Reduce dalla per me altamente gratificante lettura del bel saggio sui cibi di Bressanini, sono andato alla ricerca di qualche informazione recente sul nucleare. La lettura di “Pane e Bugie” mi ha infatti stimolato la riflessione sul fatto che queste tipologie di miti, pregiudizi, paure, si esercitino non solo sugli alimenti ma su tutto quello che riguardi argomenti tecnici e scientifici.
Io appartengo ad una generazione che, almeno in parte, si è appassionata ai progressi che scienza e tecnologia hanno apportato all’umanità, progressi che hanno più che controbilanciato gli incidenti e relative vittime dovute all’inesperienza e immaturità delle prime applicazioni (vedi ad esempio l’uso degli antibiotici).
Continuo fortemente a ritenere che sul nucleare esista purtroppo una elevata somma di paure e pregiudizi, che se giustificati dal primo esempio di utilizzo di questa energia come arma di distruzione di massa, non sono giustificabili in qualsiasi esercizio di logica razionale e obiettiva. Il nucleare è di gran lunga la più importante fonte di energia che l’umanità abbia a disposizione per i prossimi 100 anni, ed è l’unica che ci può affrancare dall’80% dei combustibili fossili e dalle loro forti implicazioni di inquinamento, costi, dipendenza da fornitori inaffidabili e addirittura contrari alla civiltà occidentale, ecc..
Ho notato che negli ultimi anni, le obiezioni “tecnologiche” (pericoli di incidenti, fuga di radiazioni, trattamento delle scorie, ecc.) si sono diradate fino a quasi a scomparire – e ciò a causa della loro palese infondatezza, mentre oggi le obiezioni maggiori dei contrari sono sui costi, sui tempi (sic!), sulla localizzazione delle centrali e delle profonde miniere di immagazzinamento delle scorie. Proprio per questo, ti invito a leggere attentamente i due allegati, frutti di recenti studi sull’argomento.
Prevedo già alcune tue obiezioni: sono di parte, per cui alcuni dati previsionali potrebbero non essere del tutto corretti. Proprio per questo, ti invito ad usare in questa lettura il metodo scientifico descritto da Bressanini: attenersi ai fatti e solo a questi.
Tra questi fatti c’è ne uno uno che dovrebbe fare riflettere tutti quelli che in Italia si oppongono fortemente alla costruzione di centrali nucleari (e che però ne usano senza remore il 12% dell’elettricità che è generato e importato da centrali che si trovano a distanze ben inferiori a quelle tra Lombardia e Sicilia), e cioè che nel mondo, in più nazioni, sono in costruzione decine di nuove centrali, che la Germania ha appena deciso di procrastinare la smantellazione delle proprie fino al 2050 (e che sono in esercizio dagli anni ’70 senza problemi !): ma allora, tutte queste nazioni sono in errore e i gli ‘intelligenti’ siamo noi italiani ?
Il vero problema del nucleare non è la sicurezza ma è “il dopo”… chi gestirà e pagherà le scorie e gli impianti a fine vita che non producono più nulla ma saranno soltanto costi? L’efficientissimo Stato italiano?
Ma questo è un falso problema, tanto oggi la corrente di pensiero che va per la maggiore è “chissenefrega”… ci penseranno fra 50anni i nostri nipoti, i nostri politici ultrasessantacinquenni se ne fregano di noi giovani, loro fra 50 saranno morti da un pezzo e nel frattempo se la godono…
Questo si applica alle scorie nucleari, all’immondizia, al paesaggio, al demanio, al patrimonio archeologico cartolarizzabile, nonché al debito pubblico… (anzi no, al debito pubblico ci dovremmo pensare fra pochissimo, come successo in Grecia, fallita e comprata dalla Cina)
Oppure la soluzione l’abbiamo già trovata, ce l’abbiamo sotto gli occhi e non ce ne siamo accorti: una bella serie di carrette del mare imbottite di scorie e affondate nei mari del sud, metodo già sperimentato con successo, e spero brevettato, dalla impresa italiana di maggior successo nel mondo.
Mi informerò e leggerò quallo che potrò quando potrò. Nel frattempo, pregiudizio o meno, avrei preferito vivere in un Paese che avesse cercato di sfruttare risorse quali vento e luce solare per produrre energia. In Inghilterra hanno sperimentato un sistema che trasforma in gas da riscaldamento i 30 chili di rifiuti organici l’anno che ciascuno di noi (chi più che meno) produce.
Invece pare che l’unica via d’uscita da un mondo inquinato, l’unica forma di energia pulita e sicura, il futuro, insomma, sia il nucleare.
