E qualcosa rimane…

Francesco De Gregori in concerto a SenigalliaScoperta, o forse solo capìta meglio, la mia passione (“malattia”?) per Francesco De Gregori, Marco mi ha chiesto di “scrivere qualcosa su De Gregori”; ci ho provato, in questi giorni, ed ho scoperto che… mi è molto difficile, o almeno molto più difficile di quanto pensassi.

E’ molto difficile perché, per “scrivere qualcosa su De Gregori”, bisogna sapere prima di tutto COSA scrivere ed A CHI scrivere: il cantautore, dal 1972 ad oggi (36 anni di carriera…), ha pubblicato circa 40 tra album e raccolte; su di lui sono stati scritti articoli, interviste e (rimanendo su quelli da me conosciuti e letti) almeno 4 libri;
in particolare, mi riferisco a:

  • Francesco De Gregori / 1972-2004 Dell’amore e di altre canzoni“, di Giommaria Monti (Editori Riuniti)
  • Francesco De Gregori / Quello che non so, lo so cantare“, di Enrico Deregibus (Giunti)
  • Francesco De Gregori / La storia siamo noi” di Antonio Piccolo
  • ed infine a “Francesco De Gregori / Battere e levare – Tutte le canzoni” (Einaudi), che raccoglie tutti i testi delle canzoni del cantautore dal 1972 al 2003.

Anche su internet, pur mancando un sito “ufficiale” del cantautore, si possono trovare forum, interviste e scritti molto interessanti; segnalo in particolare i siti:


Chi, come me, ama la musica di De Gregori, sicuramente conosce già benissimo le sue canzoni e probabilmente conosce già gli aneddoti, le curiosità ed i riferimenti ad esse legati. Del resto, però, a chi non conoscesse a fondo la sua più che trentennale produzione musicale, mi sembra quasi un delitto togliere il gusto di scoprire le citazioni, le dediche i riferimenti artistico-letterari e quelli a fatti o personaggi legati alla cronaca un po’ alla volta, piano piano, magari anche casualmente…

Tuttavia, per non deludere Marco e soprattutto per non arrendermi di fronte a questo pur “gravosissimo” compito, proverò a “scrivere qualcosa” su Francesco De Gregori o sul “Principe”, come è noto il cantautore nel mondo della musica.

“E qualcosa rimane…”, dicevamo.

Per quei pochissimi che non lo sapessero, “E qualcosa rimane…” sono i celebri versi con cui inizia la bellissima “Rimmel”, canzone inserita nell’omonimo album che De Gregori ha pubblicato nel 1975 ed unanimemente considerata una delle pietre miliari della musica italiana.

Ma “E qualcosa rimane…” è, a mio avviso, molto di più.

E’ l’autentica magia che caratterizza le canzoni di De Gregori.

Sia che tu vada ad un suo concerto per la prima volta, magari senza conoscere bene le sue canzoni, sia che tu vada ad un suo concerto per la settima volta in pochi anni, sapendo a memoria quasi tutti i testi delle sue canzoni… “qualcosa rimane”.

Comunque.

Sempre.

Anzi… “sempre e per sempre”, per continuare a prendere in prestito le parole dello stesso cantautore.

E qui il mio rifiuto a cercare di descrivere “che cosa” rimane è e sarà assoluto: ogni canzone di De Gregori ha il potere di evocare ricordi, legarsi indissolubilmente a fatti o a momenti della propria vita, di suscitare emozioni… ed io ho scoperto di essere “geloso” dei miei ricordi e delle mie emozioni, per cui… tranquilli: non vi annoierò parlandovi di questo, né tanto meno, sarò così presuntuoso da dire ad ognuno di voi che tipo di ricordo potrebbe evocare o che tipo di emozione potrebbe suscitare qualche particolare passaggio di qualche sua canzone.

Proverò, pertanto, “solamente” a riassumere i momenti più significativi della produzione musicale di De Gregori, inserendo qua e là gli aneddoti ed i riferimenti che più mi hanno colpito; lo scopo di tutto ciò è quello di incuriosire e spingere tutti voi ad approfondire la conoscenza di canzoni e di testi che, a mio avviso, meriterebbero di essere inseriti nei programmi scolastici come capolavori della letteratura italiana. (continua…)

4 pensieri riguardo “E qualcosa rimane…”

  1. Pingback: Popinga
  2. Parlando di Rimmel, non ho mai capito questo verso:

    “Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
    e la mia faccia sovrapporla
    a quella di chissà chi altro.”

    Cioè scusa, ma la faccia di chissà chi altro dovrebbe essere sovrapposta alla sua, non viceversa…

    Mi sa che FDG ha fatto un po’ di confusione tra soggetto e oggetto, che ne pensi?

  3. Provo a rispondere al commento di Gaspa…

    Anche io all’inizio pensavo
    che fosse più logico il contrario
    (ora lei sta con un altro
    e sembrerebbe più logico dire
    che è la faccia di qualcun altro
    ad essere ora sovrapposta a quella dell’ex)
    ma sono arrivato alla conclusione
    che sia più corretto interpretarlo così:

    “rivedrai me (la mia faccia)
    nella faccia di chissà chi altro”…

    In pratica, dalla canzone emerge
    che lei lascia lui in modo deciso, secco
    (“Hai presente quella foto…?
    Bene, tienitela stretta
    perché è tutto quello che hai di me”)
    mentre lui, forse, non ha ancora accettato
    o forse neanche realizzato e capito del tutto…
    … come se lui si illudesse
    che lei stia sì con un altro,
    ma continuasse a pensare a lui,
    continuando a vedere (sovrapporre)
    la faccia dell’ex (la mia faccia)
    in quella dell’altro (di chissà chi altro)…

    Questa è tuttavia solo la mia idea
    e la mia interpetazione:
    secondo voi può reggere…?

  4. Questa è tuttavia solo la mia idea
    e la mia interpetazione:
    secondo voi può reggere…?

    Boh, quando la capirò te lo saprò dire!!!!
    ^____________*

    Cmq complimenti per i post su FDG!

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