Mi chiamo M., e fumavo eroina

Per introdurre questa storia potrei prendere in prestito un testo degli 883. Erano “gli anni delle immense compagnie” quando conobbi M., molte stagioni fa, mentre l’adolescenza ruggiva, e la droga era là, dietro casa. Oggi lo incontro di nuovo, nuovi io e lui. E’ stato come conoscerlo per una seconda volta quando ho letto della sua esperienza con la strada, con lo spaccio, con la polizia. Ti invito a leggerlo, a commentare, e magari a dialogare con lui. (ms)

– Hai qualcosa di zuccheroso? Cosi mi riprendo… –

– Guarda che non è mica come le canne, che se mangi ti passa. Rilassati e goditi la botta. Le prime sono le più belle. –

Eh si. Avevo fatto confusione. Avevo fumato eroina, non hashish.

È il concetto di fumare che ti frega.

Se fumi è tutto ok. Non sniffi, non ti buchi.

Dove sta la gravità?

E poi ha ragione Nico. La botta è proprio bella. Sono sdraiato per terra immobile, senza pensieri. Sono dove vorrei essere, potrei starci ore, intorno tutto è calmo, nessuno ha fretta.

Si parla poco e svogliatamente.

È costato poco. 10000£ a testa. Una busta in quattro, qualche tiro a testa, ci ha conciato per le feste.

Ora non ricordo quanto tempo è passato tra la prima e la seconda volta. Lo stesso che è passato tra la seconda e la terza. Settimane, forse un mese intero. Ho fatto uso di eroina, il Diavolo fatto sostanza, e non per questo sono un tossico. Nulla è cambiato. Ecco il tonfo di un altro stereotipo, pesante come un muro che cade.

Ricordo il giorno che sono uscito a cercarla. Quello si. Prima di quel giorno era stata sempre una colletta tra amici, e non ero mai stato io il procacciatore.

Quel giorno mi sono messo in proprio.

Avevo i soldi, sapevo i posti, e droghe in vita mia le avevo comprate. Le fregature hanno lo stesso odore, e io sono un “dritto”. Oggi faccio da me!

– Dove vai? Guarda che così va a finire che ti intossichi! –

Parole sagge, amico mio. Ma l’ultimo muro caduto ha fatto così tanto rumore che io non ti ho sentito. Ho fatto spallucce e sono uscito. Sono tornato a casa un ora dopo, vincitore …e tu, amico mio, hai fumato con me. Mi hai dato la tua quota. Hai anche preteso un trattamento “equo”.

Chi è il tossico tra me e te, adesso?…E poi vedi siringhe? No.

Si fuma. In che ragionamenti del cazzo ci vogliamo perdere? Droghe pesanti, droghe leggere?

Fuma e zitto. Anzi, direi che se ne vuoi ancora smezziamo l’intera spesa!

Ora da quel giorno sono passati anni.

Ecco. La tossicodipendenza è talmente brutta che puoi riassumere anni in poche righe senza omettere niente. È sufficiente citare qualche tappa fondamentale.

No, non mi sono mai bucato. Nel giro di qualche mese l’uso di eroina è diventato giornaliero. La quantità in cosante aumento, finanze permettendo. Sono arrivate le prime crisi d’astinenza. Perdita del sonno, stati d’agitazione, sudore freddo, ipersensibilità, fastidio al contatto, dolori e acciacchi vari.

E poi?

E poi vai al Sert. Li hanno la soluzione tampone, sia che tu voglia smettere “per sempre”, sia che tu voglia solo qualcosa per star bene, gratis, ovviamente.

– Salve, mi chiamo M. Voglio smettere –

– Bene. Oggi lei fa le urine. Dobbiamo vedere il suo grado di intossicazione. E nei prossimi giorni procederemo con un medico per individuare la terapia più adatta.-

– Veramente io volevo smettere oggi… –

– No. Lei è semplicemente in astinenza, e vuole qualcosa (…metadone?…Subutex?…). Se la sua intenzione è quella di smettere, vorrà smettere anche domani. Un giorno o due non fa differenza! Al massimo oggi possiamo darle qualche antidolorifico e qualcosa per il sonno.-

Cazzo, la signorina ha ragione. Io voglio la pozione magica.

