Non rifiutarmi

Se ti è capitato di chiedere al negoziante di darti la spesa senza l’immancabile busta di plastica, se entri nei centri commerciali con vecchi sacchetti in mano, magari quelli di tela, insomma se comprendi che usare meno plastica è cosa buona e giusta, allora a Senigallia c’è qualcuno che sta cercando te, e tu neanche lo sai!

I ragazzi del locale Meetup, interscambiabili con quelli del Movimento Lento Ciclabile Senigalliese, lo scorso 2 maggio si sono messi a regalare buste di juta e di carta nel centro città e fuori dai negozi, per ricordare alla gente che è meglio evitare di usare le buste di plastica monouso e magari non biodegradabili. L’iniziativa sarà ripetuta il prossimo sabato 16 maggio, se solo qualcuno darà loro una mano. Sarai mica tu?

In realtà c’è di più. I promotori dell’iniziativa hanno anche chiesto al Sindaco di emanare un’ordinanza per la graduale messa al bando della distribuzione delle buste di plastica non biodegradabili da parte degli esercizi commerciali in tutto il territorio comunale. Il Sindaco pare si sia mostrata interessata, almeno a giudicare dalla foto che la ritrae con la busta di juta in mano. Inoltre, sembra che alcuni consiglieri comunali stiano preparando un Ordine del Giorno che impegni ufficialmente il Sindaco in questa direzione.

Insomma, c’è molta carne al fuoco. Per segnalare la tua disponibilità a mettere a disposizione qualche ora della giornata di sabato 16 per la distribuzione dei sacchetti, scrivi una e-mail a Roberto Chiostergi (roberto.chiostergi@tele2.it), indicando se potrai essere presente il mattino o il pomeriggio, ed eventualmente in quali fasce orarie.

Ecco il comunicato ufficiale.

Gli attivisti del Meetup Senigallia e del Movimento Lento Ciclabile Senigallia effettueranno una distribuzione gratuita di shoppers in tela e in plastica alla cittadinanza per sensibilizzare l’opinione pubblica all’uso di borse riutilizzabili in vece dei dannosissimi, e nocivi per l’ambiente, sacchetti di plastica monouso. La consegna avverrà in modalità ciclabile e itinerante. I nostri attivisti si muoveranno in tutta la città (Corso 2 Giugno, Piazza Saffi, Piazza Roma, Centri Commerciali) per effettuare la consegna materiale degli shoppers e per consegnare volantini informativi e la copia di una lettera scritta al sindaco per chiedere che le buste di plastica monouso vengano al più presto messe al bando in tutto il territorio comunale come già avviene in alcuni comuni italiani. Si ringraziano per il fondamentale apporto, il Comune di Senigallia, Mondo Solidale, i negozi-bio La Terra e il Cielo ed Emporio Alcatraz e le ditte Fiorini e Pierpaoli.

7 pensieri riguardo “Non rifiutarmi”

  1. Io faccio sempre la spesa con la busta di stoffa – con grande stupore di cassieri e commessi. Nondimeno vietare le buste di nylon mi sembra una cosa da Terzo Reich.

  2. A parte il fatto che le buste sono di polietilene, è sicuramente da terzo reich continuare a permettere che materiali pericolosi per la salute e dannosi per l’ambiente possano ancora circolare: una specie di “soluzione finale” per la nostra razza (umana). Si potrebbe fare una lista infinita di materiali da vietare perché tossici e inquinanti. Qualche esempio: eliminare l’atrazina dall’acqua è da terzo reich? oppure lo è vietare l’uso dei pesticidi in agricoltura? o ancora gli antibiotici nel latte e nella carne degli animali allevati in maniera intensiva in stabbi-lager (che la pubblicità ci mostra in tutt’altro modo)? Secondo me le cose da vietare, per dar modo alle generazioni future di sopravvivere o per ridurre l’incidenza (a crescita geometrica) dei tumori sarebbero tante. Ritengo quindi che sia da terzo reich continuare ad usarle e produrle nell’interesse di pochi e a discapito di tutti!

  3. La spiegazione ? Semplicissima !
    Perchè l’ignoranza in materia (nel senso di ignorare…onde poi qualcuno non si offenda)è difficile da sconfiggere, ancor più delle armate tristemente rievocate.
    Chissà se qualcuno avrà mai letto che tantissimi “pezzi di ricambio” usati dalla chirurgia (anche cardiaca) sono realizzati con materiali derivanti dal polietilene ??

  4. @ Gianluigi, Franco: Non so se il polietilene sia pericoloso per la salute umana, ma non e` questo il punto. Come ogni tecnologia, e` l’ uso che se ne fa a determinarne la pericolosita` o meno.

    Come abbiamo ampiamente argomentato nel corso dell’ iniziativa “Rifiuta il rifiuto”, gli shoppers di plastica sono (senza esagerare) una vera e propria “bomba ecologica”, per cui possono e devono essere messi al bando. La radice del problema risiede non tanto (o almeno non solo) nel materiale di cui sono costituiti, ma nella filosofia di utilizzo che li accompagna, ovvero quella dell’ “usa e getta”; il polietilene di per se` e` una sostanza certamente utile e meno problematica di molte altre (come ad es. il PVC).

  5. @ Lorenzo
    Concordo perfettamente con te su tutto. La mia contestazione verteva solamente sul fatto che il Polietilene di per se stesso, come materiale, era ritenuto nocivo. Nociva, come tu dici giustamente è la quantità e l’uso che se ne fa.
    Mentre invece, per il PVC, non è “meno problematico”, ma è proprio un materiale cancerogeno e per questo da usarsi con le così dette “molle”.

  6. Seguendo la discussione vorrei precisare subito, a scanso di equivoci, che condivido lo spirito di quanto fate. Se non altro perchè fui tra i promotori di una analoga iniziativa nazionale della Federnatura trent’anni fa (quando i manici dei sacchetti di carta si staccavano con asoluta facilità!).
    Chiedo però a chi si è lodevolmente impegnato un assoluto rigore e minuziosa precisione nelle affermazioni, tanto più quando si scrivono.
    Dal mio punto di vista, cari ragazzi, visto che ho avuto molte occasioni di confronto, per esperienze di vita passata, con tanti ecologisti improvvisati, posso testimoniare che un’affermazione fatta alla leggera, una banale inesattezza da parte del nostro fronte, si risolve nella demolizione di tutta la battaglia.
    La credibilità è merce preziosa, tanto più in epoca di globalizzazione.
    Allora polietilene? Parliamo del suo costo energetico, stigmatizziamo gli abusi o anche soltanto gli usi distratti ed impropri, gridiamo perchè finiscono in pancia ai cetacei o dispersi sulle siepi delle nostre campagne, ma non inneschimo infondati allarmismi.
    I telefonini insegnano!
    A voi che siete sulla breccia questo compito è possibile. Grazie.

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