12 pensieri riguardo “Cuba Libre”

  1. mah…

    Lungi dal ritenere che una dittatura sia da difendere in alcun modo, ma se si paragona Cuba con gli altri stati caraibici e con quelli del centro-america, si può facilemente vedere che i dittatori instaurati dagli americani non è che abbiano fatto molto meglio di Castro dal punto di vista degli omicidi, della ricchezza degli stati, dalla libertà dei popoli, ecc…

    Tutto questo nonostante il trentennale embargo americano all’isola caraibica.

    Insomma tutti aspettano con ansia la dipartita del "lider maximo" per veder cadere un’ altra dittatura, speriamo solo che Cuba non diventi un’ altra Haiti (ottimamente governata da fantocci come Aristide) , come un altro Nicaragua o come quegli altri stati del Centro e del Sud America in cui ancora si combattono delle guerre civili.

    Tra l’altro, prima di Castro, Cuba aveva conosciuto un altro tiranno come Fulgencio Batista che, al contrario di Castro, era molto amico degli Stati Uniti, ma che, evidentemente non lo era molto del suo popolo.

    Insomma sul "Cuba Libre" siamo tutti d’accordo, speriamo solo che gli USA non ci vogliano mettere un’altra volta le mani e lascino che siano i cubani a trovare la loro strada alla democrazia.

    1. paragoni

      "Lungi dal ritenere – anche io – che una dittatura sia da difendere in alcun modo", ma visto che poi si fanno dei nomi…facciamoli questi paragoni.

       Premetto che non ritengo che sia questo un modo corretto di procedere, ma per una volta tentiamo una prova, cerchiamo degli esempi.

      Non sceglierei Cuba per il semplice fatto che ai cittadini che sopportano il leader maximo dal 1959 viene negata anche la possibilità di fuggire, come avveniva nella cortina di ferro. Altre dittature, non tutte è vero, sono ben liete che i dissidenti se ne vadano altrove.

      Vorrei dire anche che non la penso come il filosofo Gianni Vattimo; questi poco tempo fa ha dichiarato che se dovesse scegliere tra una democrazia europea o nord americana ed il regime di Castro o Chavez sceglierebbe questi ultimi.

      Non la penso come lui semplicemente perchè America o Europa mi consentono di scegliere – se lo voglio – di recarmi a Cuba, mentre Castro non mi consentirebbe, se lo volessi, di andare in America o in Europa.

        

      1. mica ho detto…

        che la dittatura di Castro sia buona e giusta!

        Io penso che ogni dittatura sia da combattere, sia essa comunista, fascista, islamista, e chi più ne ha più ne metta.

        Certo non vorrei veder finire una dittatura solo per vederne iniziare un’altra uguale e contraria.

        Il fatto poi che molti aspettino la morte di Castro per arrivare il giorno dopo alla democrazia, mi sembra utopistico ed allarmante allo stesso tempo: è chiaro che le gerarchie comuniste non staranno con le mani in mano ad accogliere gli esuli ribelli ed è chiaro anche che questi non possono pensare di tornare a Cuba scortati dalle armi degli americani.

        Io penso che sia giusto dare ai cubani un pò di tempo per superare il regime senza eventi traumatici come una guerra civile.

        Spero che la transizione avvenga sul modello della Spagna alla morte di Franco, il cui regime, come quello di Castro, era ormai alla fine e legato alla sola figura del leader.

        1. ping pong: un rischio da evitare

          Se sollecitassimo altri ad intervenire nel dibattito, sarebbe meglio. Ma come farlo?

          Premesso che siamo d’accordo sulle dittature, tutte, mi si lasci la speranza almeno che i popoli che l’hanno subito ne evitino una successiva.

          Quanto alle gerarchie castriste (o comuniste) vorrei sperare, magari le buone origini latine, che facciano un po’ come avvenuto nel nostro paese. Dopo il 25 aprile non si trovava più un fascista tra la burocrazia ed i funzionari dello Stato.

          Che gli esuli ritornino in frotte a Cuba non ci credo, tranne forse poche eccezioni: molti hanno trovato l’Amercia. Che rientrino nell’isola dietro "le armi degli americani" ancor meno.

          Tutta questa paura per gli americani mi sembra una sorta di equilibrismo super partes. Perchè proprio noi italiani dimentichiamo che anche il nostro CLN, senza questi benedetti americani, starebbe ancor oggi a snidare quelli della RSI nel ridotto della Valtellina. 

          1. solo e sempre USA ?

            Si, d’accordo. Però se agli USA si attribuisce  il totale controllo dell’universo bisogna ammettere anche che abbiano avuto un ruolo anche nella nascita quelle democrazie, che ci sono. Non si è super partes valutando e sottolineando sempe solo gli esempi in negativo. Tra l’altro sono quelli più eclatanti e che solo una buona democrazia,pur con tutti gli ostacoli,  consente di smascherare.

            Allarghiamoci un po’ e cerchiamo un esempio d’attualità in altri campi: io ho appreso solo ieri che i famosi 12.000 dollari che gli Hezbollah hanno mostrato, mentre distribuivano  ai libanesi rimasti senza casa, erano palesemente falsi! Quanti hanno dato questa notizia? Tra gli arabi forse si capisce, ma da noi?

