Brividi ad Asturias

Il logo de “Gli Adriatici”(segue…) Tra noi e l’atlantico svettano i “Picos De Europa”.
Sulla carta dovremmo avere circa 45 minuti di volo, ma la benzina scarseggia e non è possibile rifornire a Leon!
Verifichiamo attentamente che autonomia residua dovremmo avere con la benzina rimasta nei serbatoi, 1 ora e 30 minuti stimati…
Ciò significa che una volta raggiunta Asturias non abbiamo altra scelta che atterrare; tornare indietro fino a Leon potrebbe voler dire: finire il carburante in finale; e comunque gli altri possibili alternati sono tutti più lontani.

Picos de Europa con nuvole minaccioseMETAR e TAF sono abbastanza buoni: broken a 2500 piedi, non ci preoccupa più di tanto.
Partiamo fiduciosi, troviamo un varco tra due cime per passare i Picos De Europa. Oltrepassate le cime più alte sul versante atlantico la visibilità diminuisce rapidamente; dense nubi si stratificano di fronte a noi. Chiediamo un’altra volta il METAR aggiornato… sempre 2500ft BRK.
Procediamo, fidandoci del METAR. Non scendiamo tra le nubi, ma restiamo “on top”. Tra noi ipotizziamo che al massimo, sul mare, sarà un po’ più aperto e potremmo scendere. Prima dell’aeroporto vi sono delle colline, mentre l’altro lato è aperto sul mare.
Procediamo diritti al VOR, voliamo in VFR, e quindi senza le cartine IFR e con le limitazioni del mezzo non possiamo effettuare nessun avvicinamento strumentale, ci prepariamo, inventando una holding… con tanto di minimi per gli ostacoli.

Carlo ai comandi; non ha mai volato IFR, tanto meno in nube… Guido resta incollato al GPS e mi faccio dare da lui le informazioni che non avrei dalla limitata strumentazione del SD. Informo la torre delle intenzioni . Sorvoliamo il VOR ed entriamo in holding. Poi scenderemo fino alla minima stabilita. Raggiunto il VOR le nubi si estendono per 360° sotto di noi, con nessun’apertura, il METAR dava broken, non overcast.

Do le prue a Carlo, chiedo le distanze a Guido. Stabilizzati in holding cominciamo lentamente la discesa. Entriamo in nube e Carlo, anche se è la prima volta, se la cava bene. L’ATC chiede insistentemente la posizione. Si stanno preoccupando! Riporto la radiale della holding poi “in bound” ed “out bound“.
Scendiamo fino a quella che doveva essere la base nube riportata… ma niente a 2000ft siamo ancora dentro.
L’ATC blocca a terra un velivolo di linea che era in partenza, dicendo in spagnolo (forse per non farci capire) che c’è un aereo in difficoltà sulla verticale.

Carlo “cede” sul più bello; come vede un lembo di terra, tra uno squarcio tra le dense nubi si magnetizza a guardalo quasi stesse rimpiangendo il caro vecchio VFR. Mentre siamo di nuovo in nube continua ancora a guardare dal finestrino, devo riprendere bruscamente il SD da un assetto inusuale a picchiare e una discesa al variometro di -1500ft. Carlo si risveglia come quasi da un sogno; siamo di nuovo in nube.

Cartina per gli ostacoli, strumenti per la posizione, Guido batte le distanze… in poche centinaia di piedi dovremo decidere di rifare quota e provare un diverso tipo di avvicinamento.
A circa 600ft dall’elevazione della pista sbuchiamo sotto le nubi già allineati per una base sinistra, via motore, flaps giù e atterriamo con sollievo. Il velivolo bloccato viene autorizzato all’allineamento dopo il nostro “trionfale atterraggio”: era in attesa da ben 15 minuti. (continua…)

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