Quello che vorrei dal nuovo governo.

Dopo il faccia a faccia tra Prodi e Berlusconi, inutile quanto noioso, voglio stilare una lista delle cose che vorrei facesse il nuovo governo:

Tasse– Le tasse sul lavoro in Italia sono troppo elevate, bisogna ridurle per favorire sia le imprese che il reddito dei lavoratori. Bisogna inoltre armonizzare la tassazione sulle rendite finanziarie a quella sul lavoro e incominciare a tassare i guadagni sulle speculazioni finanziarie. Aumentare i controlli contro l’evasione fiscale sui ceti che più sono avvezzi a questa riprovevole consuetudine: artigiani, commercianti, lavoratori autonomi e liberi professionisti. Sono stanco di vivere in un paese in cui un idraulico guadagna più di un ingegnere e denuncia quanto un barbone della stazione di Bologna. Eliminiamo i famigerati “studi di settore” che sono la legalizzazione dell’evasione fiscale in quanto permettono ai professionisti di pagare una imposta stabilita chissà da chi e chissà quando, ma che nella stragrande maggiornaza dei casi è di molto inferiore a quella calcolata sui reali guadagni. Puniamo penalmente l’evasione fiscale con pene  molto severe (come negli USA). Abbassiamo le tasse sulla benzina che rappresentano un grosso onere per le famiglie e un enorme costo per le imprese; se vogliamo favorire la ripresa economica, questa mi sembra una mossa essenziale.

Lavoro– Basta continuare a dire che dobbiamo competere sul costo del lavoro. Da questo punto di vista siamo in linea con i paesi al nostro livello di sviluppo, mentre con i paesi emergenti non possiamo sicuramente competere dato che il livello salariale degli operai cinesi o dell’Est europeo è per noi impensabile. Tenere basso il livello dei salari deprime inoltre la domanda interna e quindi frena lo sviluppo. Le nostre aziende dovrebbero finalmente capire- e dovrebbero essere aiutate dallo Stato in questo- che bisogna puntare sulla qualità dei prodotti e sull’innovazione degli stessi investendo di più sulla ricerca. L’economia degli USA va bene perchè sono una nazione all’avanguardia nella ricerca scientifica e nello sviluppo tecnologico, non perchè gli operai americani muoiono di fame. Se anche la sinistra capisse questo magari riuscirebbe a dire qualcosa “di sinistra” invece che copiare il programma berlusconiano. Basta inoltre con il mito della flessibilità, che è inteso solo con l’accezione di “risparmio”. Bisogna far si che un lavoratore “precario” costi all’azienda esattamente come uno “fisso” e abbia le stesse tutele e lo stesso trattamento pensionistico. Basta con l’idea che i lavoratori siano solo un “costo” per le aziende; i lavoratori sono un investimento e se è vero che un rapporto di lavoro non deve essere rigido come un matrimonio, è altrettanto vero che una persona non può rimanere precaria a vita.

Scuola– Investire sulla scuola pubblica e sull’università senza sprecare soldi per quella privata che, se vuole esistere, deve autofinanziarsi. Come già ricordato nel precedente capoverso, il ruolo della scuola è fondamentale in un paese moderno che deve competere sull’innovazione e sulla tecnologia, quindi basta mezze misure, si tratta di investire forte in questo settore: bisogna aumentare gli stipendi dei professori, ma al contempo aumentare il loro orario di lavoro (almeno fino alle canoniche 36 ore settimanali), istituendo nelle scuole medie e superiori dei corsi di recupero pomeridiani ed estivi (non è possibile tenere inattivi i professori per quasi 3 mesi). In questo modo si favorirebbe il recupero degli studenti meno bravi e si eliminerebbe la piaga delle “ripetizioni” che altro non sono che un fardello sulle spalle delle famiglie e un vero e proprio guadagno illecito, con tanto di evasione fiscale per i professori o per chiunque tenga queste lezioni clandestine. Per quanto riguarda l’università, bisogna favorire l’ingresso delle aziende private in modo da avere maggiori introiti e migliori possibilità di inserimento nel mondo del lavoro dopo la laurea. Bisogna inoltre introdurre il principio di “meritocrazia” nell’assegnazione delle cattedre universitarie e dei dottorati, perchè è inammissibile che nel terzo millennnio i nostri migliori cervelli debbano trovare spazio all’estero quando in Italia i posti sono tutti occupati da parenti o amici o leccapiedi dei “baroni” (come se l’università fosse un feudo!).

