Pensioni false: cerco un avvocato

Il 15 settembre scorso ho consegnato a mano, alla Cancelleria della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, questo esposto.
A mio parere la notizia criminis c’è. Viene infatti pubblicato un dato di assoluta gravità per il nostro paese: “Un milione e mezzo di persone sottraggono circa 8 miliardi l’anno”. La fonte è attendibile in quanto in questo articolo del Prof. Luca Ricolfi, apparso su Panorama del 23 luglio 2009, c’è la sintesi di una serie di studi svolti a livello universitario, da soggetti qualificati, con strumenti e metodologie scientifiche. In particolare su tutti i numeri che si leggono un dato mi ha fatto sobbalzare: quello relativo alla nostra regione. Nelle Marche oltre il 49 % delle pensioni di invalidità sarebbero false. E’ una stima s’intende, ma che comporta comunque un dato impressionante, scritto non a caso, da una penna qualsiasi, ma opera di uno stimato docente dell’Università di Torino.

Scrivevo che ci troviamo di fronte ad una “notizia criminis”; che forse potrebbe essere sfuggita agli inquirenti. E’ possibile se, come ho ascoltato di persona il giorno che ero allo sportello della Procura delle Repubblica, che di fascicoli aperti, al momento, ce ne sono ben 11.000.
Con tanto lavoro è possibile che qualcosa passi inosservato. Ho ritenuto quindi con un un gesto di collaborazione porre nelle loro mani questo esposto, che certo è un fascicolo in più. L’ho fatto anche perché il danno per l’erario, essendo il fenomeno assai diffuso in tante regioni d’Italia, viene valutato nell’ordine di diversi miliardi di euro l’anno.
Se la Magistratura riuscisse a recuperare almeno una parte di tante risorse sarebbe un grande successo. Comunque l’indagine è un dovere, se non altro così è scritto nella Carta Costituzionale. Non si dice che c’è: “l’obbligatorietà dell’azione penale”.
Si potrebbe non procedere magari incolpando il professor Ricolfi di aver diffuso “notizie false e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico”. Nel qual caso però ricorrerebbero comunque gli estremi del Codice Penale. Questo però assolutamente non lo credo.

Il 6 novembre mi sono recato di nuovo al 3° piano del Palazzo di Giustizia di Ancona, sede della Procura della Repubblica. Volevo verificare se “risultavano iscrizioni suscettibili di comunicazioni quale parte offesa”, così come stabilisce l’art. 335 del c.p.p.. Non ho trovato nulla, però ho appreso che mi sarebbe stata notificata la decisione del P.M. Rientrato a casa infatti ho trovato la notifica degli Ufficiali Giudiziari. Costoro infatti, ai sensi dell’art. 408 co.2° c.p.p., hanno trasmesso la richiesta di archiviazione, a firma del Pubblico Ministero dr.ssa Irene Bilotta. Così vi è scritto, “l’esposto è estremamente generico e non consente indagini penali ma solo statistiche”.

Dovendo quindi il GIP (Giudice per le Indagini Preliminari) decidere o meno per l’archiviazione di questo procedimento, convinto delle buone ragioni del Prof. Ricolfi vorrei presentare opposizione. Il termine, molto stretto (soli 10 gg) per presentare “opposizione con richiesta motivata di prosecuzione delle indagini preliminari” fa si che lanci questo appello: SOS, cerco un avvocato convinto a sposare quanto pubblicato dal professor Luca Ricolfi. Un avvocato che creda che non è fantasia il fatto che una pensione di invalidità su due, nelle nostre serenissime Marche, sia percepita da chi non ne ha nessun diritto!

6 pensieri riguardo “Pensioni false: cerco un avvocato”

  1. Due appunti per Gianluigi: per prima cosa non pensare di far aprire altri fascicoli che poi vengono archiviati, perchè chi scrive si sta occupando, come stagista, proprio delle archiviazioni in questi giorni presso il GIP di Ancona e dopo averne fatte centinaia, anzi migliaia non ne vuole vedere delle altre!
    Ovviamente sono ironico, ma mi son sentito chiamato in causa 🙂
    Quello che hai scritto per quanto riguarda la procedura penale non fa una piega; se me ne avessi parlato prima ti avrei sconsigliato di presentare un simile esposto perchè l’archiviazione era praticamente scontata.
    Visto che forse sono in tempo, ti sconsiglio anche di presentare opposizione all’archiviazione: anche questa credo proprio, da quello che hai raccontato, verrebbe respinta.
    Pur capendo quello che vuoi dire, non posso che essere d’accordo con la dottoressa Billotta; se non si porta qualche dato preciso, magari facendo riferimento a persone precise che trufferebbero gli enti previdenziali, la questione è già persa in partenza.
    C’è però il dato politico, sociale della tua denuncia: è vergognoso che 1 pensione su 2 sia falsa, sia per chi di quelle pensioni ha veramente bisogno, sia per chi onestamente fa il proprio lavoro per vedersi forse un giorno una pensione che, secondo le stime attuali, sarà magaridel 50% rispetto alla sua ultima retribuzione; praticamente nulla.
    Di sconvolgente c’è il fatto che quelle pensioni hanno visto la complicità di medici e funzionari.
    Magari ne parliamo anche di persona, questa storia è tristemente interessante.

