I tubi di scappamento non votano. Gli automobilisti sì

Confesso di sentirmi un po’ a disagio nel prendere le parti dell’assessore Ceresoni: niente di personale, per carità, ma penso che chi amministra la cosa pubblica, a qualunque livello, debba essere abituato a poche sviolinate e molti sguardi critici.
Il disagio poi aumenta nel criticare l’opposizione, cioè le voci di dissenso verso chi governa, voci la cui esistenza è vitale in democrazia. Certe volte, però, ti tolgono le parole di bocca, anche se mi rendo conto che è come sparare sulla croce rossa.

Siccome da qualche giorno la Premiata Ditta Allevamento Lepri se ne sta buona, il consigliere di FI Alessandro Cicconi Massi ha pensato bene di riempire il vuoto attaccando Ceresoni sulla viabilità.
Nel presentare il futuro sistema di trasporto pubblico locale, Ceresoni ha detto una verità così lampante da scivolare quasi nel banale: «per ridurre il traffico e la presenza di automobili occorre rendere l’uso dell’auto più scomodo rispetto ai mezzi pubblici». Le auto inquinano e il traffico peggiora la qualità della vita: se si vuole ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità della vita, bisogna diminuire il numero di auto. Per far questo, non c’è altro modo che disincentivarne l’acquisto e l’uso.
Basta spostarsi di poco da Senigallia e si tocca con mano quel che succede quando l’acquisto e l’uso dell’auto sono più comodi rispetto ai mezzi pubblici: le politiche irresponsabili di incentivi alla rottamazione (governo Prodi I e II) hanno contribuito a produrre decine di chilometri di code sul Raccordo Anulare a Roma; non esagerava Corrado Guzzanti quando, in uno dei suoi sketch, diceva che “ci vuole il pieno di benzina per fare un metro sulla Tiburtina”.
Ad Atene, dov’è facilissimo comprare un auto (le politiche di finanziamento a tasso zero vanno alla grande) e ci sono 2-3 auto per famiglia, il traffico è paralizzato a tutte le ore del giorno.

Senigallia non è neppure lontanamente paragonabile a questi due esempi, ma disincentivare l’uso dell’auto non dovrebbe essere un trauma in una città dove basta la bicicletta per andare ovunque.
Questa misura di buon senso contro le auto diventa, per Cicconi Massi, una «crociata» contro gli automobilisti, una «criminalizzazione» dettata da un pregiudizio verso chi guida l’auto.
E ti pareva che anche stavolta non saltava fuori il paladino della categoria?
Perché in Italia non si fa mai una vera riforma? Perché quando qualcuno vuole cambiar le cose, salta fuori il Cicconi Massi di turno che si straccia le vesti e grida alla criminalizzazione di qualche categoria. È successo al ministro Bersani con le liberalizzazioni delle licenze dei tassisti, in piccolo succede pure da noi. Siamo rimasti alle corporazioni di arti e mestieri.
Sarebbe come dire che, siccome fumare nei locali chiusi peggiora la qualità dell’aria e costringe i non fumatori a respirare fumo, impedire di fumare al chiuso significa criminalizzare la categoria dei fumatori.

Ma per avere un po’ di visibilità si fa questo e altro.
D’altra parte, i tubi di scappamento non votano. Gli automobilisti sì.

11 pensieri riguardo “I tubi di scappamento non votano. Gli automobilisti sì”

