Quando la disavventura diventa la regola

Segnaletica ospedaleIn queste poche righe tenterò di raccontarvi uno spiacevole episodio accadutomi pochi mesi fa nell’amato e prezioso nosocomio di Senigallia dove, a mio avviso, bene si farebbe a litigar di meno e ad avere più attenzione per i problemi della gente.

Mi reco al centro prenotazioni i primi di settembre per un holter cardiaco. Mi viene fissato appuntamento per la metà di ottobre.

Tre giorni prima del giorno stabilito vengo contattata telefonicamente dalla struttura la quale mi avvisa che, per lavori di manutenzione, le apparecchiature non saranno disponibili per un periodo di tempo imprecisato, ma di stare tranquilla che al più presto sarei stata ricontattata per un nuovo appuntamento.
Ora non sto a disquisire sul significato del fattore “tempo” che qui sembra diverso dalla mia idea, fatto sta che, dopo parecchi giorni, non avendo sentito nessuno, mi decido a chiamare io, ma mi viene risposto che gli apparecchi sono ancora fuori e di conservare comunque la tranquillità perché ero comunque nei loro appunti.

Disquisendo invece sul significato della parola “tranquillità” decido di andare a controllare personalmente e, meraviglia, la mia prenotazione non esisteva da nessuna parte! A quel punto la segretaria aggiunge di nuovo il mio nome alla lista, mettendolo chiaramente in coda, pur facendo presente che quell’esame per me è veramente molto urgente.

Ricomincia la tiritera, nessuno mi contatta, richiamo io, e alla fine, dopo qualche settimana, mi viene detto che il massimo che si può fare è attendere altri 20 giorni.

Troppo. Non potendo proprio aspettare chiedo l’intervento di una persona all’interno della struttura. Guarda caso, grazie a quell’interessamento, faccio l’esame dopo pochissimi giorni.

Ma il calvario non finisce qui: bisogna ancora ritirare il referto. Dopo una serie incredibile di rinvii una mattina faccio una telefonata (l’ennesima) alla segretaria e mi arrabbio a più non posso. Mi invitano a rimanere in linea e, dopo una piccola eternità in attesa, Mi dicono che è pronto.
Pronto? Quasi non ci posso credere e, spinta da una strana premonizione, guardo l’orologio: sono le 9.30.

Il giorno successivo vado a ritirarlo e, guarda caso, la data impressa è quella del giorno precedente e l’orario… le 10.30. Nella mia oramai conosciuta malignità mi è venuto il sospetto che al momento della chiamata non era affatto pronto. Mah…

Mi chiedo: se non avessi avuto la fortuna di quel “sollecito” da parte di un amico all’interno, quanto avrei dovuto aspettare ancora? Ai posteri l’amara sentenza…

7 pensieri riguardo “Quando la disavventura diventa la regola”

  1. Vigliacchi ! Si sono tutti vigliacchi coloro che pur avendo vissuto e sofferto uno dei frequenti malfunzionamenti della sanità non hanno il coraggio di raccontarlo, se non addirittura di denunciarlo. Lo scopo è chiaro, semplice ed univoco: far si che il funzionamento di una macchina complessa e molto delicata sia migliorato e perfezionato per evitare che anche altri ne patiscano le conseguenze.
    Direte che sono esagerato: oggi una certa Daniela mi diceva che trova faticoso lo scrivere. E’ possibile ed altrettanto comprensibile. Però un commento, almeno un commento, una opinione, un cenno di biasimo o d’approvazione non equivale alla scrittura di un romanzo. Chiunque è in grado di reggere lo sforzo!

  2. Potrei rispondere in privato, ma lo faccio qui, perchè così vi piace di più.
    Siccome la rete è un posto notorialmente libero, si deve rispettare chi la frequenta solo per fruirne i contenuti e sfoglia le pagine dei blog come farebbe con un giornale, senza necessariamente rispondere al direttore o mandare lettere nell’angolo della posta. Le denunce fatte sui blog hanno più o meno la valenza delle chiacchiere fatte al bar o magari un caffè un pò più colto. Bisogna rispettare chi non commenta i post come viene rispettato chi non frequenta corsi di ballo o chi non fe yoga o chi sta sempre tappato in casa davanti al monitor. O quello che fate voi è più giusto di quello che fanno gli altri?

