Regione: altri retroscena

Luigi Minardi (Democratici di Sinistra) Silvana Amati (Democratici di Sinistra)

Ora tutto tace! Silenzio assoluto.
Tirato il sasso nel pollaio, cioè suscitato tutto il parapiglia possibile lo scorso 3 luglio, quando il Presidente Bucciarelli ha parlato in aula, oggi c’è una gran calma, un silenzio quasi assoluto. Esclusa la precisazione di Giacomo Bulgaro (FI) e Luigi Viventi (UDC) e poi anche di David Favia (UDEUR) che abbiamo letto sulla stampa – secondo loro non dovevano essere nella lista degli inadempienti !– sarà il caso di analizzare un po’ la vicenda perché comunque di lati oscuri, di zone d’ombra, di mezze verità c’è grande abbondanza. Anzi potremmo dire belle e grosse bugie ne hanno sfornate tante. Seguiteci, con un po’ di pazienza: porremo in mostra alcune delle questioni che sono state sorvolate, aggirate o addirittura ignorate.

Iniziamo su un riscontro d’attualità: il Consiglio dei Ministri di venerdì 6 luglio ha rinviato di una settimana l’approvazione del ddl sui “costi della politica”, ma il Ministro per l’Attuazione del Programma, Giulio Santagata, non ha perso occasione per anticipare che le misure proposte puntano “all’etica della politica e alla trasparenza” in quanto, ha proseguito il Ministro “molto spesso è proprio l’assenza di etica e trasparenza la causa prima degli sprechi”.

Fin qui notizie di buon governo o tali sembrerebbero, se fossero cosa fatta, ma nessuno sembra essersi accorto che in questa vergognosa vicenda c’è un inadempiente a tutto tondo. Lo è stato per anni senza che nessuno, soprattutto nessuno dei consiglieri d’opposizione o di maggioranza, abbia dato segno di accorgersene. Si tratta dei Presidenti del Consiglio Regionale che dal ’97 ad oggi hanno preceduto Raffaele Bucciarelli, cioè – se non ricordiamo male – Luigi Minardi, oggi assessore, ed anche la signora Silvana Amati, attualmente in Senato.

La legge prevede espressamente che le dichiarazioni patrimoniali, compilate su appositi moduli il cui fac-simile è stato predisposto in allegato alla legge stessa, siano “depositate entro tre mesi dalla nomina presso l’ufficio di presidenza”. Poi le dichiarazioni debbono essere pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Marche (B.U.R.), pubblicato a cura della Giunta Regionale.

In tutti questi anni, per ammissione dello stesso Bucciarelli dal 2000 ad oggi, ma forse qualcuno in più, le pubblicazioni sul B.U.R. sono state omesse. E’ stato tralasciato, tutti gli anni, anche il compito essenziale di dare notizia all’assemblea, una volta “diffidati ad adempiere gli interessati”. Cioè di procedere come appunto è stato costretto a fare il Presidente Bucciarelli nella seduta del 3 luglio scorso. Questa iniziativa ha suscitato tanto clamore proprio perché si era consolidata l’assurda prassi di ignorare le pur crescenti istanze di trasparenza, violando palesemente e ripetutamente la legge.

Nel parapiglia delle dichiarazione dei politici di cui diremo più avanti, è di fatto “passata in cavalleria” la ben corposa schiera di presidenti, vice-presidenti, amministratori delegati e direttori generali di istituti ed enti pubblici, società di capitale partecipate dalla Regione ed altri Enti che avrebbero dovuto loro stessi assicurare “la pubblicità della situazione patrimoniale e tributaria” rispettando la legge regionale n° 4 del 3 marzo 1984. Non sono pochi e marginali ed avrebbero dato un buon esempio sulla tanto auspicata trasparenza delle pubbliche amministrazioni.