  1. La penso come Andrea su come ci si debba relazione con i pubblici amministratori; quindi potrei chiudere qui il mio commento. Bravo e basta!
    La premessa di fondo è che per l’auto, a livello nazionale, si sono sempre fatte politiche irresponsabili, dalla FIAT di Valletta alle autostrade negli anni ’50 dello scorso secolo ad oggi con “le politiche irresponsabili di incentivi alla rottamazione “. Senigallia non è e non può essere un’isola felice nel triste panorama nazionale, ma se da una parte le proposte dell’opposizione sono inesistenti o peggio ancora controproducenti, va detto che la responsabilità prima è sempre di chi governa.
    Ci sono considerazioni ovvie: per “ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità della vita, bisogna diminuire il numero di auto “. Sarà anche il caso di trovare qualche collegamento sulla situazione qui a Senigallia.
    Spesso gli amministratori prediligono iniziative a base di aria fritta; rimando, una per tutte, alla lucida ed ilare analisi della Piaga di Velluto, a proposito del Forum per la Mobilità Urbana , ma anche quanto scritto da Antonella Diamantini sui tabelloni elettronici non è assolutamente infondato.
    C’è però un tutto fronte di iniziative e di interventi che per omissione colpevole l’Assessore Ceresoni, o forse il Sindaco in prima persona, non immaginano nemmeno di affrontare. Questo “fronte” si dovrebbe basare a mio avviso con un rigido e puntuale rispetto del Codice della Strada, nonché di tutte le regole per la circolazione che le amministrazioni hanno individuato.
    Il giovedì c’è mercato quindi caos totale nelle vie urbane e sulle direttrici di accesso. Colonne di centinaia di metri a passo d’uomo: occorre scegliere tra mercato e traffico. Oppure Ceresoni ha in mente altre soluzioni?
    In città si va in auto anche perché è possibile il “parcheggio selvaggio” dappertutto. Per di più in alcuni casi ciò può avvenire con franchigia assoluta: ad esempio di fronte alla ricevitoria delle scommesse ippiche e, ironia per gli automobilisti, nel caso vadano agli sportelli dell’Ufficio dell’Automobil Club. Se poi vi trovate a Largo Puccini o all’incrocio di Via Leopardi allora potete sbizzarrirvi anche di fronte a vigili e vigilesse! Torme di invalidi o presunti tali lasciano la loro auto, o solo il loro contrassegno, a non pochi furbacchioni che circolano al centro della città, in zone di massima restrizione. Avete visto i tipi al volante: beati loro, robusti ed aitanti? Nulla scrivo delle auto degli amministratori che giungono fin sotto la residenza municipale.
    Ad aggravare terribilmente il tutto ci si mette poi una pazzesca gimkana con relativo “giro dell’oca” che migliaia di auto ogni giorno sono costrette a fare. Tutto ciò grazie ai lavori sempiterni, di lungo corso, del ponte del Portone. Questo per anni poi ci si mette la coscienza a posto con una mezza domenica cosiddetta ecologica!
    Il grande successo dei “30 all’ora” in via Capanna e Viale dei Pini è finito nel ridicolo dopo qualche appostamento dei VV.UU., nei primi giorni, con il micidiale Multanova. Ora da mesi si sono “dimenticati” di rimettere al loro posto i cartelli in via Capanna e quindi i mezzi possono per fortuna sfrecciare a 50 all’ora, verso la strada diretta a Sirolo, si a Sirolo (infatti per chi non lo sapesse ci sono cartelli, con precise indicazioni!).

  2. volevo solo fare una piccola riflessione…
    giustissimo rendere sconveniente l’auto cosi da incentivare l’uso dei mezzi….ma partiamo dalle cose piu semplici.
    faccio un esempio:
    la benzina quanto costa? boh, facciamo 1.30e al litro.
    bene: io come macchina ho una 600: 16/17 km con un litro.
    il biglietto del bus della premiata ditta fratelli Bucci, per fare marzocca-senigallia (7km!!!!!!!) mi chiede 1.40e….
    allora di che cazzo stiamo parlando!
    a Roma il biglietto del bus costa 1 euro e vale 75minuti (con “proroga” di 15 minuti nel caso il viaggio sia piu lungo!
    il problema è risolvibile! costringiamo quel monopolista di bucci a fare prezzi onesti…la legge serve a ben altro.
    ho finit!

  3. il commento di Patregnani è, a mio avviso, un po’ troppo semplicistico. Solo per fare un appunto non tiene conto che il prezzo della corsa (operata da Bucci, come da chiunque altro sia concessionario)è stabilito dalle pubbliche ammnistrazioni. Magari li ha eletti anche lui: si faccia coraggio e chieda una resocontazione!
    Per di più è bene che sappia, il nostro Patregnani, che il prezzo del biglietto delle autolinee è sempre profumatamente integrato da contributi pubblici, quindi anche dalle tasse che lui stesso paga!