  2. Vorrei sottoporre a Gabriele solo qualche riflessione, quindi molto meno che delle obiezioni, per quanto lui scrive con competenza e pacatezza.
    Il mio esposto è stato volutamente “una lettera di accompagno”. La sostanza è tutta invece nel lavoro del professor Luca Ricolfi. L’autore non è un pubblicista di primo pelo che scrive tanto per riempire la pagina, ma un docente universitario assai qualificato; un signore che su queste materie e per queste analisi ha compiuto studi articolati ed approfonditi, con metodo rigorosamente scientifico.  Non si è certo inventato quattro numeri, due percentuali a caso per  le due colonne che gli sono riservate  su Panorama.
    Ecco allora che mi chiedo (e ti chiedo, caro Gabriele) se tu nei panni del PM prima di scrivere in fretta quelle due righe funerarie non avresti chiesto alla Polizia Giudiziaria di acquisire almeno gli studi, le pubblicazioni in materia dell’illustre ricercatore. Dal mio punto di vista per sondare il terreno nel caso potessero emergere anche delle evenienze giudiziarie, ma se non altro sarebbe servito per verificare se questi scienziati (presso i quali mandiamo a scuola i nostri figli) diffondono piuttosto che dati attendibili “notizie false e tendenziose”. Di conseguenza magari per valutare se costoro possono e debbono incappare nello specifico reato previsto dal Codice Penale.
    Infine, tanto per avere un tuo parere, non ti sembra strano che nel variegato mondo della Giustizia italiana in certi casi si facciano inchieste folgoranti, magari per problemi di minor rilevanza economica, quando un’indagine statistica  segnala un picco di vendita di anabolizzanti in una certa rete di farmacie ? Oppure raccontano che siano andati a mettere il becco tra meccanici e carrozzieri quanto hanno avuto sentore, sentore solo statistico !, circa una abnorme concentrazione di alcuni sinistri stradali? Non sarà che gli assicuratori sono più convincenti del sottoscritto?
     
    Se poi avessi segnalato, alla Procura giusta,  qualcosa che poteva avere a che fare con un giro di escort, che dici l’avrebbero aperta l’inchiesta?

  3. Sicuramente Gianluigi ogni procura ed ogni PM lavora in un modo diverso e, inevitabilmente, valuta in modo diverso; comprendo perfettamente quello che dici, il punto è che una simile indagine è sicuramente molto ma molto dispendiosa in termini di mezzi e risorse da impiegare, anche perchè si basa su di uno studio statistico che non fa riferimento a casi concreti; se tu potessi portare uno o più casi reali, di truffatori, allora un’archiviazione con quella motivazione sarebbe inaccettabile.
    E’ altrettanto sicuro che ad alcuni piace indagare su quello che va di moda al giorno d’oggi piuttosto che su cose di maggiore serietà, ma fortunatamente sono casi isolatissimi.
    Se poi la mettiamo sul piano della famosa “obbligatorietà dell’azione penale” potremmo aprire una bella discussione e arriveremmo a dire che in realtà quello è più che altro un principio che sta sulla carta più che nella realtà… perchè?
    Perchè, da un punto di vista tecnico, l’azione penale si esercita alla fine della fase delle indagini preliminari, quindi si può anche scegliere di non esercitarla; da un punto di vista pratico si tende poi (giustamente a mio avviso) a dare maggior importanza ai casi più gravi, creando una sorta di gerarchia anche nell’azione penale.
    Ho sempre pensato e continuo a dire che i responsabili del malfunzionamento della giustizia in Italia sono 3: i cittadini, gli operatori (avvocati e magistrati) e i politici; i primi usano la giustizia spesso come se fosse un gioco, per vendicarsi o rompere le scatole a qualcuno; gli avvocati hanno tutto l’interesse a tirare i processi per le lunghe, i magistrati in alcuni casi lavorano decisamente poco (altri invece si fanno un gran mazzo) e sui politici stendiamo un velo pietoso: tra riforme fatte per scopi personali e finanziamenti che mai verranno dati, rimane poco da dire.

  4. Per l’avvocato il tempo stringe: i 10 gg per presentare opposizione decorrono dal 6 novembre. Temo che in questa occasione nessun uomo di legge ammetterà d’aver letto questo post…anche perchè a tutti è chiaro  che si tratterebbe di ” lavorare per la gloria“.

  5. Forse hai ragione tu, caro Gabriele. Però con il materiale che mi ha gentilmente fornito il professor Ricolfi penso che le poche righe di “opposizione” che sto scrivendo avranno maggior consistenza dell’articolo di giornale.  Comunque è una testimonianza da dare e certo varrà di più quando poi troveremo modo di pubblicare queste pagine su Popinga. Questo soltanto perchè chiunque abbia interesse al tema possa farsi un’idea più precisa.

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