          2. si parlava di Cuba.

            Non è che io sottolineo gli esempi in negativo, ma qualcuno ha tirato fuori una vignetta su Cuba e io ho fatto un ragionamento su questa parte del mondo.

            Là oggettivamente gli americani hanno fatto sempre i loro comodi, tutelando i loro interessi più di quelli delle popolazioni residenti, favorendo delle brutali dittature invece di portare la democrazia.

            Questi sono FATTI storici, non è propaganda anti-americana.

            Vedo che in giro, riguardo agli americani, ci sono solo posizioni estreme: o li si odia o li si ama, io cerco di mantermi più super partes cercando di apprezzare quello di buono che fanno e di criticarli quando sbagliano (sia nel presente sia nel passato).

            Questo non significa che io metta sullo stesso piano Bush e Bin Laden, come succede ogni volta che qualcuno critica la politica USA: nessuno discute sul fatto che gli USA siano la più evoluta democrazia del mondo, che siano un baluardo per i valori democratici conquistati dall’Occidente  e che con il sacrificio dei loro soldati abbiano portato questi valori in gran parte del mondo.

            Detto questo però, hanno fatto anche degli errori e non vedo perchè non se ne possa parlare, neanche fossìmo nell’URSS di Stalin!

          3. Fuori tema ?

            Accetto il richiamo e ritorno all’oggetto. In breve, per cercare di spiegarmi meglio, in quanto evidentemente non ci sono riuscito.

            Volevo dire soltanto che a me sembra scontato, come perdersi nell’oceano, parlare degli errori degli USA. Materia vastissima su cui si esercitano tutti anche senza aver ricevuto il premio Pulitzer. Un po’ come dibatere sugli  errori del Vaticano. Con un archivio bimillenario è fin troppo facile.

            Assai più difficile invece a me pare esercitare soltanto la satira ad esempio sull’Islam e le recenti vignetti danesi mi sembra che ci abbiano insegnato qualcosa.

            Pardon, con poche parole, dai cattolici ai mussulmani,  ero già finito fuori tema. Di nuovo. Imperdonabile.

            Tornando a Castro per esperienza diretta posso dire ben poco in quanto a Cuba non ci sono mai stato. Però oltre vent’anni fa quando andai negli USA di fronte alla Casa Bianca trovai tanti tipi strani che protestavano, alcuni erano anche reduci del Vietaman.  Invece solo un paio d’anni fa quando avevo dei "parenti" a Cuba oltre a non poterli raggiungere via mail fui anche preventivamente ammonito. "Non fare il cretino, se ci scrivi una mail. A te magari potrebbe sfuggire una battuta su Castro: t’assicuro che potremmo pagare noi le conseguenze".

            Ora spero d’essere stato più chiaro.

  2. almeno il pane, Fidel

    Ho appena pescato in rete questo libro su Cuba. Segnalarlo su un sito come POPINGA mi sembra particolarmente utile ed opportuno.

    Quella raccontata in questa anti-guida, non è la Cuba di cui parlano i cucador italiani a caccia di facili avventure erotiche, e nemmeno quella di cui parlano dai loro pulpiti i frequentatori delle stanze del potere e del comando castrista, da Gianni Minà fino a Diego Armando Maradona, fino ai marxisti nostrani da salotto televisivo. È invece Cuba quotidiana, quella del popolo che dovrebbe vivere con una manciata di dollari di stipendio al mese, mentre una lattina di Coca Cola (che, nonostante l’embargo, si trova a ogni angolo di strada) costa un dollaro. Una Cuba vera, reale, indispensabile da conoscere per chi davvero l’ama e intende visitarla, oppure già c’è stato

    Gordiano Lupi
    ALMENO IL PANE, FIDEL
    Cuba quotidiana nel periodo speciale

    STAMPA ALTERNATIVA – COLLANA ERETICA
    pp. 192 – euro 10,00
    ISBN: 88-7226-950-4
    http://www.stampalternativa.it

    1. non vorrei sembrare il solito marxista…

      ma faccio notare che Cuba è più o meno nelle stesse situazioni di tutti i paesi caraibici e del centro America, nonostante il pluritrentennale embargo americano.

      I cubani sono poveri se raffrontati a noi europei o agli americani, ma non mi sembra che stiano molto peggio dei giamaicani, degli honduregni, dei costaricani, ecc. e stanno sicuramente meglio degli haitiani, con le loro ditattature filo-americane.

      Insomma bisogna stare attenti a fare dei paragoni e bisogna farli tra paesi omogenei.

      Con questo non voglio difendere il lider maximo, il quale, quando se ne andrà, farà un favore a tutti.

  3. una barzelletta

    Una barzelletta, molto popolare tra i cubani, racconta di una maestra che mostra ai suoi piccoli allievi una foto di Clinton, dicendo: «A causa di quest’uomo noi non abbiamo medicinali, carburante, merci; a causa di quest’uomo noi siamo a corto di tutto.» Un bambino si alza e, essendo abituato a sentir dire le stesse cose di Castro, a casa, esclama: «Sa che senza barba sembra un altro uomo?».

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