  3. Chiedo scusa, ma potevo essere meno drastico e magari anche mettere un nome a caso,di fantasia, come sempre si fa; invece ho scritto l’esatta verità.
    L’ho fatto solo per sottolineare, con maggior realismo, che tutti i giorni incontro tante Daniele, Franche e Genoveffe, ma anche altrettanti Giuseppe, Sandri e Marchi che parlano,parlano ma non scrivono.
    Il mio è stato (e vorrebbe ancora essere) solo un tentativo di sollecitare tutti coloro che leggono (non coloro con cui avevo già conversato!) a farsi avanti. Ho provato proprio con un attacco forte e quasi polemico in quanto se si è sulla rete occorre esprimersi con i suoi strumenti.In questo caso basta commentare, magari solo per dare una testimonianza di un fatto, di una esperienza marginale. Questo, messo in rete, talvolta diviene l’anello mancante di una importante catena. Ed in questo caso serve e serve moltissimo. E’ utile più agli altri che ancora non hanno avuto guai che a noi stessi che li abbiamo subiti e raccontati.
    Spero di essere riuscito a spiegarmi. Assicuro che non sento la presunzione che quanto facciamo noi debba essere ripetuto, imitato anche dagli altri. Però ci piace il confronto.

  4. Accetto le scuse ma ribadisco la mia posizione. Come sai passo circa dieci ore al giorno LAVORANDO in una lavanderia e quando giro su internet la maggior parte del mio tempo la passo nel sito lavanderie.it dove sono un utente registrato con 70 discussioni. Nel nostro sito non si pretendono interventi o commenti e ciascuno può liberamente e spontaneamente iniziare una discussione o rispondere a un post. L’unica buona creanza è il rispetto. Nel Vostro sito invece c’è una gerarchia che propone i titoli, approva o meno i commenti e bacchetta chi non lo fa…

  5. Io ho avuto un “piccolo” problema al ginocchio per cui l’ortopedico ha richiesto una TAC.

    Ebbene sono andato a prenotare le prestazione e me l’hanno fissata per martedì.

    Si, martedì 10 giugno (dal 20 gennaio)!!!

    Ok, andrò a farla a pagamento questa TAC, ma mi viene da chiedermi, un po’ retoricamente forse, a cosa servono le mie tasse se i servizi sono questi.

    Ma magari conoscendo qualcuno…

  6. Per onore del vero non posso condividere che si scriva così:
    Nel Vostro sito invece c’è una gerarchia che propone i titoli, approva o meno i commenti e bacchetta chi non lo fa…
    La “gerarchia” sono le persone che lo hanno creato e che ci lavorano; cosi tanto “gerarchia” che un paio di settimane fa abbiamo pubblicato, senza cambiare nemmeno una virgola, un post inviatoci da un gentile signore che si conosce appena. Certo se per gerarchia s’intende che si fanno delle scelte si ; infatti queste denunce sul malfunzionamento della sanità le abbiamo chieste espressamente a diverse persone e qualcuno ha avuto voglia e coraggio per farle.
    Ancora: i commenti non si censurano. Una sola volta è avvenuto e Marco può illustrare il caso specifico a chi vuole saperne di più. Comunque i commenti passano attraverso il circuito della cosiddetta ” moderazione” in quanto dall’antispam potrebbe sempre sfuggire qualcosa!
    Infine se per “bacchetta” s’intende la normale dialettica posso dire che qui non manca. Ci sono casi di commenti che si rincorrono con opinioni del tutto differenti e visioni diametralmente opposte. Per quanto riguarda me personalmente poi, da sempre, se ho una opinione differente la esprimo. Per di più lo faccio senza mascherare il mio carattere ed evitando anche i mezzi toni.
    Infine, qui sotto questo post, scriviamo di sanità, se possibile. Il caso segnalato da Gaspa è di tutta evidenza.

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