Energia– Chi sa oggi quale sarà il futuro energetico del nostro paese? Non si vede un piano eneregetico di lungo periodo e per l’approvvigionamento  siamo legati a paesi politicamente instabili che possono far crollare la nostra economia in pochi giorni anche a causa di piccole crisi locali (come è avvenuto recentemente con la Russia).  Bisogna diminuire la dipendenza da petrolio, gas naturale e comubustibili fossili, diversificando le fonti di approvvigionamento (si quindi ai rigassificatori) e diversificando la produzione: si alle energie alternative, ma anche alla reintroduzione del nucleare. Bisogna aumentare la produzione “nazionale” di energia in modo da essere più indipendenti da crisi geopolitiche ed al tempo stesso razionalizzare i consumi (anche se non per decreto).

Economia– Bisogna finalmente creare in Italia un “libero mercato”, perchè fino ad oggi abbiamo avuto solo monopoli di stato e monopoli privati. Liberalizzazione quindi dei mercati: via  tutti i protezionsimi, gli albi professionali, le licenze (gestite dai comuni in modo mafioso), creazione di una vera autorità antitrust con dei poteri reali (non la barzelletta odierna). Avere una forte autorità antitrust è una prerogativa di tutti i paesi con una economia di mercato sviluppata (l’esempio sono gli USA). Basta con gli aiuti di stato alle imprese in crisi, se una azienda non fa utili, fallisca e ne nascano altre più efficienti. A questo ovviamente bisogna affiancare un adeguato sistema di ammortizzatori sociali per i lavoratori.

Salute– il Sistema Sanitario Nazionale è una macchina costosa ma indispensabile per i cittadini italiani. Bisogna fornire alle regioni i fondi adeguati a mantere un buon livello di assistenza dei cittadini, ma al tempo stesso bisogna renderle più responsabili nella gestione di questi soldi. Se una regione spende male le proprie risorse significa che gli amministatori pubblici sono incapaci ed è quindi necessario  un controllo diretto del ministero nel caso di gestioni palesemente inefficaci. Bisogna inoltre separare le carriere dei medici ospedalieri da quelli extraospedalieri in quanto vi sono dei conflitti di interesse spaventosi che vanno a solo danno degli utenti. E’ inoltre necessario che vi sia un maggior controllo sulle prescrizioni di farmaci da parte dei medici per spezzare finalmente quel regime clientelare diffuso tra essi e le aziende farmaceutiche, che tanto costa al SSN. 

Infrastrutture– Sono anni che gli ambientalisti si battono per portare il traffico merci e persone da ruota a rotaia. Sono dunque necessari forti investimenti sulla rete ferroviaria, tra cui anche la TAV, ma è necessario anche adeguare la nostra rete autostradale per evitare le congestioni che si verificano periodicamente. Le opere essenziali che mi vengono in mente sono: lo svincolo di Mestre, una autostrada tra Rimini e Venezia, l’allargamento  della Salerno-Reggio Calabria (ma ce ne sono tantissime altre). Il ponte sullo stretto servirà solo quando da una parte e dall’altra ci saranno infrastrutture adeguate, altrimenti è una spesa inutile se non dannosa.