Bene. Dopo che hanno stabilito che sei un tossico, dopo che ti hanno dato del metadone da bere oppure una pasticca di un derivato della morfina da mettere sotto la lingua, dopo tutto…adesso?

Adesso sei un vero tossicodipendente. Patentato! Hai la tua sigla, la tua terapia giornaliera, tre monitoraggi settimanali. Sono più le volte che pisci con un infermiere che ti guarda che quelle nel bagno di casa tua.

Ora ti droghi legalmente.

La terapia è il tentativo di sostituire una dipendenza con un’altra, il tutto contornato da qualche colloquio con un terapeuta che male non fa. È lui che decide.

Forse un giorno ti dirà “Sei pronto per scalare gradualmente la terapia”o magari, visto gli scarsi risultati tenterà di convincerti che l’unica strada è lunga, è in salita, è la comunità.

Se fai il bravo, se usi solo la droga legale che ti danno loro, sei pronto per il famoso “affido”: puoi portare la terapia a casa. La tua vita può diventare più libera. Sempre drogato sei. Ma un drogato bravo. Gonfio come un canotto, sudato,con mille fogli, ricette, provette, boccette, in coda assieme ai “colleghi”.

Se prima di entrare al Sert per la roba avevi due possibilità di scelta, dopo quel giorno hai 1000 soluzioni, persone da chiamare, gente con cui dividere le spese o con cui fare viaggi folli verso i lidi romagnoli, dove la roba costa poco. Conosci gente che ti affida la roba in compravendita. Tradotto: ti danno 10 grammi, 7 ne vendi per conto dello spacciatore, 3 te ne tieni per te. Se ti beccano vai in galera senza passare dal via, e se fai un nome, se canti, meglio che emigri…lontano, molto lontano.

Ogni volta che le forze dell’ordine ti incrociano, meglio che ti rilassi, perché una buona mezzoretta la passerai in loro compagnia. Chiedi scusa alla persona che eventualmente era con te e dille “poi ti spiego”

– Allora, M.! Stai facendo il bravo? Certo! Se hai qualcosa dillo prima, che se lo troviamo noi è peggio…lo sai. No? Ok, svuota le tasche. Appoggia tutto li. Adesso fermo, divarica un po’ le gambe. Togliti le scarpe. A posto. La macchina è la tua? È pulita? Si? Va bene, noi diamo un occhiata comunque… –

Spesso li ho guardati infilare le mani ovunque, per poi soffermarsi sui posti più idioti, dove nessun coglione di questa terra nasconderebbe droga, tipo il cassetto lato passeggero, o il vano dello sportello.

Poi rifletto. Non cercano droga. Sanno bene che anche avessi qualcosa, la terrei nelle mutande, dove non sono autorizzati a guardare (almeno qui, per la strada, in caserma potrebbero). Vogliono solo intimidirmi, ricordarmi che “loro sanno tutto”. Cosa sanno di tanto speciale? Che ho un problema, un grosso problema. Non sono mica un narcotrafficante vestito di bianco e pieno di soldi e di fica.

Cosa sanno? Quello che so anche io? Che sono sette anni che vivo cosi? Sanno che un paio di denti si sono spezzati, indeboliti dagli oppiacei?

Qualcuno sa e mi evita, qualcuno fa finta di non sapere e si accontenta di parlare male di me con chi non sapeva. Qualcuno sa e questo non ha cambiato i nostri rapporti. Qualcuno mi ha conosciuto senza sapere chi fossi prima. Perché una cosa la so anche io. So che sette anni fa non sapevo di essere libero. Che peccato non averlo saputo prima.

