Il più grosso problema italiano

Se qualcuno vi chiedesse qual è il più grosso problema dell’Italia, voi cosa rispondereste?

  • le tasse troppo alte?
  • la stagnazione dell’economia?
  • la povertà?
  • la disoccupazione?
  • l’immigrazione?
  • la sicurezza?
  • la malasanità?
  • il debito pubblico?
  • le pensioni?
  • la mafia?
  • il traffico?

Ebbene no, state sbagliando tutti.
Se guardiamo qual’è il tema più discusso dai politici negli ultimi 15 anni, viene fuori che l’argomento di maggiore attenzione, e quindi il più grosso problema da risolvere nel nostro paese, è senza dubbio la legge elettorale.
Questa legge elettorale è diventata, allo stesso tempo, una specie di Eldorado, una panacea per tutti i mali, e la causa prima di tutte le cose infauste che avvengono nel bel paese.

Ma facciamo un quadro storico:
Dopo mani pulite fu un referendum votato dalla stragrande maggioranza degli italiani (si schierò per il SI più dell’80 per cento dei votanti) a sancire l’avvento dell’era maggioritaria dopo 50 anni di proporzionale e di Prima Repubblica.
Ci pensò Mattarella a far rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta: grazie al suo “Mattarellum” si decise che il 75% dei deputati doveva essere eletto con il maggioritario, mentre il restante 25% col metodo proporzionale.
Insomma un inciucio totale in una Italia che aveva visto dissolversi gran parte dei partiti storici di governo (DC-PSI e cespugli) e si apprestava ad assistere alla battaglia tra i “Progressisti”, con la gioiosa macchina da guerra di Occhetto, e il nuovo partito fondato da Berlusconi.
Al centro rimanevano i reduci della vecchia DC, che vennero stroncati proprio dalla legge elettorale maggioritaria ed estromessi dalla schiacciante vittoria di Forza Italia nel lonatano 1994.
Il primo governo Berlusconi durò lo spazio di sei mesi, quando Bossi, stanco dell’arroganza del suo padrone (ricordo che il senatùr usava spesso degli epiteti come Berluskaiser o Berluskaz quando si riferiva al Silvio di Arcore), passò la barricata dando vita insieme alla sinistra al governo Dini.
Berlusconi si sentì tradito e incominciò subito a richiedere una legge elettorale con norme anti-ribaltone. Si creò pure una “commissione bicamerale” per modificare alcuni articoli della Costituzione e per cambiare la legge elettorale. Fu in questo periodo che sentii parlare per la prima volta di sistema inglese a turno singolo, sistema francese a turno doppio, sistema tedesco proporzionale con sbarramento al 5%, insomma le cose di cui si discute pure oggi.
Ebbene la Bicamerale durò vari mesi (se non anni) e produsse un grande risultato: il nulla!

Nel 1996 si votò con il Mattarellum e le elezioni le vinse Prodi ed il centrosinistra.
Il governo del professore durò solo due anni e poi gli successero D’Alema (2 anni) e Amato (1 anno) con l’opposizione berlusconiana che gridò chiaramente al tradimento del maggioritario richiedendo una legge che garantisse lo scioglimento delle camere nel caso di caduta del leader votato dal popolo.
Nulla di fatto. Nel 2001 si tornò a votare con il Mattarellum e questa volta la spuntò Berlusconi con una maggioranza  così ampia da costituire un record per il parlamento repubblicano. Questa maggiornaza avrebbe dovuto garantire stabilità e governabilità, ma l’incapacità di Berlusconi e dei suoi alleati fu tale che in cinque anni si cambiarno ben 3 ministri dell’economia, diversi ministri degli esteri ed anche il ministro dell’interno dopo che Scajola definì il defunto Marco Biagi un “rompicoglioni”…
Insomma Berlusconi durò 5 anni, ma sicuramente non durò 5 anni il suo Consiglio dei Ministri.

La batosta presa alle elezioni regionali del 2005, in cui il centrodestra perse anche in dei feudi come la Puglia, convinse Silvio ed i suoi alleati che il Mattarellum avrebbe consegnato alla sinistra una stragrande maggioranza alle elezioni del 2006, e quindi si accese il cervello di Calderoli (che di norma è spento per precauzione) il quale si inventò la “porcata” (ipse dixit) con cui abbiamo votato alle ultime politiche.
Via il maggioritario, via la possibilità di scegliersi i candidati, ritorno al proporzionale puro con premi di maggioranza diversi per Camera e Senato: un vero inno alla ingovernabilità, la prova provata che questi signori non agiscono nell’interesse del paese, ma solo nel loro interesse!

Alla fine, nel 2006 Prodi ha vinto, ma ha già subito un KO sulla politca estera e che cosa propone oggi per salvare il paese dallo sfascio?
Una nuova legge elettorale!

PRODI, ma vaff…..!

Il professore bolognese sta già discutendo con tutte le forze politiche per trovare un accordo, ma ecco cosa gli hanno risposto i vari partiti:

  • Alleanza Nazionale vuole il referendum per abolire la legge che loro stessi hanno votato nella scorsa legislatura e per tornare al maggioritario. Un partito coerente!
  • Forza Italia vuole fare un opera di maquillages sulla legge attuale, togliendo i diversi premi di maggioranza tra Camera e Senato. Proposta intelligente, perchè non ci avranno pensato l’anno scorso?
  • UDC, Lega, e i cespugli di destra e di sinistra vorrebbero mantenere il proporzionale con sbarramenti più o meno fittizi.
  • La Margherita e i DS non si sa bene cosa vogliono visto che ormai sono scomparsi dalla scena politica fagocitati da comunisti da una parte e Mastella dall’altra. Curioso è l’iter dei DS: in primis Occhetto creò il PDS, che poi perse la P perchè non era più un partito. Fra un pò perderanno la S per non sembrare troppo di sinistra. Infine perderanno anche la D e rimarrà il nulla, esattamente quello che stanno esprimendo negli ultimi anni.

Insomma tutti vogliono quello che gli fa comodo e quindi probabilmente non si troverà nessuna intesa come ai bei tempi della bicamerale.
Alle prossime elezioni voteremo col Calderolum e, se sarà nell’interesse della maggioranza uscita dalle urne, la legge elettorale verrà cambiata a maggioranza semplice, come è sempre avvenuto fino ad oggi.
Il più grosso problema italiano rimarrà dunque senza soluzione, speriamo solo che nel frattempo l’Italia rimanga in vita!

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