Informazione– La situazione dell’informazione in Italia è drammatica. Non esiste un altro paese democratico in cui il premier controlla il 90% delle reti televisive nazionali più una discreta fetta della carta stampata. Qua serve una legge forte che vada a rompere questo status quo. Se questa legge va a danneggiare Berlusconi non importa, perchè le leggi non servono a tutelare qualcuno, ma a garantire la comunità. Per avere un termine di paragone, gli USA hanno 250 milioni di abitanti e sole 4 reti generaliste nazionali (NBC, CBS, ABC e Fox) indipendenti tra loro e indipendenti dall’autorità governativa, in Italia non arriviamo a 60 milioni ma abbiamo almeno 7 emittenti (le maggiori) di cui 3 (MEDIASET) sono di proprietà del Presidente del Consiglio e 3 (RAI) controllate direttamente dal governo. La mia idea è quella di togliere la pubblicità alla RAI, facendola ritornare solo servizio pubblico, e di limitare ad UNA SOLA la concessione per ogni soggetto interessato. In questo modo si creerebbe un vero mercato pluralista e nessuno verrebbe oscurato visto che i canali in esubero potrebbero finalmente essere trasmessi per via satellitare (come stabilito da una sentenza della Corte Costituzionale riguardo a Rete4).

Immigrazione– Bisogna cercare di gestire i flussi migratori in modo razionale così da poter garantire sicurezza e legalità: innanzitutto è necessario poter identificare le persone che entrano in Italia (si quindi al controllo delle impronte digitali), si diano permessi di soggiorno a coloro che hanno un lavoro stabile e si facciano accordi con gli stati interessati per gestire i flussi già prima della partenza (in modo da evitare la mafia dei viaggi della speranza). Lotta alla clandestinità che spesso porta malavita, e via immediato chiunque si macchi di reati penali. Diritto di voto e di cittadinanza per gli immigrati che vivono e lavorano legalmente in Italia per un certo periodo di tempo (diciamo 10 anni) a patto che conoscano e parlino la lingua italiana.

Giustizia– depenalizzazione di molti piccoli reati che intasano i tribunali e riempiono le carceri. Inasprimento delle pene per i reati che mettono in pericolo il mercato (come il falso il bilancio, l’evasione fiscale e la bancarotta fraudolenta) perchè mettono a repentaglio la prosperità economica generale. Divisione delle carriere tra magistrati e pubblici ministeri. Fine della disputa tra potere politico e potere giudiziario: i giudici rispettino le leggi fatte dal parlamento, anche quando non le condividono, e perseguano, nella loro autonomia, i politici corrotti.

Politica Estera– Basta con le guerre; la nostra costituzione non prevede la guerra come soluzione delle dispute internazionali e le missioni di pace non si fanno in terreno di guerra. E’ necessario mantenere l’amicizia con gli USA, ma è anche più necessario avere una politica estera comune europea. Basta con le divisioni e le contrapposizioni, se l’Europa vuole avere un suo peso deve agire unita, altrimenti rivestirà sempre un ruolo subalterno.

14 pensieri riguardo “Quello che vorrei dal nuovo governo.”

  1. cominciamo dalle tasse

    Solo su un argomento, il primo, molto interessante mi permetto un commento. Purtroppo da profano in materia, tanto per rompere il ghiaccio.

    Ridurre le tasse sul lavoro: OK, chi non può essere d’accordo?

    Però ci sarà pure qualcuno in grado di spiegarci dove oggi vanno a finire, a cosa servono queste  tasse che si pagano ora?

    Ed ancora“armonizzare la tassazione”: anche questa proposta, di buon senso, va certamente bene. Che sia fatta però sulla falsariga di quanto avviene, almeno negli altri paesi europei. I soldi, si sa, si muovono e si spostano molto più facilmente dei lavoratori.

    Infine se vuoi la ricevuta da un artigiano, da un libero professionista o da chicchessia devi dare la possibilità di “scaricare” (anche se non letteralmente) molte di queste spese dalla dichiarazione dei redditi.  Tempo fa ho letto che in Turchia  conservano anche gli scontrini dei supermercati, a questo fine. Che sia il caso di prendere esempio da loro?

