(Con molto piacere Popinga ospita un contributo originale di Vincenzo Fidomanzo, umanista eclettico, scrittore e critico d’arte. Vincenzo interviene, in questo articolo, sulle vicende tragiche del Congo a cavallo tra XIX e XX secolo, legate al nome di Leopoldo II, controverso Re del Belgio, al quale è ancora oggi dedicata una piazza nel centro di Bruxelles)
Alcuni ritengono, contrariamente all’opinione comune secondo la quale “la storia insegna”, che, invece, caratteristica propria della storia sia proprio quella di non insegnare un bel nulla. Chi scrive è meno radicale e ritiene, più semplicemente, che la storia insegna che la storia non insegna. Non si spiega altrimenti l’incessante, disperante ripetersi di vergognosi eccidi, di sanguinosi eventi, bellici e non, ed efferatezze d’ogni tipo e in ogni luogo; atrocità che stanno a testimoniare, forse, una certa qual morbosa tendenza, da parte degli storici, alla registrazione degli avvenimenti più violenti, una tendenza che concede minore attenzione o addirittura sottace accadimenti meno drammatici. Ma, in ogni caso, dal triste panorama offerto nei millenni di storia umana, sembra sia legittimo far propria la considerazione joyciana che vede nella storia l’incubo dal quale si tenta di destarsi.
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