25 pensieri riguardo “Mi chiamo M., e fumavo eroina”

  1. Quando ero in attività anche sindacale e responsabile del reparto collaudi alla Sangati di Padova c’era un ragazzo 18 anni circa che lavorava in attrezzeria.
    Era minuto di aspetto anche carino tanto da sembrare ‘na ragazza.
    Venne un grosso finanziamento dai politici in uno con l’Ambrosio morto ammazzato poco tempo fa,tanto fu l’imbroglio e i sotterfugi con la mafia che la Fabbrica si spostò dal centro di Padova alla periferia in zona industriale.
    Speculazioni edilizie e stravolgimenti del piano regolatore ,feste allegre con soldi arrivati senza firma assunzioni facili ,erano voti infine per i politici.
    La fabbrica nuova fu inaugurata come se fosse dono del cielo e la gente ,operai, dirigenti , tutti insomma cominciarono a vivere in altro modo.
    Tutto sembrava facile meritato come in una storia , come quasi la parola lavoro nulla avesse a che fare con la fatica.
    Quel ragazzino dell’attrezzeria diventava sempre più estraneo all’ambiente e spesso sempre più spesso si assentava per ragioni di salute.
    Quando tornava in fabbrica appariva sorridente ma aveva sempre più uno sguardo assente,ed era facile
    vincere ogni sua debolezza ,bisogno.
    Si sparse la voce che si “drogava”,noi tutti restammo anche indifferenti chè il giovanetto sempre sorrideva anche se appariva sempre più magro sottile come un reduce.
    Cominciarono a verificarsi piccoli furti anche di strane cose.
    Fu facile trovare l’indiziato-il colpevole-
    Dopo vari richiami il ragazzo fu licenziato.
    A nulla valse ogni preghiera del padre che persa ogni dignità chiese per il figlio a tutti aiuto.
    L’assenza fisica del ragazzo si notò poco eppoi ci si scordò pure.
    Un giorno, dopo poco,morì perchè investito per strada.
    In azienda si fece una colletta per una corona di fiori ove era scritto:gli amici di lavoro.
    E’ passato tempo ormai e manco il nome ci si ricorda ormai.
    I potenti che avevano sconvolto la Padova contadina-meccanica a poco a poco scomparvero per ragioni poco onorevoli.
    Era rimasto Ambrosio e della sua morte anche la tv un giorno diede notizia.
    Il ragazzino quel povero compagno di lavoro minuto nessuno più ricorda, nemmeno il nome.
    E’ questo fatto cronaca vera di cui sono stato teste,assieme a tanta gente.
    dario.

  2. Ho la sensazione che il SERT, di per se stesso, sia l’oppiaceo usato dallo STATO, quasi per lavarsi le mani con un annebbiarsi le idee e non pensare più a questo problema ritenuto “volutamente” irrisolvibile.
    Meglio fare la parte del buon padre di famiglia che vuol curare i suoi “poveri figli” (molto più facile) che colpire le forze del male come MAFIA e Similari organizzazioni (molto più difficile-pericoloso- ed antieconomico per eventuali carriere politiche). Meglio dare un consiglio, che a priori un drogato difficilmente seguirà, che dargli un posto di lavoro prima che cada in depressione e cerchi paradisi inesistenti. Meglio dare una razione di metadone, che sedi il bisogno del momento, ma soprattutto calmi le nostre coscenze di cittadini per bene. Però ci sono anche i figli di papà, ci sono quelli che già hanno un lavoro…è vero, qui diventa però, solitamente, una discussione prettamente sociologica, fatta di stupidità, di carenza di affetto, di assenza famigliare per impegni Vip, ma anche di mancati sostegni alle famiglie che, invece, per motivi economici, sono involontariamente assenti per bisogno.
    Sarebbe interessante comunque conoscere una statistica che dia per vincitrice il Sert nella guerra contro la droga, fermo restando che la cosa non disprezzabile, ma da lodabile, è l’impegno di tutti coloro che dentro ci lavorano e per l’impegno che ci mettono.