     

    Per il resto delle materie elencate chissà che non intervenga ancora.

    1. Citazione:Però ci sarà

      [quote]Però ci sarà pure qualcuno in grado di spiegarci dove oggi vanno a finire, a cosa servono queste  tasse che si pagano ora?[/quote]

      Cosa interessa dove vanno queste tasse?

      Io non ho mica detto di abbassare il livello generale della tassazione, io ho detto di abbassare le tasse sul lavoro e di iniziare a prendere altrove.

      Dove: beh, la prima cosa che mi viene in mente sono le rendite finanziarie tassate al 12,5%, oppure incominciare a tassare le plusvalenze derivanti da speculazioni finanziarie (che non hanno alcuna utilità "sociale" se non quella di arricchire gli speculatori), oppure cominciare a tassare le "rendite di posizione" di quelle aziende che operano in posizioni monopoliste che portano ad utili spropositati a danno degli utenti (Telecom, Autostrade, Mediaset, Enel, ecc…), oppure incominciare finalmente a fare una seria lotta all’evasione perchè in Italia tutti sanno chi evade, è solamente necessaria la volontà politica di combattere il fenomeno!

      Sarebbe inoltre necessario inasprire le pene per chi evade il fisco, altro che condoni!

      [quote]Ed ancora“armonizzare la tassazione”: anche questa proposta, di buon senso, va certamente bene. Che sia fatta però sulla falsariga di quanto avviene, almeno negli altri paesi europei. I soldi, si sa, si muovono e si spostano molto più facilmente dei lavoratori.[/quote]

      Già, infatti spesso fanno il viaggio Italia-Bahamas o Italia-Svizzera e per farli tornare bisogna calarsi le braghe (come nel caso della legge sullo scudo fiscale fatta da Berlusconi Silvio).

      E’ altresì chiaro che se si vuole una libera circolazione dei capitali all’interno della Unione Europea, bisognerebbe armonizzare le tassazioni di tutti i paesi.

      Però ricordo, al costo di risultare petulante, che la Svizzera e i paradisi fiscali dei caraibi non fanno parte dell’Unione Europea e quindi verso questi paesi non dovrebbe esserci la "libera circolazione".

      [quote] Infine se vuoi la ricevuta da un artigiano, da un libero professionista o da chicchessia devi dare la possibilità di “scaricare” (anche se non letteralmente) molte di queste spese dalla dichiarazione dei redditi.  Tempo fa ho letto che in Turchia  conservano anche gli scontrini dei supermercati, a questo fine. Che sia il caso di prendere esempio da loro?[/quote]

      Bene. finalmente una proposta che mi piace!!! In questo modo si otterrebbero due risultati:

      1-Sarebbe comunque conveniente richiedere sempre la ricevuta fiscale (visto che molti artigiani spesso fanno la proposta 100 euro senza ricevuta, 120 con ricevuta).

      2-si comincerebbe finalmente a capire qual’è il vero reddito di certi signori.

  2. capitolo energia: le centrali nucleari Mi permetto un ulteriore commento, un  flash stavolta sul capitolo “Energia”.
    Qui Gaspa prospetta una soluzione davvero azzardata quando si esprime a favore “anche alla reintroduzione del nucleare”.
     Premetto che non ci sarebbe niente di male a rivedere, con i metodi della democrazia, una decisione già presa con un referendum. Non lo si faccia però, come già avvenuto, all’insaputa dei cittadini. Ricordate come abbiamo votato per il finanziamento dei partiti, per la legge elettorale, per la responsabilità civile dei giudici?
    Tornando al nucleare i problemi insuperabili in Italia sono le scorie radioattive (a tutt’oggi disperse in oltre 100 siti), l’approvvigionamento del combustibile che comunque dobbiamo acquistare all’estero, la militarizzazione del ciclo dell’uranio che è scelta obbligata. Sulla questione della localizzazione delle centrali? A qualcuno risulta che da decenni amministratori dell’uno e dell’altro schieramento non sono riusciti a gestire nemmeno le discariche della mondezza!
    Come S. Tommaso per credere, aspetto di vedere. Si, sono proprio curioso di conoscere il sindaco del comune dove sorgerà la prima centrale.

