Scozia 2005 /1

Protagonisti: Daniele, Livia, Marco 1, Marco 2, Michela
Periodo: 8-15 Agosto 2005
Mezzo: Aereo + Auto

1 – Viaggiamo separatamente. Io arrivo in tarda serata ad Humberside (Inghilterra) con voli KLM da Bologna. I nostri eroi atterrano invece a Durham Teesside (Inghilterra) con volo RyanAir da Roma Ciampino. Io dormo a casa a Beverley, mentre i nostri eroi raggiungono Durham coi mezzi pubblici. Non hanno pero’ tempo di vedere la bellissima cattedrale, usata da sfondo anche per un film di Harry Potter, in quanto rapiti da un ristoratore indiano.

2 – Mentre i nostri eroi visitano finalmente il bellissimo centro storico di Durham, patrimonio dell’Unesco, io li raggiungo in macchina. Sistemiamo con qualche difficolta’ valigie e zaini nel pur capiente bagagliaio della mia Chevrolet perche’ Marco1 ha portato un valigione con ricambi per 30 giorni. Ci mettiamo in viaggio verso la Scozia. Non c’e’ autostrada e Marco1 mi esorta spesso a premere sull’acceleratore. Una volta lo fa proprio mentre siamo nel mirino di uno degli innumerevoli autovelox fissi… Fortunatamente non lo ascolto. Immancabile sosta al confine con zampognaro e giapponesi che gli fanno la foto. Breve sosta a Jedburgh ad ammirare le rovine di una imponente abbazia. Raggiunta la capitale Edimburgo subito ci perdiamo, ma grazie alle indicazioni di una passante e a un po’ di fortuna finalmente troviamo il nostro B&B. Giretto pomeridiano e notturno in centro, per il famoso Royal Mile. Prima impressione: troppi italiani in giro… Siamo colpiti dalla audace architettura della nuova sede del parlamento scozzese. Prime gocce di pioggia e ci rifugiamo nel Museo di Scozia: 7 piani ricchissimi di reperti e testimonianze sulla storia della Scozia ma troppo dispersivo. Dopo un’ora e mezzo usciamo avendone visto solo una piccola parte e con la sensazione che il ricordo che ci rimarra’ piu’ impresso e’ la vista della citta’ dal terrazzo posto all’ultimo piano. E anche il ricordo di Marco2 fenomeno nella gara dei riflessi… Serata in pub a base di Guinness, steaks e jacket potatoes.

3 – Giornata interamente dedicata alla visita di Edimburgo. Raggiunto il centro con autobus a due piani in perfetto stile britannico siamo i primi a varcare la soglia della National Gallery: non sara’ quella di Londra, ma ci sono davvero tanti bei quadri. Ovviamente la sala che preferisco e’ quella degli impressionisti. Percorrendo i verdi giardini che con la ferrovia dividono in due la citta’ ci dirigiamo verso la New Town, magnifico esempio di un oculato e rigoroso sviluppo urbanistico. Insieme alla Old Town, al contrario irregolare e caotica, e’ stata designata patrimonio dell’Unesco. Torniamo quindi verso la Old Town e ci dirigiamo verso il castello. Mentre siamo in fila per l’ingresso ci informiamo sui biglietti per lo spettacolo serale (Military Tattoo) che si tiene sulla spianata. Niente da fare…i biglietti sono finiti a gennaio! E pensare che viene replicato tutte le sere di agosto e le tribune hanno una capienza di circa 10000 spettatori… Incredibile! La visita del castello e le vedute del Firth of Forth ripagano ampiamente della delusione per il mancato spettacolo. Marco1 si invaghisce del gendarme dell’One o’Clock Gun e gli da’ un bacio in bocca. Nel pomeriggio spunta finalmente il sole e ne approfittiamo per sederci su un prato e intavolare un bella partita a queen. Cena in ristorante messicano dove Michela diventa lo zimbello del cameriere.

4 – Ci lasciamo alle spalle Edimburgo attraversando il Firth of Forth in direzione nord e ci godiamo la vista del famoso Forth Bridge, ponte ferroviario in acciaio.
St.Andrews, patria del golf, mi emoziona subito. La citta’ vive per lo sport a cui ha dato i natali. Tantissima gente cammina per strada con la sacca piena di mazze, i negozi vendono abbigliamento per il golf e c’e’ anche un museo del golf. Ma e’ quel grande prato verde della buca 18 (Roberto rassegnati, non e’ la 17!) circondato dalle case e a un tiro di schioppo dalla spiaggia che ti colpisce piu’ di tutto. Provo un po’ d’invidia per quei fortunati che, avendo prenotato con un anno d’anticipo, ora possono roteare le loro mazze. Marco1 suscita l’ilarita’ di uno spettatore quando ad alta voce esprime il proprio disappunto per un “putt” sbilenco: “Nooo!!!”. Anche Livia, che non mi era sembrata felicissima dell’inserimento di St.Andrews nell’itinerario, ne rimane colpita.
Visitiamo anche le rovine del castello e della cattedrale. Nel camposanto della cattedrale attira la nostra attenzione la tomba di “Tommy”, morto il giorno di Natale del 1875 a soli 24 anni, ma gia’ tre volte vincitore del famosissimo torneo.
Lasciamo St.Andrews col rammarico di non aver imbucato nemmeno una pallina (e anche di non averla comprata… son dovuto correre perche’ scadeva il parcheggio e nel frattempo i bast…se la son comprata solo per loro…) alla volta di Inverness. Dopo cena abbiamo tempo per una passeggiata notturna lungo il fiume, dominato dal castello illuminato.

5 – E’ il giorno della traversata est-ovest che ci portera’ dal mare del Nord all’Atlantico. Piu’ ci muoviamo verso est e piu’ il paesaggio diventa selvaggio e affascinante. Inizia la Scozia che ci aspettavamo.
Prima sosta: Loch Ness alla ricerca del mostro, ma lo troviamo solo nei negozi di souvenir. In compenso la vista del lago dalle rovine dell’Urquhart Castle e’ molto suggestiva, cosi’ come la ricostruzione cinematografica della storia del maniero con tanto di sipario che si apre alla vista delle attuali rovine.
Seconda sosta: Eilean Donan Castle, un castello appollaiato su un isolotto roccioso nel bel mezzo di un fiordo e raggiungibile con un ponte in pietra. Riflessi indimenticabili. Non a caso scenario di diverse pellicole di successo.
Terza sosta: abbiamo raggiunto l’Atlantico, a Plockton, villaggio simil-caraibico con tanto di barche a vela, isoletta e palme (grazie alla corrente del Golfo). Davvero strano trovare un posto del genere in Scozia. Manca solo il sole. Hai detto niente… Abbiamo la geniale idea di avventurarci a piedi in una penisoletta raggiungibile attraversando la zona di bassa marea. Nessuno si fida di Marco1 che ha scelto la via piu’ lunga e tutti seguono me per la strada piu’ breve. Finiamo immaltati fino alle caviglie…
Quarta sosta: Kyle of Lochalsh, villaggio di pescatori dominato dalla sagoma a dorso d’asino del ponte che porta sull’isola di Skye. Ceniamo, davvero bene, nel ristorante gestito da una simpatica signora olandese. In serata raggiungiamo, poco fuori Kyle, un B&B con vista. Con con vista su un’isoletta popolata di foche, con vista sull’isola di Skye sormontata da nubi nere e con vista… del gestore su di noi (nel senso che tramite uno spioncino ci sbircia mentre giochiamo a queen in salotto… no comment). (… continua)

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