Bene, prendo spunto da quanto disse una volta Grillo (non sono un fan e non rompetemi le scatole per averlo citato): se una centrale nucleare è così sicura, trovate una compagnia di assicurazione disposta a stipulare una polizza in favore dei cittadini del Comune dove la centrale è costruita, da risarcire in caso di incidente. Tanto è sicuro che non succede, no?
Non so Gianluigi, non mi reputo uno con i paraocchi, ma non riesco a pensare serenamente ad un futuro per i miei figli fatto di OGM e nucleare.
Proprio raccogliendo l’invito ad usare “il metodo scientifico” che Brunello raccoglie da Bressanini io mi chiedo e vi chiedo come possiamo pensare a centrali nucleari in Italia. Avete dimenticato che non siamo ancora riusciti a gestire definitivamente le scorie delle precedenti? Abbiamo ancora in siti di stoccaggio “provvisori”, con costi alle stelle!, persino i rifiuti radioattivi della sanità e dell’industria.
Scanzano Jonico vi dice niente?
Se poi a Napoli e dintorni succede la rivoluzione, bruciano decine di autocompattatori, bloccano strade ed aggrediscono le forze dell’ordine per una discarica di banale mondezza pensate che sia possibile gestire sostanze radioattive e davvero pericolosissime per millenni? Io NO.
Non penso di essere sufficientemente documentato per parlare di energia nucleare, come penso non lo siano la maggior parte dei convinti e dei contrari “a priori”; comunque, prendendo spunto da quanto scrivono Accurrimbono e Lorenzo, sicuramente le possibilità di produrre energia sono diverse e non sono rappresentate solo dal nucleare, anche se spesso temo che le energie rinnovabili siano sopravvalutate, essenzialmente perchè non sono e non saranno mai in grado di produrre energia in modo costante (solare ed eolico in modo particolare). Questo vuol dire che a queste per ora qualcosa di diverso (e purtroppo inquinante) bisogna affiancare.
Se guardo quello che succede nella nostra regione (ma penso sia così un po’ in tutta Italia) rabbrividisco: stanno spuntando come funghi appezzamenti, terreni, COLLINE coperte da pannelli solari.
Stiamo distruggendo il nostro paesaggio per seguire un ambientalismo da imbecilli: ci sono i tetti delle case e dei capannoni per piazzare i pannelli solari, non certo campi un tempo coltivati.
Non vorrei che questa mentalità portasse più danni che benefici, perchè è facile da un lato parlare di consumo di territorio zero (a parole peraltro) se poi, dall’altro ci si comporta in questo modo.
Il commento di Gabriele è molto ben centrato e cita opportunamente le follie fotovoltaiche, operate a danno dei migliori terreni agricoli anche qui nelle Marche. Ora che i buoi sono scappati in Regione hanno provato a socchiudere la stalla!
In Italia la scelta del nucleare, che a centrali in funzione dovrebbe incidere per il 4% sul totale dell’energia prodotta, si dice che dovrebbe contare addirittura su investimenti privati.Sarebbe un caso unico al mondo! Un 4% invece lo si può ottenere in tempi assai più brevi, a costi minori, anche con maggiori ricadute occupazionali, semplicemente attivandosi con il risparmio energetico e quindi puntando all’ottimizzazione dei consumi. Questi sono dati di pubblico dominio, documentati, e pertanto non credo di raccontar balle.
Intanto che il VERDAME sbraita preoccupato per l’ipotesi segreta-remota di stoccaggio di scorie nucleari in vallesina, vorrei sottoporre alla vs. attenzione un allegato (compresso WinRAR) in cui si annienta l’ecofandonia, secondo cui tra i “tanti difetti”, il nucleare sarebbe anche più energeticamente sprecone del miracoloso fotovoltaico.
Il vs. indirizzo mail? suddito 610
Basta pensare che dopo Chernobyl, l’Italia fu l’unica a uscire dal nucleare. Gli altri paesi hanno continuato ad investire e produrre energia nucleare. E quindi mi ricollego alla tua domanda: tutti gli altri sbagliano?
Se posso aggiungere una considerazione che mi viene cosi, di getto, è questa.
Ci sono paesi vocati per certe attività, che so io la Francia per il nucleare che garantisce un rigido controllo militare sul ciclo dell’uranio, mentre non credo che questo sia possibile per l’Italia. Basta prendere ad esempio i fatti di questi giorni in Campania, a Terzigno, per una volgare discarica!
Un po’ come dire: lasciate che i limoni siano prodotti in Sicilia ed in Spagna, non chiedete all’Islanda e nemmeno alla Svezia di fare altrettanto.