  3. Il racconto è veramente forte e l’ho letto con molto interesse.
    Da più parti ho sentito come i vari Sert non vadano bene; non mi avventuro in giudizi difficili e fuori luogo; ho conosciuto però una ragazza che è riuscita ad uscire dalla tossicodipendenza la quale sostiene che recarsi al Sert non è assolutamente il modo per smettere; lei disse che la sola possibilità è quella che una persona vicina al tossicodipendente lo prenda, lo rinchiuda in casa per alcuni giorni e lo sorvegli; è dura, durissima, ma è il solo modo per dare un taglio netto.

  4. Il solo modo per dare un taglio netto è che scatti qualcosa dentro… e poi ci vuole tanta tanta forza di volontà, anche io ho conoscuito persone in difficoltà che ne sono uscite, il rinchiudersi dentro casa per qualche giorno serve solo a farsi passare l’astinenza fisica, ma la vera difficoltà è poi farsi passare quella psicologica.. M. ti faccio tanti sinceri auguri!

  5. Fa notizia scalpore e suscita compassione pietà indifferenza odio
    Parliamo sempre s’intende di diseredati
    Chè se il vizio attacca una persona dell’alta borghesia un politico allora la cosa fa sorridere e viene subito nascosta
    Si parla o per lo meno fa notizia solo se c’è di mezzo una morte chiassosa
    Senza far nomi bastano i cognomi :gli Agnelli e le loro alte amicizie
    I politici di Via Veneto che coi soldi nostri se la spassano e vengono riscelti
    Ho detto senza far nomi e manco cognomi allora
    E’ permessa una domamnda semplice :
    chi usa consuma droga allora ?
    Se visitate non per curiosità un Sert uno di quei centri recupero non troverete altosonanti personaggi
    ma solo straccioni
    chi ha soldi si droga e disintossica alla faccia dei disgraziati all’estero
    come per l’aborto la convivenza illegale ed altro che la chiesa definisce peccato
    c’è legge ,non uguale per tutti,medicina – salute – recupero- non in parti uguali
    Chi ha soldi si salva sempre
    E i suicidi disperati solitari delle grandi famiglie si dimenticano anche dai genitori
    La nostra attuale società è drogata nell’animo e nel fisico
    Chi cade resta per terra senza pietà e comprensione.
    Esisteva una volta nel dopo guerra un detto in cui si credeva:pietà per chi cade.
    Ora è rimasto solo come titolo da film.
    dario.

  6. Si usava l’alcool, allora la droga non era di “moda”, per dare “l’aiutino” a quei giovani, per dar loro il coraggio di uscire dalle trincee, sapendo che cosa l’aspettava al di là, o di arrampiccarsi nei ghiacciai delle alpi e di notte. Questo durante la prima guerra mondiale. Poi ci siamo evoluti…o almeno qualcuno ci crede, ed ecco che allora, drogati “sembra” che fossero i dodici membri dell’equipaggio dell’ Enola Gay che sganciò la bomba su Hiroshima. Come “sembra” lo fossero molti di coloro che partecipavano alle azioni nella Guerra del Vietnam.
    Oggi, forse, è immessa nel mercato per aiutare a combattere i problemi della quotidianetà. Gli stati lo vogliono e la loro immobilità lo dimostra. Columbia ed Afghanistan sono i maggior produttori, perchè è di questa economia che campano, ma tutti gli altri che fanno se non offrire buone parole e tanti soldati. Erano sicuramente migliori i vecchi dittatori latini quando dispensavano alla plebe, per rabbonirla, Panem et Circenses.
    Oggi, invece, ti distruggono mente e fisico, anche se però si sa, che la droga usata così dallo stato non è droga ma un medicamento…il fine che giustifica i mezzi! Ma per le coscienze, che si sappia, c’è qualche medicamento o qualcuno che ci pensa? Oppure, e qui devo mettere l’ ennesimo forse, le coscienze non sono mai esistite? Almeno per alcuni.

