Padre Pio S.p.A.

Il secondo comandamento, ridotto oggi a:

“Non avrai altro Dio all’infuori di me”

originariamente imponeva (Esodo XX, 2-17; Deuteronomio V, 6-21):

“Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra”

Ebraismo e Islam, che obbediscono alla proibizione dell’iconografia, si son potuti preservare monoteisti nella pratica. Nel Cristianesimo il culto delle immagini (είδωλα) ha sempre svolto un ruolo centrale, massimo nelle chiese orientali e minimo in quelle protestanti. L’iconoclastia, che tentava di rifarsi all’insegnamento biblico, fu ufficialmente condannata dal II Concilio di Nicea nel 787 d.C.: pertanto, nonostante le dichiarazioni di principio, il Cristianesimo è oggi letteralmente un’idolatria.

Ma è anche un politeismo, giacché prevede una molteplicità di figure sovrannaturali, tutte puntualmente rappresentate nell’iconografia: Gesù, lo Spirito Santo, Maria, Satana, una schiera di Angeli e una quantità spropositata di Santi (fra l’altro in costante aumento, più o meno come le province in Italia, e più o meno per le stesse ragioni: decentrare il “potere” per distribuire favori e alimentare il “consenso” nel territorio).
È difficile, poi, non accorgersi che la Trinità cristiana è mutuata dalla Trimurti induista, e in generale la triplice natura del divino è un concetto rintracciabile in molte religioni indoeuropee.

Da idolatria politeista, il Cristianesimo degenera in idolatria politeista necrofila nella sua variante cattolica romana: il Cattolicesimo, appunto.
Visto il trattamento riservato ai morti, vista la venerazione quasi morbosa delle reliquie, delle ossa e del sangue (si pensi a San Gennaro a Napoli), è difficile trovare un’altra definizione.

Prendete l’imminente riesumazione ed esposizione della salma di Padre Pio.
Se tutto andrà secondo i piani, ci godremo il bello spettacolo di un cadavere dato in pasto, dopo quarant’anni, a orde di “fedeli” in preda a pianti, visioni e crisi isteriche.
Poi, finito di sbaciucchiare il morto e asciugate le lacrime, i pellegrini non saranno abbandonati a se stessi. Il grande luna park di San Giovanni Rotondo si prenderà cura di loro: alberghi con sauna e piscina; magliette, cappellini, portachiavi e souvenir alle bancarelle; panini, tramezzini, primo secondo dolce caffè e ammazzacaffè nei ristoranti; pisciate a un euro l’una nelle toilettes.

Qualcuno mi spiega cosa c’entra tutto questo con la fede in Dio?
Fossi in Padre Pio, li denuncerei tutti, a partire da Ratzinger (non poteva non sapere) per simonia e vilipendio di cadavere.

2 pensieri riguardo “Padre Pio S.p.A.”

  1. Il grande luna park non finirà, poichè da sempre le religioni si nutrono di superstizione e simboli.
    Fossi cristiano mi vergognerei profondamente di questo modo di svendere la fede cattolica.
    A quanto mi risulta l’unico che prese nettamente le distanze da Padre Pio fu Papa Giovanni XXIII, che fu il miglior Papa della storia della Chiesa.
    Lo stesso non si può dire di coloro che gli successero al soglio pontificio che non presero le distanze dall’idolatria crescente nei confronti del frate.
    Invece di scacciare i mercanti dal tempio sono saltati con le braccia al collo ai mercanti stessi.
    Proprio io che sono agnostico devo sottolineare queste cose…..
    Saluti Quilly.

  2. Mi dispiace Andrea ma questa volta non la penso affatto come te. In linea di massima su alcune cose hai ragione, io che oltre ad essere cattolica sono anche praticante non ho bisogno di toccare con mano. La mia fede è salda, se voglio pregare la Madonna non ho bisogno di andare a Loreto o a Fatima, lo faccio tranquillamente a San Silvestro ma credimi non affronterei questo argomento come hai fatto tu. Alcune situazioni bisogna viverle per poter giudicare, hai ragione quando scrivi che a volte ci sono delle vere e proprie scene di isterismo ma di contro c’è tanta gente che vive la propria fede in maniera discreta. La parte nella quale parli di politeismo, poi, la boccerei completamente. Parliamone seriamente.

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