Abolire le province: ultima chiamata!

Tinto BrassRagazzi, non avete avuto nemmeno un sussulto per gli ultimi 15.000 Euro spesi dalla Provincia di Ancona? Non sapete che ha ospitato Tinto Brass?

Se siete entusiasti, restate a casa, altrimenti andate subito a firmare la proposta di legge d’iniziativa popolare per l’abolizione delle province.

Ricorderete il nostro tavolo, la raccolta delle firme all’aperto che aveva trovato il consenso appassionato di molti cittadini.

Considerato che l’arco di tempo per la raccolta delle firme non può oltrepassare i sei mesi, e vista la lentezza con cui si è proceduto, purtroppo, abbiamo irrimediabilmente perduto i moduli vidimati nell’ultima settimana di maggio. Se entro Natale (dunque qualche giorno prima, considerato il blocco delle attività durante le festività) non supereremo e consegneremo le 50.000 firme richieste, altre 20.000 che abbiamo già raccolto e vidimato saranno perdute.

Quindi vogliamo, dobbiamo impegnarci per uno sprint finale e pertanto da questa mattina sono di nuovo depositati, presso l’U.R.P.  del Comune di Senigallia in Piazza Manni, 7 (ex Piazza dei Macelli), i moduli per la raccolta delle firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare per l’abolizione delle province. Resteranno a disposizione fino all’ultimo giorno possibile; per noi qui a Senigallia il 12 dicembre.

I presupposti per il successo ci sono tutti ed ancora oggi.  Però l’esito finale ora è più che mai nelle mani di ciascuno di noi. Ciascun modulo compilato potrebbe essere decisivo ed occorre andare a firmare senza indugi, portare amici, passar parola.  Questo è un atto di responsabilità civica e di maturità politica. Il pessimismo, lo scetticismo di taluni (il nostro amico Carlo R. primo tra tutti!) non può sminuire il valore di questa battaglia anche tra noi cittadini senigalliesi.

Non a caso il nostro Lorenzo Furlan, anima, braccio e mente dell’iniziativa ha dichiarato:

Le conquiste si pagano, senza sconti, di prima persona; se nella scala delle tante priorità quotidiane un impegno pratico e civile non può trovare alcuna collocazione per una persona che si è dichiarata fermamente convinta della necessità della battaglia, significa che, nella loro ottica amorale, hanno ragione “loro” di fare quel che vogliono nel proprio interesse

Sempre Furlan ha così continuato:

è inevitabile che le province continuino a succhiare il sangue a ciascuno trovando ulteriori energie per moltiplicarsi ancora e succhiare sempre di più.

Ciò purtroppo avverrà se non avremo quel sussulto di responsabilità che ci deve spingere subito a recarci all’URP per firmare; entro pochissimi giorni, il 12 dicembre è la data che non può essere, in nessun modo, oltrepassata. Ciò perché i tempi sono sempre più stretti in quanto i moduli dovranno arrivare alla sede centrale già certificati per essere consegnati.

6 pensieri riguardo “Abolire le province: ultima chiamata!”

  1. Se posso darò volentieri una mano per far firmare qualche altra persona; l’amministrazione provinciale, in un momento di crisi come questa, dovrebbe decisamente stare più attenta a spese per stronzate simili; già le province son inutili in più spendono i soldi in modo paradossale.
    Quei 15 mila euro era meglio spenderli magari per fare qualche lavoro di ristrutturazione in una scuola, tanto per dirne una.

  2. Purtroppo son troppi gli interessi che stanno a destra e a sinistra nel mantenere questi enti; di questo passo nessun governo o nessuna maggioranza riuscirà mai ad abolire questi enti; se poi si dice di abolirle per eventualmente costituire al loro posto le città metropolitane siamo fritti; togliamo un ente inutile per crearne uno nuovo altrettanto inutile.
    Allora, secondo quanto ho letto nell’articolo di Stella linkato da Valeria, i difensori dello status quo dovrebbero essere coerenti: visto che in Costituzione si parla anche di città metropolitane che aspettiamo ad istituirle?
    Questa mania di non dover assolutamente toccare la Costituzione in Italia deve finire, anche perchè la si usa solamente per coprire i propri interessi, non perchè si crede in ciò che c’è scritto dentro; tra l’altro tutti questi discorsi riguardano la seconda parte della Costituzione, che riguarda l’organizzazione dello Stato e non i principi della convivenza democratica; che tristezza questa classe politica! Opportunisti e basta.

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