Siamo giunti al Santo Sepolcro seguendo la “Via Dolorosa“, meglio conosciuta come “Via Crucis”, attraverso le strade della città vecchia di Gerusalemme, ora appartenenti al quartiere musulmano.
Masada è una poderosa fortezza costruita su uno sperone roccioso solitario e desertico sulla sponda occidentale del Mar Morto. Continua a leggere…
Padre Armando Pierucci domenica mattina prenderà l’aereo per Roma: l’Accademia dei Piceni lo premierà tra i marchigiani dell’anno.
Il premio della comunità marchigiana di Roma non è propriamente il Premio Nobel ma forse padre Armando lo meriterebbe!
Chi è Armando Pierucci? E’ un francescano settantenne di Maiolati che da vent’anni vive in Terra Santa. E’ l’organista ufficiale del Santo Sepolcro e della chiesa della Natività di Betlemme. E’ considerato uno dei maggiori organisti viventi. E’ diplomato al Conservatorio di Pesaro. Continua a leggere…
La tradizione cristiana tramanda che Gesù, arrivato sul Monte degli Ulivi, alla vista di Gerusalemme, abbia pianto, perché sapeva che gli Ebrei non lo avrebbero riconosciuto come il Messia. Il luogo è quello che oggi abbiamo visitato, non senza imprevisti: il Dominus Flevit, a Gerusalemme Est. Continua a leggere…
Parentesi di attualità politica israeliana, e non solo, questo pomeriggio.
Eytan, pensionato della Polizia di Gerusalemme e ora guida dell’associazione Ir Amim, ci ha guidati alla scoperta di una parte della cosiddetta “barriera difensiva” eretta pochi anni fa come estrema difesa agli attacchi terroristici della seconda Intifada.
La barriera è, in parte, un muro alto a sufficienza per impedire che le case israeliane siano bersagli dei proiettili palestinesi. Ad esempio il condominio nella foto qui sotto, del quartiere Gilo, a sud di Gerusalemme, è stato ripetutamente il bersaglio dei cecchini arabi da Betlemme e dalla vicina Beit Jala. Oggi le case di Gilo hanno montano vetri anti-proiettile. Continua a leggere…
La prima visita nella giornata odierna è stata allo Yad Vashem (“un posto e un nome“, Isaia 56,5), complesso museale dedicato alla memoria della Shoah, impropriamente chiamata Olocausto. Continua a leggere…
Il Municipio di Tel Aviv è una grossa scatola di cemento e acciaio, sobria al limite del buon gusto. I criteri dell’edilizia socialista degli anni ’60 la voleva spartana e funzionale. Proprio di fronte, sopraelevata, sorge una piattaforma che domina la piazza antistante: già Piazza dei Re di Israele ed ora Piazza Rabin. Da qui Yitzhak Rabin tenne il suo ultimo discorso, e proprio ai piedi del gigantesco palco il suo assassino gli sparò alle spalle.
Sul luogo dell’evento ora una scultura lo ricorda: un pavimento sconquassato, alcune grandi pietre mosse come da un terremoto: da sotto emerge una luce; dietro è rimasta una scritta sul muro: “perdonami”.
Il sole era spietato: un calore secco ma intensissimo, la luce accecante delle pietre, in contrasto con il nero degli ortodossi impegnati nella preghiera.
Le donne a destra, confinate al margine, gli uomini a sinistra, sia fuori che all’interno della Sinagoga. Impressionante la profondità del muro, visibile interamente tramite due pozzi coperti da una lastra di cristallo. Continua a leggere…
Quanto alle molte cose che abbiamo visto quest’oggi riferiremo più tardi, con altri post. Dopo l’incontro di poco fa, qui a Gerusalemme, con la rappresentante del Ministero del Turismo, Giordana Piattelli Roseman, siamo filati velocemente alla cena – buffet.
Usciti dall’aeroporto di Tel Aviv il primo impatto per noi tutti, che accusiamo la stanchezza di un viaggio in piena notte e senza riposo, è comunque assai gradevole.
Giaffa (Yafo, che in arabo significa “la bella”) è la parte meridionale di Tel Aviv e ne rappresenta il “centro storico”, con le sue strette stradine su un promontorio che si affaccia sul mare. Continua a leggere…