Ecco poi che abbiamo assistito allo sfogo di chi, coda di paglia, giunge al paradosso di affermare che la dichiarazione patrimoniale è si un “atto dovuto rispetto alla norma vigente, ma figlio di una stagione di trasparenza all’eccesso”. Si, letteralmente così. Questa dichiarazione è stata rilasciata, pensate un po’, dal capogruppo di Rifondazione Comunista, Giuliano Brandoni. Oppure c’è anche chi si è preoccupato di proporre subito il cambiamento della legge. Non si sa con che faccia, ma lo ha fatto David Favia, dell’UDEUR, vice-presidente del Consiglio Regionale.

Pensare che il Ministro Santagata, a proposito del suo ddl sui costi della politica, ha dichiarato che l’iniziativa è destinata alla “promozione dell’etica pubblica, e cioè trasparenza degli stipendi dei vertici amministrativi”. Sarà il caso che qualcuno lo avverta che qui sui bordi dell’Adriatico i suoi colleghi politici dello stesso schieramento che amministrano la Regione Marche non la pensano affatto nello stesso modo.

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5 pensieri riguardo “Regione: altri retroscena”

  1. Complimenti Gianluigi per l’interessante ricerca e scoperta che hai fatto. Molto interessante la dichiarazione del capogruppo di rifondazione comunista che sembra infischiarsene del rispetto della legge, per di più partorita dall’organo al quale apprtiene (consiglio regionale) e che gli elargisce laute indennità.
    Scusate ma quando si tratta di esponenti di rifondazione o dei comunisti italiani a fare queste affermazioni mi viene particolarmente da ridere in quanto prima si spacciano dalla parte degli operai e delle classi meno abbienti e poi quando si tratta di difendere i propri interessi si comportano come tutti gli altri, destra o sinistra che siano.
    Pensare che l’attuale segretario di rifondazione, Giordano, tempo fa al congresso del suo partito parlava di poca moralità dentro rifondazione ed invitava i compagni a stare più attenti perchè c’era il rischio di staccarsi dai valori del partito per via di corruzione ecc.
    Giordano sveglia sono cose presenti da anni e la moralità che predicate non vi appartiene da un pezzo… proprio come a qualsiasi partito. Lo dimostra per l’ennesima volta la dichiarazione di un esponente del prc, addirittura capogruppo in consiglio comunale.
    Ora Brandoni lo vada a spiegare agli operai a cui chiede il voto alle elezioni che guadagnano nemmeno 1000 euro al mese che lui non vuole si sappia quanto guadagna perchè ciò sarebbe “figlio di una stagione di trasparenza all’eccesso”.
    La loro solita presa per il culo.
    Ma le critiche non vanno rivolte solo a rifondazione… Favia dovrebbe essere un voltagabbana, un po’ come il presidente del partito di cui fa parte, tal Clemente Mastella.
    Complimenti anche alla senatrice dell’unione Amati per la sua svista e all’assessore Minardi… un po’ troppe queste sviste per essere credibili (in una decina di anni qualcuno poteva ricordarsene no?).
    E complimenti anche al ministro Santagata, uno degli esponenti di questo centro sinistra che stimo, che tuttavia si accorge solo oggi che c’è qualche problemino e che i politici di scheletri nell’armadio ne hanno parecchi!
    Un bel segnale dovrebbe venire dai partiti che come primo atto dovrebbero fissare un tetto massimo al guadagno dei loro rappresentanti, siano essi parlamentari o consiglieri.
    Ci vorrebbe una votazione e pochissimo tempo, allora perchè se ne parla e si rinviano le discussioni nel tempo?
    Ma sono sicuro che anche per questo i nostri rappresentanti sarebbero in grado di trovare una bella giustificazione, come quelle usate per dire che le province o le comunità montane o i vari consigli di amministrazione servono.

  2. Ottimo lavoro Gianluigi, se ancora non è stato fatto bisognerebbe mandare questi articoli anche ai giornali locali, in modo che una fascia più ampia di cittadini venga a conoscenza di queste cose. Questo è un esempio di come i nostri politici non rispettano nemmeno leggi e regolamenti da loro varati.

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