L’islam è compatibile con la democrazia?

Guolo Renzo - L'Islam è compatibile con la democrazia?Sempre ripescando tra i miei libri di qualche anno fa (questo è stato pubblicato nel 2004 e l’ho acquistato nel 2005) m’è parso utile rileggere un volumetto dal titolo:” L’Islam è compatibile con la democrazia?“,  pubblicato dagli Editori Laterza nella collana “Universale Punti Interrogativi“.  Autore del libro è Renzo Guolo, docente universitario a Trieste ed a Padova, noto collaboratore di “Repubblica” che ha pubblicato diversi volumi sui fondamentalismi religiosi ed in particolare sull’Islam.

Scrive lo stesso Guolo che la domanda se la democrazia e l’Islam siano o meno compatibili è divenuta d’attualità in Occidente dopo l’11 settembre. Indubbiamente è così anche per le mie opinioni sul tema. Questo risultato è maturato in quanto solo così s’intravede la possibilità, condivisa da qualificati personaggi ed autori, che questo sia l’unico modo possibile per evitare la deriva fondamentalista dell’Islam.

Però l’obiettivo sarà raggiunto soltanto facendo in modo che la democrazia possa espandersi naturalmente. Sappiamo che questa idea è stata propugnata con determinazione dai maggiori teorici del neo-conservatorismo americano, al punto che alcuni di loro hanno teorizzato “l’esportazione della democrazia con la forza“. Dopo diversi anni di dibattito su questo argomento siamo tutti ampiamente convinti che un approccio corretto al “regime change” non possa avvenire manu militari. Infatti è sempre più evidente che sia richiesto un modello del tipo multilaterale, con piena completezza degli strumenti d’intervento.

Ricordate cosa diceva Marco Pannella a proposito dell’Afghanistan ?  Ricordate quando provocatoriamente impiegava i termini ed evocava le immagini del “bombardamento” ? Bombardamento si, ma mediatico. Così diviene facile essere d’accordo sul fatto che la via maestra potrà essere solo quella già in corso della “globalizzazione dell’informazione”. Ciò nonostante il grave divario, sempre molto evidente, del cosiddetto “digital divide“.

Ci sono fatti correnti oggi, e sempre più frequenti con il passare del tempo, che Renzo Guolo indica come “sconvolgenti per il mondo islamico“. Uno di questi, ad esempio, è il fenomeno che negli ultimi anni vede, in molti paesi, non pochi individui in grado di esprimere le loro opinioni, quand’anche diverse da quelle ufficiali.

Restando al libro segnalo che un altro capitolo ben sviluppato mi è parso sia quello relativo alla modernizzazione dei paesi islamici. Questo evento nel suo complesso richiede non solo una dose sempre crescente di “mercato”, ma anche l’accesso alle istituzioni ed al lavoro delle donne.

Infine come si può pensare ad una democrazia senza i liberali? I liberali che “cercano di coniugare fede e ragione” non pesano politicamente in nessuno di questi paesi in quanto non costituiscono realtà organizzate. Dappertutto ci sono però (anche se i più si trovano in Europa) coloro che contribuiscono a questo ambizioso progetto, appunto come scrive Renzo Guolo, “seminando idee che potrebbero generare in futuro la pianta della democrazia“. Operazione non facile poiché alla fine spetterà all’Islam stesso far si che la democrazia si concretizzi e metta radici nel sistema culturale di quel mondo. Purtroppo sappiamo che la religione in queste nazioni è sempre stata la fonte primaria ed esclusiva del diritto. Per di più è difficilissima, se non del tutto impossibile, la revisione di quanto scritto, in termini davvero assoluti, nel Corano. Infatti per l’Islam non è concepita  un’autorità centrale (come avviene per i cattolici con il papato, cioè con la “cattedra di Pietro”) che in grado di decidere, fosse anche dopo secoli, ciò che è dogma di fede e ciò che non lo è.

La lettura di questo volume mi è apparsa agevole e del tutto lineare. Il libro si articola in nove capitoli, ognuno dei quali è suddiviso in paragrafi molto snelli. A me è sembrato un testo consigliabile come primo approccio a chi vuol comprendere questo mondo e questi temi, soprattutto per chi dell’Islam, fino ad oggi, non si è mai occupato. Questo può essere lo spunto da cogliere per chi volesse poi approfondire lo studio di questo mondo sicuramente molto complesso.

Da parte nostra, su Popinga, ci proponiamo di offrire qualche spunto di lettura e di studio in materia. Non a caso infatti ospiteremo prossimamente alcuni contributi di un amico, Paolo Mantellini. Un  professionista che ritiratosi dal lavoro è divenuto, per passione, uno specialista in materia. Lo ha fatto dedicando sistematicamente gran parte delle sue giornate allo svolgimento di una attenta e qualificata opera di informazione e di divulgazione e di severa critica su fatti ed argomenti legati all’Islam, nei suoi più differenti e complessi aspetti. Così ha indubbiamente raggiunto livelli di competenza che possono essere utili a molti di noi.

101 pensieri riguardo “L’islam è compatibile con la democrazia?”

  1. In realtà, non lo è alcuna religione!! ciò che rende uno Stato davvero democratico è la laicità insieme con la secolarizzazione; la laicità attiene all’atteggiamento che lo Stato ha verso le religioni: indifferenza e indipendenza dello Stato verso quasiasi religione e ideologia illiberale (laicità) coadiuvata dall’ininfluenza della religione (come di ogni altra ideologia illiberale) sul funzionamento della Società e la vita degli individui (secolarizzazione).   

    Quindi la domanda da fare non è se l’islam sia compatibile con la democrazia, ma se nei paesi a maggioranza islamica possano esserci laicità e secolarizzazione.

    Un approfondimento nell’articolo del luminare del diritto Gustavo Zagrebelsky. 

    http://www.cdbchieri.it/rassegna_stampa_2010/la_buona_democrazia.htm

     
     

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