Mezza Canaja: intervista a Simone Ceresoni /1

[Domanda] Innanzitutto un tuo giudizio complessivo sul Mezza Canaja.

[Risposta] Il mio giudizio sul Mezza Canaja è articolato, perché quella è una realtà articolata, che opera in tempi e luoghi diversi con azioni diverse. Per alcune di queste si può dare un giudizio positivo, per altre un giudizio negativo. Dunque sarebbe riduttivo schierarsi semplicemente pro o contro di loro.

Innanzitutto va letto il contesto: il Mezza Canaja è un centro sociale, e come tale si muove nel panorama dei centri sociali nazionali. Si esprime su questioni politiche che, di volta in volta, posso apprezzare o meno. Per esempio, sulla questione migranti pone delle tematiche culturali assolutamente condivisibili. La normativa nazionale è divenuta fortemente repressiva e discriminatoria. Se pensiamo agli slogan culturali della lega, beh, io sto dall’altra parte. Tuttavia nell’analisi del Mezza Canaja sui migranti manca una componente importante, e cioè il punto di vista del cittadino, italiano o migrante in regola, che chiede il rispetto della norma. Di questa domanda bisogna occuparsi, anche da sinistra, per non lasciare territorio di conquista culturale e politico alla destra.

Dunque sulle questioni politiche che di volta in volta pongono, il Mezza Canaja può essere soggetto interlocutore di una discussione.
Poi ci sono le pratiche.
Le azioni politiche che fanno, a me rappresentante politico e amministratore, non appartengono, e ne do un giudizio negativo. L’occupazione abusiva dei locali, privati o pubblici, non può essere praticata. O meglio, può essere praticata simbolicamente per alcuni minuti per sollevare un problema ma non come pratica di risoluzione delle questioni. Anche l’uso di una fisicità, l’aggressività in alcuni frangenti, non mi appartengono.

[D] Si può parlare di violenza?

[R] Non credo. Parlerei di voler mostrare i muscoli. Mi pare che certi limiti non sono stati oltrepassati.

Però in tutte queste pratiche, che non sostengo, in cui non mi riconosco, c’è un elemento che, al contempo, apprezzo ma mi preoccupa: questi ragazzi si assumono la responsabilità di ciò che fanno, ci mettono la faccia e alcuni ne subiscono le conseguenze, anche penali. Ecco, non vorrei finire su una posizione paternalistica (quando gli ho parlato di questo, li ho visti un po’ infastiditi). Avere a 25 anni diversi procedimenti penali a proprio carico può essere rischioso. Le fasi della vita sono diverse. Un giorno questi ragazzi avranno un lavoro, una famiglia, dei figli…

[D] Tu dici che ci mettono la faccia. Ma spesso se la coprono con il passamontagna. Fuor di metafora, loro non praticano l’autodenuncia. Il video dell’irruzione dell’8 agosto mica inquadra chi ha in mano il trapano.

[R] Hai ragione, non praticano l’autodenuncia. Ma pagano le conseguenze del mancato rispetto della legge, che è lenta ma dura e inesorabile. (continua…)

4 pensieri riguardo “Mezza Canaja: intervista a Simone Ceresoni /1”

  1. Oltre le risposte del vice sindaco, che pur meriterebbero qualche osservazione, molto m’ incuriosisce il silenzio di quanti, su questo argomento, in altre occasioni m’erano sembrati molto più attenti e motivati.

  2. Pingback: Popinga

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