    1. Va bene la concertazione con

      Va bene la concertazione con gli enti locali, ma fino ad un certo punto.

      In fondo le grandi opere necessarie allo sviluppo del paese devono essere fatte da qualche parte; mica possiamo sempre richiedere progresso, sviluppo, nuove tecnologie e poi quando si arriva al dunque vogliamo che tutto il necessario sia fatto lontano da casa nostra!!!

      Io continuo a chiedermi come faranno mai negli altri paesi…

      In Francia hanno decine di centrali nucleari; avranno trovato un modo per costruirle senza ammazzare tutti i residenti e per gestire le scorie.

      Se noi non lo sappiamo fare significa soltanto che la nostra classe politica è incapace (ovviamente questo ragionamento non vale solo per le cantrali atomiche, ma per tutte le infrastrutture).

      1. Decisionismo si…ma niente nucleare Credo sia molto positivo evidenziare i punti controversi: la concertazione ad esempio.  Su questo nodo almeno noi due siamo d’accordo, ma per ora non intravedo un governo – sia su un fronte che sull’altro – in grado di risolvere quanto auspichiamo.  
        Sul nucleare c’è però una condizione di fondo che l’Italia non potrà mai rispettare, specie se il confronto è con la Francia. Siti idonei da noi praticamente non ce ne sono a causa della conformazione della penisola, della sismicità, delle risorse idriche  e soprattutto della densità e della distribuzione della popolazione.
        Per le scorie ho già scritto. Se non ricordo male dopo la vicenda di Scanzano Ionico il decreto Marzano ha avviato il trasferimento delle stesse all’estero…come per la mondezza della Campania! Un esempio.
        Quanto all’approvvigionamento del combustibile cambieremo i fornitori si, ma resteremo sempre dipendenti dall’import.
        Ed allora, per quel poco che serve sarebbe meglio convincere i “resistenti” ad accettare un po’ di eolico, in po’ di fotovoltaico, un po’ di biomasse e tanto, tanto possibile risparmio energetico.
        Magari, nelle Marche, facendo si che Merloni non costruisca più scaldabagni elettrici!

