Le foto della mostra

Renzo Paci ben sapeva che a casa Mazzufferi si fotografava dall’inizio del secolo; mio nonno Luigi all’inizio del ‘900, e poi mio padre Mario. Anch’io, fin da ragazzo, avevo questa passione. M’ero attrezzato con una camera oscura un po’ rudimentale e, per quanto procedessi da autodidatta, oramai da tempo me la cavavo in diverse situazioni, sia con la ripresa, che per lo sviluppo e per la stampa.
Per le ricerche di Renzo, professore universitario, avevo già da tempo provveduto a diverse esigenze fotografiche: dalla riproduzione dei materiali d’archivio alla documentazione di altri soggetti, sempre legati ai suoi studi storici.

Per la mostra “Senigallia NO!” passammo subito alla parte più prosaica dell’operazione. Cioè cominciammo a fare quattro conti per verificare se le spese sarebbero rientrate nelle possibilità delle limitatissime finanze della neonata associazione ambientalista. Allora per noi non c’erano sponsor e, tanto meno, dovendo per forza di cose criticare le pubbliche amministrazioni, la pur vaga possibilità di ricevere qualche aiuto finanziario dagli enti pubblici. D’altronde non lo avremmo di certo chiesto per tutelare la nostra più assoluta libertà di giudizio.
Fu stimato l’onere per acquistare una decina di buste di carta fotografica Tensi, per una “pizza” di pellicola 35mm, per i bagni di sviluppo e di fissaggio necessari. Ottenemmo prezzi scontati, dall’indimenticabile ditta Tarini, grossista del settore. Partimmo così all’arrembaggio. Leggi tutto “Le foto della mostra”

“Senigallia No!”: nasce l’associazione

Come scrivevo nel precedente post, raccolto lo spunto sulla mostra del 1971 in occasione del convegno in onore di Renzo Paci per l’intitolazione dell’Archivio Storico, mi attendeva un discreto lavoro. Si trattava di ricercare notizie e materiali di quanto resta dell’archivio dell’associazione naturalistica senigalliese, una realtà purtroppo tristemente dissoltasi alla fine degli anni ’80.
Il primo elemento ad emergere è stato il libro delle firme dei visitatori. Se non fosse per le numerosissime pagine compilate, cito approssimativamente con oltre 2500 firme, forse mi cimenterei nella ricerca delle tracce di quello scolaro che oggi “primo cittadino”, visitò la mostra quand’era davvero bambino.

Renzo Paci era stata una delle poche persone che avevano intuito l’importanza di questa nuova realtà associativa. Poi si era impegnato fattivamente per la nascita e l’organizzazione della “Pro Natura” qui a Senigallia.
Di fatto con lui, assieme a Carlo Riginelli, noto commerciante dell’epoca, avevamo promosso i primi incontri ed organizzato i contatti con i concittadini sensibili alla problematica. Qualcuno degli amici più cari, un po’ per scherzo ed un po’ no!, sussurrava che eravamo di fatto il “triumvirato”. Agivamo di conserva forse anche perché ci sembrava di scorgere in quella stagione una crescita abnorme di scempi e comunque una proliferazione edilizia quanto mai disordinata. Molto ci preoccupava la “colata di cemento” che, con il “boom economico”, si riversava un po’ dappertutto sommergendo l’Italia. Leggi tutto ““Senigallia No!”: nasce l’associazione”

Prèsidi con effetto di deterrenza

Non capisco l’utilità dei presìdi con effetto di deterrenza.
Vedo invece utilissimi i prèsidi con effetto di deterrenza.

Deterrenza contro il diplomato alla Scuola Radio Elettra che non si ricorda il titolo dell’ultimo libro letto. E in effetti son passati troppi anni da quando la madre gli leggeva Pinocchio per farlo addormentare.
Deterrenza contro i figli d’arte pagati a peso d’oro nei consigli regionali.
Deterrenza contro i patrioti che si puliscono il culo col tricolore.
Deterrenza contro chi gioca a fare il ministeriale distaccato a Monza, con le bollette pagate da Roma Ladrona.
Deterrenza contro gli “onesti” che appena avvicinatisi alla greppia diventarono tangentari.
Deterrenza contro gli intellettuali che fanno i tornei di rutti in Val Brembana.
Deterrenza contro chi versa nell’ampolla l’acqua del Po dopo essersi versato un fiasco di grappa.
Deterrenza contro chi crede nella Padania perché c’è il Grana Padano.

Quanti casi umani in meno, quante disgrazie evitate, quanti soldi risparmiati se solo qualche prèside li avesse bocciati in prima media?