L’altro giorno, all’assemblea PD di Torino, Valter Veltroni ha superato l’amnesia degli ultimi anni e ha finalmente fatto il nome del “principale esponente dello schieramento a noi avverso”.
Per un istante, un brivido è calato lungo le schiene dei presenti, temendo si riferisse a quello coi baffi in prima fila. Invece no, il suono del nome ha fugato ogni dubbio: il principale esponente dello schieramento avverso è proprio Silvio Berlusconi, di cui per giunta Valter, in preda ai fumi del giustizialismo, è arrivato a chiedere le dimissioni.
Qualcosa di simile sembra essere accaduto anche al PD senigalliese, impegnato oggi in una manifestazione in Piazza Roma, alle 16:30, per chiedere le dimissioni di Berlusconi.
Solo per dovere di cronaca, va ricordato che una manifestazione di cittadini spontanea, apartitica, nata sul Web senza sponsor né padrini, era già in programma nello stesso luogo, sullo stesso tema, alle 17. I maligni dicono che qualcuno abbia voluto mettere il cappello su un’iniziativa altrui, ma forse la spiegazione è più semplice: le cinque del pomeriggio è già tra il lusco e il brusco, e molti esponenti del PD sono miopi con ridotta capacità visiva notturna; dunque, hanno pensato bene di anticipare d’una mezz’oretta, per far le cose alla luce del giorno.
Ad ogni buon conto, sarà interessante capire su quali temi e con quale faccia il PD oggi chiederà le dimissioni di Berlusconi, dopo aver fatto la bella addormentata per sedici anni. Un sonno profondo, mentre dall’altra parte si approvava una caterva di leggi ad personam e si faceva carne di porco della Costituzione.
Una catalessi, quando bisognava mantenere impegni elettorali come una legge seria sul conflitto d’interessi, l’abolizione del “Porcellum” o una regolamentazione del mercato televisivo.
Sogni d’oro interrotti solo in ben precisi momenti, per siglare patti, Lodi, accordi, inciuci, Bicamerali, difendere la legge Gasparri davanti alla Corte Europea, “dialogare” sulle riforme, “migliorare” il Lodo Alfano come “male minore”, assicurare il numero legale in Parlamento, “riformare” la Giustizia alla Mastella, partorire disegni di legge sulle intercettazioni.
Adesso costoro vanno in piazza a chiedere le dimissioni di Berlusconi, per liberare l’Italia dall’imbarazzo. Naturalmente, la cosa imbarazzante è il presunto giro di mignotte attorno al Presidente del Consiglio, non la condotta di questo centro-sinistra negli ultimi vent’anni.
Sennò, magari, in attesa che Berlusconi liberi l’Italia dall’imbarazzo, potrebbero cominciare a sgomberare loro.
Pezzo magistrale.