Regione, quanto ci costi?

Gian Mario Spacca Palmiro UcchielliRaffaele Bucciarelli

Lo scorso 30 giugno leggevo sul Messaggero le dichiarazioni del presidente della Giunta Regione Marche, Gian Mario Spacca. Argomento: i costi della politica. Penso che, con questa intervista, il presidente Spacca abbia voluto indirettamente rispondere alle dichiarazioni di Palmiro Ucchielli, Presidente della Provincia di Pesaro Urbino e dell’UPI Marche, apparse sulla stampa locale il 13 Giugno scorso, in cui Ucchielli esaltava e rivalutava il ruolo dell’ente che rappresenta.

Pensavo – dice Ucchielli – che dopo l’approvazione del titolo V della costituzione, la partita fosse finita così come le discussioni di questi 30 anni, più deleterie che altro, sulla presunta inutilità della Provincia, organo intermedio di governo dell’area vasta di cui norme nazionali e regionali hanno confermato la centralità, triplicandone compiti e funzioni.

E riferendosi agli sprechi ed ai privilegi della politica, Ucchielli scrive:

gli sprechi, i privilegi e le sacche di malgoverno vanno ricercate laddove si trovano, a cominciare dal numero dei partiti che potrebbero essere ridotti […] all’elevato numero dei parlamentari, dei ministri e dei sottosegretari, per non parlare delle Regioni, enti molto sovradimensionati.


Dichiarazioni quelle del Presidente delle Province marchigiane che non sono state molto gradite dai vertici regionali. Ecco, ad esempio, cosa scrive, fra le altre cose, il Presidente del Consiglio Regionale, Raffaele Bucciarelli in un articolo apparso sulla stampa il 19 giugno:

evitare di essere artefici di uno spettacolo indecoroso, di proporre gli Enti in cui operiamo come i primi della classe, individuando negli altri gli spreconi

Monito, quello del Presidente del Consiglio Regionale, non recepito però dal Governatore Spacca che, con l’articolo del 30 giugno, dimostra di voler essere il primo della classe, affermando:

Siamo fortemente determinati ad abbattere i costi della politica, credo che sia un segnale che vada sottolineato […] Con 8.002 euro di indennità mensile e 2.621 euro di diaria, il consiglio regionale delle Marche è il più economico in Italia con una spesa di 2.465.103 euro nel 2006, credo sia un segnale importante verso i cittadini.

Facendo due conti, le affermazioni del Presidente Spacca a me non tornano. Perché 8.002 euro di indennità più 2.621 euro di diaria significano 10.623 euro mensili, che moltiplicati per 12 mensilità (e la tredicesima?) portano il costo annuo di un consigliere a 127.476 euro. Visto che i consiglieri sono 40, affiancati da un Presidente e 5 assessori esterni (che pensiamo guadagnino almeno quanto un consigliere), noi calcoliamo che la spesa annua del Consiglio Regionale delle Marche sia almeno di 5.863.896 euro, più del doppio di quanto afferma il Governatore.

Visto quanto lui stesso afferma (“siamo fortemente impegnati contro gli sprechi, credo che la comunità marchigiana su questo ce ne debba dare atto“), invito il presidente Spacca ad essere più preciso con i numeri, ed a spiegare alla “comunità marchigiana” a quanto ammonta il suo compenso, quello degli assessori della sua giunta, e l’entità delle spese che la Regione affronta per le trasferte e per mantenere aperti uffici regionali sia in Italia che all’estero.

Infine, dato che lo stesso Spacca ha evidenziato ed elogiato il risparmio ottenuto sulle consulenze da diversi enti regionali (“Ars, Arpam, Assam, Svim, Erf, Ersu, Erap“; a proposito: a cosa servono?), sarebbe anche giusto, visto che sono enti pubblici, sapere chi siede nei loro Consigli di Amministrazione e con quali retribuzioni.

Presidente, faccia questa operazione di trasparenza verso la “comunità marchigiana”, e di sicuro gliene daremo atto.

6 pensieri riguardo “Regione, quanto ci costi?”