        1. Citazione:Credo sia molto [quote]Credo sia molto positivo evidenziare i punti controversi: la concertazione ad esempio. Su questo nodo almeno noi due siamo d’accordo, ma per ora non intravedo un governo – sia su un fronte che sull’altro – in grado di risolvere quanto auspichiamo.[/quote]Ok, su questo siamo d’accordo.[quote]Sul nucleare c’è però una condizione di fondo che l’Italia non potrà mai rispettare, specie se il confronto è con la Francia. Siti idonei da noi praticamente non ce ne sono a causa della conformazione della penisola, della sismicità, delle risorse idriche  e soprattutto della densità e della distribuzione della popolazione.[/quote]Questo non mi sembra un vero problema: il Giappone ha una densità di popolazione che è il doppio della nostra ed una orografia che è anche più accidentata di quella italiana.Inoltre è il paese a più alto rischio sismico del mondo.Eppure ci sono molte centrali nucleari.Quindi anche questo è un falso problema.[quote]Per le scorie ho già scritto. Se non ricordo male dopo la vicenda di Scanzano Ionico il decreto Marzano ha avviato il trasferimento delle stesse all’estero…come per la mondezza della Campania! Un esempio.[/quote]Su questo ho già risposto: il problema è l’inettitudine della nostra classe politica non l’impossibilità di fare dei centri di raccolta. [quote]Quanto all’approvvigionamento del combustibile cambieremo i fornitori si, ma resteremo sempre dipendenti dall’import.[/quote]Qua ci sono diversi temi: 1-di Uranio si possono fare delle scorte strategiche che possono mandare avanti le centrali per diversi anni, mentre questo non è possibile nè col petrolio, nè col gas (che richiedono spazi enormi per essere stoccati e si consumano in quantità enormemente più grandi).2-C’è comunque una diversificazione dei paesi di approvvigionamento, visto che i produttori di Uranio non sono gli stessi paesi che producono petrolio o gas naturale. Ergo se una fonte ci viene a mancare, possiamo aumentare l’importazione delle altre fonti più facilmente avendo una gamma di scelta più ampia.3-Il petrolio costerà sempre di più perchè nel prossimo futuro si prevede un forte aumento della domanda (a causa del progresso di enormi paesi come Cina e India) e una diminuzione dell’offerta  poichè ormai è sempre più difficile e costoso trovare e trivellare nuovi pozzi. Questi due fattori concomitanti faranno schizzare in alto il prezzo dell’"oro nero" e quindi saranno proporzionalmente più economiche le altre fonti tra cui il nucleare.[quote]Ed allora, per quel poco che serve sarebbe meglio convincere i “resistenti” ad accettare un po’ di eolico, in po’ di fotovoltaico, un po’ di biomasse e tanto, tanto possibile risparmio energetico. [/quote]Guarda che anche io ho parlato di puntare sulle altre fonti: non parlo di aut-aut, ma queste si possono affiancare al nucleare per cercare di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.Per quel che rigurda il "risparmio energetico" è bene fare chiarezza: non si può fare risparmio enegetico per decreto (come ha cercato di fare  recentemente il governo), ma bisogna incentivare la gente a risparmiare energia. Il primo esempio che mi viene in mente sono i pannelli solari: se si detassa l’installazione di questi impianti, soprattutto nelle regioni a più alta insolazione, ci sarà un risparmio per le famiglie e un risparmio nel consumo di gas. Bisogna però ricordare che il risparmio energetico spesso va in direzione opposta allo sviluppo economico: l’esempio eclatante sono i condizionatori, il cui boom di vendite degli ultimi anni ha portato al collasso il sistema energetico italiano.[quote]Magari, nelle Marche, facendo si che Merloni non costruisca più scaldabagni elettrici! [/quote]Basterebbe aumentare la tassazione sulle produzioni inquinanti o che consumano troppa energia.In questo modo Merloni si metterà immediatamente a ricercare nuovi prodotti che risparmino energia!!!

  3. sempre no al nucleare in Italia

    In breve, ringraziando per le argomentazioni (non tutte da me condivise) mi scuso per non saper impaginare questo commento con le citazioni, come fai molto bene tu. Aggiungo una nota: sono deluso dal fatto che nessuno dei nostri amici partecipi al dibattito!

    Caro Gaspa, come pensi di costruire una centrale in Italia se a Latina (centrale che visitai tanti anni fa) cadde all’interno del recinto un proiettile, sparato dal vicino poligono dell’esercito? Per fortuna non esplose – sempre la nostra buona stella! – ma raggiunse comunque una zona assai delicata. Non ti pare?

    Giappone: hai mai sentito riferire di una protesta dei giapponesi contro le centrali? Pensare che loro avrebbero avuto qualche buon motivo, assai più diretto di noi. E poi quelle ci sono già: qui si tratta di costruirne ora, di nuove. Il mondo è sempre più globalizzato: chi ha già le centrali che faccia energia (la Francia ad esempio) e noi daremo magari un contributo con altri prodotti e altri servizi. Altrimenti il modello sarà sempre quello autarchico, dell’autosufficienza.Ognuno per i cavoli suoi: evviva gli stati nazionali!

    Passando ad altro perché non riferisci da quanti anni, prendiamo ad esempio gli  Stati Uniti, non costruiscono più una centrale?  Ci sarà pure un motivo?