  4. infatti….non mi sono ben spiegato.
    le amministrazioni sono responsabili quanto il monopolista di turno….anzi è il primo bersaglio!
    ciao

  5. Generalmente sono d’accordo con Andrea ma questa volta proprio no!
    «per ridurre il traffico e la presenza di automobili occorre rendere l’uso dell’auto più scomodo rispetto ai mezzi pubblici».
    Parole, per lo più banali. Quando vivevo a Roma, caro Andrea, non avevo neanche la patente, non ne avevo bisogno perchè i mezzi pubblici funzionavano bene. Pensi ci voglia un genio per capire che più auto significano più inquinamento?! Secondo te, conoscendo un pochino la mia vita pensi sia possibile che io prenda l’autobus per andare a Senigallia? Se parto la mattina alle 8 devo rimanere in città fino alle 12! Non credo di essere la sola a trovarsi in questa condizione. Parliamone insieme seriamente, chissà che non si riesca a fare una proposta concreta all’amministrazione comunale!

  6. scusi gianluigi…una curiosità…ma perche mi chiama “il nostro patregnani?” e si rivolge a me in terza persona (“forse gli ha eletti anche lui”) …non mi pare proprio la filosofia del blog, anzi…è proprio una cosa antipatica! sembra quasi che io sia uno che “passava da quelle parti” e che si è intromesso nelle discussioni altrui…non è carino per niente!
    inoltre questo giro il mio post non era polemico nè nei confronti dell’articolo nè dei commenti lasciati da altri (quel ma di cazzo parliamo”) era solo per dare enfasi ed era impersonale.
    ciao

  7. Calma e sangue freddo!
    Mi riferisco all’ultimo commento di Davide Patregnani. Ho scritto “nostro” in quanto ho visto spesso la sua firma e ne deduco che sia un frequentatore di questo sito. Anzi ricordo che era tra gli indirizzi di un altro sitro della “scuderia di Marco”.
    Non ho scritto “gli”, ma “li”, a proposito di eletti. Dal mio punto di vista riterrei più opportuno soltanto che le legittime questioni che pone fossero indirizzate, con chiarezza, ai responsabili. In questo caso gli amministratori pubblici. Altrimenti si scivola ancora una volta nel generico qualunquismo.
    Chiedo scusa a tutti i lettori per aver sottratto spazio all’oggetto del dibattito su auto e trasporti, ma sono stato chiamato personalmente in causa.
    Invece annoto che il commento di Anna, postato ieri 14 marzo, è più che mai centrato! Non sei d’accordo Andrea?

  8. X Anna: per chi non ti conosce, potresti chiarirci il tragitto che fai per venire a Senigallia e dove lavori? Non per farmi i cavoli tuoi, ma solo per capire.

    E comunque se l’auto venisse disincentivata, i Senigalliesi la prenderebbero di meno e userebbero mezzi alternativi come bici e autobus per andare a lavorare, mentre quelli che vengono da fuori potrebbero trovare qualche parcheggio libero (in centro, prima dell’introduzione dei parcheggi a pagamento non se ne trovava uno neanche per sbaglio) e meno traffico!

    L’unica cosa che manca realmente, per realizzare questa soluzione, è un bel parcheggio non troppo vicino al centro, ma neanche troppo distante.

    Qualcuno di questi già esiste: quello dello stadio e quello dell’Hotel Marche sono due esempi. Anzi lì dietro l’Hotel Marche si potrebbe costruire un parcheggio su più piani molto utile anche in estate visto che è molto comodo considerando la sua prossimità a centro storico, mare, statale e stazione.

    Chi viene da fuori potrebbe parcheggiare lì e farsi 100-200 metri a piedi, cosa che non fa mai male, ma anzi aiuta a mantenersi in forma!

    Io onestamente non vedo l’ora che finisca l’epoca dei parcheggi selvaggi e degli ingorghi al centro.