  7. —-Columbia ed Afghanistan sono i maggior produttori…Franco Giannini—-
    “Columbia”??!! Il Distretto di Washington negli USA?:-)

  8. Mi scuso per l’errore di battuta…logicamente intendevo Colombia, paese dell’ America del Sud.
    Ortograficamente un “maestrino dalla penna rossa”,… forse un pò meno in bon-ton. Perchè solitamente questi errori, in rete, per una tacito autocomportamento dei naviganti, non dovrebbero essere evidenziati, se non per un semplice quanto inutile piacere di pignoleria. Inutile quanto il terminare con un buonista 🙂
    In un post così drammatico, le battute “ritenute” spiritose, a mio modesto parere, credo che siano sempre e comunque fuori posto.

  9. x Giannini
    “Pignolo” è il mio secondo nome:-). E credo che “Privodisensodell’umorismo” dovrebbe essere il suo. E, a proposito di “penne rosse” (in senso ideologico, ovviamente) penso – e mi corregga se sbaglio – che lei abbia trovato p.es. perfettamente non “fuori posto” la vignetta “cimiteriale” di Vauro ad Annozero, coi cadaveri delle vittime di Abruzzo ancora caldi. Come a dire – per usare una battuta “non buonista” – che è facile fare i froci col culo degli altri…..

  10. Un altro tacito comportamento scorretto in rete, è quello di non rispondere a commenti.
    Mi avvalgo, questa volta, però della facoltà di non seguirlo pur sapendo a priori di risultare scortese. Ma soffro di dolori cervicali che mi impediscono di alzare la testa e di parlare con persone arroganti, che credono inoltre di volare alto…Io l’ altezza massima del mio volo è quella tenuta dagli uccelli “Padulo”….
    Con questo,… passo e chiudo definitivamente l’argomento sollevato.
    Buona serata.

  11. —Io l’ altezza massima del mio volo è quella tenuta dagli uccelli “Padulo”….Franco Giannini—-

    Beh, sorvolando sulla strana sintassi della frase – che mi ricorda tanto il celeberrimo “Io sperando che me la cavo”:-) e probabilmente dovuta ai dolori cervicali- le auguro vivamente di non trovarsi, durante i suoi voli ad altezza di padulo, uno di questi ultimi dietro di sé…..

  12. ERRATA CORRIGE al mio commento 12 (sennò che pignolo sarei?:-)): Il “celeberrimo” titolo è “Io speriamo che me la cavo”.

  13. Semplice intrusione.
    Non è che si divaga troppo e ci dimentichiamo il problema ,ci si scorda così forse anche cosa si potrebbe fare e non fare
    Da dove parte l’incipit ed a chi torna il vantaggio solo se economico
    Non è per caso che siamo anche in malafede e confermiamo i soliti ignoti coloro che in breve potrebbero anche aiutare chi si trova per terra
    C’era non troppo tempo fa la Solidarietà laica,la Carità cristiana.
    Ora c’è indifferenza troppa e si usa anche poco il vocabolario.
    Cosa vuol dire per esempio :è fatto!
    Disagio vergogna termini inappropriati-civiltà di valori?
    E quali?
    dario.