    Vorrei poi ricordare che fin dai tempi del sogno nucleare nel nostro paese si ipotizzava un contributo massimo, al termine delle eventuali costruzioni di centrali, pari al 5% del bilancio energetico. Beh, ora per un una percentuale marginale e comunque molto costosa non me la sentirei di dare l’assenso su questa scelta.

    Quanto al resto degli spunti evocati nella discussione, dalle fonte alternative, alla detassazione, ai condizionatori, etc…ne parleremo la prossima volta.

    1. sempre no al nucleare Dico solo che questa gente che non vuole il nucleare, non vuole il carbone, i laghi artificiali nemmeno, i mulini a vento sono brutti, ma che cazzo vogliono?.
      Ce l’hanno il televisore, il computer, il condizionatore, i termosifoni, l’automobile, e via dicendo? Ma lo sanno che per produrre qualsiasi cosa, compresa l’insalata ci vuole il petrolio?
      E allora facciamo quello che è necessario cioè il nucleare e riserviamo ilpetrolio per dove è insostituibile.
      Ho vogliamo tornare alla candela? Se andiamo avanti con la mentalità di trent’anni fa non credo faremo molta strada.

    2. senza se e senza ma…

      Scusa Gianluigi, ma la tua posizione mi sembra parecchio ideologizzata, un pò alla "Nucleare NO senza se e senza ma".

      Prima mi proponi dei problemi tecnici, e io ti ho dimostrato, facendo esempi di altri paesi, come questi problemi tecnici possono essere superati se c’è una volontà precisa.

      Poi mi dici che i Giapponesi protestano contro le centrali: ebbene trovami qualche paese in cui non ci siano dei gruppi che protestano contro qualcosa!!! In Italia protestiamo contro la Tav, ma non penso che i Giapponesi non costruiscano treni ultraveloci perchè vedono che in Italia c’è una protesta contro questi ultimi. Anzi in Giappone la TAV ce l’hanno da 30 anni e passa attraverso i monti (perchè il Giappone è prettamente montuoso).

      Insomma, qua ci sono grossi problemi:

      1-Siamo con l’acqua alla gola per quanto riguarda la produzione di energia: ogni estate dobbiamo fare la danza della pioggia perchè se fa troppo caldo rischiamo il tracollo a causa dei condizionatori. In inverno rischiamo di andare tutti in black-out ogni volta che cade un albero al confine con la Francia. Insomma da buoni italiani ci piace camminare sul filo del rasoio.

      2-Siamo troppo dipendenti per l’approvvigionamento energetico da paesi INSTABILI (Libia, Algeria, Russia, ecc..)! Chi ci dice che questi paesi ci garantiranno un afflusso costante di combustibili nei prossimi 10 anni, chi ci garantisce che qualche crisi geopolitica non ci faccia ritornare all’epoca della crisi energetica (che tu dovresti ben ricordare)???

      3- Il prezzo del petrolio è destinato a salire in maniera vertiginosa nel medio-lungo periodo e non serve un analista di Morgan-Stanley per capirlo (hogià spiegato le cause nei post precedenti). Quando il prezzo del petrolio, diciamo fra 10 anni (e sono ottimista), arriverà a 300 dollari al barile, noi ci troveremo a dover riconvertire il 50-60% della nostra capacità produttiva. Vogliamo arrivare come al solito con l’acqua alla gola o vogliamo incominciare a fare GIA’ DA ORA un piano di lungo periodo che ci dia una maggiore indipendenza dal PETROLIO? Si può fare solo riconvertendo il petrolio con l’eolico e con le biomasse? Io ritengo di no e per questo bisogna ricominciare già da oggi ad investire sul nucleare, per riacquisire il know-how e possibilmente per studiare tecniche meno inquinanti e meno dannose per l’ambiente. Arroccarci su posizioni ideologiche e assolutistiche non mi pare un atteggiamento condivisibile.