    In fondo Senigallia è una piccola città e l’uso dell’auto è spesso eccessivo e diventa abuso.

  9. Rispondo volentieri a Francesco.

    Abito a San Silvestro e non lavoro, ma a causa di gravi problemi familiari non posso assentarmi da casa troppo a lungo. Farei volentieri a meno della macchina se solo avessi la possibilità di avere un servizio pubblico decente. Quando vado a Senigallia parcheggio spesso nella zona vicino allo Stadio e faccio volentieri una passeggiata, ma il discorso secondo me è molto lungo e complesso e non si può banalizzare con una frase.
    Mi piacerebbe parlare con te, Andrea, Marco, Davide, Gianluigi ecc per provare a fare un ragionamento serio, che dici si può fare?

  10. Ci sto a parlarne con voi tutti, anche se non credo che possiamo inventare grandi soluzioni. Preciso subito che la mia idea di base (qualcuno dice che dipende dalle mie simpatie politiche!) è l’assoluto rispetto della legalità. Cioè qualunque siamo le regole, queste vanno rispettate da tutti, con rigore. Altrimenti possiamo riparmiare da subito sui costi dei Vigili Urbani!

  11. Cioè qualunque siamo le regole, queste vanno rispettate da tutti

    Gianluigi ha centrato perfettamente il problema: in Italia siamo soliti rispondere a determinati problemi con leggi drastiche, col pugno duro. Solo che a queste leggi drastiche non corrisponde una effettiva attuazione e la lettera rimane morta, perchè le leggi non vengono mai fatte rispettare.
    Un esempio lampante è il recente inasprimento delle pene previste dal codice della strada al fine di limitare il numero di morti e degli incidenti. La legge sarà pure giusta, ma se poi non viene fatta ripsettare tramite controlli rigorosi a che serve? A nulla!
    Se non ci sono pattuglie della polizia nelle strade, a cosa servono le pene più pesanti?
    Un paragone calzante può essere fatto anche con l’inasprimento delle leggi a controllo dei mercati finanziari previste dopo la truffa Parmalat.
    Innanzitutto mi piacerebbe sapere che fine ha fatto Callisto Tanzi, che magari si sta godendo gli arresti domiciliari in una villa faraonica costruita con i soldi rubati ai piccoli risparmiatori.
    In America, dove sono più seri rispetti a noi, gli artefici degli scandali Enron e Worldcom sono in galera e ci staranno per molti anni nel biasimo generale.
    Da noi invece si fa scoppiare il caso per due settimane e poi tutti si scordano di tutto: Benetton ha fatto i miliardi con le autostrade, non rispettando i contratti che gli imponevano di compiere ingenti investimenti sulla rete, ed ora che qualcuno gli chiede di rendere conto della gestione, cerca di vendere tutto.
    Tronchetti ha comprato la Telecom con pochi spiccioli e la sta spremendo fino all’inverosimile dilapidando tutti gli utili che provengono dalla gestione di una azienda di fatto monopolista, con scandali vari che in un paese serio l’avrebbero già costretto ad abbandonare da tempo.
    Sul calcio il pugno di ferro è durato una settimana ed ora è tutto come prima, a parte i tornelli davanti agli stadi.
    Insomma dai piccoli ai grandi problemi le risposte sono sempre le stesse.
    E’ giusto istituire parcheggi per disabili, ma questi debbono essere utilizzati solo se c’è realmente un disabile in macchina, altrimenti sono una presa per i fondelli.
    E’ giusto proibire al traffico i centri storici, ma la regola deve essere fatta rispettare a tutti, dal sindaco all’ultimo dei cittadini.
    Se c’è un divieto di fermata (come davanti all’entrata dell’ospedale di Senigallia ) le macchine non POSSONO FERMARSI e non POSSONO SOSTARE!
    Insomma non c’è bisogno di nuove leggi, ma c’è realmente bisogno che si incomincino a rispettare ed a far rispettare quelle esistenti!
    Però è più facile sbaniderare all’opinione pubblica la tolleranza zero od il pugno di ferro facendo leggi draconiane, invece che agire finalmente per il rispetto della legalità.

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