E’ la partitocrazia, baby!

L’altra sera, guardando L’Infedele, ho finalmente realizzato quello che già molti, probabilmente, considerano ovvio e accertato da tempo: il Parlamento è già stato eletto… pardon, nominato!

Già, perché il 9 e 10 aprile avremo il diritto/dovere di apporre sulla scheda giusto una croce, e nulla più. Non è concessa alcuna preferenza ai candidati (ma le idee non camminavano sulle gambe delle persone? forse non oggi).

Di fatto, la nuova legge elettorale consegna un inedito potere di nomina del Parlamento nelle mani di una ventina di persone, ovvero i Segretari di Partito. L’effetto è che il 95% dei seggi parlamentari è stato già assegnato. In particolare, possiamo dividere le liste appena composte, e già blindate, in tre parti:

  1. Il Paradiso, ovvero coloro che hanno l’onore di trovarsi nei primi posti della lista. Costoro, considerati i voti ragionevolmente attesi, hanno la garanzia di essere eletti, e dovranno la loro sicura ascesa al favore o concessione che il partito ha riservato loro, e non invece al consenso diretto espresso dai cittadini verso di loro.
  2. L’Inferno, ovvero coloro che si trovano in fondo alla lista, e hanno la certezza di non essere eletti. Chi sta all’Inferno ha accettato la candidatura come gesto di cortesia, di riconoscenza simbolica, ma anche con la speranza che la propria personalità, spesso nota e stimata dal pubblico, serva per attrarre voti al partito. Di fatto quei voti serviranno a far andare in Parlamento qualcun altro.
  3. Tra i due gruppi c’è infine il Purgatorio. I pochi che vi risiedono (solo il 5% del totale dei candidati) sono gli unici che affronteranno le prossime elezioni con un minimo di ansia e di speranza. Tuttavia le loro eventuali fortune non saranno imputabili a meriti propri, bensi alla capacità che l’intero partito avrà dimostrato nell’attirare voti.

Nessuno di costoro è tenuto a presentare la propria faccia. Anziché fare un passo avanti, ed investire nelle Primarie, si è scelto di farne due indietro, con il benestare (esplicito) della maggioranza e il sospiro di sollievo (celato con pudore) da parte dei piccoli partiti dell’Unione.

4 pensieri riguardo “E’ la partitocrazia, baby!”

  1. Hai ragione su tutta la linea.

    Le liste bloccate sono una vergogna indegne di una vera democrazia.

    La mia paura è che, anche in caso di vittoria del centrosinistra, non vengano sbloccate.

  2. E questo mentre, con i “duelli” televisivi tra Berlusconi e Prodi, ci vengono propinati confronti tra le persone, tra presunte alternative. O di qua o di là, ci viene detto.
    Si tratta di un gioco delle tre carte, e di fronte al gioco delle tre carte ci sarebbe un solo comportamento da tenere: starne fuori.
    Ma stavolta, davanti alla prospettiva di altri cinque anni di governo-vergogna, come si fa a starne fuori?

  3. Beh, c’è ancora da stupirsi dopo 5 anni di leggi vergognose?

    La sola cosa che mi preoccupa è che la partitocrazia è in voga sia a destra che a sinistra e quindi, come ha ricordato Michele", non penso che una eventuale vittoria della sinistra porterà dei gran cambiamenti da questo punto di vista.

  4. Pingback: Popinga

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