  1. Interessanti le dichiarazioni del presidente Spacca.
    Quasi mi commuovo nel pensare che i consiglieri regionali delle Marche siano i più economici d’Italia, con i loro 10623 euro mensili; poveri loro, se la devono passare proprio male in un paese in cui lo stipendio medio è di 1000 euro al mese; loro ne hanno solo 10 volte tanto.
    Se le Marche sono un’eccezione dovremmo esserne fieri e non usare questo per giustificare indennità comunque eccessive.
    A tal proposito ricordo la polemica di qualche mese fa, quando era stato proposto di raddoppiare, ripeto raddoppiare la famosa diaria dei consiglieri, attualmente fissata in 2621 euro.
    E pensare che c’era stato qualche signore (rectius un assessore dei ds) che difendeva la proposta dicendo che i consiglieri delle Marche, rispetto a quelli delle altre regioni, erano quelli che guadagnavano meno e che quindi era giustissimo procedere col raddoppio.
    Più o meno le parole di Spacca quando dice che guadagnano meno degli altri colleghi d’Italia.
    Per fortuna quel provvedimento non è passato anche perchè qualche partito ha dimostrato serietà e si è scagliato contro (non dico quale sennò vengo accusato di propaganda).
    Insomma è la solita storia; le province si difendono dicendo che sono utilissime e attaccano la regione, la quale si difende dicendo che addirittura i suoi consiglieri son pagati male.
    Tutto questo dimostra ancora una volta come la politica ormai viva in una sua dimensione staccata dalla vita reale, dalla vita di chi al mese di euro ne prende 1000 quando va bene.
    I 10000 e passa euro dei consiglieri regionali, o quelli maggiori dei parlamentari saebbero giustificati se vi fosse capacità ma purtroppo nemmeno quella dimostrano di avere.
    Secondo me il limite massimo per un consigliere regionale dovrebbe essere fissato in 5 mila euro, date da una sola voce (basta con le mille voci, diaria e altre!)
    Visto che le province probabilmente per non dire certamente dobbiamo tenerle all’infinito, perchè non proviamo a porre un freno ai privilegi almeno nella regione Marche con qualche bella e concreta proposta?
    Saluti

  2. Una provocazione: perchè non cominciamo con l’abolire i Centri per l’Impiego….???
    Visto che in Italia al 90% il lavoro si trova tramite conoscenze (il che non vuol dire sempre tramite “raccomandazioni”, spesso si tratta anche di “segnalazioni”: per es. ho un amico che cerca lavoro e so che altre persone che conosco cercano un collaboratore…).
    Gli strumenti “messi a disposizione” dei Centri per l’Impiego, inevce, non aiutano granchè l’incontro tra domanda e offerta di lavoro… si tratta spesso di strumenti inadeguati ed obsoleti, soverchiati da una struttura burocratica che dire elefantiaca è un eufemismo…. E non sono molti i datori di lavoro che si rivolgono a loro…

    Vorrei poi sapere cosa ne pensate dei metodi di impiego dell’ FSE (Fondo Sociale Europeo)….
    Francamente io trovo un po’ assurdo continuare a finanziare corsi per badanti, saldatori ed operatori di call center (ebbene sì! Con i soldi dei contribuenti euopei hanno finanziato pure questo corso ad “elevata professionalità”!)…. quando la disoccupazione intellettuale nelle Marche è piuttosto elevata e molti giovani laureati sono costretti ad emigrare in altre regioni…

    Per carità, lungi da me sminuire le qualifiche professionali sopra enunciate…. sono senz’altro lavori utili e degni del massimo rispetto ed è giusto anche andare in contro a chi non ha elevati titoli di studio… ma tutti gli altri???
    I laureati e tutti coloro che s’impegano per anni nel settore della conoscenza, della ricerca scientifica e della cultura… devono essere discriminati per sempre ??

  3. Hai ragione Valeria… pensa che i centri per l’impiego sono organizzati dalla provincia e che oggi conviene passare tramite le agenzie accreditate (le varie adecco ecc) che dovrebbero essere equiparate ai centri per l’impiego ma di certo funzionano molto meglio.
    Fondo sociale europeo? Il modo per far guadagnare i soliti furbetti che organizzano grandi corsi di formazione e si prendono diversi soldi del contribuente europeo (di condannati per truffa ai danni dell’ue l’Italia in materia ha, ancora una volta, il primato).
    Però ti dirò che forse i centri per l’impiego tra i mali sono quello minore… seppur esigua una funzione l’hanno mentre altri enti… meglio star zitti.
    Ciao

  4. Sì, lo so che i Centri per l’Impiego dipendono dallla provincia; ho risposto qui per comodità… visto che il post sule province è “retrocesso”.
    A proposito, c’è stato o no questo incontro-dibattito sulle province???
    Non è stato scritto più niente…..

    Concordo sul fatto che i Centri per l’Impiego abbiano alcune utilità… non funzionano però come dovrebbero…

  5. Si è stato un bell’incontro; tanto che si parli di province, di centri per l’impiego, di regione l’oggetto poco cambia.
    Nel primo caso c’è l’inutilità totale, nel secondo la scarsa utilità, nel terzo gli sperperi di ciò che dovrebbe essere utile.
    Ciao
    ps avevo scritto dei centri per l’impiego che dipendono dalle province perchè se le prime sono inutili e concorrono al cattivo funzionamento della macchina amministrativa, non ci sipuò aspettare che quello che dipende da loro funzioni bene.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.