  14. Ecco, prima che “qualcuno” si scagli contro il feroce e spietato albanese “islamico, barbuto&inturbantato” che gode e sghignazza nel vedere la meglio gioventù italica nel tunnel della droga…..beh, ci terrei a dire alcune cosette:
    1. Non mi piacciono gli approcci melodrammatici ai problemi sociali in particolare e a tutti i problemi in generale. Lo so che nel Paese del Melodramma suona come una bestemmia:-), ma non ci posso far nulla.
    2. Parte dell’umanità, in tutte le epoche storiche e a qualsiasi latitudine, ha SEMPRE FATTO uso di droghe. Il fatto (tutto da verificare, però) che oggi l’Occidente ne consuma di più che nel passato, molto probabilmente è dovuto all’aumento di TUTTI gli altri consumi e non all’alienazione kapitalistika (sic) di marxiana memoria.
    3. Anche alcool e tabacco sono delle droghe, poiché sfruttano lo stesso meccanismo psicotropo. Allora, possiamo lacrimare anche per quelli che si degradano/muoiono a seguito di cirrosi epatica o cancro ai polmoni, (e vorrei vedere qualche statistica in merito, visto che sospetto fortemente che siano più di quelli che patiscono gli effetti delle droghe illegali) oppure lasciamo perdere, visto che alcool e tabacco sono legali, rimpinguano le casse dello Stato e non alimentano le varie mafie?
    4. Se dai tre punti precedenti qualcuno ha sospettato che io sia in materia un “pannelliano”, ebbene, ha ragione.

  15. Evviva Pannella allora se sei contento così
    Credo si stesse tentando di uscire da un buco nero non cerchiamo di buttarla in disqusitio almeno una volta senza polemiche
    chi crede di portare un valore per aiuto dica o venga
    ma se si vuol tentare o dire cose che interessano chi non c’entra allora attenda il turno o trovi una porta ove si possa anche scherzare o dire barzellette.
    dario.

  16. Shehi hai ragione se dici che, in sostanza, ogni cultura ha le sue droghe e l’alcool non fa eccezione per i meccanismi che innesca.
    Il problema è che l’Italia e più in generale l’Europa hanno appunto una storia fatta di abuso di alcool e le droghe si sono aggiunte e sono arrivate ad avere una diffusione esagerata; concordo quindi nel dire che gli abusi ci sono sempre stati in ogni società e sempre ci saranno, bisogna cercare però di tenere sotto controllo il fenomeno ed evitare nuovi ingressi di sostanze che non hanno un forte radicamento culturale, quindi tendenzialmente più facili da combattere.

  17. —-Evviva Pannella allora se sei contento così.Dario Petrolati—-
    Si vede che probabilmente lei è abituato a strillare “evviva” ai suoi capi e capetti. Non mi confonda con sé stesso, per cortesia e non la butti lei in barzelletta: ho virgolettato “pannelliano” e ho specificato “in materia” proprio per sottolineare che anche secondo me il proibizionismo non paga e serve solo ad ingrassare le varie mafie.

    —-Credo si stesse tentando di uscire da un buco nero non cerchiamo di buttarla in disqusitio almeno una volta senza polemiche.—–

    Non so lei in quale “buco nero” si sia infilato (nel caso le auguro di uscirne al più presto e senza danni) ma io, non essendo residente in alcun “buco nero” ho voluto solo fare alcune considerazioni sul problema droga. Non le piacciono? Può continuare tranquillamente a piangersi addosso e prendersela con la bieka società kapitalistika…

    —–chi crede di portare un valore per aiuto dica o venga—–
    Sì, a condizione che sia Lei, dall’Alto Della Sua Suprema Sapienza a stabilire cosa sia “valore” e cosa no. Ma mi faccia il piacere, mi faccia, direbbe il grande Totò….oppssss, scusi tanto se ho nominato un comico in un contesto che va maneggiato esclusivamente in chiave melodrammatica.

    —-ma se si vuol tentare o dire cose che interessano chi non c’entra allora attenda il turno o trovi una porta ove si possa anche scherzare o dire barzellette.—-
    Barzellette??!! O che per caso mi è sfuggito un intervento di Berlusconi qui?:-)

    P.S. Beh, visto che lei invoca ad capocchiam le barzellette, tanto vale che l’accontenti con questa battuta:”Se non riesci ad uscire dal tunnel…… arredalo!”