      La mia idea è questa: iniziamo a costruire alcune centrali e nel periodo di tempo che occorre a metterle in funzione, cerchiamo di sviluppare parallelamente le energie alternative di cui parli, per sopperire ai bisogni urgenti. Quando le centrali entreranno in funzione, saranno già più chiari gli sviluppi del mercato petrolifero ed in caso di crisi, non ci troveremo impreparati.

      Mi sembra un discorso di buon senso più che ideologico.

  4. Come S. Tommaso

    Cioè senza se e senza ma…. fino a quando non mi spiegate, e magari fra qualche tempo sarà possibile, come si riduce il tempo di emivita del Plutonio, che mi pare  sia di 24.000 anni, resterò incredulo. Avanti ragazzi!

    ·        Per il Giappone ho detto in contrario: infatti tolte esigue minoranze nessuno protesta. Vero?

    ·        Approvvigionamento energetico da paesi instabili: giustissimo Gaspa. Però l’uranio chi ce lo darebbe…Bush o il Congo?

    ·        Sapete voi quale sarebbero le previsioni per il nucleare? Quota massima 5%. Tempo di realizzazione delle centrali (lo ha detto ieri anche Rutelli) 10 anni. Sapete quanta energia richiede la costruzione di una centrale?

    ·        Riservare il petrolio per gli usi obbligati. Ad esempio un aereo… ma non ditemi che le serre, anche qui a Senigallia, si debbano scaldare con metano e gasolio.

    ·        La fissazione contro l’eolico, per poco che sia il contributo, lasciatela agli esteti ed a certi verdastri

    ·        Se non sbaglio  e per quel che può valere lo sapete che l’EURATOM è stato lasciato fuori dalla Convenzione Europea  (2003) perché questa è la volontà della maggioranza dei cittadini che sembra non abbiano più molta fiducia nelle tecnologie nucleari.

    ·        Infine resta valido il mio precedente suggerimento: chi ha già le centrali produca energia (la Francia ad esempio) e noi daremo un contributo con altri prodotti e altri servizi.  Altrimenti caro Gaspa avrebbero avuto ragione quelli che un tempo volevano anche l’autosufficienza di energia elettrica per ogni regione. Le Marche erano in deficit dei oltre l’80%, ma nessuno s’era accorto che la sola API esportava “un altro tipo energia” in mezza Italia.

    Stop. Scusatemi anche il tempo impiegato qui…è dispendio energetico!

    1. ok mi arrendo…

      Abbiamo due visioni diverse e quindi è inutile continuare la discussione, alzo le mani…

      Poi ci riaggiorniamo fra 10-15 anni quando produrremo l’80% dell’energia con le biomasse: si certo, vivendo come gli Amish è possibile!!!

      P.S. secondo la Netiquette (il galateo di Internet), scrivere in caratteri grandi, colorati o in maiuscolo equivale ad urlare, ergo non è considerata una cosa molto educata (se parli con qualcuno che conosci, come me, va bene, ma evitalo quando scrivi in qualche altro posto).

      1. mi scuso! cosa devo fare di +

        Gaspa, 

        per me -cattivo utente di questa meraviglia- è uno sforzo scrivere. Avendo buttato giù il testo a parte mi sono accorto solo dopo che era a caratteri cubitali (lo faccio per vederci senza occhiali). Accortomi, non sapendo bene che fare ho chiesto aiuto all’amministratore (mail delle 10.28) che essendo in partenza ha rinviato a stasere l’intervento!

        Ora tu mi dai un cicchetto e poi t’arrendi…cosa dovrei fare io: suicidarmi per aver violato la netiquette (che non conosco)?

        Ancora scusa e conservami l’amicizia, oltre il nucleare!

        1. ma ti pare!!!

          Non è che tolgo il saluto a qualcuno per quisquilie come questa!!!

          Era solo una puntualizzazione (non per nulla mi chiamano Rudolph).

          E poi dibattere su questi temi è divertente e sarebbe anche più bello se intervenisse qualcun altro!!!

           

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