonea. Ciò lascia spazio all’assoluta discrezionalità del direttore generale che, a sua volta, potrebbe essere “facilmente” influenzato da pressioni esterne su questo o quel candidato.
    Con la nuova legge si introduce invece una vera e propria selezione per titoli, effettuata da una Commissione, per la maggior parte composta di membri estratti a sorte tra i primari della stessa disciplina in ambito regionale o sovraregionale, dalla quale dovrà uscire una terna da sottoporre al direttore generale. Egli mantiene il potere di nomina ma solo tra i tre nomi indicati dagli esperti, limitando di fatto la possibilità di pressioni esterne. Anche in questo caso tutta la procedura sarà pubblicata su internet a garanzia di trasparenza e pubblicità dei percorsi di nomina. Queste norme stanno per avviarsi all’esame del Parlamento.

    La proposta che faccio è questa. Vogliamo – Regioni e forze politiche – compiere uno sforzo straordinario per far sì che si possano tradurre presto in legge, magari stralciandole dal più vasto complesso di misure inserite nel ddl sulla qualità e la sicurezza? Sono pronta a ridiscutere, subito e dandoci tempi certi di lavoro, il merito delle singole disposizioni che sono certamente perfettibili. Ma non tiriamoci indietro da questa sfida. Mostriamo ai cittadini che la “buona politica” e i “buoni medici” esistono e vogliono riprendere in mano la sanità. Diamo ai cittadini la certezza che il manager che amministra le risorse pubbliche e il medico che ha in mano il bisturi da cui dipende la sua vita, siano i più bravi e competenti nel loro mestiere e non quelli più abili nell’accaparrarsi la simpatia di questo o quel politico.
    Sono convinta che sia possibile. Anche perché non ci sto al “così fan tutti” che serpeggia in queste settimane. E se, come penso, non sono la sola a pensare che il Ssn sia nella sua sostanza pulito e indenne da manovre ed operazioni di potere, allora sì che la svolta è alla nostra portata. Adesso, non domani.”

    Livia Turco

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