  18. Gabriele, ormai purtroppo tutte le droghe de ‘sto mondo (e anche dell’altro) hanno fatto da tempo il loro bravo “radicamento culturale” (che poi sia più o meno forte di quello di alcool/tabacco si potrebbe discutere all’infinito) nel nostro BOK (Biekissimo Occidente Kapitalistiko). Pertanto, la tua idea mi sembra il classico “chiudere la porta della stalla….”.
    Siccome a mio immodesto:-) avviso non possiamo eliminare “l’alienazione kapitalistika” di marxiana memoria (ma se uno sa come si potrebbe fare, è pregato di dircelo) io preferirei che almeno l’eventuale “alienato” di turno, desideroso di “disalienarsi” mediante lo sballo stupefacente, vada in farmacia a comprarsi a modico prezzo un kit di robba buona, tagliata come farmacopea comanda e corredata di siringa sterile, (magari con susscritto “La droga uccide”* et similia), piuttosto che farsi “strozzare” dai pusher mafiosi ed essere costretto a strangolare la propria nonna per impossessarsi della sua collanina d’oro o assaltare me in un vicolo buio con una siringa sporca di sangue.
    Ovviamente, per chi volesse smettere, tutto il mio rispetto ed appoggio alle comunità terapeutiche.
    * In tabaccheria, un distinto signore si rivolge al tabaccaio:
    – Scusi sig. tabaccaio, me lo potrebbe cambiare questo pacchetto di sigarette che mi ha appena dato, sa questa scritta funerea e iettatoria “Il fumo causa cancro ai polmoni” mi dà un po’ fastidio…
    Il tabaccaio glielo cambia con un altro che reca scritto “Il fumo causa impotenza”. Allora il cliente dice:
    – Scusi ancora e abbia pazienza, ma non me lo potrebbe cambiare con quello di prima?:-)

  19. Ho letto un libro di un mio professore di tossicologia forense che faceva un’analisi storica e spiegava il consumo di sostanze stupefacenti; emergeva che l’alcool è la “droga europea”; il consumo di droga in Europa non è certamente un fatto nuovo, degli ultimi anni, ma la crescita fa veramente paura; purtroppo conosco ragazzi e ragazze che ne fanno uso per sballarsi un po’ il sabato sera e non sto parlando di casi sporadici, purtroppo sono tanti; per non parlare di quante ve ne siano nelle scuole, con eccessiva tolleranza di presidi e polizia.
    Stroncare il fenomeno non si può, magari evitare che ragazzini di 12 anni inizino a drogarsi è più facile; qualche anno fa solo i “grandicelli” (17-18 anni) si fumavano una canna, oggi lo fanno i 12-13enni: risultato?
    A 15 o 16 anni si son stancati delle canne e iniziano con la cocaina o quel diavolo che si inventano di nuovo ogni tanto.

  20. Grazie Gabriele! (Sai, io provengo da una cultura – “subcultura” la chiamerebbero probabilmente certi sinistrorsi di mia conoscenza che in quanto a razzismo darebbero dei punti perfino al peggior Borghezio – in cui perfino nelle veglie funebri, nella stanza degli uomini si parlava di tutto, tranne che di argomenti tristi: si raccontavano perfino barzellette e si rideva!
    Tornando a bomba, personalmente niente in contrario che a scuola si faccia prevenzione antidroga, anzi, si faccia pure prevenzione antialcol e antitabacco (magari i produttori vinicoli e i tabaccai non sarebbero tanto contenti, ma pazienza): questo non credo sia in conflitto con l’essere antiproibizionista. Io, nel mio piccolo, lo faccio spesso e volentieri da un paio d’anni con mio figlio oggi 12enne. Gli spiego i danni causati da quelle sostanze, le enormi difficoltà per smettere una volta iniziato quasi per gioco, il pericolo rappresentato dalla “psicologia del branco”, per cui ti devi “uniformare” per forza alla compagnia fumante/bevente/sniffante per non essere definito uno “sfigato”, ecc.
    Saluti

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